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Autore: lady lina 77    06/12/2020    2 recensioni
La storia dei Romelza riscritta in modo del tutto nuovo, partendo da zero...
Lui è un giovane disilluso dall'amore che dopo aver trascorso tre anni a combattere in Virginia, torna in Cornovaglia e scopre che tutto il mondo che aveva lasciato è in distruzione, suo padre è morto lasciandolo pieno di debiti e il suo grande amore, Elizabeth, è in procinto di sposare suo cugino Francis.
Lei è una giovane ragazza povera di Illugan che viene presa per caso alle dipendenze dei Boscawen e finisce per sposare il nipote di Lord Falmouth, Hugh Armitage, un giovane dalla salute malferma che ha perso la testa per lei...
Ross e Demelza, anime sconosciute, lontane, le cui strade si incrocieranno in modo del tutto imprevisto scardinando ogni loro convinzione sull'amore, sulla vita e sul futuro...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Carne, Elizabeth Chynoweth, Francis Poldark, Ross Poldark
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Demelza era stata a lungo indecisa sul fatto di accettare o meno lo strano invito giunto per lettera da Elizabeth Warleggan. Che doveva dirle, in fondo? Non erano mai state né amiche né conoscenti occasionali, se non in un paio di cene, non aveva mai dimostrato particolare simpatia per lei ma tutt'alpiù un malcelato disprezzo e quindi ora... Ora cosa diavolo voleva da lei quella donna ricca e così altolocata che un tempo era stata nel cuore di Ross?
Per giorni aveva rimuginato silenziosamente sul da farsi, mentre Falmouth preparava il programma politico da portare a Londra, Ross si divideva fra Miniera, Nampara e la loro dimora per discutere con lui e vedere lei e a scuola continuava ad impegnare il suo tempo.
Cosa poteva dirle Elizabeth, circa Ross? Perché si sentiva in diritto o dovere di farle sapere qualcosa? Ross pareva essersela lasciata dolorosamente alle spalle, lei era sposata a un uomo ricco e potente e di certo poco incline a farle pensare ad altri uomini e Demelza... beh, che poteva entrarci Demelza in tutto questo?
Dopo lunghe elucubrazioni, anche se di certo non le doveva nulla e non aveva doveri verso di lei, Demelza decise però di accettare. Sarebbe andata, l'avrebbe ascoltata e se quello che aveva da dirle non le piaceva o interessava, avrebbe girato i tacchi e sarebbe tornata a casa senza pentimento alcuno. Non aveva voglia di farlo e il suo istinto le diceva di lasciar perdere ma era una Boscawen e non poteva rifiutare un invito senza motivo. E poi qualcosa dentro di lei le gridava che doveva perché sentiva di dover in qualche modo difendere Ross da qualcosa e... da lei. Dietro a quell'invito non poteva esserci nulla di buono.
Il venerdì mattina, assolato e quasi caldo tanto da voler sembrar gridare al mondo che la primavera era esplosa, arrivò in fretta. Uscì a cavallo per la sua solita passeggiata mattutina dicendo che sarebbe tornata più tardi del solito e senza dire dove andasse, si recò a Truro, dove era attesa.
Quando arrivò, Elizabeth Warleggan era già lì. Vestita con un elegante completo da amazzone color porpora, coi capelli raccolti in una perfetta treccia e il viso finemente truccato, la donna la aspettava davanti al negozio di Miss Tappert col suo cavallo, fingendo di guardare le vetrine della sarta.
Quando la vide arrivare, le andò incontro sfoderando uno strano quanto falso sorriso. "Lady Boscawen, mi fa piacere che abbiate voluto venire".
Demelza si morse il labbro, rendendosi conto ancora una volta che nulla le piaceva di quella donna e che ogni suo gesto, ogni sua frase, ogni sua parola apparentemente gentile pareva nascondere una totale freddezza ed assenza di sentimenti. Ma educatamente, rispose al saluto. "Non avevo motivo per rifutare il vosto gentile invito".
