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Autore: Blue_Wander    06/12/2020    2 recensioni
"Ti odio così tanto che non vedo l'ora di vedere il giorno in cui ti rovinerai con le tue stesse mani. E ti strapperò quei meravigliosi occhi. [...] La vita vera non è come nelle favole. I principi non si innamorano delle fanciulle del popolo, non rinunciano alla loro vita agiata per una donna, non si fanno mettere i piedi in testa da qualcuno solo perché nei suoi occhi è riflesso il bene più puro o il male più oscuro. [...] Però, mia mortale nemica, non c'è cosa peggiore di conoscere i sentimenti di una persona e non poter farci nulla comunque."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cecità

 

Con uno schiocco delle dita si ritrovarono tutti all'esterno dell'edificio. Quel bizzarro individuo li aveva avvertiti di chiudere gli occhi perché il tipo di teletrasporto utilizzato sarebbe potuto essere fatale. Non tutti capirono bene che cosa intendesse visto che erano stati spostati nello stesso modo da Ametista, ma obbedirono. C'era solo una cosa che non andava: perché non percepivano più l'intensità della luce del sole che le tende facevano filtrare?

Yoongi sbirciò da un occhio solo ma fu presto costretto ad aprire anche l'altro perché il cielo notturno si era sostituito a quello perennemente illuminato. La luna era tornata a splendere e quindi l'incantesimo di Ametista che aveva privato gli abitanti di Luskin della notte era stato spezzato.

-Vorrei che guardaste i fiori degli alberi davanti a cui vi ho portato.- alzò la voce Gerry, portandoli così tutti ad aprire gli occhi. Le gemme sugli alberi si schiusero grazie ai raggi lunari, accompagnati dallo scintillio violaceo della magia di Ametista. Tra i petali ormai distesi si fecero spazio delle creature alte più o meno come un pollice abbigliate con abiti freschi e colorati, munite di ali leggere e dritte e adorabili orecchie a punta. -La Città del Sole è ormai libera dalla maledizione del giorno perpetuo e le fate stanno tornando. Ma Karilin non sarà dello stesso avviso: è Topazio la Gemma ad averli privati del sole, perciò dovrete sconfiggere prima lui per riportare alla normalità il vostro continente.

-Perché lo stai facendo?- chiese Jungkook palesemente confuso. -Noi non ti conosciamo e non abbiamo niente da offrirti. Oltre ad averci salvati ci stai anche fornendo molte informazioni.

Gerry si tolse la maschera, rivelando un volto scarno ma umano con lunghi capelli scuri. Sorrise. -Ti stai sottovalutando, principe Jungkook.- lo raggiunse e lo guardò negli occhi. -Sono qui per proporvi un accordo.- Yoongi emise un verso divertito, ma questo non fermò la misteriosa figura bizzarra a continuare. -Non chiedo molto, dopotutto sono stato io a volervi aiutare di mia spontanea volontà e per questo non voglio chiedere qualcosa di impossibile.

-Soldi, gioielli? È questo che vuoi?- chiese nuovamente il principe, mantenendo un sopracciglio alzato in segno di spaesamento.

L'altro si mise a ridere. -I miei poteri mi permettono molto più di quello che voi possiate darmi in termini di ricchezze, vostra altezza.- indicò con un dito fasciato dalla tuta ricoperta di cavi prima Kerasi, poi Seyun e infine Veral. La maggiore si auto-indicò, mentre la mora si toccò il mento con la mano, tastando con l'altra la presenza del barattolo contenente gli occhi che avevano causato tanto sconforto nella mente della minore e si sbigottì quando si rese conto che non c'era più. -Chiedo una ciocca di capelli da ciascuna di loro. E ovviamente anche questo.- aprì il palmo della mano e comparve quel che a Seyun era stato sottratto. -Sono gli occhi della Divinità del Mare di Vellham, Hemolele. Quello che tutti sottovalutano è che sono vivi e che hanno conservato i poteri della padrona, il cui corpo è stato distrutto. Quello che la sirena che avete incontrato e ucciso ha visto è la verità: ad Hemolele sono stati strappati gli occhi ed è stata costretta a guardarsi mentre la distruggevano.

