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Autore: ElfaNike    06/12/2020    1 recensioni
Avatar Darje è scomparso da tempo, ma nessuno è mai riuscito a trovare il suo successore, la sua reincarnazione. Finalmente, dopo quindici anni, Monaco Norbu, vecchio amico di Avatar Darje, riceve la notizia del ritrovamento di un candidato... parte così un viaggio alla ricerca del nuovo Avatar e alla scoperta di quattro giovani di grandi speranze e talenti fuori dal normale.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Nuovo personaggio, Rapunzel
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Rapunzel e Hiccup camminavano in silenzio uno di fianco all’altra. Il bosco intorno a loro si estendeva buio e silenzioso mentre i due ragazzi si muovevano immersi nei loro pensieri, senza sapere bene se quella fosse la direzione giusta.
Rapunzel, in tutta sincerità, non aveva particolare timore per la situazione. Camminava leggera e silenziosa seguendo il passo distratto di Hiccup, nonostante il buio, nonostante le fronde e il sottobosco pieni di suoni sconosciuti. No, camminare in quel bosco non turbava particolarmente la sua serenità. Quello che la turbava, invece, era tutto quello che le era capitato dal suo rapimento fino a quel momento... e se non si fosse fidata della parola di Merida anche gironzolare in un luogo isolato in compagnia di un perfetto sconosciuto si sarebbe aggiunto alla sua lista di avvenimenti bizzarri.
Dopo il rapimento lei e Jack Frost erano finiti in un sotterraneo buio e umido, dove i briganti li trattavano con l’attenzione sufficiente a non farli morire di fame e reagivano ai tentativi di fuga di Jack Frost con una violenza che l’avevano lasciata senza parole. I loro gesti, il loro afferrarla per i capelli, Jack Frost raggomitolato in un angolo senza fiato l’avevano segnata profondamente e per molte notti, una volta uscita di lì, si era sognata quelle stesse scene, incapace di metabolizzarle una volta per tutte. Poi ricordava delle guardie, che avevano aperto violentemente la porta della cella e l’avevano afferrata e portata fuori dalla segreta. Ricordava di essere stata malamente buttata dentro una carrozza assieme a Jack Frost, e di aver sentito una voce di donna che esclamava indignata: “Oh, ma che modi! Trattare così due giovani indifesi!”. Rapunzel aveva alzato gli occhi, e dama Gothel le aveva teso la mano. Avevano fatto il viaggio riposandosi: Jack Frost sdraiato sulla panca dall’altra parte della carrozza, lei china a singhiozzare di sollievo sulle gambe delle dama, che le accarezzava i capelli e le sussurrava promesse di sicurezza, di riunione col suo monaco. L’aveva aiutata a curare Jack Frost e aveva cominciato a raccontarle delle rivolte che scoppiavano nella regione, sconvolta che i DunBroch li avessero tenuti all’oscuro di tutto ciò, a raccontarle della pessima condotta dell’attuale Imperatore e della necessità che il nuovo Avatar, una volta trovato, insegnasse a quel vecchio a rispettare un po’ di più i suoi sudditi. Rapunzel non aveva detto nulla dei domini invertiti né della sua vera identità, e le sembrava che quella donna volesse solo confidarsi con lei. In fondo, lei stessa le aveva raccontato i suoi incubi più terribili e la dama l’aveva ascoltata. Però si diceva che, se davvero fosse stata lei l’Avatar, probabilmente si sarebbe interessata a questo problema di cui le parlava la dama. Era sempre stata convinta che l’Avatar esistesse per i più deboli...
