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Autore: Nives_as_snow    04/12/2020    1 recensioni
Il professor Solo insegna Storia presso il blasonato Boston College.
Brillante ed acuto, viene tuttavia, descritto da alcuni colleghi e corsisti come un sadico, dispotico, egomaniaco.
La giovane insegnante di Psicologia Rey Palpatine è all'assegnazione della sua prima cattedra.
I consigli dei docenti sembrano interminabili e la vena polemica di Solo pare acuirsi, considerevolmente, nei confronti della nuova collega.
Tuttavia la giovane si dimostrerà all'altezza delle sfide che affronterà, dopo il trasferimento, da una tranquilla cittadina di provincia, alla metropoli più storica ed affascinante degli States.
Imperturbabile, all'apparenza, un'aura di compostezza la avvolge.
Suo malgrado, insieme al collega, porterà alla luce verità recondite.
I personaggi sono presi in prestito dall' universo Star Wars e le fan art presenti non sono di mia proprietà. Alcune aesthetics, sono state create da me.
La trama è completamente di mia invenzione e di mia proprietà. Ne è vietata la riproduzione, anche solo parziale, senza consenso della sottoscritta.
Genere: Avventura, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ahsoka Tano, Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lady Tano, ogni tanto, chiedeva a Rey di fermarsi da lei per il desinare e, dopo una piccola chiacchiera tra donne, ognuna si ritirava nel suo appartamento.
Da quando c'era Poe la compagnia si era fatta vivace. 
L'allegria del giovane pilota era contagiosa, il suo ottimismo, il carattere prorompente rendevano l'atmosfera briosa.
Lui del resto, da prode cavaliere, si offriva di riparare i guasti in casa dell'anziana signora o di aiutarla in qualche ordinaria faccenda 
e lei, oh lei lo adorava non mancava di viziarlo preparandogli ogni genere di leccornia.

Lady Tano li coccolava come fossero cari nipoti, si questo erano diventati Rey e Poe per lei.
La ragazza irradiava gioia quando vedeva la sua padrona di casa contenta, si era affezionata moltissimo a quella donna, ella emanava una grazia ed una saggezza antiche e Dio solo sa quanto a Rey fosse mancata una figura materna. 
Se n'era fatta una ragione da tempo ormai, non era certo una che piagnucolava miss Palpatine, non usava chiedere per sé e viveva bene comunque, tuttavia la vita le aveva fatto proprio un bel regalo ed intendeva goderselo per tutto il tempo che sarebbe rimasta a Boston.

Una volta finito di cenare Poe riaccompagnò Rey nel basement, erano un po' brilli, qualche bicchiere di troppo rallegrava gli animi
e l'intraprendente pilota si stava lasciando andare a tenere effusioni, la giovane sghignazzava cercando di divincolarsi dalla sua stretta.

"Ehi" le sussurrò languido mentre la baciava tra i capelli "credevo che ne avessi voglia... come le notti scorse... poi... devo partire, lo sai quanto mi mancherai."

"Poe..." lo sospinse dolcemente senza sciogliersi del tutto dal suo abbraccio "è tutto perfetto, che tu sia venuto fin qui per me, è così rassicurante averti con me... vorrei solo che ci andassimo piano ok?" Lo baciò sulla fronte.

Il pilota la guardò con i suoi irresistibili occhi da cucciolo - tattica collaudata di quando voleva ottenere qualcosa - e lei scoppiò a ridere stringendolo forte.

"E va bene" brontolò un po' contrariato salutandola con un bacio sulla guancia "buonanotte e promettimi di non stare sveglia a lavorare."

Sorrise Rey, era dolce il suo Poe così paziente, premuroso con lei; le sue braccia erano l'unica vera casa che avesse mai conosciuto.
Quando pensavi al tenente colonnello Dameron ti veniva per forza da sorridere.
Leale, coraggioso, pieno di grinta non c'era niente in lui degno di biasimo se non che era tremendamente istintivo - carattere che strideva con la rigidità della disciplina militare e che gli aveva procurato non poche beghe in servizio -
ma avresti perdonato anche la stupidaggine più grossa a quella incorreggibile canaglia.

***

"Ben capisci quello che sto cercando di dirti?" Rey, tutta assorta a non tralasciare il minimo particolare, mostrava al collega i risultati delle ricerche svolte nei giorni in cui aveva lavorato da sola. "Qui abbiamo addirittura la pista di un cardinale da seguire."

