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Autore: _Selenophile_    07/12/2020    1 recensioni
[erkenci kus]
[erkenci kus]Una ragazza dagli occhi ambra,Serena Monteforti,dopo un anno e mezzo a Londra,decide di ritornare nel paese universitario dove tutto è cominciato per affrontare i suoi demoni e riprendere in mano la sua vita.
Profondamente cambiata dal suo passato e da quello che è successo, non sa che è in arrivo per lei una sferzata di vita, totalmente inaspettata in un periodo come quello,in cui tutto era assopito e,quasi,dimenticato.
Un gruppo di ragazzi come tanti, che ha sogni,speranze, che lotta per emergere e per rimanere a galla. Un gruppo di ragazzi un po'strani e svampiti,che partorisce idee.
E un'idea,buttata lì un giorno di Ottobre, tra un aperitivo e una sigaretta.
Tutto questo causerà una tempesta violenta, dirompente e perfetta, da cui tutti usciranno diversi,cambiati.
Perchè un aquilone si alza solo con il vento contrario.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo che il giorno della finale in casa si respirava un’atmosfera strana.
Passai l’alba di quella mattina fumando in balcone,provando una sensazione psichica inspiegabile che mi si era insinuata sottopelle, rimanendoci fino alla fine della giornata.
Era la sensazione di chi inconsciamente sa che da lì a qualche ora avrebbe visto il suo mondo ribaltarsi.
 
«Abbiamo spaccato,raga!» Mercorelli era un fascio di nervi ed ansia mentre scendevamo dal palco.
Eravamo arrivati a Roma in tarda mattinata ed avevamo finito il turno per il sound-check.Dopo pranzo avremmo dovuto prepararci per la serata live.
«Sì. Anche quando abbiamo provato la canzone finale..» gli fece eco Victor «..non male per averla provata due giorni fa.»
«Infatti.» Mercorelli mi guardò con uno sguardo carico di rimprovero «Potevi pensarci prima a farci vedere il testo!»
Scossi le spalle senza rispondere mentre prendevo in mano il telefono. Nessuno mi aveva cercato.
«Niente,eh?!» Daniele si portò al mio fianco.
«No.Tu?»
«Neanche.» il mio amico scosse la testa «Spero davvero che non abbia fatto quello che penso.»
Andrea era sparito da giorni.Erano sparite anche le valigie.Non era rimasto niente.
L’ipotesi più accreditata era che fosse tornato in piattaforma.Se così fosse stato,mi sarei sentita doppiamente delusa.
Non avevo avuto la presunzione di trattenerlo con il mio discorso,anche se la speranza era molto forte;però pensavo di meritare almeno un ultimo sguardo.
Io,lui e gli altri ne avevamo passate tante,avevamo condiviso in breve tempo avvenimenti che altre persone condividevano in anni di vita,almeno un addio poteva concedercelo. Poteva concedermelo.
«Allora,guaglioni…» Francesca,la costumista napoletana, ci placcò quasi all’ingresso del nostro camerino «..ricordatevi che alle cinque dovete andare in sala tre per farvi truccare e pettinare.Miraccomando!»
«Ma come?!» Joan le lanciò uno sguardo ammiccante «Io sono già carino.Non ho bisogno del trucco.»
La ragazza si portò indietro i lunghi capelli mori,esasperata.Da quando eravamo arrivati,Joan non faceva altro che scherzarci.Victor diede un a sberla sulla nuca del mio amico.
«Uh marò..!» esclamò la ragazza ridendo.
«Ahi..» si lamentò Joan.
«Se ci fosse stata Sofia..» cominciò il mio amico biondo.
«..se ci fosse stata Sofia avrebbe preso le sue palle e le avrebbe usate come battiporta!» concluse Mercorelli.
«Oddio..»Francesca sgranò gli occhi neri «…siete splatter,eh?!..mi state facendo perdere tempo..devo andare.Il pranzo lo trovate sul tavolo.»
 