-Non metto in dubbio questa tua storia magnifica.- lo interruppe il re. -Ma a che ti serve una cosa così disgustosa?

Gerry si accigliò. -Perché tu cosa te ne fai invece?- Yoongi si ammutolì e distolse lo sguardo senza sapere bene che cosa dire. -Ogni persona ha il proprio nome e la propria identità. Ho i miei motivi per fare questa richiesta, come ho avuto i miei motivi per salvarvi.- si avvicinò alle tre ragazze e mostrò loro un dito. -Vi assicuro che non sentirete alcun male.- ammise. Jungkook diede il suo consenso con un cenno positivo del capo. -Oh, c'è un regalo che vorrei farvi, ma purtroppo so che c'è chi farebbe qualsiasi cosa per farlo al mio posto, qualcuno che aspetta questo momento fin dal principio. Vi darò una dritta però: non fate l'errore di avere pietà.- ripose la maschera sul viso scarno e si allontanò. -Non temete, risponderò alle vostre domande la prossima volta.- sparì nella notte che aveva portato e da quel momento ai sei tornò in mente il motivo principale del loro viaggio.

 

Il camino della casa di Seokjin era stato acceso e aveva riunito tutti i presenti. Jungkook prese la mano di Veral e vi poggiò sul palmo l'ametista, la guardò negli occhi e le sorrise. -Questa penso appartenga a te.

La gemma si illuminò e tra loro e il fuoco scoppiettante apparve la proiezione scolorita di una figura dall'aspetto terrificante. La pelle era grigia, le palpebre erano state chiuse con un filo nero e spesso, sui palmi delle mani era visibile il paio d'occhi che era stato costretto all'oscurità eterna. La giovane donna davanti a loro fece un sorriso imbarazzato nel non sentire nessun commento anche se l'avevano dinanzi a se. -Il mio nome è Sunhi, grazie per avermi liberato.- ammise. -Avendolo fatto senza usare la violenza avrò diritto a più tempo e potrò raccontarvi una storia.

Veral rizzò la testa. -Prima c'è una cosa che vorrei sapere.- la figura annuì con il capo. -Perché hai maledetto anche il principe Jungkook?

Ametista si avvicinò ai due e rivolse loro un sorriso triste. -Oh tesoro, permettimi di andare contro alle tue parole. Io non ho maledetto proprio nessuno e i vostri sogni sono collegati perché voi lo siete in primo luogo, sicuramente più di quanto io abbia sperato per me stessa.

La stanza cadde nel silenzio più assordante che potessero mai sentire. Veral ebbe paura che qualcuno potesse persino udire il battito del suo cuore. In realtà non era sicura che anche lui continuasse a fare lo stesso sogno come succedeva a lei e infatti sentiva di non volersi riferire a quello. Le interessava il motivo per il quale, per la prima volta, qualcuno mostrava interesse per entrambi. Forse si stava solo illudendo, ma le era sembrato che si stessero avvicinando molto più di quanto potessero aver fatto in precedenza e il merito era stato di un nemico.

Ancora non comprendeva quello che l'aveva spinta a tanto.