Accanto a lei, Hiccup camminava strisciando i piedi. Non gli importava molto del buio e degli animali della foresta, perché sapeva che si sarebbe accorto di qualunque cosa fosse avanzata nella loro direzione. Quello era il suo asso nella manica, la chiave che aveva più volte permesso di risolvere un sacco di situazioni spinose. Ma quella sera, invece... Era scocciato, perché il colloquio con dama Gothel non aveva sortito l’effetto sperato su Rapunzel. Quando si erano presentati alla dama, contava sull’effetto sorpresa. Forse c’era stato, a giudicare dal suo sguardo quando il domestico che era andato a chiamarla nelle sue stanze l’aveva portata da loro, ma il fatto che fossero in un caldo salotto con un parquet bello lucido gli aveva impedito di percepirlo chiaramente. Inoltre, la dama doveva aver colto in lui una certa perspicacia, perché nel momento in cui l’aveva visto l’aveva chiaramente riconosciuto, e aveva probabilmente capito che doveva indossare la sua maschera migliore. Ovviamente si ricordava di lui. Certamente, si ricordava che era venuto con un umile monaco. Ma poiché lei cercava un potente monaco che faceva parte dei Consigli dei Saggi, non si aspettava certo che quello stesso monaco si presentasse con due personaggi vestiti di pelli e squame, una madre e un figlio dall’aria decisamente esotica. Come avrebbe mai potuto immaginare che quello fosse il vero Monaco Norbu e un impostore, e rischiare che quel fiorellino di Rapunzel passasse un’altra esperienza angosciante come quella che aveva appena passato! E quando lui aveva provato a chiederle come sapesse dove trovare Rapunzel e Jack Frost, lei aveva risposto che lei sapeva come tenere sotto controllo il suo feudo, che a lei stava a cuore evitare ogni tipo di brigantaggio nelle sue terre, e che quindi lei attuava politiche interne davvero efficaci. Aveva categoricamente negato di sapere dei domini invertiti e del fatto che Rapunzel e Jack Frost fossero candidati al ruolo di Avatar, e quando erano entrati in argomento aveva abbracciato Rapunzel dicendo di essere stata onorata di averla avuta come ospite e che adesso che sapeva di questa storia si sentiva ancora più onorata.
Hiccup ne era uscito disgustato e se ne voleva per non aver avuto alcuno tipo di prova per convincere Rapunzel che quella donna mentiva.
Camminando, alzò lo sguardo sulla ragazza e la scoprì che lo osservava in silenzio. Non se lo aspettava, così arrossì e abbassò gli occhi.
Rapunzel ridacchiò a quella reazione e non disse niente ancora per un po’. Poi commentò: -Dev’essere stata lunga, per te, dal Popolo del Sole.-
Lui annuì impacciatamente: -Eh, sì...-
-E hai fatto tutta questa strada per venire a cercare noi?- scherzò lei, con dolcezza.
Lui non seppe cosa rispondere, così lei chiese: -Come lo trovi, questo mondo fuori dal tuo popolo?-
Hiccup balbettò qualcosa: in tutta onestà si era bevuto ogni scoperta con la rapidità del timore che quel bel sogno potesse finire, senza stare a rifletterci su: -Fan... fantastico... oserei dire...-
-Davvero?- rincarò lei, sempre sorridendo: -Cos’hai visto, fino adesso?-
-Il feudo dei DunBroch...-
-Oh, ma c’è molto più del feudo!-
-Dici?-
-Oh sì, noi nomadi viaggiamo da un Tempio dell’Aria all’altro e nel frattempo vediamo un sacco di posti bellissimi!- Rapunzel assunse un tono sognante, poi gli disse: -Quando ricominceremo a viaggiare con Monaco Norbu vedrai, ti piacerà un sacco!-
E Hiccup, in quel momento, realizzò che sì, esisteva anche la possibilità che lui non tornasse al Popolo del Sole. Guardò Rapunzel con gli occhi spalancati e lei rise di quello sguardo.
Lui sorrise a sua volta, ma sapeva che c’era qualcosa che non rendeva quella risata completamente spensierata: -Non sei contenta che torni da Monaco Norbu?- le chiese a bruciapelo.
-Certo!- rispose lei, ma la sua allegria fu passeggera: -Mi dispiace solo com’è andata con dama Gothel. Non è cattiva, ci ha aiutato parecchio, e per un disguido siete dovuti venirci a cercare voi.-
-Ma tu non credi proprio che potesse averti raccontato una bugia?-
-No.- lei scosse la testa -Non riesco a immaginare per quale motivo possa aver agito come dite voi. Non è logico.- ma Hiccup avvertì di nuovo il suo disagio, e il dispiacere che la ragazza provava a dover dubitare della donna che l’aveva tirata fuori dalle segrete. Gli dispiacque per lei e non volle aggiungere altro.
