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Autore: Aurora Barone    23/08/2009    1 recensioni
Naoki:Un'assassina su commissione, uccide solo per delle "buone ragioni", come gli strupratori, di donne che non sanno come altro fare, per non venire più perseguitate, dato che le denunce si rivelano spesso inutili.
Ma un giorno riceve una particolare commissione, uccidere un commercialista, che non ha l'aria di essere affatto un uomo tanto cattivo, anzi ha l'aria di un uomo tonto e indifeso, sembra quasi una femminuccia.
Lo ucciderà? Oppure lo terrà sottosequestro o sfocerà in lui una profonda sindrome di stoccolma?
Si innamoreranno? Oppure no? E perchè le è stato commissionato di ucciderlo, cosa ha fatto quest'uomo di tanto crudele? E come mai Naoki ha deciso di fare l'assassina? Non è un lavoro comune e semplice no?
Se volete scoprirlo leggete!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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15/03/09

Quando mi passò la sbornia e vomitai per una seconda volta, mi rimisi a dormire insieme a Naoki.

Non appena mi svegliai feci un resoconto della giornata di ieri, era partita bene quella giornata, sembravamo davvero due innamorati quando passeggiavamo in mezzo alle coppiette e Naoki era stata così dolce, poi ho rovinato tutto fraintendendo il suo comportamento,ma non se la prese più di tanto anzi mi diede un bacio.

Procedeva tutto perfettamente fino a quando non bussò quello stramaledetto campanello.

Noichi, quel nome non l' avrei dimenticato tanto facilmente, se avessi comprato una bambola vodoo di sicuro l' avrei destinata a lui.

Ma dopotutto, io e Naoki non eravamo litigati, ci eravamo in un certo senso riappacificati, nonostante fossi parecchio confuso sul nostro rapporto.

Tutt'ora non la capivo, a volte era dolce, altre volte era aggressiva, non sapevo davvero come comportarmi con lei.

Le suonò il telefono, rispose con il suo solito tono distaccato.

“Come? No, che non posso...” poi ci fu una pausa “ Ah, mi daresti dei soldi....be allora il discorso cambia...”

Udivo le sue parole, temendo che si trattasse di Noichi, oppure di qualche altro uomo che offriva soldi in cambio di sesso.

Non appena chiuse, le chiesi subito “Chi era?” con un tono di voce grave.

“Come scusa?” chiese stupita.

“Chi era?” le chiesi incominciando a innervosirmi.

“Non sono cose che dovrebbero riguardarti!” affermò indispettita.

Dopo un po' si calmò, sembrò cambiare idea sul fatto che non mi riguardasse e disse “Comunque era solo una ragazza...vuole che la ospitiamo per un po' di giorni...”

“Qui?” chiesi sconvolto.

“Si, perché?”

“ Ma questa casa fa schifo!” le risposi.

“Bada a come parli!” affermò minacciosamente.

Dopo un po' mi osservò “ Se ti faceva tanto schifo... facevi meglio a tornatene a casa tua!”

“Non intendevo offenderti...” affermai dispiaciuto.

“Non mi hai offeso...dopotutto a te non piace la casa, ma la proprietaria...” affermò beffardamente.

Arrossì e volli cambiare discorso parlando di altro, ma Naoki si accorse subito del mio imbarazzo e si mise a ridere, la lasciai fare , dopotutto era più bella quando rideva.

Dopo un po' arrivò questa strana ragazza di cui mi aveva parlato Naoki, era molto carina, cortese e allegra.

Aveva i capelli neri molto lunghi, gli occhi di un castano molto scuro e i tratti del viso erano molto delicati da sembrare quelli di una bambina.

“Ciao Kiyoskysan” affermò con dolcezza.

“Piantala di chiamarmi con questi suffissi” affermò seccata.

La ragazza non appena si accorse della mia presenza, sorrise allegramente chiedendomi chi fossi, Naoki disse che ero un suo amico di vecchia data, che si era offerta di ospitare per un paio di giorni.

“Davvero molto carino!” commentò guardandomi.

Rimasi imbarazzato da una tale affermazione, a quanto pare Naoki non era l' unica che mi ritenesse carino, stavo scoprendo di riscuotere molto successo con le ragazze!

Naoki vedendomi con quell' espressione soddisfatta disse “Non farti strane idee, lei vede in ogni uomo qualcosa di carino...”

“Ah, ma non è colpa mia, se ogni uomo dentro di se emana un fascino particolare che riesco a percepire!” disse trasognante.

“Già tu hai il potere di percepire i fascini” disse Naoki prendendola in giro.

La ragazza non accorgendosi della presa in giro annui,mentre Naoki si decise a cambiare discorso chiedendole come mai avesse chiesto la sua ospitalità.

Lei ci spiegò che il ragazzo con la quale conviveva l' aveva buttata fuori di casa, essendo stanco dei tradimenti di lei.

Naoki non sembrò stupita dalla notizia e disse “Ma possibile che non la smetti mai di tradire i tuoi uomini con altri?”

La ragazza disse sorridendo “Non è colpa mia... se sono tutti così affascinanti...non posso fare a meno dei loro fascini...”

Naoki la guardava come se fosse una malata di mente, in effetti non sembrava starci tanto con la testa perciò non aveva tutti i torti.

