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Autore: Nike90Wyatt    08/12/2020    2 recensioni
Una lettera da Milano sconvolge la vita di Marinette Dupain-Cheng, paladina di Parigi nei panni di Ladybug e neo Guardiana della Miracle Box; una serie di circostanze, insieme ai suggerimenti dell’inseparabile Tikki e dei suoi genitori, la spingeranno a prendere una decisione che stravolgerà il suo futuro e le sue relazioni.
Intanto, Gabriel Agreste, ossessionato dalla vendetta nel nome di sua moglie Emilie, vola in Tibet, accompagnato dalla sua fedele assistente, nonché amica e complice, Nathalie Sancoeur, con un unico obiettivo: scoprire i segreti dei Miraculous che si celano tra le mura del Tempio dei Guardiani.
Genere: Azione, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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18

Marinette perse un battito. «Io… Io L-Ladybug?» Emise una risatina nervosa. «Perché mai dovresti pensare una cosa simile?»

Alessio non stava ridendo. «Lo so dal giorno che ci siamo conosciuti. Anzi, lo so anche da prima.»

Marinette arretrò fino a toccare il muro con la schiena, puntandogli l’indice contro. «Tu non puoi dire sul serio.»

«Mi odierai per questo, ma non posso più fingere di non sapere nulla. Non posso più fingere con te.»

Marinette sentì gli occhi pungere. «Non riesco a capire.»

Alessio si sedette sulla sedia. Sbuffò. «Sapevo che sarebbe stato difficile, ma non credevo fino a questo punto. Non so nemmeno da dove cominciare.» Trasse un respiro profondo. «Io sono stato mandato da te per sorvegliarti, Marinette.»

«Chi ti ha mandato?»

«I Guardiani del Tempio dei Miraculous. Quattro anni fa, ero a Berlino per una sfilata di moda. Mio padre e mia madre all’epoca mi seguivano in ogni trasferta. Furono avvicinati da un vecchio vestito in modo curioso; sembrava uno di quei santoni che si vedono nei film di arti marziali. Sul momento non ci feci caso, a quegli eventi prendono sempre parte persone da ogni parte del mondo e ogni tanto capita di incrociare qualche tizio sui generis. Quando tornammo in hotel, loro mi dissero che quel tipo voleva affidarmi un incarico di altissima responsabilità, che ero stato scelto. Io pensavo fosse uno scherzo, a mio padre sono sempre piaciuti scherzi simili, ma parlavano sul serio. Mia madre mi mostrò un ciondolo», Alessio prese tra le dita la croce che portava al collo, «lo porto ancora con me. Lo fece oscillare tre volte nella mia mano e quel vecchio apparve dal nulla, come se lo avessimo evocato. Mi disse che lui era un Guardiano di Miraculous, gioielli magici che donavano a chiunque li possedesse dei poteri straordinari. E aveva scelto me per essere un portatore.»

Marinette tirò su col naso. «Conoscevi Wang Fu?»

Alessio scosse la testa. «Mi è stato solo detto che lui fu la causa della distruzione del Tempio, decenni fa. E che grazie ad una supereroina di Parigi, che lui stesso aveva scelto, il Tempio era stato ricostruito e tutte le persone che vi abitavano riportate in vita. La supereroina si chiamava Ladybug. Tu.

«Io ero come ipnotizzato da quel vecchio: accettai senza esitare. Fui condotto in Tibet, addestrato al combattimento corpo a corpo, con e senza il potere del Miraculous, addestrato a sopravvivere al gelo, senza acqua o cibo, fino a che non ottenni il grado di Protettore del Tempio. Un onore che condividevo con un’altra persona.»

Marinette iniziò a comprendere. «Elga Storm.»

«Non siamo mai stati insieme. È come una sorella per me. Io e lei–»

«Siete Tyr e Vaegt. Toro e Bilancia.»

Alessio annuì. «Tre anni fa, il Tempio è stato attaccato. Un uomo, un portatore di Miraculous ha minacciato i Guardiani se non gli avessero rivelato i segreti dei Miraculous. Io e Elga siamo intervenuti per fermarlo, ma ho commesso un errore e l’ho scacciato prima di riuscire a strappargli il Miraculous che usava per fare del male e conseguire i suoi scopi egoistici anziché usarlo per proteggere il prossimo.»

«Chi era questo invasore?»

«Papillon.»

Marinette trasalì. «Voi avete affrontato Papillon?»

«Era uno scontro impari. Nonostante lui sia un adulto in grado di mantenere attiva la trasformazione anche dopo aver usato il suo potere, io e Elga eravamo addestrati e l’abbiamo risolta facilmente.

«In seguito a quell’attacco, il Maestro era preoccupato. Una delle Miracle Box non era custodita al tempio e i Miraculous che le appartengono erano usati nel modo sbagliato. Per riparare al mio errore, mi offrii volontario per una missione di recupero. Ma anche in questa missione ho fallito.»

«Perché ti sei rivelato per quello che sei?» chiese Marinette con acrimonia.