«Quindi il punteggio finale sarà dato per il cinquanta percento dal televoto e per il cinquanta percento dalla giuria presente in sala?»
Dal bagno del camerino sentivo i miei amici chiacchierare riguardo la serata.
«Sembra di stare a Sanremo!» commentò Victor.
«A proposito,le ragazze sono ancora in hotel. I cancelli saranno aperti alle sette.» ci informò Daniele.
Lasciai perdere i ragazzi e mi specchiai:per quella serata avevo scelto un vestito nero con trasparenze e più strati di tulle.I polsini,il colletto e la cintura erano in velluto;mentre dal petto alla coscia sinistra si dipartivano grandi fiori viola.
Le truccatrici avevano optato per un trucco che mettesse in evidenza lo sguardo e dei capelli dalle onde selvagge.Mi sentivo davvero bella.
Quando uscii,gli altri si ammutolirono all’istante.Guardai tutti con aria interrogativa,fortuna che mi sentivo bella!

«Beh?!» chiesi cercando di infilarmi gli anfibi.
«No..è che..» Victor sembrava in difficoltà «…cazzo che figa,Sere!»
Mi strinsi nelle spalle,imbarazzata.Non mi piaceva ricevere complimenti.
«Penso che Andrea se ti vedesse si pentirebbe immediatamente di averti lasciata!» si complimentò Daniele.
L’accenno al mio ex fece cadere una pesante nube di tristezza e risentimento.Mancava a tutti.
Ma a me mancava come l’aria.
«Vabbè,sticazzi!» trillò Joan gaio «Lui sta là in mezzo ai piranha.Noi ce la spassiamo qui a Roma.»
«Punto uno:i piranha non si trovano in Medio Oriente.» puntualizzò Daniele «Punto due:stiamo facendo  tutto tranne che spassarcela.Punto tre..»
«Aaaaaaaaah!» lo interruppe Mercorelli «…mancano poche ore alla finale!Basta cazzeggiare!Gesù, che ansia!»
 