“Tu sei una ninfomane” disse Naoki senza troppi giri di parole.

Lei la guardò pensierosa dicendo “ può essere...ma se è così tu soffri di androfobia”

“Più che paura per gli uomini...io penso che la mia sia intolleranza” affermò Naoki tranquillamente.

”Già direi, una forte intolleranza” affermai pronto a punzecchiarla, non sapevo neppure io perché mi comportassi in quel modo, non era da me, anzi a pensarci bene lo sapevo, ero ancora infastidito dal suo tradimento con Noichi e dal nostro rapporto incerto.

Naoki non cedette affatto alla provocazione, sembrava non considerarmi affatto, ma nonostante tutto, continuai imperterrito.

Quando Naoki rifece la morale, mettendo in luce quanto fosse sbagliato tradire, io mi apprestai a dire “Già sbagliatissimo,ma alla fine...si finisce per farlo per qualche strana ragione...”

Naoki mi guardò con disappunto, sapeva perfettamente che le mie parole fossero allusive a ciò che avesse fatto con Noichi, così affermò “ Si tradisce quando ci si impegna con qualcuno... “

La ragazza guardò tutti e due interrogativa, mentre io mi arrendevo di fronte la verità che Naoki mi aveva sbattuto in faccia ovvero non c'era stato alcun tradimento.

Assunsi un espressione seccata e sbuffai per il resto della giornata, nonostante fossi in bella compagnia.

Quella ragazza, Naimi questo era il suo nome, non faceva altro che darmi a parlare, sembrava davvero interessata a me e non mi toglieva gli occhi di dosso.

Io le davo retta con la speranza di suscitare in Naoki qualche reazione di gelosia, lei ci guardò e poi mi chiamo in privato, forse ero davvero riuscito nell' intento pensai soddisfatto.

“Senti io devo uscire...quindi mi raccomando stai attenti ai Yakuza... inoltre Naimi non sa che faccio l' assassina quindi stai attento a quello che dici...”

“Tutto qui?” chiesi deluso.

“E divertiti con Naimi” affermò ridendo maliziosamente.

Quella frase era l' ultima che avrei voluto sentirmi dire e lei l' aveva detta, non ci potevo credere che fosse così insensibile ai miei sentimenti.

“Aspetta...dove stai andando?” dissi fermandola.

“Vado da un cliente...” affermò.

“Ma se volessi venire con te...” affermai incerto.

“Non puoi, è meglio non lasciare Naimi da sola...”

“D' accordo” affermai scocciato.

“Non capisco perché tu debba essere scocciato, ti lascio con una bella ragazza da scoparti e hai da ridire?”

“E se non fossi interessato...” affermai ribattendo.

“Tu sei gay!” si apprestò a rispondere.

“No, lo sai che non è così!” esclamai furente.

“Senti il mio cliente mi sta aspettando perciò io vado...” disse tagliando corto.

Se ne andò lasciandomi, si in bella compagnia, ma purtroppo Naimi non mi interessava, anche se mi sforzassi di farmela piacere non ci riuscivo.

Mi soffermai più volte sulla sua esile figura, era decisamente più bella di Naoki, si vestiva e truccava meglio, aveva un portamento perfetto eppure il mio cuore per lei non riusciva a battere nonostante lo volessi con tutto me stesso almeno per quella giornata.

Mi resi conto, che sapeva anche fare dei discorsi interessanti, ma nonostante tutto non avevo alcun interesse a comunicare con lei, avevo la testa altrove.

Naimi sembrò rendersene conto, così non appena il mio interesse calava, lei fece una cosa molto triste:chinò lievemente il busto per lasciar intravedere il seno dalla sua scollatura.

Era l' unica cosa che potesse destare in me interesse, ma cercavo comunque di reprimere questo mio triste interesse verso di lei.

Se non altro avevamo qualcosa in comune eravamo tutti e due tristi, lei compieva gesti tristi per suscitare il mio interesse ed io avevo un triste interesse nei suoi confronti.

“Lei ti piace!” affermò Naimi.

Aveva colto nel segno, ma feci finta di non capire di cosa stesse parlando, così le chiesi “Lei chi?”

“Naoki chi se no!”rispose stizzita.

“Ti stai sbagliando...” affermai negando l' evidenza.

Più che altro mi seccava dover parlare ad un'estranea dei miei sentimenti non corrisposti, sopratutto parlarne ad una come lei, non avrebbe mai potuto capirmi.

Lei che cambiava un uomo dopo l' altro attirata da questa corrente di fascini, una così cosa poteva capirne dell' amore pensai scettico.

“Comunque non sei da biasimare, Naoki è davvero affascinante...ha quel fascino misterioso...poi è così rozza,sgraziata, aggressiva, diretta e molto mascolina... tutto ciò la rende incredibilmente affascinante!”

Ma che cosa poteva esservi di affascinante in quell' accostamento di difetti non si sapeva, fatto sta che lei ne parlasse estasiata, tanto da farmi innervosire, sembrava non avesse capito un H di Naoki.

Le sue opinioni erano date dall' apparenza, non conosceva Naoki come la conoscevo io. Non conosceva la sua sensibilità, la sua dolcezza, la sua ironia, la sua sincerità,la sua spontaneità ,quel modo tutto suo di sorridere, anche nelle circostanze più brutte cercando di non lasciarsi assopire dalla tristezza.

