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Autore: Lara Rye    22/08/2009    2 recensioni
Ogni fibra del suo corpo, ogni sua minima caratteristica si incastro in me, come il suo nome anni prima.
Sentivo di appartenergli e che lui apparteneva a me, solamente.
E tutto questo lo capìì attraverso il tocco, quello che cingeva le nostre mani unite da qualche attimo.
Lui mi guardava negli occhi, come cercando qualcosa o il più assoluto nulla.
Non capìì mai cosa ci trovò, ma seppi che un qualcosa lo trovò perchè un secondo dopo, mi mostrò il sorriso più grande che riuscì a fare.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo sette - Ora di finire.

Non ci vedemmo per tre lunghi, interminabili giorni.
Cercai di lasciarlo solo per qualche giorno, per riflettere e cercare di capire un minimo i nostri sentimenti e il significato del nostro amore.
Ci pensai tanto, per lunghi giorni, restando sola, in silenzio, lontano dalle amiche. E poi, il terzo giorno ebbi la risposta che avevo cercato disperatamente così, alle quattro di pomeriggio di una domenica fredda, presi la bici ed iniziai a pedalare velocemente, ansiosa di vederlo.
Quando Andreas mi vide rimase fermo. Non mi corse incontro, non mi abbraccio o baciò, non mi salutò neanche.

Andre..” Lui abbassò lo sguardo, osservando il riflesso del fuoco.
Tre giorni, Syil. Non sei venuta per tre giorni.” La sua voce era lenta, scandita con attenzione. Accarezzava il gelo e lasciava il calore che aveva sempre rappresentato la voce di Andreas. Era sempre stata calda eppure, quella sera, era totalmente gelida.
Avanzai verso di lui ed intrecciai la sua mano sinistra con la mia.

Mi.. Mi dispiace.”
Lui si incazzò, terribilmente. Non poteva accettare quella frase.

Ti dispiace Syil?! Poteva esserti successo di tutto e io non ho modo di saperlo, cazzo.”
Lui gridò.
Alzò la voce così violentemente da impaurirmi.

Io dovevo capire.”
Cosa?”
Noi. Il nostro amore. Il nostro futuro.” All'ultima parola gli occhi di Andreas si illuminarono, come scossi dolorosamente.
Quella frase non poteva avere nulla a che fare con lui. Futuro. Poteva sperare ma lui non avrebbe mai avuto un futuro.

Futuro? Che cazzo di futuro pensi di avere con me, Syilve? Pensi che faremo l'amore e avremo tanti figli? Pensi di scappare in America e vivere in una bella villetta? Morirò, Syilve. Non mi resta neanche un anno, probabilmente.”
Non piansi, non gridai. Lo guardai solamente mentre mi diceva quelle parole.

Credi che non lo sappia? Credi che io speri in un miracolo? Non sono un ingenua, Andreas. Volevo solo capire ciò che siamo.”
Andreas si sedette sulla poltrona. Si mise le mani tra i capelli, sospirò e poi disse: “Credo sia ora di finirla.”

Finire cosa, Andreas? Ci conosciamo da sei giorni. Non abbiamo iniziato proprio un cazzo.”
Ci guardammo, con la consapevolezza che sarebbe potuta essere l'ultima.
Anche se ci amavamo, continuare sarebbe stato uno spreco di energie per Andreas e un eccessivo dolore per me. Io ero pronta a soffrire, ma lui aveva preso una decisione.
Andreas aveva deciso di non vivere quello che gli restava per me, per il nostro amore ed io ero pronta ad accettarlo proprio per l'amore che ci avrebbe sempre legato, anche dopo la sua morte.

***

Altro capitolo piccolo. Spero che comunque vi possa piacere.Gli ultimi due li sento inferiori agli altri.
Datemi un paio di giorni e riprendo l'abitudine.

Ringraziamenti:
Vale: Grazie mille.
Era ciò che desideravo, semplicemente descrivere la potenza di uno sguardo. Provandolo sulla propria anima, capisci il reale significato di quella frase. Grazie ancora.
Fede: Visti i video. Io amo amo amo Emerson! Fantasticoooo:... ^^, Bellissimo anche il locale!
Grazie per i complimenti sul cap... Felicissima che ti sia piaciuto. Ci tenevo tanto ai vosti pareri, specialmente al tuo. Quel capitolo è parte di me.
Volevo iniziare un altra originale su quello argomento. Magari ce la faccio. Boh, vedrò.
Juliet? Waaaaa. Non vedo l'oraaa!! <3

   
 
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