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Autore: afep    08/12/2020    1 recensioni
Gli stranieri non hanno vita facile a Windhelm, e la situazione è notevolmente peggiorata da quando lo Jarl ha decretato l'espulsione per chiunque non sia necessario alla comunità.
Per Elyne Augier, senza lavoro e senza più un soldo, il rischio di essere deportata di nuovo a High Rock è quanto mai alto, ma potrebbe evitarlo se solo accettasse di sposare un cittadino compiacente. E se quel cittadino fosse casualmente un Dunmer, per lei si aprirebbero le porte del Quartiere Grigio.
Genere: Guerra, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ulfric Manto della Tempesta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Proprio come Elyne aveva richiesto, Aval non si fece attendere.
Nel giro di un paio di giorni andò a cercarla per sottoporle il nome del primo uomo che aveva acconsentito a incontrarla e così, per la giovane Bretone, cominciò uno strano periodo.
Il candidato indicato da Aval si rivelò essere un altro Dunmer, proprio come la ragazza aveva tristemente immaginato.
Belyn Hlaalu la incontrò alla locanda di Nuova Gnisis, vestito di quelli che avevano tutta l'aria di essere i suoi abiti migliori. Sotto l'occhio arcigno dell'oste avevano chiacchierato a lungo, e per la prima ora Elyne era rimasta soddisfatta. Belyn possedeva una casa in città e una fattoria fuori dalle mura; era orgoglioso del proprio lavoro, guadagnava abbastanza da potersi permettere una dipendente che lo aiutasse a coltivare il suo campo e nel complesso sembrava un uomo affidabile.
Ma poi la loro conoscenza si era approfondita, e la ragazza aveva cominciato a desiderare che quell'incontro finisse presto. Il primo candidato rispondeva a tutti i punti che lei aveva richiesto, ma sembrava incapace di parlare d'altro che del proprio lavoro; Elyne provò più volte a cambiare argomento, ma tutto quello che riuscì a fare fu di sviarlo solo per pochi minuti.
Belyn era un brav'uomo, ma Elyne dubitava che avrebbe potuto sopportare un matrimonio in cui ogni parola vertesse inesorabilmente sulla crescita del grano.
Il secondo uomo propostole da Aval fu un altro Dunmer.
Malthyr Elenil viveva e lavorava alla locanda di Nuova Gnisis, dove la incontrò tre soli giorni dopo il colloquio fallito con Belyn.
Il nuovo candidato si rivelò essere un uomo dal piglio deciso, poco incline a usare termini pacati quando parlava dei Nord, di Windhelm e del quartiere in cui abitava.
Il suo disprezzo per la popolazione locale era pari solo a quello che la popolazione locale aveva per i Dunmer come lui, e pareva che l'unica cosa che lo trattenesse dal partire per Morrowind fosse la presenza del locandiere presso cui lavorava.
“Ambarys non può badare alla locanda tutto da solo.” Le ripeté un paio di volte, e quasi a conferma di quelle parole Ambarys stesso venne a disturbarli a metà serata, richiedendo l'aiuto di Malthyr per spostare una pesante cassa di vino appena arrivata.
Elyne trovò Malthyr troppo energico per i suoi gusti, mentre Malthyr trovò Elyne fin troppo tranquilla; Quando la ragazza si alzò e lui la accompagnò alla porta, furono entrambi sollevati per la fine del loro incontro.
Il terzo uomo che Aval le propose fu per la ragazza una vera sorpresa perché, anziché essere un elfo, questo si rivelò un umano esattamente come lei.
Calixto Corrium era, proprio come poteva intuirsi dal suo nome, un Imperiale trasferitosi tra i ghiacci di Skyrim.
A differenza dei candidati precedenti non volle incontrarla seduto a un tavolo, ma la invitò per una passeggiata. Per tutta la durata del loro incontro fu brillante; le parlò delle molte curiosità che custodiva nella sua casa, che aveva parzialmente trasformata in museo per quello scopo, e la intrattenne nel modo più piacevole che la ragazza avesse potuto immaginare.
Era un uomo decisamente gradevole, ma Elyne non riuscì mai a scrollarsi di dosso la sensazione che ci fosse qualcosa di stonato nel suo comportamento. Talvolta, voltandosi verso di lui per rispondere a una sua battuta, aveva scorto nei suoi occhi uno sguardo troppo attento, troppo fisso, e per tre volte lui tentò di condurla in un luogo appartato fingendo di dirigervisi per caso.
