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Autore: Nao Yoshikawa    04/12/2020    6 recensioni
What if in cui avviene l'Apocalisse.
Crowley si ritrova solo e sperduto lì dove un tempo c'era il Mondo, lì dove un tempo c'erano gli umani. Non ha più niente o quasi...
Aziraphale aveva scorto Crowley in ginocchio e in un primo momento non aveva reagito. Sapeva che il demone si sarebbe accorto della sua presenza e infatti così fu: aveva sentito un alito di vento profumato di qualcosa che aveva dimenticato, forse vaniglia e pagine di un libro.
Lo riconobbe subito, il suo Aziraphale, ma era davvero suo?

Storia nata dall'iniziativa "Scrivimi!" del gruppo facebook Caffè & Calderotti.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Coppia: Aziraphale/Crowley
Genere: introspettivo/angst
Prompt: "There are moments when we must understand that the decisions we make influence more than just oyr own fate” (Dalla serie tv Dark)
 

 
 Nothing
Non esisteva più niente, niente.
Né il mondo, né il sole, la luce o le tenebre. Era il nulla, un concetto che sarebbe stato difficile comprendere per qualsiasi essere umano.
Oh, gli esseri umani. Creature magnifiche loro, alle volte terribili, ma a cui Crowley si era affezionato nel corso dei secoli. Davvero strano, un demone che finiva con l’affezionarsi agli umani. Ma dopotutto, perché non avrebbe dovuto?
Non erano stati gli umani a causare la sua caduta, oramai milioni di anni prima, né erano stati loro a separarlo dall’amore della sua vita a cui aveva voltato le spalle.
Era giusto così, erano di due fazioni diverse. Avrebbero dovuto fermare insieme l’Apocalisse e invece avevano scelto di non agire.
Sarebbe stato troppo facile dare la colpa ad un’entità superiore, che fosse Dio o il destino, ma sarebbe stata anche una bugia.
Era dipeso tutto da loro, dalle loro scelte, dal non scegliere. Crowley lo aveva pregato, gli aveva detto “Fuggi con me”. Nessuno dei due voleva perdere la propria vita lì, eppure era successo proprio ciò.
L’umanità non esisteva più, si era estinta completamente. Una volta iniziata l’Apocalisse, non c’era stata guerra in grado di essere fermata, pestilenza in grado di essere bloccata.
Crowley non sapeva cosa stesse facendo lì. Del mondo non rimaneva più niente, era tutto grigio, tutto vuoto e inesistente. Dopo l’Apocalisse, angeli e demoni avevano dato inizio alla loro guerra, una guerra a cui non avrebbe voluto prendere parte.
Era un demone che non voleva sentire l’odore del sangue su di sé.
Forse si trovava lì per ricordare i bei tempi andati, come uno sciocco malinconico.
Non aveva idea di dove fosse Aziraphale, l’amore della sua vita perduto.
Cosa avrei dovuto fare? Forse le cose sarebbero potute essere diverse se io e lui non ci fossimo allontanati? Era davvero evitabile?
Più Crowley ci pensava, più si tormentava e più gli veniva voglia di farla finita. Non aveva paura della morte, del nulla. Qualsiasi cosa sarebbe stato meglio di un tormento.
Ricordò la vita che aveva avuto e che ora gli appariva così lontana.
In effetti, quanto tempo era passato da allora? Solo pochi giorni o forse secoli?
S’inginocchiò, sentendo qualcosa di caldo e umido bagnargli le guance.
Senza Aziraphale si sentiva perso. Era pentito, pentito di non aver agito meglio, di non essergli rimasto accanto, loro contro tutti.
Quello che non sapeva era che lo stesso Aziraphale si ritrovava su quello stesso nulla. L’angelo provava il medesimo dolore. Lui, che aveva sempre creduto di essere buono e giusto, in verità aveva peccato di codardia. Lui e Crowley si erano voltati le spalle a vicenda. Erano gli unici che avrebbero potuto far qualcosa, invece adesso eccoli lì: due esseri che avrebbero dovuto odiarsi per natura e che invece si amavano e soffrivano.
Aziraphale aveva scorto Crowley in ginocchio e in un primo momento non aveva reagito. Sapeva che il demone si sarebbe accorto della sua presenza e infatti così fu: aveva sentito un alito di vento profumato di qualcosa che aveva dimenticato, forse vaniglia  e pagine di un libro.
Lo riconobbe subito, il suo Aziraphale, ma era davvero suo?
Si rialzò ed ebbe timore di starselo solo immaginando.
Ma no, quello era senza dubbio Aziraphale, vivo, dall’espressione disperata tanto quanto la sua.
«Aziraphale.»