Mancavano due gruppi alla nostra esibizione e la tensione cominciava a crescere. Nessuno di noi parlava,ognuno perso nei propri meandri.
Per la prima volta anche io stavo pensando a qualcos’altro che non fosse Andrea.
Eravamo alle battute finali.A prescindere da come sarebbe andata,nessuno di noi sarebbe stato lo stesso dopo quell’esperienza.
«Avete sentito,ragazzi,la giuria è composta dai CEO delle tre major che hanno organizzato il concorso e da Skin..»
Marisa,una solista di origine abruzzese,approfittava dell’atmosfera per fare un po’di gossip.
«Sì.» le fece eco Mercorelli « Skin canterà la sigla della serie tv che verrà composta dal vincitore.»
Si passò una mano tra i capelli corvini.Era molto carino con gli anfibi neri ed il jeans strappato.La maglia bianca gli scendeva sulla spalla,e andava a coprire le nocche della mano sinistra.
Contrariamente alle altre volte,aveva indossato accessori di ogni genere con borchie e catene.
«Posso chiederti una cosa?» la ragazza mi si avvicinò con aria complice.
«Dimmi..»
«Per caso il biondino è fidanzato?»
«Ma chi,Victor?»
L’altra annuì con i capelli color grano che svolazzavano.
Mi voltai verso il mio amico.Effettivamente attirava l’attenzione con la chioma bionda scompigliata e gli anelli in metallo.Aveva optato per un look total black,con anfibi e pantaloni in pelle, e il gilet anch’esso in pelle lasciato aperto sul petto nudo.
Sorrisi immaginando la reazione di Elisa.«Sì. Ed è anche molto innamorato della sua fidanzata!»
«Ma che peccato!» protestò l’altra.
Il gruppo scese dal palco interrompendo i nostri pettegolezzi.Un’altra esibizione e sarebbe toccato a noi.
«Giuro che mi sto sentendo male!»Mercorelli si accasciò sulla sedia.
«Per carità,amigo! Rimanda il malore a dopo l’esibizione,por Dios
«Ma posso decidere quando sentirmi male?!» sbraitò l’altro.
«Ovvio che no!» rispose il mio amico colombiano.
Joan indossava una canottiera bianca smanicata sopra la t-shirt grigia come il jeans. I capelli erano spettinati ed aveva preso da Andrea la tendenza ad indossare bandane attorno alla caviglia ed al collo.
Avevo sempre più la conferma che lui avesse segnato tutti noi.
Scossi la testa.Dovevo rimanere lucida,almeno in quel momento.
Mi avvicinai a Daniele,che mi fece un sorriso tirato. «Agitata,eh?»
Annuii abbracciandolo. Lui si era mantenuto sul classico,indossando un pantalone nero ed una camicia borgogna a cui aveva arrotolato le maniche.
La mia attenzione fu catturata da una collana che spesso avevo visto al collo di Andrea. Era in acciaio con un ciondolo a forma di timone,un timone da marinaio.
Il mio amico lo notò.«Tu cerchi di convincerlo a tornare usando la tua voce.Io non ho questo dono,quindi mi adatto di conseguenza.»
«Che vuoi dire?!» gli chiesi aggrottando le sopracciglia.
«Hai proposto a tutti di portare Silver due giorni prima della finale. Anche se non te l’abbiamo detto,abbiamo capito tutti il perché;come abbiamo capito a chi è riferito..»
Il cuore perse un battito.Mi strinsi nelle spalle;ormai non aveva senso neanche tentare di nascondere le mie intenzioni.
«Spero solo che serva a qualcosa..» mormorai.
«Anche io,Sere.» l’altro sospirò «Anche io.»
L’applauso scrosciante ci informò che il gruppo aveva finito e che sarebbe stato il nostro turno.
«Cazzo..» fu l’unica cosa che riuscimmo a dire mentre un operatore ci faceva segno di prepararci.
 
«E ora..» la presentatrice ci annunciò «..una piacevole scoperta di questi ultimi mesi,pensate che nessuno di loro ha un passato musicale alle spalle.Un gruppo formatosi tra una lezione universitaria ed un aperitivo.Signori..» la donna prese un sospiro «..accogliamo i Black Leather Jackets
Salimmo sul palco cercando di sorridere,ma mi sentivo pallida sotto quelle luci abbaglianti. Mi aggrappai al microfono come se il pavimento potesse aprirsi da un momento all’altro.
Ci scambiammo una rapida occhiata di incoraggiamento e la chitarra di Daniele cominciò a suonare le prime note.
Avvenne la magia nel momento in cui cominciai a cantare.
Ancora una volta ci inserimmo l’un l’altro in quella struttura che era la nostra band musicale,ma prima ancora,il nostro rapporto di amicizia.
Durante l’esibizione, ognuno di noi si concatenò all’altro formando una corda talmente stretta da sembrare la corda di un marinaio.Ognuno di noi trovò il giusto posto reciprocamente,dimostrando di essere nati esattamente per quello:suonare insieme,stare insieme,vivere insieme.
Il secondo brano terminò e ci preparammo all’ultimo,il più importante:ci preparammo a suonare Silver.
Ci fu un attimo di silenzio.Sentivo chiaramente la nostra tensione scavare a forza nei meandri più duri della nostra psiche e dei nostri sentimenti.
Le prime noti del basso di Victor cominciarono a sentirsi,mentre le luci si abbassarrono all’avanzare della batteria di Joan. Mercorelli mosse le dita sulle tastiere unendo anche la chitarra di Daniele.
La melodia ricordava quella di una battaglia.
La mia voce intonò le parole che io avevo scritto per lui.Raccontai in una canzone la nostra storia.
Raccontai la storia di una ragazza dagli occhi ambra e di un ragazzo così forte da sembrare argento. Ma,proprio quest’ultimo,così duttile e malleabrile,capace di modificarsi anche solo con un battito d’ali di farfalla.
Raccontai di questo muro umano,un muro umano fatto di creta,così imponente ma così delicato da essere buttato giù dal tocco di una margherita.
Raccontai di questo gigante che era stato cambiato da quella margherita.
Raccontai di me,di lui e del nostro amore.
All’improvviso,le tastiere di Mercorelli e la mia voce si bloccarono.La batteria di Joan passò in sordina,continuando comunque a essere percepita,mentre il basso e la chitarra continuarono a rincorrersi e ad intrecciarsi tra loro in una melodia sempre più incalzante e rapida. Le luci si spensero e due occhi di bue puntarono sui miei due amici che erano concentratissimi a non sbagliare neanche una nota.
Il suono dei piatti di Joan si fece più nitido,mentre ricominciarono a sentirsi le tastiere di Mercorelli.
Tutti gli strumenti si unirono in un climax ascendente finchè il tamburo della batteria non si sentì chiaramente nell’esatto momento in cui riesplosero le luci.
Il basso di Victor e la chitarra di Daniele sfumarono e la mia voce ritornò più forte e potente di prima,cantando completamente senza accompagnamento musicale l’ultima strofa di quella canzone che per tutti noi rappresentava più di un componimento in strofe.
L’applauso del pubblico fu scrosciante ed inaspettato.
Era finita.Ce l’avevamo fatta.
 
