Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Segui la storia  |       
Autore: jinkoria    03/12/2020    3 recensioni
[ BakuDeku; multicharacter, multipairing | Prompt dell’iniziativa #25DaysofBakuDekuChristmas ]
Di come in venticinque giorni Midoriya Izuku si faccia innanzitutto eroe del proprio Natale e di quanto Bakugou Katsuki sia, non poi così sorprendentemente, fondamentale in tutto ciò.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Mina Ashido, Shouto Todoroki
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

-3: Snowball Fight!


 

Katsuki se n’era pentito lo stesso istante in cui non aveva detto esplicitamente di no – il che escludeva l’aver detto di sì in ogni caso, chissà perché però quest’altro lato della medaglia era stato ben volentieri ignorato da tutti gli altri.

Il piano iniziale per quella tarda mattinata consisteva nell’incontrare Tokoyami e Jirou per prestar loro alcuni cd da usare come riferimento, al fine di creare la giusta atmosfera natalizia nel giorno ancora da accordare, presi dalla collezione a tema di suo padre, il quale l’aveva messa a disposizione di sua spontanea volontà; lieto nel vedere il figlio coinvolto in un progetto sociale con così tanti amici. Katsuki non aveva neanche sprecato tempo nel cercare di fargli capire quanto fosse stato coinvolto con l’inganno, relegato al ruolo di cuoco di corte e con qualcuno che più che aiutante andava aiutato, o gettato in pentola e lasciato a bollire. Non sentì il bisogno di sottolinearlo, in realtà, perché il fastidio associato alla circostanza non era sufficientemente credibile nemmeno a se stesso, e se suo padre lo avesse guardato con gli occhi del genitore consapevole della menzogna non avrebbe potuto far altrimenti se non sbarazzarsene per sempre. A quel punto però Mitsuki si sarebbe rifatta su di lui per vendetta ed era certo non fosse la storia giusta per raccontare questa tipologia di svolta narrativa.

Tuttavia, quando aveva chiamato Tokoyami per comunicargli l’indirizzo aveva scoperto questi si trovasse con Todoroki per qualche oscuro motivo – Midoriya aveva accennato, durante il loro giro di compere, i due ragazzi si fossero accordati a loro volta per andare alla ricerca dei regali per Keigo ed Enji –, il che aveva fatto sì i campanelli interni d’allarme di Katsuki scattassero in sincrono come lucine di Natale scoppiate: catastrofico e irreparabile. Todoroki si era difatti intromesso, senza reale intento molesto ma alle orecchie di Bakugou giunse come il più fastidioso annuncio di televendita, proponendo a Tokoyami di andare a prendere Jirou insieme, dal momento si trovassero già fuori e in compagnia, e andare altrettanto a casa del compagno.

La situazione aveva preso la piega imprevista del degenero più totale nell’esatto momento in cui, anziché i soli sopracitati Tokoyami, Jirou e Todoroki in via d’eccezione, il viale di casa Bakugou si era trasformato in un campo di battaglia per adolescenti scalmanati, tutt’altro che intenti a consultarsi vicendevolmente per allestire una serata di giochi e orridi cappellini a tema – qualcuno era rimasto del tutto sommerso da una scarica di palle di neve, di chiunque si trattasse Katsuki si dispiacque di non esserne l’artefice.

«Scusaci, Bakugou» disse Kyouka dietro di lui, la voce sottile e un po’ mesta, se non preoccupata dalla possibile, per non dire pressoché certa, pessima reazione conseguente «Ero fuori con Mina e Hagakure e quando hanno sentito che stavo venendo da te…».

«Che problema c’è?» si aggiunse Ashido, decisamente più allegra ed esaltata dell’altra ragazza, saltellando con in mano una pallottola gelata pronta al lancio intanto che schivava un colpo con un movimento quasi serpentino del busto «Ha nevicato tanto, guarda quanta se n’è posata! Da soli vi sareste annoiati e tu di certo non avresti sfruttato tutto questo paradiso per conto tuo!».

Gli occhi di Bakugou presero fuoco, la vena sul collo in pericoloso rilievo «Non era un incontro per sollazzo!».

Mina si defilò senza curarsi davvero di quanto neppure ascoltato, piuttosto passò oltre il padrone di casa per sfuggire a un’altra palla volante che la mancò e, invece, prese proprio lui dritto in faccia: bastò un secondo perché si deformasse, sciolta dal viso in fiamme per la rabbia.

A quel punto non gliene importò più nulla del perché fossero tutti lì, né di quanto freddo facesse e di come non fosse coperto a sufficienza, forte del fatto che il picco di nevrosi bastasse da calorifero naturale, l’importante era annichilire qualsiasi soggetto non desiderato sul territorio di casa sua. Dunque si chinò, raccogliendo in fretta quanta più neve possibile per compattarla nell’omonima sfera, dopodiché assunse la posizione di un lanciatore di baseball e scagliò con quanta più potenza possibile il primo, inarrestabile bolide contro la nuca di un compagno – caso volle, o forse non troppo, si trattasse di Kaminari, la cui corsa verso la salvezza si interruppe con un urlo di dolore e caduta sul morbido manto bianco circostante.

Così continuò senza sosta, di rado trovandosi anche nella condizione di dover correre ai ripari da un altrettanto agguerrito Kirishima, che aveva fatto squadra, il vile traditore, con Sero e Mezo. Fu però in grado di abbattere anche Mina, la seconda più pericolosa, rallentata da una Tsuyu tanto sofferente del freddo quanto lo stesso Katsuki – la lasciò andare per inusuale solidarietà, del resto anche lei era stata condotta in inganno in zona ostile.