Quando la giovane Bretone riuscì a terminare quell'incontro corse immediatamente alla locanda del Focolare Accogliente, chiudendosi a chiave nella propria stanza per calmare l'agitazione inspiegabile che sentiva agitarlesi in petto.
Quando Aval giunse a cercarla per proporle un quarto uomo, era ormai stanca di quella faccenda.
Nel giro di sette giorni aveva incontrato tre candidati, e le erano parsi l'uno peggio dell'altro.
“Di questo passo mi aspetto che il prossimo mi sacrifichi sull'altare di Namira, o qualcosa del genere.” Sbottò verso il Dunmer, incrociando le braccia al petto.
“Malfidente.” Rise Aval, infilandosi le mani nelle tasche del panciotto che portava sopra una tunica di lana. “Sono sicuro che questo ti piacerà più di Calixto. In realtà non avrei dovuto presentartelo, perché è un mio amico e non voglio rischiare di perdere la sua conoscenza nel caso in cui il vostro appuntamento si rivelasse un altro buco nell'acqua. Ma giusto ieri mi ha accennato ancora al suo desiderio di trovare una moglie, io gli ho parlato di te e lui ha chiesto di incontrarti.”
“E risponde alle mie esigenze?” Lo interrogò Elyne, piantandosi i pugni sui fianchi. “Perché uno dei miei punti riguardava il buon carattere, ma l'ultimo uomo che mi hai presentato sembrava un maniaco.”
“Risponde a tutti i tuoi punti, carattere compreso.” Le assicurò Aval, divertito dalla sua indignazione. “L'incontro è per stasera, qui al Focolare Accogliente. Facci due chiacchiere e poi fammi sapere. Dopo di lui ho in mente altri due candidati.”
“Ti stai impegnando parecchio per avere il mio medaglione.” Lo punzecchiò la giovane, e per tutta risposta vide Aval rivolgerle un sorriso sornione.
“Ragazza mia, quello è solo una parte del mio pagamento. E poi, devo ammettere che sto trovando divertente vederti fallire.”


Il nuovo candidato di Aval si presentò in perfetto orario, solo un'ora dopo il tramonto.
Proprio come aveva temuto, era un altro Dunmer. Elyne lo individuò tra la folla ben prima che lui le si avvicinasse, perché erano pochi gli elfi scuri che si addentravano in quella locanda piena di Nord, e non appena si presentò non poté fare a meno di sentirsi un po' meno in apprensione.
L'amico di Aval si rilevò essere Revyn Sadri, il proprietario di un emporio in cui era possibile trovare quasi ogni genere di prodotto.
Elyne aveva già avuto modo di conoscerlo come cliente, quando era stata costretta a vendergli un anellino d'argento per ricavare qualche moneta. Ne conservava il ricordo di un uomo cortese, e fu felice quando la sua prima impressione venne confermata nel corso del loro incontro.
Revyn sembrava essere imbarazzato quanto lei per quella situazione. Si scusò per l'espediente con cui si erano incontrati, le chiese con sollecitudine se per caso Aval era stato troppo insistente, e passò il resto della serata a chiacchierare tranquillamente con lei di ogni argomento che potesse passargli per la testa.
Durante le ore che trascorsero insieme Elyne scoprì che il nuovo candidato rispondeva perfettamente a tutte le sue condizioni. Non era anziano, menomato o malato; aveva una casa a Windhelm e un impiego che gli fruttava abbastanza denaro da permettergli di vivere in ogni agio, seppur all'interno del Quartiere Grigio; era colto e di buon carattere, proprio come aveva richiesto, e sembrava intenzionato tanto quanto lei a trovare una compagna per la vita anziché un semplice ripiego.
“Con la mia attività ho raggiunto un certo benessere, e credo di essere pronto a prendere moglie.” Le disse, versandole un secondo calice di vino. “Non credo di essere esigente, ma prima di ogni altra cosa devo avvisarti: non voglio un matrimonio di facciata. Sto cercando una donna che sia disposta a dividere con me la sua vita, non solo una firma su un pezzo di carta.”