"E come lo dimostriamo? È la nostra parola contro delle sentenze emesse venti anni fa? Ammesso che raccogliessimo abbastanza prove, ti rendi conto che scoppierebbe un tale putiferio da far riaprire il caso?"

"Tu non mi credi vero? Mi dai ancora della visionaria come ai consigli?" Controbattè mordace lei, per tutta risposta.

Solo sfilò gli occhiali e ad ampi gesti con le mani negò "No, no, no, no, no Rey, il punto non è che io non ti credo, ma far riaprire un caso dopo quasi quarant'anni. Tutto quello che hai scoperto ha senso, ma qui le cose sono più grosse di quello che sembrava."

"Quindi ti tiri indietro?"

Solo alzò gli occhi al cielo, ah se era testarda.

"Non lo so, dico continuiamo a fare il lavoro che ci compete cioè ricostruire contesto storico e movente criminale, per il resto non siamo avvocati, tanto meno sbirri, non ci è chiesto scovare altri colpevoli."

Rey si passò una mano tra i capelli sfibrata dal tentativo di convincere quell'osso duro del suo collega delle sue buone ragioni.

"Ho fame e sono già le sette di sera, possiamo mangiare un boccone?" Sgombrò rapidamente la mente Rey.

"Non ti aspettano a casa?"

"No, in verità."

"Potremmo andare da Tatte Bakery è proprio qui vicino."

"Andiamoci di corsa non resisto più" scattò dinamica mentre già lo aspettava sulla porta, imbacuccata di tutto punto, pronta a sfidare qualsiasi temperatura siderale ci fosse là fuori.

Oh quella panetteria aveva del cibo favoloso, gli interni tutti bianchi 'stilosi' in contrasto coi vecchi tavoli di legno, una vasta gamma di dolci e brioches, disponibili anche a sera.

Avevano preso posto in uno dei tavoli accanto alle vetrate che davano sulla strada.
Rey stava addentando la specialità del posto, il Morning Bun gigante dopo aver divorato con foga un maxi Grilled Cheese Sandwich.
Solo invece si gustava serafico il suo consueto caffè di fine pasto,  ridendosela sotto i baffi da quanto fosse curiosa miss Palpatine con gli zuccherini tutti sparsi sulle guance che facevano a gara con le lentiggini intorno al naso.
Lei a un certo punto doveva essersene accorta perché si dette una ripulita e lo guardò di traverso.
Solo allargò un mezzo sorriso sollevando le sopracciglia a sancire un segnale di pacifica resa mentre terminavano in un riverente, sereno silenzio fatto di sguardi appena accennati.

Il professore guardava pigramente fuori della vetrata contornata dalle luci natalizie e dalla brina negli angoli, lo sguardo un po' assente correva sulla strada deserta e le auto parcheggiate ordinatamente in fila lungo il marciapiede.
Il suo posto dava le spalle alla parete che accedeva ad un altro degli ambienti del locale, dove era seduta qualche persona, mentre Rey volgeva lo sguardo in direzione degli altri tavoli nella stanza attigua.

"Ehi, ma hai visto? È il professor Solo, guarda in 'compagnia', incredibile!"

"Intendi quel Solo... l' intoccabile figlio del sindaco e del generale veterano?"

"Si l'idiota che ha ammazzato la sua ragazza e il suo migliore amico senza farsi nemmeno un giorno di galera."

"Dicevano che fosse diventato un fantasma dopo il fattaccio e neanche più buono con le donne." 

"Si vede che la ragazzina fa miracoli, avrà rinvenuto il morto!"

I due ridacchiavano in maniera sguaiata, visibilmente alticci, non curandosi del tono di voce che aveva fatto voltare più di qualche testa in un locale dal target informale, ma ad ogni modo frequentato dalla Beacon Hill 'bene'.