Ah, ma perché doveva sempre finire così...io e un amore corrisposto questo doveva per sempre essere l' epilogo della mia vita?

Mi trovai vicino alle labbra di Naimi, senza neppure essermene accorto,mi scostai da lei confuso.

Ma lei sapeva essere molto persuasiva, con la sua quarta di seno che si intravedeva dalla maglietta e quella sua voce dolciastra.

“Perchè Banjokun?forse non ti piaccio?”chiese ingenuamente.

“No, sei molto carina...però la mia testa è altrove...”

“Non vedo quale sia il problema...” affermò sorridendo calorosamente.

“Ma non sarebbe bello...pensare ad un'altra donna mentre ti bacio...” affermai.

“Sei davvero molto dolce...ma per me non ha alcuna importanza”

Si riavvicinò a me, toccandomi il petto per poi spostare le mani più giù.

Quel gesto mi fece pensare a Naoki, lo aveva fatto pure lei, però il tocco di Naimi era così diverso, non procurava in me alcun battito del cuore, ma soltanto piacere fisico.

Fermai in tempo la sue mani, ma Naimi continuava ad insistere fino a che non finì per innervosirmi.

“Non posso!” le urlai contro, mentre continuava a persuadermi con le moine.

“Ma che razza di uomo sei!” mi gridò contro.

Anche Naoki l' aveva detto “Che razza di uomo sei?”.

Avevano ragione loro, non era molto virile:non fare scopate prive di sentimento , ma ero fatto così, ero un vero sentimentale.

Naimi rimase terribilmente offesa dal mio rifiuto e disse “ Nessun uomo mi ha mai rifiutata...”

“C'è sempre una prima volta...” le risposi stanco dalle sue pretese.

“Perchè? Mi trovi brutta?” chiese allarmata.

“No, lo avrei fatto con chiunque” affermai.

“Neanche se fossi stata un attrice famosa? No, non ci credo!” esclamò Naimi.

Non le risposi nemmeno, ero stanco di dover dare spiegazioni su quanto fosse successo.

Se fossi stata una donna di certo, non avrei dovuto giustificarmi così tanto, mentre essendo un uomo dovevo giustificarmi perché è risaputo che l' uomo ragiona con il cazzo e non con il cuore.

Dovevo rispondere delle azioni degli altri uomini, era così ingiusto, perchè gli altri si comportassero in un modo dovevo comportarmici anch' io per evitare che mi ritenessero gay.

Naimi cambiò stanza, sembrava sul punto di piangere, non capivo perché se la stesse prendendo così tanto. Non era mia intenzione ferirla con il mio rifiuto, ma non avrei potuto fare altrimenti, possibile che non lo volesse capire!

Passai il resto del tempo, solo nella mia stanza ad udire a pensare, era incredibile io il bravo ragazzo che ferivo una ragazza senza volere.

Dopo un po' udì delle chiavi, era Naoki che apriva la porta di casa.

Andai subito verso la porta di casa, come un cagnolino che aspettava il ritorno della sua padrona scodinzolando.

“Ti aspettavo!” affermai felice di vederla come se non la vedessi da anni.

Naoki rise “Sono stata assente soltanto per mezz'ora!”

“Si, ma in quella mezzora....” affermai.

“E' forse successo qualcosa con Naimi?” chiese guardandomi gravemente.

“Perchè dovrei essere io a fare qualcosa di male a lei?” chiesi indispettito.

“Oh cielo non l' avrai rifiutata? “ chiese scioccata.

“Si, è davvero tanto assurdo?”

“Credi che ti si presenterà di nuovo un 'occasione come questa? Che una bella ragazza come Naimi si conceda a te?”

“Adesso basta non venirmi a fare pure tu la predica, per carità!”

“ Non è nel mio interesse farti prediche, la sola cosa che mi preoccupa è dovermi sorbire l' orgoglio ferito di un esperta accalappia uomini”

“Orgoglio?” chiesi non capendo di cosa stesse parlando.

“Certamente...l' orgoglio femminile” precisò lei.

“ Non era mia intenzione...le ho detto chiaramente che lei non ne ha colpa”

“ Ho la soluzione...tu adesso vai da lei e le dici che sei gay!”

“Ma questo non ha senso!” affermai indignato dalla sua richiesta.

“Invece si che ce la, perché dobbiamo conviverci con lei e non sai come frigna forte per un nonnulla!”

Continuai ad oppormi fermamente, non avevo alcuna intenzione di dire una bugia tanto assurda, soltanto per acquietare l' orgoglio ferito di una ragazza.

Dopo quella mia presa di posizione, iniziai ad udire pianti e singhiozzi provenire dalla stanza in cui avrebbe soggiornato Naimi.

“Che ti dicevo!” affermò Naoki sbuffando.

Mi dispiaceva per Naimi, ma non avevo alcuna intenzione di fare una cosa considerata “umiliante” da tutti gli uomini etero, per carità non ho mai avuto nulla contro i gay, però non lo ero e non volevo che qualcuno pensasse che lo fossi.

“ E se gli dicessi...” affermai bloccandomi di colpo, l' idea che mi era venuta, mi fece arrossire così da non riuscire ad esporla a Naoki.

