Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Natsumi92    05/12/2020    1 recensioni
Dean Winchester adorava partecipare alle feste; un po' meno doverle organizzare.
E la cosa più assurda era che il destino beffardo aveva deciso, non solo di appioppargli la croce dell’organizzazione della festa di Natale, ma anche di affiancarlo al collega che detestava di più in assoluto là dentro.
DESTIEL AU
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Charlie Bradbury, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Very Weird Christmas [at the office]

 


 

Capitolo 1



La Campbell&Co è una delle più proficue case editrici di testi sacri di tutti gli Stati Uniti. Fu fondata nel lontano 1885 da un certo Jonathan Campbell, un vecchio pastore di Austin che aveva il semplice desiderio di convertire buona parte della popolazione americana al Cristianesimo. E, per farlo, aveva pensato bene di vendere a pochi centesimi più copie possibili della Bibbia, in modo tale da diffondere quella dottrina.

Facendo un lungo salto fino ai giorni nostri, possiamo ammettere che una parte del desiderio del buon Jonathan è divenuto realtà: le Bibbie pubblicate dalla Campbell&Co sono tutt’oggi le più vendute. Tuttavia, dati i tempi moderni, nessuno mostra granché interesse per il Cristianesimo o, comunque, per la religione in generale.

Neanche l’attuale direttore della casa editrice, Dean Winchester.

Dean è il figlio maggiore dell’ultima Amministratrice Delegata, Mary Campbell, ormai in pensione. All’età di trent’anni non aveva concluso granché nella sua vita e, perciò, sembrò quasi naturale che ottenesse un posto nell’azienda di famiglia. Il secondogenito Samuel, dal canto suo, si era laureato con pieni voti alla facoltà di legge di Stanford e aveva accettato con entusiasmo il ruolo di Amministratore Delegato offertogli dalla madre.

Una situazione come tante, che prevede che la progenie porti avanti il lavoro costruito con tanta fatica e sudore dagli antenati. Ma Dean, quando mette piede nell’ufficio, ogni mattina da un anno a questa parte, vorrebbe solo mandare tutti a fare in culo senza tanti fronzoli.

Iniziando proprio dal tizio delle risorse umane che è attualmente seduto ad una delle sedie del suo ufficio privato. Non si è neanche tolto l’impermeabile di dosso, nota Dean con sdegno.

«Novak!» annuncia con finto entusiasmo. «Qual buon vento ti porta qui alle 8:30 di questo gelido lunedì di Dicembre?»

«Avverto una punta di sarcasmo nelle tue parole, Dean» risponde pacato l’altro, stringendo gli occhi come se volesse vedere cosa frulli nella testa del suo capo. «E poi sai benissimo che puoi chiamarmi Castiel.»

Dean non l'ha mai potuto sopportare e, quando alza gli occhi al cielo in maniera plateale, non se ne pente neanche un po’.

Il giorno in cui John Winchester annunciò il suo pensionamento, in ufficio fu improvvisata una festa d'addio. Dean, a quel tempo, lavorava semplicemente come assistente di suo padre e, proprio grazie a questo, era riuscito ad imparare più di quanto avrebbe voluto. Infatti, nessuno si era stupito quando John l'aveva nominato nuovo direttore generale; nessuno, tranne lui. Se ne era lamentato con Sam, accanto al tavolo delle tartine, poco dopo durante la festa, sostenendo che non volesse affatto incravattarsi ogni mattina ed occuparsi di quella stupida casa editrice; Castiel -- che casualmente aveva avuto voglia di tartine in quel preciso momento -- aveva sentito tutto e aveva deciso che fosse una buona idea quella di intromettersi nella loro discussione. "Dovresti mostrare un po' di rispetto per il lavoro dei tuoi genitori e, soprattutto, ringraziare di aver avuto un posto di lavoro in regalo."

Dean tutt'ora si chiede perché diamine avesse avuto quella strana reazione.

«Senti, la giornata non è nemmeno iniziata e io ho bisogno della mia solita dose di caffeina prima di vedere la tua stupida faccia.» Posa la ventiquattrore sulla scrivania, facendo scivolare un paio di moduli a cui non degna alcuna attenzione, e si volta in direzione della macchinetta del caffé che i suoi amati dipendenti gli hanno regalato il giorno del suo compleanno.