Dal canto suo Rapunzel tornò a guardarlo e con un sorriso gli accarezzò una guancia: -Però grazie per essere venuti fino a qui per noi. Siete stati molto coraggiosi.-
Hiccup non disse nulla, ma a quel contatto e allo sguardo gentile di Rapunzel il suo cuore ebbe un sussulto.
 
Merida e Jack Frost aspettavano su Champa. Lei si era lanciata a raccontare (di nuovo) tutta la storia del rapimento, con Jack Frost che ciondolava la testa e si scaldava all’idea che quei briganti avessero potuto fare male anche a lei e al fabbro. Quel tipo gli era sembrato così fragilino...! Un pugno troppo ben assestato l’avrebbe spezzato senza problemi!
Comunque rimase ad ascoltare finché Merida non gli raccontò dell’intervento di Monaco Norbu e di come aveva messo fuori gioco tutti gli avversari senza battere coglio.
-Davvero il vecchio è così forte?!- si stupì lui -E io che ero convinto che il Dominio dell’Aria fosse solo per volare e meditare!-
Merida scosse la testa, poi dopo un istante commentò: -Mi dispiace avervi messo in questa situazione.-
Jack Frost si sistemò meglio sulla sella: -Sì, be’... la prossima volta che scappi cerca di fare più attenzione.-
Merida ci rimase male. Non si aspettava certo una risposta del genere e, punta sul vivo, ribatté: -Ma io non vi ho chiesto di seguirmi!-
Il ragazzo fece spallucce e guardò un po’ il cielo, poi mormorò: -Però sono contento che almeno tu ti fossi salvata.-
Merida sorrise tristemente e, per la prima volta, stette zitta.
Jack Frost la guardò di sbieco e chiese: -Sei riuscita a far annullare il matrimonio, almeno?-
Lei non cambiò espressione: -Oh sì. Ce l’ho fatta abbastanza che ora tutti sanno il mio segreto e nessuno mi vorrà più come sposa.-
-Be’, tanto meglio.- commentò lui.
-Scherzi?!-
-No. Ti giuro, non capisco come tu possa sopportare di stare lì senza dire nulla. Io, fossi stato in te, me la sarei data a gambe molto tempo fa.-
Merida accarezzò l’idea per un lungo istante. Si immaginò uscire dal retro come aveva fatto tante volte, si immaginò bazzicare per la città, e poi uscire nei campi e non tornare più indietro. Poi però pensò a sua madre, a suo padre, e alla loro angoscia all’idea che lei fosse sparita: -Non credo potrei mai abbandonare i miei genitori. La mia famiglia mi vuole bene, non potrei mai far loro un torto del genere. Se davvero dovessi scappare, tu, non pensi che la tua famiglia possa stare in pensiero?-
-Io non ho una famiglia.- rispose amaramente lui.
Merida lo guardò basita: -Non lo sapevo!-
-Pensavi che avessi seguito Monaco Norbu con il beneplacito dei miei genitori?- sorrise il ragazzo.
-E loro che fine hanno fatto?- chiese invece lei.
-...non lo so.- e il sorriso si spense, e gli occhi guardarono altrove.
-Che cos’è successo, che vi siete dovuti separare? A loro è successo qualcosa di grave?-
-Piantala, Merida. Non mi ricordo niente di loro.-
La ragazza rifletté per un momento, lasciandogli il tempo di respirare, poi però tornò all’attacco: -E non sei curioso di sapere cosa è successo loro?-
-Merida!- la rimproverò invece lui.
-Io non avrei pace...- concluse allora lei a mezza voce, e poi tacque.
Jack Frost si ostinò a guardare fuori dalla sella, con lo stomaco in subbuglio: neanche Rapunzel aveva mai osato sondarlo così profondamente sul suo passato. Ma Merida non aveva certo il tatto della nomade!