“Che noi due siamo fidanzati?” chiese lei, sembrava avermi letto nella mente.

“Si,ma come hai fatto a capirlo?” chiesi esterrefatto dalla sua perspicacia.

“Ti si legge tutto in faccia...” affermò divertita.

Arrossii ancora una volta, Naoki sembrò divertirsi più di prima e si avvicinò a me per mettermi ancora più in imbarazzo.

“ Sai penso che...tu ed io siamo una coppia quanto mai improbabile...nessuno si berebbe che noi due stiamo insieme...” disse bisbigliando vicino alle mia bocca, potevo perfettamente sentire il suo respiro, era un soffio leggero che mi sfiorava le labbra.

Cercai di rispondere con naturalezza dicendo “ Quel giorno...in quella festa hai detto che non era così improbabile... che fossimo due fidanzati”

“Ma...io parlavo dell' impressione degli invitati...tutti non conoscendoci si farebbero quell' idea, ma conoscendoci bene capirebbero che io e te siamo una coppia improbabile...”

“ E aspetta la più probabile è Naimi e me?”

“Si, sarebbe quanto meno più probabile”

“Naimi non è la mia ragazza ideale, è una che non sa tenere a bada gli ormoni” affermai sdegnato.

“Detta anche puttana, ma secondo me non è questo. Lei è una ninfomane.”

“Siamo sempre lì”

“No, una ninfomane non può fare a meno di cambiare compagno, non può farci niente, crede che cambiamdo compagno riuscirà a colmare la sua insoddisfazione”

Non pensavo che le ninfomani dovessero essere compatite, nessun uomo avrebbe mai pensato che fossero da compatire, loro pensavano fossero ehm solo...da scopare,ma Naoki mi illustrò così la situazione e pensandoci aveva proprio ragione.

“E perché Naimi è insoddisfatta?” le chiesi.

“Non ne ho la più pallida idea, finge di essere vivace e aperta,ma di se stessa lascia trapelare ben poco” affermò perplessa.

Non sapevo che con un' assassina si potesse avere una conversazione simile, credevo che di solito gli assassini non importasse nulla degli altri, mentre Naoki sembrò nutrire un particolare interessamento al problema di Naimi, sembrava starle veramente a cuore.

Dopotutto non era un ' assassina come un'altra, uccideva per vendetta, alcuni avrebbero pensato che il suo modo di agire fosse più che nobile, ma io rimanevo più o meno fermo ai miei principi di correttezza.

“Perchè un'assassina dovrebbe interessarsi ai problemi sessuali di una ragazza?”.Mi giunse spontaneo farle quella domanda.

“Era per parlare!” disse fingendosi disinteressata all' argomento.

“Quindi vuoi ancora che io dica di essere gay?” chiesi sperando che avesse cambiato idea al riguardo.

“Certamente” disse udendo ancora una volta i singhiozzi di Naimi.

La guardai, aveva un espressione risoluta, si vedeva che ci tenesse molto a non avere grattacapi, però avrebbe potuto benissimo non tirarla così tanto per le lunghe con un semplice gesto, puntarmi la pistola contro, eppure non lo fece, nonostante continuassi a rifiutarmi di fare una cosa del genere.

“Imouchan” disse dolcemente.

“Pensi di potermi convincere così facilmente?” le chiesi ridendo.

“Imouchan in verità...” disse timidamente.

Sembrava un'altra persona, mentre pronunciava quelle parole, la lasciai parlare ansiosa di sapere cosa stesse per dire.

“Sono gelosa...Naimi ti sta così appiccicata ed io...” disse ancora timidamente, con un espressione seria in viso.

Non potevo credere ad una simile confessione, eppure non sembrava stesse scherzando, dunque dovevo dire di essere gay per evitare che Naimi continuasse a sedurmi e porre fine alla gelosia di Naoki.

Ma Naoki gelosa di me?! Era veramente una cosa assurda, ma la sua voce era così dolce mentre pronunciava quelle parole e sembrava così sincera che mi lasciai convincere da un ipotesi tanto assurda.

Poi per essere più persuasiva, mi diede un bacio sulle labbra, un bacio così appassionato che subito mi convisse che era tutto vero, così andai nella stanza di Naimi, Naoki mi seguì.

“Naimi...io in verità...” affermai bloccandomi.

Non potevo dire una cosa del genere, mi mancava la voglia e la forza per dire qualcosa del genere, ma quando il mio sguardo incrociò quello di Naoki mi decisi a proseguire il mio discorso.

Ma un dubbio mi pervase, se davvero era gelosa perché non aveva accettato la mia ipotesi di me e lei che eravamo fidanzati? Sarebbe stata la più plausibile, la osservai ancora una volta, la sua espressione sembrava soddisfatta.

Mi aveva soltanto preso in giro, ma anche se volessi tornare indietro sulle mie decisioni, avrei potuto farlo? Lei era un'assassina, mettermi contro di lei, non mi sembrava una buona idea, ma pensai che dopotutto uccideva solo per buone ragioni, non per sciocchezze simili.

Così per una volta fui io a vendicarmi affermando “ Io e Naoki siamo fidanzati!”

Naoki sembrava terribilmente infastidita da quell' affermazione, tuttavia resse il gioco, non perse la calma neppure per un momento, neanche in privato sembrò perdere la sua pacatezza, sembrava quasi che si aspettasse una mossa del genere.