Elizabeth strinse le redini del cavallo, osservandola come si osserva un insetto. La donna accanto a Ross alle elezioni, la donna che lo aveva abbracciato, la donna che LUI aveva abbracciato... Una piccola ex-stracciona di Illugan, figlia di un minatore ubriacone, senza cultura ed educazione... Ed ora aveva un titolo nobiliare che lei poteva solo sognarsi, una famiglia antica e potente alle spalle che lei, nonostante il matrimonio con George, non avrebbe mai avuto, dimore facoltose a suo nome, denaro, potere e soprattutto l'ammirazione e la dedizione dell'uomo che una volta aveva promesso il mondo a lei, l'uomo che l'aveva venerata a lungo come una dea, l'uomo che l'aveva presa intimamente con forza e poi era sparito come si fa con una banale sgualtrina. Era arrabbiata, con quella piccola arrampicatrice sociale e con lui. E avrebbe oscurato quella loro felicità che aveva intravisto il giorno delle elezioni. Se lei era votata all'infelicità e a tanti compromessi, allora quei due dovevano seguire il suo destino... Fece cenno a Demelza di allontanarsi dal paese e incamminarsi verso la campagna in una zona più tranquilla e la ragazza la accontentò, senza battere ciglio. Giunte quasi in campagna, davanti alle ultime povere case di periferia, circondate da campi e piccoli gruppi di pecore che pascolavano, Elizabeth le rivolse finalmente di nuovo la parola. "Sapete, ho sentito di dovervi dire qualcosa... Che dobbiate sapere qualcosa".
Demelza rimase sulle sue. "In merito a cosa?".
"Ross Poldark" - rispose Elizabeth, scandendo quasi con odio quel nome. "Vi ho visti molto... affiatati e in particolare... amicizia... alle elezioni... E mi sento in dovere per questo, per pura solidarietà femminile, di dirvi qualcosa sul suo conto che forse non sapete".
Demelza sospirò, sentiva che la aspettava qualcosa di spiacevole ed era abbastanza sicura che fosse arrivato il momento di affrontarla. "So quanto mi serve sapere sul signor Poldark. E' un brav'uomo, sarà un grande politico ed è un instancabile lavoratore che da quando è stato eletto non ha quasi mai riposo e fa avanti indietro dalla miniera a casa mia e di Lord Falmouth per sistemare il loro programma politico". Era vero, per quanto Ross fosse stato titubante all'inizio, ora pareva volentoroso solo di voler far bene a Londra e a Westminster.
Gli occhi di Elizabeth si assottigliarono. "Siete sicura di sapere tutto?".
"Come vi ho detto, so tutto ciò che mi interessa sapere. Il resto non credo sia qualcosa che mi riguardi e che vi deve riguardare".
"Non volete ascoltare ciò che ho da dire?" - insistette Elizabeth.
"Non ne sono sicura".
"Eppure io credo che dovreste... Da donna a donna, mi sento in dovere di farvi sapere qualcosa che sicuramente ignorate e di mettervi in guardia sui pericoli che correte".
Demelza sorrise nervosamente. Avrebbe voluto imprecare ma non poteva, Falmouth e Hugh le avevano insegnato che non era signorile, avrebbe voluto mandarla al diavolo ma nemmeno questo era un comportamento da signora e quindi non le restava che dire no in modo aggraziato. "Non corro alcun rischio e di fatto non capisco perché vogliate parlarmi del signor Poldark".
Elizabeth si incupì e parve diventare nervosa. "Vi ho visti... molto vicini...".
Demelza alzò le spalle, decisa a non negare. Poteva forse essere un buon modo per liberarsi di lei. "Forse perché lo siamo".
La giovane Warleggan sussultò davanti a tanta faccia tosta. "Sapete che una volta Ross Poldark era innamorato di me?" - rispose allora, decisa a giocare a carte scoperte come lei.