Ma Merida lo aveva toccato su un argomento che lui da solo non aveva mai avuto il coraggio di affrontare, e gli aveva messo la pulce nell’orecchio: -Non saprei neppure a chi chiedere...- mormorò infatti dopo un po’.
-Se i tuoi genitori sono della tua Tribù dell’Acqua del Nord, sicuramente al villaggio qualcuno saprà darti delle indicazioni, no?-
-Non lo so...-
-Se vuoi quando tutto questo sarà finito chiederemo a Monaco Norbu di tornare al nord per indagare! Ti aiuteremo noi!- allora Merida allungò la mano e strinse quella del ragazzo: -E poi... se mai avessi bisogno di un posto, sappi che i DunBroch saranno sempre pronti ad aiutarti!-
Jack Frost guardò assorto quella mano calda che teneva la sua gelida, quando una voce giunse dal basso: -Siamo qui!-
Erano Rapunzel e Hiccup.
 
Il ritrovo fu felice.
I quattro ragazzi arrivarono alla villa dei DunBroch all’alba, e quando atterrarono nel cortile degli ospiti Maestro Calmoniglio si alzò dalla roccia dove li aveva aspettati e corse in casa a dare la notizia.
Tutti quanti, i genitori di Merida, Monaco Norbu, la sacerdotessa Valka e Maestro Calmoniglio corsero fuori e si precipitarono sui quattro ragazzi, che erano appena smontati dal bisonte volante.
La sacerdotessa Valka abbracciò Hiccup con trasporto, sotto lo sguardo sorridente e segretamente fiero del Maestro Calmoniglio, mentre Rapunzel e Jack Frost si stringevano a Monaco Norbu e la ragazza lasciava libero corso alle sue lacrime di gioia, in eco alle parole piene di dolcezza del suo maestro.
Merida fu raggiunta da sua madre a lunghe falcate e la donna alzò la mano con un gesto secco. Il ceffone cadde sulla sua guancia con uno schiocco improvviso. Merida abbassò la testa, rossa come i suoi riccioli, ma sua madre la prese per le spalle e la scosse: -Hai idea di quanta paura abbiamo avuto per te?!- e la strinse tra le braccia tremanti -Sciocca. Chiedessi mai il nostro aiuto...!-
Merida ricambiò la stretta con eguale forza e suo padre le abbracciò entrambe con un’espressione finalmente sollevata.
La colazione fu sontuosa e i ragazzi furono tutti lavati e rifocillati, e Merida si guardò intorno con la bocca piena: -Dov’è Mulan?-
-Nelle sue stanze.- rispose sua madre -In punizione per avervi coperti.-
Monaco Norbu intervenne allora, prima che la donna potesse aggiungere altro: -Ma oserei dire che il tempo delle punizioni è finito. Non trovate, dama Elinor?-
La donna fu costretta ad assentire, e il monaco continuò: -A questo punto non vorrei perdere altro tempo. Se le condizioni di Jack Frost lo permettono, domani vorrei partire con i nostri ragazzi per il Tempio dell’Aria del Sud, in modo da risolvere una volta per tutte il mistero che circonda il nuovo Avatar.-
Quelle parole portarono a sguardi elettrizzati e a un’eccitazione generale.
 
Quella notte, Hiccup andò di nascosto nelle stanze di Rapunzel e Jack Frost e fece loro segno di seguirlo. I due si alzarono nel buio e raggiunsero Merida e Mulan nel giardino in ghiaia dove le due ragazze li attendevano. Mulan aveva con sé la sua fedelissima spada.
-Ragazzi- esordì la padrona di casa -Questa è Mulan, una mia amica d’infanzia.-
L’interessata agitò la mano con un sorriso e disse: -Non serve che vi presentiate: so benissimo chi siete.-
Rapunzel però le tese la mano: -Molto piacere di conoscerti.-
E Jack Frost subito dietro: -Quindi... a che cosa dobbiamo questa sortita così, nel pieno della notte? Merida, non vorrai farti un’altra passeggiata!-
-Assolutamente no!- ribatté lei -Mulan aveva proposto di trovarci tutti insieme già questo pomeriggio, ma abbiamo aspettato che vi riposaste un po’...-
-...e siete venuti a chiamarci di notte.- concluse Jack Frost.