Il suo fu un sussurro timido, timoroso. L’angelo fece un cenno con il capo e, nonostante fosse lontano, lo udì comunque.
«Crowley.»
Erano loro, sempre loro nonostante tutto. Nonostante il desolante nulla intorno a loro, c’erano ancora.
Crowley si alzò in piedi. Il suo primo istinto fu quello di corrergli incontro, abbracciarlo, stringerlo, baciarlo, dirgli quanto gli dispiaceva, quanto si sentiva stupido e pentito. Eppure provava anche una grande vergogna.
Perché Aziraphale avrebbe dovuto volerlo?
E anche l’angelo si chiedeva perché Crowley invece avrebbe dovuto volerlo?
Si guardarono qualche istante, per poi capire che voltandosi le spalle un’altra volta avrebbero solo finito con il soffrire. Nessuno seppe chi dei due si mosse per primo, forse entrambi, insieme.
Mossero le loro ali e si vennero incontro, abbracciandosi. E improvvisamente sentirono di nuovo qualcosa diverso dal niente. Sentirono calore, speranza, amore.
«Tu… sei proprio tu, sei vero…» sussurrò Crowley incredulo, toccandolo con delicatezza.
«Sono io» mormorò Aziraphale, sfiorandolo con il medesimo stupore e delicatezza. «Crowley… ho sbagliato.»
Abbiamo sbagliato, avrebbe voluto aggiungere il demone, ma non riusciva a parlare. Aveva gli occhi lucidi, aveva tante cose da dire e che non riusciva ad esprimere, ma era certo che Aziraphale lo avesse capito.
Il mondo che conoscevano non c’era più. Ogni luogo da loro esplorato, ogni persona da loro conosciuta era estinta. E ciò faceva male. Avrebbero dovuto fare qualcosa, non qualcun altro, ma loro.
«Non era questo quello che volevo! Volevo che tutto si sistemasse e volevo… vivere anche in questo mondo con te» gemette Crowley. «Ma così non ho niente. Saremmo dovuti essere insieme in questa cosa e invece…»
Si guardarono negli occhi e capirono che nonostante tutto non avevano smesso di amarsi, neanche per un istante. Dopotutto stavano insieme soltanto da una vita intera – che era molto tempo per un essere immortale.
«Perdonami se ho fatto la scelta sbagliata» Aziraphale chiuse gli occhi, avvicinandosi di poco.
Aveva bisogno di sentirlo come non faceva da tempo, aveva bisogno di provare qualcosa che non fosse paura, sconforto o angoscia.
Crowley lo capì e di certo non avrebbe negato loro quell’attimo di felicità.
Si avvicinò a sua volta e lo baciò in modo delicato, poiché la paura che potesse essere tutta un’illusione  era ancora forte.
Ma quando lo sentì, quando lo ebbe su di sé, finalmente capì. Anzi, lo capirono entrambi. Rimasero così, mentre le lacrime bagnavano i loro volti, mentre si stringevano disperati, consapevoli di avere solo l’un l’altro al mondo.
E non era poi poco, dopotutto.
«Dimmi che non è tutto perduto. Dimmi che non è troppo tardi» gemette Crowley, ancora appiccicato a lui.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per tornare indietro e compiere la scelta giusta.
Aziraphale gli accarezzò i capelli e guardò verso l’alto, quel cielo che non era più un cielo e la luce che non era più luce.
«Non lo so, Crowley. Forse. Ma so per certo che se rimaniamo in balia degli eventi, andrà sempre peggio.»
Il demone si asciugò gli occhi. Errare evidentemente non era solo umano, lui lo sapeva, lo sapeva bene. Ma se esisteva un modo per porre rimedio, questa volta avrebbe fatto di tutto.
Strinse la mano di Aziraphale, questa volta con meno delicatezza e più decisione, tanto da portare l’angelo a guardarlo negli occhi.
«Hai ragione, Aziraphale. Dopotutto oramai non abbiamo niente da perdere, se non l’un l’altro.»
L’angelo annuì, saldo nella sua presa, mentre un leggerissimo alito di vento si levava verso di loro.
Stavolta avrebbero scelto di compiere quel salto nel vuoto.

Nota dell'autrice
Tornare dopo tempo con una storia così angst e in periodo Natalizio (ma per quello giuro che rimedierò), forse non è l'ideale. Ma l'idea suggeritomi mi è piaciuta troppa e la storia è venuta da sé. Sarebbe interessante scrivere una long su questa cosa, ma è meglio che non mi faccio progetti che non realizzerò mai, io per sì e per no ho lasciato un finale aperto (anche perché è un periodo in cui sono portata a scrivere robe più brevi). Mi spiace se farò prendere a male qualcuno, ma spero che comunque vi piaccia ^^

 
   
 
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