Sì, lo sapeva ma non aveva voglia di parlarne. "Non credo siano cose di cui dovremmo discutere noi due. Riguardano la vita di Ross Poldark e la vostra e come avete detto, succedeva una volta... Mi piace pensare al futuro, non al passato e visto che ora siete sposata con George Warleggan, dovreste farlo anche voi".
"E' proprio per garantire il vostro futuro che sono quì, per aiutarvi" - rispose Elizabeth, risentita ma convinta a continuare il suo piano senza ripensamenti. In fondo non voleva mentirle ma dirle solo la verità su che uomo fosse Ross Poldark.
Ma Demelza non sembrava della stessa idea. "Credo di dover andare, ho degli impegni e non voglio fare tardi".
Le voltò le spalle ma la voce di Elizabeth le giuse lo stesso.
"Partì per tre anni senza farmi avere una lettera. Partì promettendomi un futuro insieme, amore eterno e una vita lunga e felice... E poi sparì pensando di tornare e di trovarmi alla finestra ad aspettarlo quando non si era degnato di farmi recapitare un messaggio nemmeno con un piccione".
Demelza si voltò lentamente verso di lei, decidendo di adempiere alla sua missione, difendere l'immagine del suo uomo. "Era giovane ed era in guerra, non stava giocando e forse non aveva la possibilità di scrivervi".
"Difendete un comportamento simile?".
"Lo capisco e non lo giudico...".
Elizabeth le si avvicinò, cupa in viso. "Ho sposato Francis, ho dovuto dargli il mio cuore e il mio affetto... Ed è stato un matrimonio infelice! E Ross era lì, a supportarmi ed adorarmi e dopo che sono rimasta vedova, credevo che la vita ci avesse donato una seconda opportunità. Ross è così bravo a fare promesse che poi non mantiene".
"Forse lo avete semplicemente frainteso" - rispose laconica, Demelza.
Elizabeth le si avvicinò ancora. "Ero piena di debiti, disperata e ho dovuto fare delle scelte per il bene mio e di mio figlio, quando ho avvertito che Ross si stava nuovamente staccando da me. Ma nemmeno questo andava bene, anche se le sue mancanze erano infinite! Ross si è introdotto in casa mia di notte, senza essere invitato, dopo che ha saputo del mio matrimonio con George Warleggan. E con violenza mi ha spinta sul letto e mi ha presa. Sembrava un animale che dispone a suo piacimento della sua vittima... Mi ha presa contro il mio volere quando ero ormai promessa ad un altro, mi ha presa con foga come si prendono le cortigiane delle locande e poi dopo aver fatto i suoi comodi è sparito, senza possibilità di appello, senza chiedere scusa, senza promesse, senza darmi possibilità alcuna di rispondere al torto subito".
Una lieve brezza tiepida fece oscillare i lunghi capelli di Demelza e lei rabbrividì anche se non faceva freddo. Spalancò gli occhi e per qualche istante non riuscì a dire nulla. Mille pensieri si affollarono disordinatamente nella sua mente... Ross, i suoi baci gentili ed appassionati, il suo sguardo a volte pieno di passione e sfuggente e a volte tenero e dolce, i suoi abbracci, i loro progetti per il futuro, la loro amicizia diventata amore... Come poteva un uomo dai così forti intenti morali aver fatto qualcosa di simile? Elizabeth non era una donna che le piaceva e forse stava deliberatamete cercando di allontanare da lei l'uomo che un tempo l'aveva venerata, ma poteva davvero mentire su qualcosa di così intimo e doloroso? E Ross, Ross davvero aveva fatto qualcosa del genere? Ricordò l'alba in cui lo aveva trovato davanti a casa sua, sconvolto, perso, in cerca di un sostegno per ritrovare una strada che pareva aver smarrito e quel giorno aveva capito che qualcosa di grave fosse successo nelle ore precedenti e che in qualche modo vi era coinvolta Elizabeth ma mai, MAI avrebbe creduto a qualcosa di simile.