Allora Mulan prese la parola: -È vero che anche voi due avete i domini invertiti?-
Jack Frost e Rapunzel si scambiarono un’occhiata: -Perché dici ‘anche’? Vuoi dire che il fabbro...?-
-Si chiama Hiccup!- lo interruppe Merida -E sì, io e lui abbiamo il dominio invertito, come ce l’avete voi due!-
-Davvero?!- si sbalordì Jack Frost -Fa’ vedere!-
Merida e Hiccup allora presero a far duettare i loro Domini della Terra e del Fuoco, e le fiamme si intrecciavano alla ghiaia e le rocce riflettevano scintille e calore. Quando ebbero finito Rapunzel saltò al collo di Merida: -Hai trovato un maestro!-
-Sì: è sua madre...- rise Merida indicando Hiccup – È una Sacerdotessa dei Draghi.-
-Meraviglioso!-
-E voi due?- incoraggiò invece Mulan.
Allora Rapunzel sollevò l’acqua dai canali che circondavano il giardino e prese a volteggiare, e i nastri d’acqua danzavano intorno a lei, seguendo le sue braccia tese e il suo passo leggero.
Hiccup, invece, diede un colpetto alla spalla di Jack Frost: -Merida mi ha detto che questo è tuo.- e gli porse un bastone.
Jack Frost riconobbe i meccanismi dell’aliante e con uno scatto secco lo aprì: la forma era più squadrata e le ali erano in tessuto blu, e a lui piacque tantissimo: dimentico dei dolori al braccio e al ventre e della stanchezza, lanciò l’aliante in aria e con un urlo liberatorio saltò e prese il volo. Il vento lo portò in alto in alto: mentre i nastri dei Rapunzel lo seguirono fino a una certa altezza lui continuò a salire, a salire, fino a raggiungere le nuvole, a superarle, e a trovarsi davanti a un’enorme bianca luna piena. Allora chiuse gli occhi, chiuse l’aliante e si lasciò cadere, e roteò su se stesso in tutte le direzioni, mentre in basso gli altri lo guardavano, Hiccup con gli occhi spalancati, Mulan e Rapunzel con le mani sulla bocca, e Merida che faceva il tifo.
Il bastone si riaprì in aliante all’ultimo istante e con un’ampia curva Jack Frost riprese quota.
Quando atterrò gli altri batterono le mani, eccitati: -Grandioso!-
Mulan li guardava in silenzio, e stringeva la spada fra le mani. Poi chiese: -Quindi domani andrete via?-
Rapunzel annuì convinta: -Monaco Norbu si consulterà con i Saggi del Consiglio e poi dichiarerà chi è il vero Avatar.-
-E non siete spaventati?-
I quattro ragazzi abbassarono le braccia e le spalle.
-Da morire.- mormorò Rapunzel.
-Non sei la sola.- le rispose Merida.
-Credo che lo siamo tutti, ma per ragioni diverse.- considerò invece Jack Frost: -Io spero tantissimo che sia qualcun altro. Vi immaginate, me come Avatar? Ci sarebbe da ridere!-
-Riderei tantissimo, sì.- lo prese in giro Merida -Io speravo tantissimo che essere l’Avatar mi liberasse dalla vita da nobile, e invece...-
-Parli sempre come fosse chiaro che lo sei.- ribatté Jack Frost -In realtà lo sappiamo tutti che l’Avatar è Rapunzel.-
La diretta interessata allargò gli occhi: -Ma cosa dici, Jack Frost?-
-Perché, non è vero? Sei tu che sei venuta per prima alla mia Tribù per allenarti nel Dominio dell’Acqua, e sappiamo tutti che il prossimo Avatar è un Nomade dell’Aria. Non è per questo che sei partita con Monaco Norbu?-
-Sì... sì.- lei abbassò la testa -Non saprei bene cos’altro fare, nella vita, se non fossi io l’Avatar...- mormorò a mezza voce.