«Il sentimento è reciproco,» puntualizza, quasi offeso. Dean lo ignora. «In ogni caso, sono qui solo per dirti che oggi inizierà a lavorare il nuovo stagista raccomandato da tuo fratello.» Dean si scotta la lingua col caffè e bestemmia sottovoce. «Gabriel mi ha raccomandato di dirti di assegnargli qualcosa di semplice prima di buttarlo nel servizio clienti come hai fatto con la precedente stagista.»

Il direttore si volta verso Castiel, con un sorrisino soddisfatto stampato in faccia. Ricorda benissimo l’espressione di puro terrore dipinta sul volto della povera Maggie quando si era ritrovata a risolvere un problema di rilegatura sbagliata in una copia acquistata da una vecchietta di Dallas. Aveva dato le dimissioni a fine giornata.

«Beh, come pretendi che imparino se non riescono a gestire situazioni critiche?» chiede Dean, sardonico. Il liquido marrone gli riscalda piacevolmente il palato e finalmente la giornata sta prendendo una piega positiva.

«Abbiamo bisogno degli stagisti, Dean. Sono economici e sono una risorsa utile e positiva all’interno di un ambiente di lavoro,» risponde piccato Castiel.

Dean nota come la fronte corrugata e la voce monocorde tendano a dargli dieci anni di più di quelli che effettivamente possiede. Valuta se dirglielo in faccia ma, poi, ha un’idea migliore. «D’accordo. Se è stato Sam a raccomandarlo sarà sicuramente un tipo che sa il fatto suo. Bene, assegnalo a Bobby,» conclude, gettando il bicchiere vuoto nel cestino e ritenendo ormai chiusa la questione.

«Lo vuoi mettere nel settore vendite?» gli occhi blu di Novak sembrano schizzare fuori dalle orbite in maniera quasi comica. Dean è fiero di se stesso.

«Beh, non gli farà male affiancare un dipendente con così tanti anni di esperienza, no?»

Bobby Singer è l’uomo più scorbutico che Dean conosca: lavora alla Campbell&Co da quasi trent’anni -- da quando Dean era in fasce -- e non ha mai, nemmeno una volta, provato a chiedere una promozione o un cambio di settore. Sapeva vendere, sapeva convincere i clienti ad acquistare intere collane di volumi, e i guadagni extra dell’azienda arrivavano quasi tutti per merito suo. Eppure, dio solo sa quanto odiasse quel lavoro.

Castiel lo sa -- ovviamente, come tutti là dentro -- ed è anche più che consapevole che Dean l’abbia fatto di proposito. Ma non si oppone, non dice neanche una parola. Anzi, annuisce semplicemente, con lo sguardo carico di disprezzo tutto per il suo capo, ed esce dall’ufficio.

Il telefono squilla immediatamente dopo che Castiel chiude la porta con poca delicatezza, segnalando una chiamata interna dalla sua segretaria.

«Hola, Charlie» risponde Dean, improvvisamente di buon umore, «Hai qualche novità per me?»

«Ehi, Dean. Sì, in realtà,» annuncia la sua segretaria, attraverso la cornetta, «Ho appena finito di parlare con tuo fratello. Voleva sapere se avessi ricevuto le notizie riguardanti il nuovo stagista.»

Dean alza, nuovamente, gli occhi al cielo. Che diavolo avrà di così speciale questo tizio? «Sì, il Novak alto mi ha appena detto tutto. L’ho assegnato a Bobby.»

Charlie, inaspettatamente, scoppia a ridere: «Cosa?! Sei una vera stronzetta! E Sam ti ammazzerà.»

«Oh, me la sto già facendo sotto,» sorride anche lui, nonostante il tono leggero della sua segretaria-barra-migliore amica. Nessun altro, in quel posto, oserebbe rivolgersi a lui così. Tranne Charlie Bradbury, perché occupa da sempre un posto speciale nel cuore del maggiore dei Winchester.

«Parli del diavolo,» interviene lei, ritornando subito seria, «L’Amministratore Delegato sta chiamando, te lo passo. Buona fortuna, Dean.»

Un bip metallico buca il timpano destro di Dean che, dal canto suo, si sistema comodo sulla poltrona pronto all’imminente discussione col suo fratellino.

«Dean!»