«No. Perché mi sono innamorato di te. Io dovevo solo assicurarmi che il tuo segreto fosse al sicuro e, al momento giusto, sottrarti Miraculous e Miracle Box per riportarli al Tempio.» Alessio deglutì, il suo sguardo si perse fuori alla finestra. «Tutto quello che ti ho detto su di noi, era vero. Non ti ho mai mentito.»

«Ma hai pensato bene di tenermi all’oscuro di tutto il resto.»

«Non ho scusanti, hai ragione. Mi sono reso conto troppo tardi che ogni passo che facevo verso di te, era un passo indietro dal mio ruolo di Protettore del Tempio. Non ho rimpianti, comunque. Lo rifarei.»

Le lacrime bagnarono le guance di Marinette. Ad un tratto, il mondo intorno a lei si era rovesciato e non si trattava più di un’akuma da sconfiggere. «Immagino che la comparsa di Elga non sia casuale.»

«No, infatti. In tre anni i Guardiani sono stati quiescenti perché non si sono più verificati disastri nel mondo, specialmente a Parigi, l’epicentro dell’oscurità.»

«Ma poi Papillon si è rifatto vivo con Chronosium.» Marinette si asciugò le lacrime con un fazzoletto. «Allora hanno mandato Elga per ricordarti ciò che dovevi fare.»

«Sai qual è la cosa più assurda?» Alessio fece un sorriso amaro. «Che lei mi capiva. Però diceva anche che la missione era più importante.»

«Dunque, cosa ti aspetti che faccia io ora? Che ti consegni gli orecchini e la Miracle Box? Che chiami anche Chat Noir affinché ti dia il suo anello? Cosa dovrei raccontargli? “Scusa Chat, ma i Guardiani pensano che noi non siamo in grado di proteggere Parigi da Papillon, quindi meglio consegnare i Miraculous e tornare alle nostre vite.”»

«No» disse Alessio, con una fermezza tale da spaventarla.

Marinette gli girò le spalle. Non ce la faceva a guardarlo negli occhi. «Sai quante volte sono stata sul punto di mollare?» Le lacrime tornarono a scorrere. «La prima volta che mi trasformai in Ladybug combinai un casino. Volevo cedere gli orecchini ad Alya, sicuramente era più adatta di me. Poi, pian piano mi sono abituata all’idea di essere una supereroina: dietro la maschera, non ero più la goffa ed imbranata Marinette, quella che bisogna chiamare un’ambulanza preventivamente perché chissà quale casino può compiere. Chat Noir mi ha sempre sostenuta, in tutto, e insieme siamo sempre riusciti a combattere Papillon, ad arrivare anche ad un passo dal togliergli il Miraculous. Finché Fu non ha dovuto sacrificare sé stesso a causa di un mio errore. Avevo mischiato la mia vita privata con quella di Ladybug. Lui ha perso per sempre i suoi ricordi e io mi sono ritrovata sul groppone il peso di dover proteggere non uno, ma tutti i Miraculous di quella stramaledetta Miracle Box.» Prese una pausa, trattenendo un singulto. «In questo momento, tu stai distruggendo una delle certezze che avevo acquisito in tutto questo tempo.»

«Non è così, Marinette. Io mi fido di te, il tuo Kwami si fida di te, altrimenti non sarebbe mai stato in grado di produrre un Kwagatama.»

Marinette scosse la testa. «Vattene Alessio. Ti prego, va via.»

Alessio annuì e si alzò tirando indietro la sedia. Si chinò per dare un ultimo bacio a Marinette sulle labbra e si diresse verso la botola. La guardò da sopra la spalla. «Il Maestro si è sempre sbagliato su una cosa.»

«Cosa?»

«Tu sei degna di essere la Guardiana dei Miraculous.» Alessio chinò il capo. «Seguirò Elga, tornerò al Tempio e restituirò il Miraculous.»

«Manderanno qualcun altro al tuo posto.»

«Probabile. Ma per allora, tu avrai già sconfitto Papillon. Ne sono certo. Addio, Marinette. Ti auguro ogni bene, te lo meriti.» E se ne andò.

 

Quella notte, faticò a prendere sonno. Si girò più volte nel letto, pianse, singhiozzò. Il pensiero di non essere mai abbastanza tornò a colpirla come una fucilata, dritta al cuore. I Guardiani del Tempio ritenevano che lei non fosse all’altezza di quel compito, che fosse solo una ragazzina che si divertiva a giocare a fare il supereroe. Aveva dovuto rinunciare a tanto pur di reggere il peso della responsabilità, ma non bastava. Non bastava mai.

Le parole di consolazione che Tikki le rivolse le sembrarono vuote.

Ne valeva la pena?

Per tre anni aveva vissuto in serenità, tranquilla e spensierata. Aveva conosciuto un ragazzo che la apprezzasse per quello che era, che l’aveva fatta maturare e diventare la persona che aveva sempre sognato di essere. Un carattere forte e deciso, mai più indecisa o impaurita prima di prendere una decisione. Aveva imparato ad accettare i fallimenti, prendendoli come sprone e come esperienza per fare sempre meglio. Ed era riuscita ad ottenere il massimo nello studio. Lei. Marinette. Non Ladybug.