-Come potete vedere io sono cieca.- sorrise di nuovo. -Sono nata con i bulbi oculari vuoti e per questo da bambina mia madre mi cucì le palpebre per costringermi a non aprirle. Il giorno dopo, al mio risveglio, le mani divennero più grandi e pesanti e quando i miei genitori le guardarono videro che sui palmi erano comparsi un paio d'occhi.- li portò davanti al volto anche se sapeva di non poterli osservare sul serio. -Non che servissero a molto, all'inizio faceva male toccare qualsiasi cosa. Con il tempo cominciarono a fare la loro comparsa delle strane immagini che ritraevano il mio passato e il mio futuro e capì che era quello il loro potere. Passarono gli anni e fui messa ai margini della società per via del mio aspetto. Avevo sviluppato una rabbia profonda per i miei genitori, per i miei coetanei e per tutta la città di Karilin. Una notte scappai a Ziràn facendomi guidare dagli occhi magici e incontrai la prima persona in grado di farmi sentire viva: Nimuel. Voi lo avete conosciuto con il nome di Smeraldo, ma Nimuel era una persona completamente diversa da lui. Nonostante fosse privo della parola dalla nascita io mi innamorai subito, forse perché era sempre al mio fianco o forse perché grazie agli occhi sui miei palmi riuscivo a scorgerne il viso perfetto.- si fermò per un momento e la sua espressione si fece più triste mentre tutti i presenti pendevano dalle sue labbra. -Dopo avergli confessato il mio segreto lui mi portò da delle persone che mi avvisarono della loro imminente partenza per un viaggio lungo e pericoloso. Volevano essere aiutati dal mio potere e io acconsentii per fare colpo su Nimuel che però era innamorato di Alina, Diamante; quando nel mio futuro lo vidi abbandonarmi per lei il mio cuore si riempì d'ira, di nuovo. Desiderai di vederlo distrutto per sempre e così i miei poteri sparirono, questo ci condusse alla rovina ovviamente, ma conoscete il resto della storia.

-Mi dispiace molto.- Veral abbassò lo sguardo. -Non hai fatto niente di così malvagio per meritarti di diventare Ametista.

La figura sorrise e la carnagione grigiastra prese un leggero colorito rosato. -Non disperare per me, dopotutto un mostro rimane un mostro.

Blanche guardò verso Hoseok. -Ecco perché la fortezza di Smeraldo era sotto il tuo incantesimo, era una specie di rivincita?

Ametista scosse la testa. -Non è stata colpa mia. Quella di Nimuel era una punizione per essersi servito della magia per scopi egoisti; in questo modo avrebbe per sempre ricordato la donna a cui aveva voltato le spalle.

-Per questo è stato così facile.- attirò l'attenzione Yoongi. -Smeraldo voleva morire, lo desiderava ardentemente. Ma proprio per questo aveva bisogno che fossimo noi a finirlo.

Hoseok gli rifilò una gomitata leggera. -E tu che pensavi di essere un eroe! Ti eri montato la testa, eh?

-Io sono l'unica Gemma ad aver conservato i miei ricordi da umana.- ricominciò la sua storia. -Ma questo è stato possibile solo grazie alla magia che già scorreva dentro di me. Con il tempo cominciai ad odiare questo mondo, cominciai ad odiare questo regno che stava alle regole di un mostro che non faceva altro che promettere di togliere a tutti quel che li rendeva speciali. Ogni individuo è unico e irripetibile, non possiamo togliere anche questo. Abbiamo già perso le tradizioni e la magia, non possiamo rubare la dignità della gente.- spostò il viso verso destra e sorrise in modo malinconico. -Il mio odio per il mondo mi ha ardentemente fatto desiderare di tornare cieca. Il mio compito era quello di portare la prescelta al cospetto di Opale, ma quando scoprii che Veral non riusciva a vedere bene non volevo altro che sostituire i suoi occhi con i miei. Mi dispiace molto per i problemi che vi ho causato, io davvero non sapevo che il mio stesso gioco avrebbe segnato la mia fine. Forse i palmi delle mie mani che contengono i miei unici occhi mi hanno fatto vedere anche questo, inconsciamente.

Ametista accarezzò la guancia della prescelta bagnata dalle lacrime con il dorso della propria mano. A nessuno fu chiaro come potesse sapere dove si trovava Veral ma non fiatarono.

-Sai dirci qualcosa sulla Sunhi della profezia?- chiese Blanche con un sorriso. -Dopotutto ha il tuo stesso nome.