«Buongiorno, Sammy. Come ti va?» qualcuno bussa alla porta del suo ufficio e, senza aspettare una risposta, la persona in questione si affaccia, rivelandosi essere Garth.

«Dean, non sono in vena di scherzare!» Garth, il pupillo della compagnia, l’impiegato del mese, sempre puntuale e preciso in ogni suo compito, indossa un’espressione colpevole e mima qualcosa con le labbra, che però Dean non riesce a comprendere. Lo congeda con un cenno della mano e torna a rivolgere l’attenzione alla chiamata: «...sco che problemi tu abbia! Dicembre è il mese peggiore dell’anno, si lavora il triplo e abbiamo bisogno di una mano in più! Hai assegnato Kline a Bobby… seriamente?! A Bobby! La persona meno indicata e con meno pazienza dell’intera azienda!»

«Non vedo dove sia il problema,» risponde Dean, noncurante e sul punto di rovinarsi nuovamente l’umore per colpa del tono incalzante di Sam. «Bobby è un dipendente serio e professionale.»

«E anche il più antipatico! Dean, per favore, sono serio. Dobbiamo approfittare di ogni aiuto possibile...» il tono di Sam si ammorbidisce e Dean sa, dio se lo sa, che sta per tirargli un colpo basso, «… non mandare all’aria il lavoro di mamma e papà.»

Colpito e affondato.

Dean sospira, portandosi la mano destra alla radice del naso e stringendo gli occhi. Ora si sente in colpa. «Okay, d’accordo. Andrò a controllare personalmente che Bobby non faccia spaventare il ragazzo. Contento?»

Riesce ad avvertire il sorriso del fratello dall’altra parte della cornetta, nonostante non lo possa vedere. «Grazie, Dean. Ah, un’altra cosa,» continua, con voce calma, «Ti ho mandato una mail con le novità riguardanti la festa di Natale di quest’anno. Dacci un’occhiata appena puoi,» conclude e, senza aspettare una risposta, chiude la telefonata.

Dean fissa stralunato la cornetta e poi mette giù, non prima di sentire la porta del suo ufficio aprirsi ancora. «Che diavolo! Sono le 8:45 e già ho voglia di licenziarvi tutti! Garth, si può sapere che vuoi?!»

«Uhm, capo, devi assolutamente venire di là. Bobby ha tirato un pugno al nuovo stagista.»

 

La scena che si presenta davanti agli occhi di Dean potrebbe anche essere esilarante se non ci fosse tutto quel sangue e tutta quella gente ammassata.

«Sto bene, davvero!» una voce che Dean non riconosce sovrasta le altre, mentre il direttore si fa spazio tra i suoi dipendenti e raggiunge finalmente la scena del crimine. «Ho solo i capillari fragili. Vedete? Non mi ha rotto il naso.»

«Peccato,» bofonchia Bobby dal suo cubicolo, braccia incrociate e visiera del cappellino abbassata sugli occhi.

«Oh, dolcezza, tirati su,» l’accento marcato di Rowena -- la regina del servizio clienti -- riecheggia nella stanza. La rossa aiuta il ragazzo a sollevarsi e, finalmente, Dean riesce ad assegnare un volto al tanto nominato stagista.

Avrà a malapena vent’anni e sembra uscito da uno di quei giornaletti per ragazzine che andavano tanto di moda agli inizi degli anni 2000. Dean sbuffa, infastidito dal sorriso di cortesia e dall’estrema educazione del ragazzo, nonostante il naso sanguinante.

«Si può sapere che diavolo sta succedendo qui?» tuona, alla fine, Dean, guadagnandosi gli sguardi ansiosi dei suoi dipendenti. Il ragazzo, allarmato, si pulisce in fretta il naso con un fazzoletto e porge la mano a Dean.

«Mi chiamo Jack Kline, sono il nuovo stagista!»

Dean incrocia le braccia al petto, rifiutando il saluto. «Non è quello che ho chiesto.»

Jack lascia cadere la mano, il sorriso si spegne un po’. «Ho… ho fatto innervosire il signor Singer… È tutta colpa mia, per favore, non lo punisca!»

Ora, questo sì che è un colpo di scena. Dean alza un sopracciglio in direzione di Bobby.

«Non la smetteva di parlare e fare domande. Ero al telefono a concludere una vendita, che cazzo! Non riuscivo a capire un accidenti di niente. E poi non ho nemmeno usato la forza, che colpa ne ho se questa principessa ha i capillari delicati?» enfatizza le ultime parole con fare sarcastico e qualcuno ridacchia.