«Raga,ho l’adrenalina a palla!»
«Ancora?!» chiese Joan.
Da quando avevamo smesso di suonare,Mercorelli non riusciva a stare fermo.Suonava qualsiasi cosa avesse a tiro,ballava,saltava e sbraitava nel camerino.
«Merco,calma!» lo rimproverai ridendo.
«È un’ora che sta facendo così.Poi quando si tratta di pulire casa non riesce a tirarsi su dal letto!» lo botolò Victor.
«A proposito..» Daniele guardò l’orologio «..dovremmo quasi esserci!»
Bussarono alla porta ed un operatore ci invitò ad uscire dal camerino.
 
Sul palco,ascoltammo il discorso dei vari CEO delle tre etichette discografiche. Dopo fu la volta di Skin che si congratulò con tutti gli artisti in gara e si disse onorata di aver giudicato una gara così piena di talento.
Si disse anche onorata di collaborare con chiunque tra noi avrebbe vinto il concorso.
Fu un’emozione fortissima averla a due metri di distanza. Dal vivo era bellissima e provocante. Nell’intermezzo si era esibita dimostrando la grinta che la contraddistingueva. Mi sarebbe bastata essere anche solo un’unghia di quella donna.
 
La busta che decretava il vincitore fu accompagnata da un rullo di tamburi.La presentatrice la aprì e lesse il nome all’interno.
«Dunque…» cominciò «Con un punteggio medio di 8.6 e un’indice di gradimento della giuria popolare dell’ottantasei percento,i vincitori di SingLouder sono…»
L’ansia cominciò ad impossessarsi di noi.Sentivo i rulli di tamburi che non facevano altro che aumentare la nostra agitazione e la nostra emotività.
«…i Black Leather Jackets!»
Il nome della mia band non mi era mai sembrato così bello e melodioso come in quel momento.
Coriandoli dorati e la musica dei Queen impazzarono per tutto l’Auditorium.Circondati dall’applauso del pubblico,ci abbracciammo commossi ed emozionati.
Non dicemmo una parola,sommersi da lacrime ed emozioni di ogni tipo. Non dicemmo una parola perché tutti noi sapevamo che da quel momento in poi,le parole non sarebbero servite a nulla.
Tutto quello che provavamo in quell’istante era tutto scritto nei nostri sguardi e nei nostri abbracci. Era scritto in ognuno di noi e gridava a gran voce una verità sconcertante:da quel momento in poi,tutto ciò a cui eravamo abituati sarebbe cambiato.
 