Quelle parole le arrivarono come una  frustata, la sensazione era quella di una miriade di funicelle di cuoio che le sferzavano impietosamente la pelle sanguinante, senza darle la minima tregua per poter riprendere aria.
Continuava a fissare il suo piatto in un'espressione vitrea
senza avere il coraggio di sollevare lo sguardo verso la persona che aveva di fronte .
Con la coda dell'occhio aveva notato che in maniera impercettibile aveva posato il caffè sul tavolo e vi teneva le grandi mani poggiate. 
Il cuore le si era ritorto tra le costole come le lamiere di un'auto incidentata.
Le vene pulsavano violentemente nelle tempie e attraverso la gola, la cui arsura le era divenuta insopportabile
- cosa diavolo avevano detto quei due? - non riusciva a rimettere insieme l'ordine logico di quelle parole che nella sua testa non avevano alcuna connessione.
Attimi di pura angoscia intercorsero prima che lei o Solo accennassero anche solo a respirarsi accanto.
L'atmosfera di colpo era mutata: un'ombra soffocante, densa come polvere da sparo si era allungata su quella che, fino a quel momento, era stata una serata distesa.

Rey trasse a fatica un respiro tra le costole doloranti, lasciò scivolare gli occhi sulle mani del suo collega: inerti, entrambi i polsi poggiati mollemente sul tavolo.
Lo sguardo della ragazza dunque ardì spostarsi sul viso di Ben Solo che volgeva più in basso possibile per non incontrare gli occhi di lei.

"Si è fatto tardi, saràmeglio andare." esclamò cercando di smorzare la tensione.

Ben si riscosse forzatamente dal torpore che gli era piombato addosso impedendogli persino di articolare un singolo movimento.
In silenzio indossarono i soprabiti.

Quei due, mezzi ubriachi, continuavano a fare disgustosi apprezzamenti sulle miracolose doti della ragazza, mentre lei e il collega si dirigevano verso l'uscita.
Rey a quel punto si fiondò verso il duo tanto divertito mentre Solo quasi le corse dietro perché desistesse.

"Vogliate scusarmi signori, il mio amico è molto sensibile. 
Sono sicura che i vostri commenti sono solo spacconate maschili. 
Sono certa peraltro che avete un uccello grande quanto un fagiolino, per cui non potreste ambire, come il professor Solo, a stare con una ragazza giovane e bella.
Godetevi la cena, il Morning Bun è squisito!"*

Fu dura ripercorrere i passi a ritroso verso casa di Ben, non erano che pochi isolati, ma onde di ghiaccio si abbattevano su entrambi - e non era merito delle temperature.
Muti, a testa bassa, le mani seppellite nelle tasche alla ricerca di un posto caldo dove nascondersi.
Un sipario di immenso imbarazzo era calato su Rey mentre gli camminava accanto.
E lui chiuso in una indecifrabile espressione; se avessi voluto sapere cos'era il niente, te lo avrebbe raccontato lo sguardo di Ben Solo.
Rey non riusciva che a  lanciargli fuggevoli occhiate sbieche per carpire una qualche forma d'emozione, un segno da cui captare uno stato d'animo.

Arrivati, la ragazza raccolse i suoi effetti, la borsa con il portatile, l'altra con i documenti e fece per chiamare un taxi dal cellulare. 
Una voce cavernosa le fece eco "Ti accompagno, non c'è problema."
Riattaccò voltandosi di scatto per cercare finalmente il suo sguardo, sperava avrebbe potuto rivelarle ciò che nascondeva.
Lui fuggì immediatamente quel confronto, ma a Rey bastò quella frazione di secondo per sentircisi risucchiare in quelle iridi.
Era come nella sala degli incunabili la sera della presentazione: un demone errante gli tormentava l'anima danzando nei suoi occhi che guizzavano di disperazione.

"Vado da sola, non preoccuparti."

Solo restò impassibile incapace di muovere un solo muscolo. Rey si voltò per non guardarlo sentendosi travolgere dal vortice opprimente che lo stava risucchiando. Sentiva che se fosse rimasta lì un secondo di più sarebbe stata trascinata con lui agli inferi.

"Allora... buonanotte."

Non ricevette risposta dall'automa che se ne rimase a capo chino a fissare un punto indefinito.

Richiuse la porta alle sue spalle miss Palpatine, grazie a Dio il taxi era già arrivato e quella serata finita, forse.

Angolo dell'Autrice:

* La frase che Rey rivolge ai due simpaticoni è un richiamo palese ad un' epica scena di Nothing Hill dove Anna, interpretata da Julia Roberts, rimette al suo posto un gruppetto di maschi con il quoziente intellettivo di un' ameba e "l'uccello grande quanto un fagiolino".
Mi sono divertita un sacco a far reinterpretare a Miss. Palpatine questa scena.

Per il resto del capitolo, a voi le considerazioni. 😏

 

   
 
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