«Beh, non è successo niente. Kline se vuoi puoi presentare le tue dimissioni alla mia segretaria,» annuncia Dean, rassegnato e pronto a tornare nel suo ufficio.

«Cosa? No! Voglio lavorare!»

Il direttore è piacevolmente stupito da quell’annuncio, ma cerca di non darlo a vedere. E proprio quando sta per dire qualcosa, la porta dell’ufficio dei Novak si apre in fretta, rivelando i due fratelli, la cui differenza di altezza e di stile è sempre stata comica agli occhi di Dean.

«Oh, Dean-o» interviene Gabriel, camicia bianca scollata ed un sorrisetto sghembo che potrebbe far incazzare anche il Papa, «Questa cosa non piacerà al nostro caro Amministratore Delegato.»

«Dean, cosa succede?» chiede Castiel, nel suo completo con giacca e cravatta e il volto preoccupatissimo puntato su Jack.

Dean scrolla le spalle, contrito: «Un piccolo disguido, ma è tutto risolto. Non c’è bisogno che Sam sappia. Tornate tutti al lavoro e, Bobby?» L’uomo solleva la visiera e lancia un’occhiataccia a Dean che, tuttavia, non ne rimane scalfito. «Se vuoi andare in pensione dal primo Gennaio, insegna a Jack tutto ciò che deve sapere, così che potrà prendere facilmente il tuo posto. Chiaro?»

Bobby impreca qualcosa sotto voce ma fa un cenno d’assenso, guadagnandosi un sorriso smagliante da parte di Jack. Dean sarebbe scoppiato a ridere in un’altra occasione, ma adesso un mal di testa crescente minaccia di rovinargli definitivamente la giornata.

E quando pensa che non potrebbe esserci limite al peggio, ecco che il capo delle risorse umane richiama la sua attenzione, con suo grande rammarico. «Dean-o, ad ora di pranzo è previsto il sorteggio!»

«Quale sorteggio?»

«Come, non hai letto l’e-mail di Sam? Dobbiamo selezionare i due impiegati che si occuperanno di organizzare la festa di Natale.»

Ah, Sam aveva detto qualcosa del genere. «Sì, okay, occupatene tu. Io non ho tempo,» conclude, ritirandosi definitivamente nel suo ufficio, deciso a rimanerci fino alle 17.

 

E ci rimane davvero fino alle 17. Quando sente i rumori di sedie che si spostano, gente che si alza e chiacchiera stancamente, capisce che finalmente anche quella giornata è giunta al termine. Si sta già pregustando la sua serata Netflix&Chills quando, per concludere in bellezza, apre la porta del suo ufficio e si ritrova di fronte niente poco di meno che Castiel Novak, sguardo corrucciato ed impermeabile beige addosso.

Lancia un’occhiata alle sue spalle, rendendosi conto che l’ufficio è deserto. Tira un profondo sospiro e si appoggia allo stipite della porta, alzando un sopracciglio in direzione di Castiel.

«Siamo stati scelti noi,» dice, di punto in bianco e Dean è davvero troppo stanco per cercare di interpretare le parole criptiche che escono dalla bocca del suo detestabile collega.

«Uhm, cosa?»

«Per la festa di Natale,» risponde semplicemente, convinto che quello possa spiegare tutto. Ed, infatti, lo fa.

«Cioè? Io e te?»

Castiel annuisce e per poco Dean non bestemmia tutti i santi in Paradiso.







 


Nota dell'autrice: Okay, sono ancora qui lol Questa volta ho voluto intraprendere una AU perché ho letteralmente bisogno di più lieto fine possibili per questi due. In più, se non si fosse notato, sappiate che per l'ambientazione mi sono fortemente ispirata alla sitcom The Office, da cui ho preso anche alcune caratterizzazioni per i personaggi. Spero di non essere andata troppo OOC :) Pubblicherò una volta a settimana e ci saranno in totale 4 capitoli, così da seguire perfettamente la timeline della storia e finire il 24 dicembre!
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo primo capitolo introduttivo!
Ps: un grazie ENORME alla mia cara beta, sempre paziente e sempre pronta a darmi nuove idee <3 Love u, Julss!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Natsumi92