“Hai davvero un bel coraggio...chi ti dice che adesso io non ti ammazzi?” affermò facendosi seria in viso.

“Per una cosa come questa!” affermai.

“Già, sei fortunato non uccido per stupidaggini simili”

“E vorrei dire... ti preoccupi tanto che i yakuza mi ammazzino, sarebbe il colmo se alla fine mi uccidessi tu!”

Naoki sembrò divertita dalla mia affermazione, fece quel sorriso ingenuo da ragazzina che mi piaceva tanto.

“Strano... che Naimi se la sia bevuta”affermò pensierosa.

Dopo di ciò, andammo al bar per racimolare un po' di soldi, lasciammo Naimi a casa mettendola in guardia dicendole di non aprire agli sconosciuti.

Quel giorno al bar non c'era molto da fare e Naoki coglieva ogni attimo di pausa per bere o per fregare qualcosa dalla cucina.

Arrivò il proprietario dentro la cucina, coprì Naoki con la mia figura mentre mangiava un pezzo di torta, ma il proprietario riuscì ad intravedere la figura di Naoki.

“Naoki...io devo uscire un attimo...ci pensi tu al locale?”

Naoki fece cenno di si con la testa, doveva avere la bocca piena di torta pensai trattenendo le risa.

Aspettò che il proprietario se ne fosse andato, prima di ricominciare a masticare,poi mi disse di prendere qualcosa che a casa non c'era nulla da mangiare e prese un pezzo di torta conservandolo in della carta per Naimi.

“Ma questo è rubare!” ribattei.

Lei scocciata annui e poi disse “Mangiala prima che torni il proprietario!”

Mi arresi e la mangiai essendo pure tentato dall' aspetto appetitoso di quella torta, era veramente molto buona.

Ma qualcuno ci scoprì in fragrante era Johan insieme ad una cameriera, Naoki esclamò “Volete anche voi?”

La ragazza guardò Naoki storto, era una ragazza molto appariscente, sarebbe stata carina senza quel trucco esagerato sulla faccia, era sicuramente una ganguro. Le ganguro sono delle ragazze che si sottopongono a lampade o usano creme per scurire la pelle e i capelli solitamente se li tingono di un biondo ossigenato oppure portano acconciatura afro.

Lei portava i capelli biondo ossigenato e la pelle era così scura, poi con tutti quei brillantini sul viso e quell' ombretto celeste e quel rossetto di un rosa accesso e brillantato,mi sembrava davvero orribile.

Doveva essere più di una ganguro, doveva essere una gal (Per gal si intende una ragazza che ama seguire un proprio look) di livello maggiore, ma in quel momento non mi venne in mente quali altri tipi di ragazze alla moda esistessero, sdegnavo quel tipo di ragazze così appariscenti.

“ Se perdo il lavoro per colpa tua...non te lo perdonerò!” le urlò contro la ganguro.

Le altre cameriere andarono in cucina avendo sentito le urla della ragazza e chiesero tutte cosa fosse successo, Naoki e la ganguro risposero con un niente.

Naoki posò la torta, ma quando le altre se ne andarono si rivolse alla ganguro dicendole “Stai tranquilla che non perderai il posto di lavoro soltanto perché io mi sono fregata un po' di torta!”

“Voglio ben sperarlo!”affermò stizzita.

“Che antipatica!” affermai non appena tornò a servire i tavoli.

Johan mi zittii dicendomi “Ha le sue ragioni, dopotutto questo è l'unico locale che assumerebbe ragazze come lei...con i capelli tinti e con quel look...per questo ci tiene tanto al suo posto di lavoro!”

“Si, infatti” affermò Naoki comprensiva.

Johan e Naoki si volgevano delle occhiatacce furtive, non avevo idea della ragione, ma quei due sembravano odiarsi.

Quel giorno finimmo presto di lavorare e Naoki dopo il lavoro volle portarmi in un parco, non appena vide l' altalena ci salì subito sopra.

“Dai sali anche tu!” propose.

“ Ho 25 anni!” affermai sdegnato.

“Hai paura dell' altalena?” chiese divertita.

“ Che sciocchezze! A 25 anni come potrei avere paura di un' altalena!”

“Tu hai paura di tante cose...che non mi stupirei di certo...se avessi paura dei salire su un'altalena!”

Naoki era riuscita a convincermi con quella presa in giro, salì sull' altalena volendo dimostrare che non era affatto come pensava lei, ma in realtà avevo davvero paura dell'altalena.

Da piccolo mio padre mi spinse così forte da quell' altalena che caddi e mi feci davvero molto male, fratturandomi la gamba.

Pensai alla forza con la quale sospingesse quell' altalena e i suoi occhi puntati verso di me, erano così cattivi, così pieni di odio nei miei confronti.

Io ero soltanto un bambino di 10 anni cosa potevo avergli mai fatto? Continuavo a chiedermelo salendo con titubanza su quell'altalena.

Naoki si accorse dell' indecisione con il quale mi sedetti su quell' altalena e continuò a ridere divertita, poi però tornò seria e mi chiese “Perchè hai così tanta paura dell' altalena?”