In un impeto di rabbia, prese la scatola metallica che conteneva la Miracle Box e la scagliò contro il manichino accanto al divanetto. «Maledetto sia Papillon! E maledetti siano quei Guardiani!»

 

Per fortuna era Domenica. Almeno si sarebbe evitata una giornata a scuola, sotto gli occhi di tutti, a dover parlare su quanto aveva fatto Lila e sul fatto che si era fatta akumizzare ancora una volta. Magari ne avrebbe inventata un’altra per farla franca. Marinette non l’avrebbe sopportato.

Nemmeno disegnare le fu di conforto. I suoi genitori provarono a scuoterla, portandola giù nel negozio e facendola distrarre con la preparazione di dolci.

Per un po’ funzionò. La notizia che presto Nonna Gina e Leòn sarebbero venuti a farle visita le regalò il primo sorriso dopo tanti pianti.

Dopo pranzo, il cellulare squillò. Era Gabriel Agreste.

«Se non vuoi parlare con lui, non rispondere» disse Tikki.

«Magari è importante.» Marinette allargò le braccia. Rispose. «Monsieur Agreste?»

«Buon pomeriggio, Marinette. Ti chiamo per informarti che ho appena revisionato le fotografie del servizio a Montmartre e volevo confrontarmi con te su alcuni capi. Credo che occorra un ritocchino su alcuni.»

Il pensiero di dover rivedere Alessio e Elga le causò un vuoto allo stomaco. Scosse la testa. “Devi reagire, Marinette!” «Sono a sua disposizione.»

«Che ne pensi di venire qui alla villa tra mezz’ora? Ho già il materiale pronto.»

«Ci sarò.» Chiuse la chiamata.

«Sicura di voler andare dopo quello che è successo?» Tikki aveva un’espressione tirata. «Insomma dovrai analizzare foto in cui c’è–»

«Prima o poi dovrò farci comunque i conti.» Marinette si gettò sul divano. «Non avrei dovuto trattarlo in quel modo. Se non fosse stato per lui, sarei ancora in quel mondo oscuro che ha creato Lila.» Sospirò e cambiò argomento. «Gabriel Agreste mi è sembrato strano al telefono.»

«Strano come?»

«Come uno che ha appena subito un lutto. Uno che ha perso tutto il suo patrimonio.»

«Sarà lo stress. Non si è ancora del tutto ripreso dall’incidente di tre anni fa. Avrà avuto un’altra ricaduta.»

Un campanello d’allarme suonò nella testa di Marinette. «Tre anni fa… Tre anni fa… Tre anni fa» ripeté.

«Sì, è quando ha perso la memoria per l’incidente in montagna.» Tikki alzò le spalle.

«L’incidente per cui è stato portato a Chengdu.» La mente di Marinette iniziò a muovere gli ingranaggi. «Chengdu, in Cina.»

«Non ti seguo, Marinette.»

«Tre anni fa, Gabriel Agreste ha avuto un incidente in cui ha perso la memoria. Tre anni fa io sono partita per Milano, convinta di dover tornare di tanto in tanto a Parigi per combattere gli akumizzati che non si sono mai fatti vivi. Tre anni fa, Papillon ha attaccato il Tempio dei Guardiani in Tibet, che si trova molto vicino a Chengdu, ed è uscito sconfitto dal confronto con Tyr e Vaegt.»

Tikki agitò le antenne sulla testa. «Non penserai di nuovo che Gabriel Agreste e Papillon siano la stessa persona.»

«Papillon è tornato poco tempo dopo il mio ritorno a Parigi.» Marinette ignorò il commento di Tikki e proseguì il suo ragionamento. «È tornato appena una settimana dopo lo svenimento di Gabriel Agreste avvenuto sotto i miei occhi. Uno svenimento che ha avuto dopo aver visto i disegni dei vestiti ispirati a Ladybug e Chat Noir. Gabriel Agreste decide che Lila Rossi prenderà parte ad un servizio fotografico. Succede il finimondo e Lila viene akumizzata.» Scosse la testa. «Troppe coincidenze, Tikki.»

«Ti ricordo che tu stessa avevi escluso Gabriel Agreste dalla lista dei sospettati quando è stato akumizzato ed è diventato il Collezionista.»

«Lui possiede il Grimorio. Lo stesso Grimorio che il maestro Fu perse insieme ai Miraculous della Farfalla e del Pavone. Se ha trovato il libro, perché non può aver trovato anche i gioielli? Tra l’altro, Papillon ora sta facendo sfoggio di potenziamenti e fusioni. Tutte cose che ha appreso dalle traduzioni del Grimorio.» Tutto quadrava. «Non ti sembra strano che Gabriel Agreste venga akumizzato nello stesso momento in cui io inizi a sospettare di lui per la comparsa del libro sui Miraculous, un libro che appartiene a lui?»

Tikki spalancò gli occhi blu. «Pensi l’abbia fatto apposta per far cadere i sospetti?»

Marinette annuì. «Ne sono certa, ormai. Gabriel Agreste è Papillon.»

 

 

 

 

   
 
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