Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |      
Autore: Sia_    06/12/2020    6 recensioni
Gli sorrise, colpevole di aver pensato similmente che non ci potessero essere possibilità: Aragorn era così concreto, ma allo stesso tempo le sfuggiva, ne delineava lo spirito, ne percepiva il colore, ma era ugualmente difficile comprenderlo. Eppure lo amava, ogni secondo, ogni attimo, ogni respiro. Contro ogni contraddizione, contro ogni regola: Aragorn le aveva rubato il cuore in silenzio, senza prometterle niente.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Arwen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Oltre il tempo
 

Seguì quella figura con gli occhi, come per accertarsi che non fosse un sogno, ma che fosse invece reale e viva. Nemmeno lo sguardo fu capace di dirglielo, in verità: Arwen era sempre un miraggio, presente, passato e futuro scorrevano e si mischiavano in lei in modo così veloce che non era mai stato capace di afferrarli. Se lo era chiesto innumerevoli volte, dopo il loro primo incontro, se sarebbe mai stato in grado di afferrare almeno lei – le sue labbra, i suoi capelli, la sua anima. 

Gli sorrise, colpevole di aver pensato similmente che non ci potessero essere possibilità: Aragorn era così concreto, ma allo stesso tempo le sfuggiva, ne delineava lo spirito, ne percepiva il colore, ma era ugualmente difficile comprenderlo. Eppure lo amava, ogni secondo, ogni attimo, ogni respiro. Contro ogni contraddizione, contro ogni regola: Aragorn le aveva rubato il cuore in silenzio, senza prometterle apparentemente niente all'inizio. 

Le sfiorò una ciocca di capelli e d’improvviso l’aria si riempì di odore di fiori; tentò di parlare, ma quando gli occhi di Arwen trovarono i suoi, sparirono i discorsi che si era tenuto dentro. Non serviva dirle che gli era mancata, bastava uno sguardo per raccontare quante volte i suoi pensieri l’avevano immaginata, quante volte le sue labbra avevano cantato di lei, quante volte aveva creduto che quella distanza fosse troppa. 

“Estel,” sussurrò appena l’elfa, accarezzandogli il viso, “pensavo che questo giorno non sarebbe mai arrivato.” 

“Neanche io.” Le diede ragione, appoggiando la mano sulla sua: così piccola, sembrava tremendamente fragile – mai giudizio sarebbe potuto essere più sbagliato, Arwen era miraggio, ma anche forza e coraggio, “Ho contato le ore.” 

Era una confessione dalle sfumature rosacee, le scaldò l’animo: persino Gran Burrone prese un nuovo colore e si riempì anch'esso di un inteso profumo di fiori. L'uomo non aveva mai visto il regno luccicare in quel modo, neanche nelle notti di luna piena, neanche quando l’alba saliva dietro ai monti e lui s’arrampicava sugli alberi più alti della valle. 

Arwen si alzò sulle punte dei piedi, lasciandoli un veloce bacio sulle labbra: l’ennesima firma che si possedevano l’uno con l’altro, era un legame talmente forte da oltrepassare il tempo. Fu come ricominciare a vivere ed imparare a camminare per la prima volta. 

“Non smetterò mai di contarle” le disse, guardandola poi in silenzio per qualche secondo, cercando il coraggio di mettere in parola i suoi pensieri, “Anche se non dovessimo vederci mai più, continuerò a contarle fino a quando smetterò di respirare.”  

Si allontanò da lui di scatto, “Cosa vuoi dire?” 

“Se non tornassi… ” provò a parlare, ma l’immagine di Arwen ad aspettarlo per l'eternità gli strinse il cuore in una morsa – era anche l’idea di saperla triste che lo devastava, che gli rendeva impossibile continuare ad amarla senza colpe. Avrebbe preferito che fosse libera dalla promessa, che smettesse di essere sua pur di non legarla ad una vita senza futuro.

“Tornerai.” 

“Anche se tornassi, arriverà il giorno in cui sarà impossibile per me essere al tuo fianco.” le prese il viso tra le mani, appoggiando la propria fronte a quella dell’elfa, “Non posso sopportare l’idea di lasciarti contare per sempre.” 

“Te l’ho già detto, ho scelto te.” gli ricordò a bassa voce, “Non ho intenzione di smettere di amarti.” vi era una disarmante convinzione nei suoi occhi, che costrinse Aragorn ad allontanare lo sguardo. Si limitò ad abbracciarla, nell’effimera speranza di portare con sé un ricordo vivo, tangibile di quell’amore. 

 

𝝑

 

Aragorn non tornò, fu lei a raggiungerlo alla fine della guerra. 

Si rese immediatamente conto di quanto si diventasse dipendenti dal tempo, in un viaggio in cui la meta era l’altra metà dell’anima. Si erano promessi così tanti anni prima, che l’idea di dover attendere ancora così poco non avrebbe dovuto rappresentare un problema. Fu invece devastante: l’alba, l’erba, il suono dell’acqua, del vento, la luce del sole ricordavano lui; Aragorn era ogni cosa e non era niente, diventò un miraggio. Solo il calore della sua mano e la luce nei suoi occhi furono in grado di convincerla di una nuova realtà, in cui lei e lui potevamo semplicemente essere. 

“Le ho contate.” gli confessò una mattina, qualche giorno dopo il suo arrivo. Gli si avvicinò, appoggiando il petto alla sua schiena nuda, “Ogni singola ora che mi ha separato da te.” 

“Non servirà più.” 

“No.” confermò, baciandogli la pelle calda, “Mai più.” 

 

Sbagliò lei.

Sbagliò lui.

Arwen era destinata a contare ancora, portando con sé il ricordo di un’eternità passata nelle braccia dell’uomo amato.

Contò le ore di un anno intero.

Contò ed ogni ora era un pezzo di cuore che veniva divorato.

Contò le ore di un anno intero.

Poi, non contò più.
 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Sia_