La festa in onore dei vincitori si teneva su una delle terrazze più esclusive al centro di Roma. Dalle eleganti ringhiere bianche si poteva vedere la Basilica di San Pietro in tutta la sua maestosità. La terrazza era adornata con palme,fiori bianchi e neri. L’illuminazione era data esclusivamente dalle candele e dal cielo romano piene di stelle.
Noi eravamo arrivati in limousine,mentre le ragazze erano state portate in taxi.Eravamo riusciti a far avere loro i pass per entrare.
Al nostro arrivo la moltitudine di flash ci abbagliò,costringendoci a schermarci il viso. Qualcosa mi diceva che sembravamo cinque scemi con i vestiti eleganti,gli occhi lucidi ed i sorrisi imbarazzati.
Nel percorrere il tappeto rosso,Mercorelli quasi inciampò,venendo sorretto da Victor che,nel fermarsi per far evitare al mio amico una rovinosa caduta,fu urtato da Joan.
Sì,eravamo dei personaggi famosi un po’scemi. Ma,del resto,eravamo noi.
 
In piedi nel privè,i giornalisti ci stavano torchiando con le loro curiosità. Le mie amiche erano già alla terza bottiglia di champagne ed io le invidiavo da morire.
«Quindi..» un ragazzo mi riportò alla realtà «..musica e testi sono autobiografici.»
«Esatto.» rispose Mercorelli. Era stato nominato con un accordo silenzioso portavoce del gruppo.
Anche perché,contrariamente a come ci aspettavamo,era stato l’unico capace di reggere quella situazione completamente inaspettata.
«Quindi si tratta di un lavoro di squadra?» chiese ancora lo stesso giornalista.
«Possiamo definirla così.Anche se i testi non vengono quasi toccati..» rispose Daniele riemergendo dalla trance «..è Serena che scrive le nostre canzoni. Noi componiamo solo la musica.»
L’attenzione fu portata su di me.Proprio quello che non volevo.
«Bene,Serena..» una giornalista dagli occhiali spessi avviò il registratore «..parliamo del brano che ha spopolato,cioè Silver..»
Un brivido mi percorse il corpo,mentre il magone che avevo tenuto a bada tutto il giorno arrivò in gola.
«Deduco che il ragazzo di cui parli nella canzone esista sul serio,no?!»
Tentennai un attimo. Non volevo dare in pasto ai giornalisti la mia storia d’amore. E né volevo che loro sapessero di Andrea. Era una cosa nostra che doveva diventare tale. Non volevo nutrire gossip e cronache rosa.
Avrebbe appassito un sentimento così grande.
Non feci in tempo a dribblare la domanda,perchè due occhi scuri comparvero al di sopra della spalla della giornalista.
Scossi un attimo la testa. Il rilascio dello stress mi stava giocando brutti scherzi.
Riaprii gli occhi e quello sguardo scuro era ancora sopra la spalla della giornalista.
Non poteva essere.Andrea era in Medio Oriente.Non poteva essere lì.
Diedi uno sguardo ai ragazzi e vidi i loro visi attoniti.Avevano la stessa espressione di chi vede la propria ex all’improvviso nel bar in cui prende il caffè con la nuova fidanzata.
Riportai lo sguardo sul mio professore e lui mi fece cenno con la testa di seguirlo.
Lo feci senza indugio,piantando i ragazzi in balìa della curiosità reciproca.
 