Scosse la testa. -Nessuno di noi conosce la sua vera identità, solo Topazio e Opale sanno chi è. Ma posso assicurarvi che Sunhi è un nome molto antico che deriva dalla mia epoca, quindi se la proprietaria è viva deve essere una giovane ragazza di Zamek poiché deriva dalle passate lingue di Ziràn e di Ignogan. Il Regno dei Regni si trova in mezzo quindi sono quasi sicura che si trovi lì.

Jungkook si portò una mano al mento. -Mia madre adora questo nome. Può essere che lei sappia qualcosa a riguardo...

-Di certo non è una coincidenza.- ammise Ametista. -Ma penso che farete prima a chiedere a Topazio. Meglio non coinvolgere chi ci è più caro.- sospirò rumorosamente. -Credo di dover andare adesso. Vi ringrazio ancora infinitamente per avermi liberato.- sparì con un sorriso caldo in una forte luce bianca.

Nel bagliore si sentì qualcuno piangere in modo disperato.

Forse Sunhi era stata mandata in un posto diverso da quello che gli altri speravano.

Oppure, molto più semplicemente, dall'inferno si lamentavano di non averle mostrato l'affetto che meritava.

 

Ziràn, la prossima meta, distava un po' meno di due giorni di cammino da Luskin ed era quello il principale motivo per il quale il gruppo numeroso di eroi si era svegliato alla prima alba ed era uscito fuori dal Regno della Luce. Quello della Terra era per lo più montuoso ma, come per Karlin, la capitale era in una vasta valle protetta ulteriormente dalla foresta circolare appena sotto gli alti monti. La regione era cosparsa di boschi e selve, Namjoon poteva scorgere da lontano le fronde degli alberi illuminati dai raggi del sole.

Il viaggio non era stato troppo complesso o faticoso ma il tramonto arrivò prima di quanto potessero sperare e la notte in territorio della Terra avrebbe portato i lupi, animali più o meno comuni al confine e la loro posizione di certo non aiutava. Decisero di accamparsi e riprendere il viaggio il giorno seguente, dividendosi per cercare legna secca per il fuoco. Non sarebbe dovuto essere difficile dopotutto.

-È da un po' che non ci capita di stare da soli.- cominciò Jungkook con un sorriso sincero. -Avevo bisogno di parlarti.

Veral si girò per guardarlo qualche secondo e poggiò una parte di un ramo spezzato tra le braccia del principe. -Sono qui, vi ascolto.- gli diede le spalle e ricominciò a cercare mentre lui la seguiva.

-Ieri hai chiesto ad Ametista perché mi avesse coinvolto.- fece una pausa breve per prendere fiato. -Ma non ti ho mai detto del mio sogno ricorrente.

La ragazza non sapeva se avesse il permesso di parlare o meno, sembrava quasi che volesse discolparsi e che non vedesse l'ora di farlo. -Non mi riferivo a quello.- ripose un altro ramo con gli altri. -Come avete detto voi, io non lo sapevo.

Jungkook deglutì a fatica.

-Ametista è stata ferita da Smeraldo. Il fatto che voglia vederci insieme più di quanto lo vogliamo noi è triste.- continuò dandogli le spalle. -Ma voi ne siete a conoscenza: i miei sentimenti per voi sono sinceri ma senza alcuna pretesa. Vi amo per il gusto di amare, in modo differente dalle altre fanciulle che potranno mai invaghirsi di voi. Non sono innamorata del principe di Zamek divenuto leggenda per il valore delle sue azioni, ma dell'animo impacciato e gentile sotto quella maschera di regalità.

Un rumore leggero di legna caduta si fece spazio tra la radura al di fuori della foresta. Nessuno gli aveva mai riservato quelle parole, voleva correre ed abbracciarla, stringerla a se e non lasciarla andare mai. Ma una mano sulla spalla lo fermò e quando si girò vide il volto cupo di Hoseok, Yoongi poco lontano. Veral avanzò da sola e il principe si girò di malavoglia, dandole le spalle, seguendo i due uomini nella direzione opposta.

-Cosa c'è di così importante?- chiese con tonto scocciato.