Si ritrovò a correre dietro l’angolo di casa nel tentativo di sfuggire alla raffica di palle di neve lanciate dalle mani di Mezo, mentre la risata di un risorto Kaminari urlava ben ti sta da un punto indefinito del cortile, lontano dalla sua vista, al quale Bakugou promise tra sé a denti stretti una dolorosa e ben più lenta vendetta. Accantonò il pensiero della tortura di Denki sentendo i passi di uno dei ragazzi rimasti in piedi a pestare il terreno, fece perciò per indietreggiare lentamente in modo da non rischiare di beccarsi un colpo imprevisto di nuovo in pieno naso, quando la schiena impattò contro qualcosa di altrettanto solido ma appena più minuto.

Come un gatto a cui viene pestata la coda, Katsuki si girò di scatto, la palla di neve in mano pronta a rendere inoffensivo il nemico, tuttavia si rilassò – poco, pochissimo – non appena identificò un paio di occhi verdi e lucidi e tante, troppe lentiggini.

«Deku di merda» disse col tono della constatazione, a un orecchio allenato non sarebbe però sfuggito il leggero sollievo sfumato nell’insulto, quasi avesse visto, più che una minaccia, un alleato. Il fatto che non riuscisse a distogliere lo sguardo da quella faccia familiare era colpa delle guance arrossate dell’idiota, senz’altro, mettevano ancor più in risalto quegli stupidissimi e maledettissimi pois scuri.

Midoriya, dopo un altrettanto iniziale attimo di smarrimento – e qualcos’altro di non compreso, soprattutto perché svanito più in fretta di quanto non fosse arrivato – si imbronciò in un modo particolarmente evidente, le guance si gonfiarono e la bocca prese una piega buffa e infantile, le stesse lentiggini parvero agitarsi per assecondare l’espressione di profondo disappunto.

Del tutto ignaro di quanto ancora Katsuki, per questo, lo stesse insultando in ogni parte della propria mente. Senza sapere il preciso perché, sentiva solo fosse giusto imprecare contro tanta idiozia.

«Kaccha-» fece per dire poi Izuku, stanco del silenzio innaturale del giardino, il che riportò lo stesso Katsuki alla situazione in cui si trovavano, circondati da un branco di sedicenni pronti a scaricargli addosso quante più palle di neve possibili. Per questo allungò rapido il braccio, premendo il palmo scoperto della mano – aveva dimenticato i guanti in casa, stavolta, convinto non avrebbe dovuto mettere piede fuori dalla propria dimora almeno quel giorno – sulla bocca di Midoriya.

Il che fu assolutamente terribile, perché quello stava ancora parlando e la fine dell’insulso nomignolo si perse a diretto contatto con la pelle, un respiro leggero che quasi lo indusse ad allontanarsi per il solletico, ma ciò che più testò l’autocontrollo di Bakugou fu il residuo movimento delle labbra di Midoriya, che sfregarono su quello stesso punto.

Izuku ringraziò i propri capelli, lunghi abbastanza da coprirgli la punta delle orecchie, Katsuki si limitò a fingere di scrollarsi qualcosa di dosso, irritando la zona in questione e borbottando qualcosa contro il freddo. Ancora.

«Non fiatare» sibilò poi, chinatosi con l’altro appresso, «Se mi beccano per colpa tua è la volta buona che ti rinnovo la permanente».

Odiò ogni singola sillaba, per un attimo aveva persino rischiato di incespicare in una parola, la lingua all’improvviso impastata e la bocca secca, di certo per il freddo anche questo.

Intanto gli sembrava che il respiro di Izuku si facesse più rapido contro la mano, lo guardò con quanto più distacco possibile e si accorse di quanto rosso fosse diventato, di fatto non aveva ancora mollato la presa – perché non si era ancora spostato? – così lo lasciò libero di respirare. Portò poi l’indice davanti al volto, facendogli cenno di stare comunque in silenzio; Midoriya annuì e solo allora, per qualche motivo, Bakugou realizzò quanto fosse davvero vicino, l’odore fresco della neve pareva più forte. E, a giudicare da come le sopracciglia dell’altro fossero aggrottate, anche Izuku doveva essersi accorto di qualcosa.

«Scusate» sopraggiunse la voce di Todoroki, bassa e incolore ma tinta della tipica cortesia, nonostante ciò entrambi i ragazzi trasalirono e per poco Bakugou non fece esplodere la parete adiacente. «Mi ha scritto Inasa, posso dirgli di venire qui?».

Mentre Midoriya cercava di diventare un tutt’uno col cespuglio al suo fianco, Katsuki tremò dalla testa ai piedi, la frase gli uscì tremula e via via più forte «Andatevene…» fino a urlare, liberando un’esplosione che rischiò di coinvolgere Kirishima e Sero dietro di lui, pronti all’agguato «dal mio giardino».

Al diavolo il freddo e quel vergognosissimo, inutile piano di Natale.




 


Bonsoir! 
Questa volta sotto perché mi rassegno alla realtà dei fatti: alle 2k parole qua non ci si arriva, però stavolta ho finito un po' prima, forse perché avevo in mente come rendere il tutto già da ieri ?? con qualche differenza di trasposizione ma pure per quella sono rassegnata. Spero comunque che il simil cambio di pov sia carino, essendo più sul versante Katsuki ho cercato di renderlo... ostile LOL. Ah, gli adolescenti~ (ps. c'è il primo accenno InaTodo, sì)
Grazie mille per essere passat- ancora una volta di qua!! 
🧡💚

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: jinkoria