Lo trovai appoggiato ad una balaustra esterna.Le mani nelle tasche ed una gamba piegata. Era vestito completamente in grigio e la sua bellezza era abbagliante.
Con il cuore che galoppava frenetico,mi avvicinai a lui.
«Sei  tornato.» assentii tremante.
«Non sono partito.» mi rispose.
Aggrottai le sopracciglia con aria interrogativa.Allora dove era stato tutto questo tempo?
«Sono andato alla casa al lago per schiarirmi le idee.» rispose alla mia tacita domanda.
«Ah,la casa al lago..»
Spostai lo sguardo sul manto di luci di Roma.L’ultima volta che eravamo stati,un paio di mesi prima, in quella città avevamo litigato come matti e poi avevamo passato tutta la notte e baciarci in balcone dopo aver fatto pace.
Come cambiano velocemente le cose, è proprio il caso di dirlo.
«C’era un incidente sull’autostrada,altrimenti sarei arrivato in tempo per vederti vincere.»
Scossi le spalle,cominciando a torturami gli anelli.«Non importa.»
Mi prese  delicatamente le mani.Quel contatto mi generò scariche elettriche che dallo stomaco arrivavano al cuore.
«Non voglio lasciarti.» cominciò «Hai ragione su tutto.Stavo scappando da te perché avvertivo dentro di me la potenza della nostra storia.»
Continuai a guardarlo senza capire.«Evidentemente non era così importante per te. Se hai la forza di scappare al primo problema.»
«Sì che lo è,invece!Credimi!» continuò con enfasi «Tu mi hai fatto capire cosa voglia dire amare una persona. Anche se dal carattere pessimo come il mio.»
Gli occhi mi divennero lucidi.«Sì,ma non ha senso..hai in mente di partire!»
«Non parto.Non ce la faccio senza di te..» interruppe le mie parole.
Il cuore sprofondò dalla gioia.«Davvero?!» chiesi emozionata.
«Ti ho detto già una volta che tu sei il mio porto sicuro. Sei tu casa mia.Nessun posto potrebbe farmi dimenticare di te.Tu sei il mio faro nella tempesta.La tua voce è l’unica cosa che possa rasserenarmi,il tuo bellissimo sorriso è l’unica cosa che mi faccia sentire vivo.» portò le mie braccia ad intrecciargli il collo «Con te posso crescere emotivamente.» gli occhi gli divennero lucidi «Senza saperl,ho messo il mio cuore ai tuoi piedi nel momento esatto in cui ti ho vista nel video.»
«Ma..io…» non riuscivo a connettere proprio del tutto.
«Io con te posso crescere emotivamente,lo so.» una lacrima gli scese dall’occhi sinistro.
Mi alzai sulle punte per mandarla via con un bacio,avvertendone il gusto salato,poi mi buttai su di lui baciandolo come non avevo mai fatto prima d’ora.
Ai miei piedi avevo i bagliori della capitale.Ad incorniciare quel momento avevo invece il cielo romano che scintillava come un manto diamantato.
Le luci della ribalta ormai si erano accese.
Ma la luce più bella,più grande e più luminosa, era rappresentata dall’uomo  favolisticamente bello e perfetto nella sua fragilità che mi stringeva tra le sue braccia. E che io avevo legato al cuore.
 
 
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Salve a tutte!

Parto subito con il dire che questo non è l'ultimo capitolo,perchè volevo fare cinquanta capitoli più l'epilogo.So che Efp porta un altro conteggio,ma i primi tre non contano.

Vi annuncio che nell'ultimo capitolo e nell'epilogo non scriverò le mie note. Questo perchè voglio farvi godere gli ultimi momenti prima di salutare i nostri cari amici,almeno momentaneamente...perchè ho deciso di fare il sequel della storia. Questo,però,dopo aver terminato le altre due,che approffitto per invitarvi a leggere.

Quindi,noi ci risentiremo direttamente ai ringraziamenti,dove vi dirò alcune cose.

Per i costumi dei BLJ,mi sono ispirata ai Blast,la band dell'anime Nana. Vi consiglio di vederlo perchè è davvero bello.

Non ho nient'altro da dire,anche perchè sento già le lacrime!

Vi abbraccio fortissimo!
S.
 
   
 
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