“Quand' ero piccolo...mio padre mi ha spinto così forte che sono caduto giù dall' altalena fratturandomi la gamba”

Incominciai a dondolarmi lentamente sollevando un po' le gambe, ma dopo un po' mi fermavo per avere la certezza che i miei piedi toccassero il suolo.

Naoki invece si dondolava andando sempre più in alto, si divertiva proprio come una bambina, ma dopo un po' si fermò.

“Pensi che tuo padre ti abbia buttato giù dall' altalena di proposito?”

Non appena mi fece quella domanda mi irrigidì fermando subito l' altalena, non sapevo affatto cosa risponderle perché non lo sapevo neppure io, sapevo solo che mentre mi spingeva i suoi occhi erano rabbiosi, quello non era lo sguardo di un padre premuroso.

“No, mio padre non avrebbe mai potuto farlo di proposito!” dissi cercando di auto-convincermi che fosse davvero così.

“Ti ricordo che tuo padre è quello che non ha denunciato la tua scomparsa...”

“Questa è una cosa diversa...forse pensa che sia partito in segreto da qualche parte e che presto tornerò a casa”

“Lo pensi sul serio?” chiese ironica.

“No, comunque quel fatto dell' altalena è stato solo un incidente...e la mancata denuncia è avvenuta per colpa tua...mi hai fatto perdere il lavoro e quindi mio padre non mi reputa più degno di essere suo figlio”

“Quindi tu pensi che sia normale che un padre non denunci la scomparsa del proprio figlio soltanto perché ha perso il lavoro!”affermò ironica.

“E' mio padre, lo so com'è fatto...ha un carattere difficile però mi vuole bene...” affermai mentendo spudoratamente, non sapevo neanch'io perché dovessi nascondere la verità ovvero che mio padre mi odiasse, mi sembrava che mentissi più a me stesso anziché a Naoki. La ragione era che volevo dannatamente crederci a quelle gran cazzate che dicevo e più continuavo a dirle, più cercavo di essere convincente così da crederci io stesso.

“Sai...anch'io quando mio padre beveva,pensavo mio padre mi vuole bene...e me ne voleva davvero tanto, ma quando beveva non era più lui...smetteva di essere il padre premuroso che era...e diventava una persona orribile...” la sua espressione era molto triste, mentre parlava di suo padre.

“Ma mio padre non beve...”

“Non beve però forse c'è qualcosa che lo inasprisce...”

“Pensavo che non ti saresti mai confidata con me...”

“ Si, infatti non mi sembra di aver detto queste grandi cose”

Era strano, ma parlandole, finì per passarmi di mente che fosse un'assassina.

Incominciai a chiedermi perché fosse diventata un'assassina, glie lo chiesi pur sapendo che si sarebbe rifiutata di rispondermi.

Naoki mi stupii molto perché rispose tranquillamente alla mia domanda dicendo che dopo la morte di suo padre, lei fu costretta ad abbandonare gli studi per mantenere la casa, Saichi e i suoi studi, poi decise di trovare un lavoro e andò a lavorare a quel bar,ma successivamente venne arrestata per l' uccisione del padre,stette lì per poco tempo, dopo di ciò andò a cercare vari impieghi perché il lavoro al bar non le bastava, soltanto con quel lavoro non sarebbe riuscita a racimolare i soldi per pagare le bollette e tutto quello che c'era da pagare, in più suo padre aveva lasciato un sacco di debiti e i creditori incominciavano a farsi sempre più insistenti.

“Girai in vari posti senza trovare nulla, una come me non poteva essere facilmente assunta, avevo poca esperienza lavorativa,godeva di pessima reputazione poichè la gente aveva visto la mia faccia sui giornali e sapevano perfettamente che avessi ucciso mio padre, un grande compositore e direttore d'orchestra di successo.

Inoltre molti dubitavano, sulla conclusione del processo, tutti credevano che fosse una bugia, che non avessi ucciso mio padre per legittima difesa perché quelli che conoscevano Kiba Kiyoski lo avevano sempre reputato un brav'uomo.

Alcuni avevano notato che un po' di tempo, si desse un po' troppo all' alcool da quando la moglie morì, però da qui a molestare la figlia sembrava a tutti un'esagerazione.

Così cercai disperatamente un lavoro, senza riuscire a trovarne uno decente, quando riuscivo a farmi assumere finivo per essere ingannata da uomini malintenzionati che in realtà volevano fare di me una prostituta”.

Mi raccontò di quella volta in cui un uomo che diceva di lavorare per un'azienda di riciclaggio, la portò in un night club, tentò inutilmente di scappare ,ma quell' uomo le stringeva forte i polsi.


Quel giorno conobbi Iketsu , lui era una sorta di criminale tuttofare, trafficava droga e altre robe illegali e tutti i sabati andava a quel night club a divertirsi con qualche ragazza per godersi il suo meritato riposo dopo il duro lavoro.

Era uno di quei sabati, ma Iketsu non era del suo solito buon umore, quel giorno era particolarmente amareggiato. Era stato così tante volte in quel posto, che persino le spogliarelliste sembravano darle la nausea.

Cercava qualcosa di interessante, qualcosa di diverso e i suoi occhi si soffermarono su quell' uomo che gestiva quel posto, che stringeva i miei polsi.

Iketsu fu inspiegabilmente attratto da me, che non avevo nulla a che vedere con quel posto.