“Sono d'accordo!” Esclamò Elyne, premendosi le dita su una guancia accaldata nella speranza di lenire il rossore dovuto all'alcool. “Sto cercando un marito per necessità, ma non voglio che sia un rapporto vuoto. Se devo giurare davanti a Mara, allora voglio che il mio matrimonio sia sereno e che duri nel tempo.”
Quando fu il momento di separarsi, la giovane Bretone non poté evitare di sentirsi dispiaciuta. Le era piaciuto parlare con Revyn, che era un uomo gradevole e dotato di un certo spirito, e avrebbe voluto che il loro incontro durasse ancora qualche minuto.
Fu perciò piacevolmente sorpresa quando lui le domandò se poteva tornare a trovarla l'indomani, e mentre lo accompagnava alla porta della locanda si accordarono per una seconda chiacchierata alla medesima ora.
Il loro secondo incontro fu piacevole quanto il primo, e portò una novità che la ragazza non aveva previsto. Revyn aveva parlato seriamente quando le aveva detto di star cercando una compagna, e così fece in modo di far vertere ogni discorso sui propri difetti.
“Voglio che tu sappia esattamente cosa aspettarti da me.” Le spiegò. “E mi piacerebbe che da parte tua fossi altrettanto onesta nel rivelarmi le tue mancanze. Aval mi ha detto che ti restano poco più di una ventina di giorni, e questo tempo non è abbastanza per conoscersi nel modo consueto. Dovremo accelerare.”
Elyne si era detta d'accordo e così passarono una strana serata, discutendo i peggiori tratti dei loro caratteri.
Il terzo incontro, due sere più tardi, portò la distrazione di una passeggiata al molo. In quell'occasione Revyn le offrì il braccio, per evitarle di scivolare sulle lastre di ghiaccio del pontile, e le parlò della sua famiglia. Elyne scoprì che aveva una sorella, impiegata presso il clan Mare Crudele, e un cugino, che faceva l'oste a Solstheim, ma da parte propria non poté rivelare nulla di interessante; i suoi genitori erano morti quando lei era molto piccola, e i nonni che l'avevano cresciuta erano venuti a mancare due anni prima.
Dopo una piccola pausa i loro discorsi passarono ad argomenti meno cupi, e quando Elyne tornò alla locanda non attese che lui la invitasse nuovamente, ma lo batté sul tempo chiedendogli se potesse accompagnarla il giorno successivo all'accampamento Khajiit che era comparso fuori dalle mura, per curiosare tra le loro merci.
L'intera settimana trascorse in frequenti inviti di tenore simile, e la giovane Bretone si trovò a pensare a lui sempre più spesso, sempre più seriamente. Gli elfi non le erano mai piaciuti particolarmente; i Dunmer, soprattutto, le erano parsi sempre troppo cupi, troppo arcigni, con una strana pelle grigia e occhi rossi ancor più strani.
Revyn non era poi molto diverso dall'immagine che lei si era fatta di quella razza: il suo incarnato era scuro come la cenere che sporcava il camino, gli occhi erano fiammeggianti e l'espressione naturalmente corrucciata.
Eppure, più lo guardava e meno lo trovava impressionante. C'era, in fondo, un certo calore nel suo sguardo vermiglio, e della gentilezza nel tono con cui le si rivolgeva; e quando rideva il suo volto si illuminava, dandogli un'espressione allegra e aperta che le piaceva molto.
Più volte cercò di immaginarsi la vita al suo fianco, arrossendo quando la sua fantasia si spingeva troppo oltre, e dopo alcune notti passate a rimuginare sull'argomento decise di prendere il coraggio a due mani e parlargli seriamente.
Così, all'ottavo giorno dal loro primo incontro, Elyne mise un abito pulito, si legò con cura i capelli e uscì per andare a trovarlo.
Conosceva la strada per la Bottega dell'usato di Sadri, ma era così agitata che allungò intenzionalmente il percorso, per poter ripetere mentalmente il discorso che intendeva fargli.
Tutte le belle parole che aveva scelto con cura, però, la abbandonarono nel momento in cui entrò nell'emporio. In quel momento Revyn era dietro al banco, impegnato con un cliente, ma nel vederla entrare le rivolse un ampio sorriso in cui si mescolavano piacere e sorpresa.