-Hobi deve dirci una cosa.- cominciò il re. -E deve farlo da un po' di tempo, quindi chiudi la bocca e ascolta, ragazzino.

Jungkook incrociò le braccia e vide il Guardiano chiudere gli occhi lentamente, come se quello che stava per dire fosse davvero di vitale importanza ma anche triste e difficile da pronunciare. -Sentite.- cominciò con un sospiro. -C'è una cosa fondamentale che voi non sapete.- li guardò negli occhi entrambi per un poco. -Ho voluto che foste voi i primi a saperlo perché vi reputo i più pacati del gruppo e se devo essere onesto non so come reagirebbero Seokjin e Kerasi.

-Jung Hoseok.- lo chiamò Yoongi assottigliando lo sguardo. -Parla.

-Namjoon è un imbroglione.- strinse i pugni e girò lo sguardo dall'altra parte. -Ha fatto il doppio gioco per tutto il tempo: estraeva le informazioni dei nostri spostamenti e le passava ai Jawahrat mentre dormivamo. Il suo scopo è quello di portare Veral fino a Vimana e di consegnarla a Topazio.

Il respiro del re si fece più pesante. -Tsk! Lo avevo detto che quell'idiota era un generale poco fedele.- cercò di spingere Jungkook, ma il ragazzo rimase fermo. -E tu come diavolo hai fatto a non accorgerti di niente? Namjoon non era il tuo punto di riferimento o qualcosa del genere?

Il principe rimase in silenzio. Ripensò a tutte quelle volte in cui Namjoon aveva provato a fargli cambiare idea, tutte le volte che aveva provato a farlo tornare a palazzo, ripensò a Smeraldo che lo aveva riconosciuto e alla sua insistenza nel voler essere il leader della missione. All'improvviso ricordò l'accordo fatto con lui: Namjoon non era mai stato innamorato di Veral, quella era solo una copertura per un piano molto più grande e oscuro. Yoongi aveva ragione, come aveva potuto essere così cieco? Lui ammirava Namjoon, per lui era un modello da imitare, una ragione per andare avanti. Ma quella persona che aveva voltato le spalle a lui e al popolo che giurò di servire per tutta la vita non era il generale, non era l'amico che Jungkook aveva considerato importante fin dal primo giorno.

-Mi auguro che tu abbia avuto una ragione per tenerlo nascosto fino ad ora, Hobi.- lo rimproverò il maggiore.

Il Guardiano annuì. -Anche se non sembra così, Namjoon l'ha fatto per proteggere qualcuno, qualcuno che ama più di quanto lui potrà mai chiedere. Non si tratta di un'amore carnale, sembra quasi un sentimento...- si bloccò per un attimo. -...Innocente. Chi sia la ragione del suo tradimento i miei poteri non mi consentono di vederlo, ma sono convinto che sia qualcuno di molto importante per lui, qualcuno per cui è pronto a rischiare la vita.

-Non mi interessa se quell'idiota è innamorato.- ammise il biondo. -Potrebbe anche aver salvato il mondo ma non può permettersi di infiltrarsi qui come spia e volere anche il ruolo di leader.

Jungkook gli poggiò una mano sulla spalla, nonostante fosse più piccolo era notevolmente più alto di lui. -Sono d'accordo con te, ma dobbiamo mantenere la calma. Io mi fidavo di Namjoon, scoprire di sbagliarmi è un duro colpo anche per me.

Il re si scostò. -Voi restate qui.

-Yoongi, non puoi affrontarlo da solo!- provò Hoseok senza ottenere risultati. Il re si era allontanato e gli altri due erano rimasti da soli.

Il Guardiano si scusò con Jungkook per non averlo fatto presente prima, ma l'altro gli rispose con un sorriso triste di non preoccuparsi. Solo in un secondo momento si rese conto di essere davvero una persona buona e che il suo amico più fidato se ne era approfittato da tempo senza che lui si accorgesse di nulla.

  
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