Andò verso il proprietario, dicendo che era interessato a me,ma il proprietario disse che mi aveva appena portato lì e che non avevo ancora esperienza.

Iketsu gli cacciò in tasca un bel gruzzolo e l' uomo mollò i miei polsi, cedendomi gentilmente a lui

Io tentai inutilmente di scappare, ma non ci riuscì Iketsu teneva saldamente i miei polsi poi mi disse di calmarmi dicendomi che non voleva farmi nulla di male.

Mi portò al piano di sopra del night club dove c'era meno confusione perché era il luogo riservato alla consumazione delle prostitute.

Non ero convinta delle sue intenzioni così tentai più volte di scappare, ma con scarsi risultati.

“Come ti chiami?” chiese Iketsu.

“Non ti riguarda!” affermai tentando ancora una volta di liberarmi.

“Io sono l' unica che può aiutarti ad uscire da questa situazione incresciosa!”

“E perché mai tu dovresti aiutarmi?” chiesi stupita.

“Sei diversa dalle ragazze di questo posto...potresti rendere interessante la mia giornata!”

“Mi chiamo Naoko”

“Bel nome! E come mai una ragazza innocente come te è finita in un luogo simile?”

“Quel tipo mi ha mentito diceva che lavorava per un' azienda di riciclaggio...qualcosa del genere...”

“Che ragazza ingenua!” esclamò ridendo.

“Allora come hai intenzione di aiutarmi?” chiesi senza mezzi termini.

Iketsu mi portò fuori dalla stanza e mi riportò dal proprietario dicendo che mi voleva comprare.

Il proprietario mi vendette a caro prezzo giustificandosi con il fatto che fossi giovane e molto ingenua, sicuramente una ragazza diciassettenne ancora vergine, peccato che in realtà non fosse così.

Iketsu non contestò, pagò la somma dettata dall' uomo senza fare storie e questo mi parve veramente insolito.

Lo ringraziai più volte, ma lui mi bloccò dicendo “Dove credi di andare...adesso tu sei mia!”.

Passai 15 giorni a casa di Iketsu, non tentò mai di molestarmi, sembrava non gli interessassi da quel punto di vista, la sola cosa che parve interessargli era sfruttarmi al meglio.

Ero diventata il suo corriere, portavo la droga e tutte le cose illegali che vendeva ai suoi clienti e poi portavo a lui i soldi, ma quando decisi di scapparmene portando via i soldi dei suoi clienti, Iketsu riuscì a rintracciarmi.

La cosa bizzarra fu che invece di arrabbiarsi, mi chiese il perché del mio gesto, così gli spiegai dei debiti di mio padre, così mi propose di diventare sua collaboratrice.

Ma io rifiutai, quel lavoro non sembrava fare per me, tuttavia quando notai che avesse una pistola con sé, pensai per gioco che avrei tanto voluto imparare ad usarla.

Iketsu mi diede lezioni senza voler nulla in cambio, richiese soltanto i soldi dei suoi clienti indietro.

Di questo mio insegnamento in realtà non sapevo che farci, comperai anche una pistola in segreto ad insaputa di Saichi , ma non ebbi mai modo di utilizzarla.

Soltanto un giorno capì chiaramente a cosa potesse servirmi,da quel giorno la mia vita cambiò radicalmente.

Era una mattina come tante altre, girovagavo per le strade di Tokio alla ricerca disperata di un lavoro che potesse aumentare i miei guadagni,c'erano i debiti di mio padre da pagare e gli studi di Saichi erano abbastanza costosi.

Ma non riuscì a trovare niente, rassegnata pensai di andare da Iketsu a chiedere un prestito, dopotutto da quando mi aveva insegnato a sparare si era sempre dimostrato gentile nei miei confronti, quindi di sicuro non si sarebbe rifiutato.

Così attraversai una strada malfamata, sicuro di trovarlo in qualche postaccio a tracannare birra,ma quel sabato stranamente non era a divertirsi.

In una una stradina buia e deserta che imboccai per tornare presto a casa, incrociai una liceale, stava scappando da quattro ragazzi malintenzionati.

In quel momento sapevo cosa fare, presi la pistola e la puntai verso quei quattro che se ne andarono via, spaventati dall' arma che impugnavo.

Quello stesso giorno, tornata a casa, mi capitò di guardare il telegiornale, c'erano tanti molestatori per le strade e tanti crimini impuniti.

Ripensai a quello che avevo passato, non ero l' unica ad aver subito un abuso, c'erano tante altre ragazze indifese di cui gli uomini si approfittavano, ma non tutte erano in grado di farsi giustizia da sé.

Alcune subivano in silenzio, altre sporgevano denuncia,ma il più delle volte era pressoché inutile, ci volevano delle prove schiaccianti.

Queste storie si concludevano il più delle volte con le vittime che muoiono e il criminale che viene arrestato subito dopo.

Era davvero ingiusto, così pensai che ci volesse qualcuno che si sbarazzasse di certi uomini, così pensai che quella persona potessi essere io.


Rimasi allibito, non pensavo che dietro la sua decisione di diventare un' assassina ci fosse dietro una storia così articolata, ma ciò che mi lasciò maggiormente sbalordito era il fatto che Iketsu l' avesse comprata.

“Ma Iketsu ti ha comprato...quindi tu....”