-E tu?- chiese allora Mulan a Hiccup -Tu non hai paura di essere l’Avatar?-
-Io?- chiese lui esitante. Passò lo sguardo sugli altri, che realizzarono che lui non aveva assolutamente realizzato il motivo per cui Monaco Norbu era venuto a cercarlo: -Io ero solo partito per conoscere voi...- e guardò negli occhi Rapunzel, che gli sorrise dolcemente.
Jack Frost seguì lo scambio di sguardi e assunse un’aria truce: -Ah, quindi non ti interessa per niente l’idea di diventare Avatar?- lo punzecchiò.
-Non credo... no.- Hiccup rifletté -Se devo dire una cosa che ho voglia di fare adesso, è viaggiare con Monaco Norbu...-
Jack Frost inarcò le sopracciglia, mentre Rapunzel dava ragione a Hiccup: -È l’unica cosa che mi mancherà, una volta che sapremo chi è l’Avatar.-
-Perché?- chiese allora Jack Frost -Dopo il vecchio smetterà di viaggiare?-
-Volevi continuare?-
-No, no...- in fondo lui aveva già deciso di fuggire da un po’... sicuramente non si aspettava di continuare a girare per il mondo col suo maestro, no?
-A me sarebbe tanto piaciuto viaggiare un po’ con lui...- sospirò malinconicamente Merida.
-Basta chiedergli! Domani, dopo che avrà rivelato chi è l’Avatar, potrai chiedergli di portarti un po’ in giro.- la provocò Jack Frost.
Merida gli fece una smorfia, e Rapunzel sospirò. Poi si rivolse a Mulan: -Tu domani verrai con noi?-
-No... penso che starò qui ad aspettare il ritorno di Merida. Sempre che non parta con il monaco!-
Merida fece una smorfia anche a lei, e concluse: -Nel remoto caso in cui non sia io l’Avatar, sappiate che chiederò a Monaco Norbu di viaggiare con lui.-
-Penso lo farò anch’io.- annuì Hiccup.
-Pure io.- rise Rapunzel, ma a unirsi a questo proposito ebbe un brivido.
Mulan sorrise: -Io non c’entro niente con questa storia di Avatar, però... piacerebbe anche a me vedere un po’ il mondo.-
Tutti girarono la testa verso Jack Frost, che faceva giochi di equilibrio col suo nuovo bastone: -Eh?- fece lui, poi aggiunse, d’impulso: -Allora non ti preoccupare. Domani, dopo la cerimonia, verremo qui con Monaco Norbu e viaggerai con noi.-
Lui non si rese propriamente conto delle implicazioni della sua promessa, ma a quelle parole Rapunzel sorrise.
 
 


Angolino dell’autrice:
In realtà questo capitolo non lo volevo scrivere. Nella mia testa in questo capitolo Monaco Norbu portava finalmente i suoi discepoli al Tempio dell’Aria e rivelava la soluzione al mistero misterioso che l’ha fatto partire nel primo capitolo.
Eppure... eppure i Quattro Grandi chiamavano per essere lasciati un po’ in pace, un po’ per conto loro, in modo da conoscersi meglio, da capire chi è chi e che cosa spinge chi a fare cosa.
Il tono si è calmato, il ritmo è rallentato. Dopo un assaggio del mondo pimpante di Avatar, adesso dobbiamo riavvicinarci alla serafica serenità del mondo del Piccolo Buddha. Il prossimo capitolo sarà quello di svolta: chissà chi si beccherà le responsabilità di essere l’Avatar, e chi invece chiederà a Monaco Norbu di partire con lui?
Confesso che non vedo l’ora di pubblicare il capitolo 16, e di passare alla seconda parte di questa storia... Ho deciso che modificherò il capitolo 1, aggiungendoci il titolo ‘Libro 1: Piccolo Avatar’, in vista dell’inizio del ‘Libro 2’... di cui non rivelo ancora il titolo.
A presto
Nike
 
  
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