“Benvenuta.” La salutò. “Accomodati. Sarò da te in un minuto.”
Elyne sorrise, ringraziando silenziosamente lo sbalzo di temperatura che le aveva colorito le guance e mascherato, così, il rossore causato dall'emozione. Dovette attendere ben più di un minuto prima che il cliente davanti al banco – un Nord dall'aria burbera e dall'accento marcato – si allontanasse; ma finalmente uscì, e Revyn poté accoglierla come si conveniva.
“Non ti aspettavo.” Le disse cordialmente. “Ma sono felice che tu sia passata. Posso fare qualcosa per te?”
“Credo di sì.” Rispose Elyne, torcendosi le mani. “Se hai un istante, vorrei parlarti del nostro... uhm...” Accordo? Affare? Come mai doveva chiamarla, quella situazione?
“Certamente.” Revyn posò le mani sul banco e aggottò la fronte. “Non devi sentirti imbarazzata. Se hai deciso di concludere la nostra conoscenza...”
“No!” Esclamò precipitosamente la ragazza, interrompendolo prima che potesse dire troppo. “No, è proprio il contrario. Ecco... stavo pensando che, se tu fossi interessato a me, non mi dispiacerebbe portare la nostra conoscenza davanti a Mara quanto prima.”
Le sue parole vennero accolte da un di profondo silenzio, ma durò solo un istante. Subito dopo l'aria attonita di Revyn lasciò il posto a un'espressione calorosa, e le sue labbra scure si schiusero nel sorriso più luminoso che gli avesse mai visto.
“Per un attimo ho creduto che volessi rifiutarmi.” Esclamò, facendo il giro del bancone per per raggiungerla. “Come potrei non essere interessato?... bene, direi che dunque è deciso. Scriverò subito al tempio di Mara a Riften.” Le assicurò, prendendole le mani tra le proprie. “Fisserò il matrimonio tra quattro giorni, cosa ne dici? È il minor tempo necessario per annunciarci al tempio e partire da Windhelm con gli invitati.”
“Cosa... invitati?” Elyne scosse il capo, confusa, ma poi ricordò che lui le aveva parlato di una sorella e allora annuì. “Certo. Quattro giorni, allora. C'è qualcosa che posso fare, nel frattempo?”
“Nulla.” Continuando a tenerla per mano, l'elfo la condusse verso una delle due porte che si aprivano sul locale centrale dell'emporio. “Dovrai solo preparare i bagagli e tenere pronto il tuo vestito preferito per la cerimonia. Non appena torneremo da Riften ti trasferirai direttamente qui con me... vieni, questo è il magazzino.”
Seguendolo incuriosita, Elyne si affacciò presto su una stanza ingombra di mobili e scaffali, su cui era allineata la merce che non veniva esposta nella bottega. Ovunque posasse lo sguardo c'erano tappeti arrotolati, ceste di vimini, pellicce d'orso, pentole di metallo e attrezzi da lavoro, ma Revyn passò davanti a tutto quello per raggiungere un cofanetto rinforzato da fasce di ferro, parzialmente nascosto dietro una pila di mantelli di lana.
Usando una chiave che portava alla cintura aprì la serratura, e non appena dischiuse il cofanetto la ragazza dovette trattenere un'esclamazione sorpresa. All'interno, ben disposti su rotoli di cotone, c'era la più grande collezione di anelli che lei avesse mai visto.
Con fare esperto Revyn pescò un anellino d'argento dal mucchio, e senza pensarci due volte glielo fece scivolare su un dito.
“Ecco a te.” le disse sorridente, mentre con il pollice le accarezzava teneramente le nocche. “Ricordo che il mese scorso venisti da me per vendermi questo anello. Dal momento che è tuo, e che presto diverrai padrona di tutto questo, credo sia giusto restituirtelo.”
Incredula per il volgersi della sua sorte Elyne osservò con gioia la fascetta argentata attorno al suo indice. Quello, insieme al medaglione, era stato l'unico lascito della sua povera nonna, e l'aveva addolorata separarsene.
Ridendo per la gioia strinse l'elfo in un rapido abbraccio, spinta dall'euforia.
Dopo tutti gli uomini presentatile da Aval, a quanto pareva il terzo Mer si era rivelato essere la scelta giusta.






 
  
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