Un altro pensiero si affacciò alla sua mente, più antico e bruciante nei suoi ricordi e sulla sua pelle... Anche suo padre, pur in maniera diversa, era stato un uomo violento che la picchiava con la cinghia sulla schiena per qualsiasi motivo ritenesse opportuno farlo... Sentì ancora più freddo perché da quella situazione era sfuggita, era riuscita a lasciarsela alle spalle e a crescere, dai Boscawen aveva trovato una famiglia e la pace e ora con Ross, se quello che diceva Elizabeth era vero, non avrebbe rischiato di ritrovarsi in una situazione del genere? "Perché mi dici questo?" - riuscì infine a chiedere, con un filo di voce.
Elizabeth, freddamente, alzò le spalle. "Solidarietà femminile, mi sentivo in dovere di metterti in guardia" - le rispose, gongolando nel vederla finalmente smarrita e meno sicura di se stessa.
Demelza rispose al suo sguardo, cercando di ritrovare fermezza. "Come posso credervi? Come posso condannare Ross senza aver sentito quanto ha da dire in merito? In fondo voi mi state raccontando qualcosa a cui lui in questo momento non può ribattere".
Elizabeth sbuffò. "Giustificate la violenza su una donna?".
"Ovviamente no! Ma non posso condannare una persona a cui tengo, semplicemente per dei pettegolezzi o per sentito dire".
Elizabeth si avvicinò al suo cavallo. "La vita è vostra, dopo tutto... Ma vi invito a riflettere su quanto vi ho detto".
"Perché? Perché Ross avrebbe fatto qualcosa del genere a una donna a cui teneva tanto?" - la bloccò Demelza, prima che montasse in sella.
Elizabeth si voltò. "Perché è un uomo diverso da quello che sembra, ha un'anima cupa e ama agire al di fuori delle regole e del civil vivere. Finché non lo si conosce bene, questo fa parte del suo fascino. Ma una volta che lo hai vicino e lo tocchi con mano, quel fuoco che lui pare emanare finisce con lo scottarti".
Demelza prese un profondo respiro e non trovò parole per ribattere perché in fondo era vero, il fascino di Ross derivava anche da quel suo lato ribelle e selvaggio che esibiva senza farsene problemi, ma mai si era dimostrato aggressivo o violento. Però era altrettanto vero che non poteva dire di conoscerlo del tutto e che fra loro non c'era mai stata una vera e propria intimità.
Elizabeth montò a cavallo, la salutò con un cenno del capo e poi partì al galoppo lasciandola sola coi suoi pensieri. "Ho già detto troppo, più di quello che mi potrei permettere. Mi auguro che il nostro colloquio resti privato fra noi, fra donna e donna".
Demelza annuì, sicuramente non ne avrebbe fatto motivo di pettegolezzo. "State tranquilla".
La guardò andar via a cavallo, veloce, sparendo dietro all'orizzonte infuocato del sole. Ma Demelza avvertiva in se il gelo e ancora una volta, come dopo la morte di Hugh, si sentì smarrita e spersa e senza una strada da seguire. Crederle? Tagliare i rapporti con Ross? Rischiare? O affrontarlo?
Una lacrima le scivolò sulla guancia, non tanto per Elizabeth ma per l'idea romantica che si era fatta di Ross... Forse quell'idea esisteva solo nella sua testa e non sarebbe mai corrisposta a realtà? Oppure doveva dare una possibilità a Ross, chiedere, esigere una spiegazione e per quanto doloroso, poi decidere se voleva rischiare o meno di iniziare una vita con lui?
Con un sospiro, montò a cavallo. I giorni successivi sarebbero stati pieni di pensieri e profonde meditazioni e non avrebbe voluto vedere nessuno. Nemmeno Ross, nemmeno i bambini, nemmeno la scuola... Per un pò aveva bisogno di estraniarsi dal mondo, pensare e poi da sola trovare la via giusta da seguire. Forse stava dando troppa importanza a una donna che di fatto non apprezzava, ma quanto le aveva detto era grave e di certo non andava sottovalutato con leggerezza.



  
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