“Ho risarcito Iketsu facendogli molti favori e lui ha risarcito me con altri favori..dopotutto è questo il nostro rapporto...”

“Quindi fra te e lui non c'è mai stato niente?”

“Ah, ma perché mi fai queste domande seccanti” affermò sbuffando.

“Era per parlare!”affermai imitandola.

“Non riesci a ad imitarmi, il tuo interesse verso quell' argomento è molto evidente!” affermò ridendo.

“Riguardo a tuo padre..forse è davvero come dici tu...forse non l' ha fatto di proposito...”disse notando il mio sguardo preoccupato.

In effetti ci stavo ancora pensando, ma bastò quella semplice frase a tranquillizzarmi.

“Perchè mi hai raccontato tutte quelle cose?” le chiesi stupito.

“Non ne ho idea” affermò scocciata.

“Sai...non penso che tu sia una cattiva persona” affermai guardandola.

“ Sarebbe strano infatuarsi di qualcuno che ritieni cattivo, non credi?” Mi chiese divertita.

Prima che potessi dire qualcosa, disse “ Torniamo a casa!”.

Si era aperta con me, ma sembrava essersene pentita, così mi parve decisa a tornare sui suoi passi, ovvero tornare alla freddezza precedente.

Ma non appena si fece l' ora di andare a letto, Naoki mi trascinò nella sua camera chiedendomi di non farmi delle idee strane,che voleva solo un po' di compagnia per via dei suoi incubi.

Andai in bagno a mettermi il pigiama che mi diede, ma non appena tornai nella stanza, Naoki aveva un espressione strana.

“Devo dirti una cosa” disse bisbigliando con un espressione ansiosa.

Quell' ansi stampata sul suo volto, mi mise agitazione, cosa doveva dirmi di così preoccupante?

“Vedi in realtà oggi...non sono andata da un mio cliente...”

“E dove sei andata?”

“In clinica...mio fratello aveva lasciato delle cose...cosi' sono andata a prenderle...”

“Ah...” affermai perplesso, cercando di capire cosa volesse dirmi e la ragione del suo turbamento.

“Il suo diario...” disse porgendomelo.

“Perchè lo stai dando a me?”

“Leggi la copertina!”

Lessi la copertina blu scuro di quel diario, la scritta di Saichi era così confusa e piccola, non erano facilmente leggibili quegli ideogrammi.

“ Naoko quando sarò morto consegna questo diario al ragazzo che era con te in ospedale...”

“Mi stai prendendo in giro? Cos'è uno scherzo?” le chiesi sbalordito.

“Pensi che mi permetterei di scherzare su mio fratello!” affermò alterata.

“Scusami...è solo che non capisco...perchè lasciare il suo diario a me? Ho visto tuo fratello a malapena una volta...”

“Non ne ho idea...tuttavia sarebbe una mancanza di rispetto nei suoi confronti...non rispettare questa sua volontà”

Accettai il diario piuttosto meditabondo, continuavo a chiedermi perché avesse affidato il suo diario a me. La risposta era racchiusa in quel diario, ma non potevo aprirlo davanti a Naoki.

Potevo leggerlo soltanto io, in privato, per evitare che Naoki tentasse di sbirciare, era stata una sua richiesta, non voleva mancare di rispetto alle ultime volontà del fratello.

“Sai, non permetteva a nessuno di leggere quel diario neanche a me!”

“Ci avrà scritto delle cose molto personali,non credo che sia una buona cosa affidarlo a me...”

Naoki aveva un espressione severa al quale non potevo sottrarmi, dovevo rispettare le volontà del fratello punto e basta.

Poggiai il diario sul tavolo della sua stanza, ma lei mi sgridò dicendo che preferiva che lo portassi nella mia, così andai a posare quel diario.

Con mia grande sorpresa, trovai Naimi accovacciata nel mio letto, non appena mi vide disse “ Ti stavo aspettando” disse con un espressione sensuale sul volto.

“Io sono...fidanzato...con Naoki” balbettai.

“Impossibile!” esclamò con fermezza.

“Naoki non starebbe con uno come te!” esclamò divertita.

Me ne uscì dalla stanza infastidito dalle sue parole, pensando che avesse dannatamente ragione, io non ero il tipo di Naoki.

Per Naoki ero soltanto un passatempo, come aveva detto quella volta a Iketsu ero il suo animaletto domestico.

Andai verso la sua stanza, confuso, cominciai a chiedermi cosa stavo facendo, perché ero a casa di un' assassina? Tutto questo era insensato, dovevo tornarmene a casa mia, così feci dietro front e mi diressi verso l' ingresso, deciso più che mai ad andarmene.

“Torno a ragionare!” pensai, aprendo la porta di casa cercando di non fare il minimo rumore, ma Naimi mi colse in fragrante.

“Dove vai?” chiese ad alta voce.

“Abbassa la voce, Naoki sta dormendo!” sussurrai.

“Abbasso la voce solo se mi dai un bacio!” affermò maliziosamente.

“Non dire sciocchezze e torna a letto” esclamai alterato.

“Ok allora mi metto ad urlare!” affermò ridendo.

Naimi si mise ad urlare, le tappai la bocca sperando che Naoki non avesse sentito nulla, ma quando meno me l' aspettassi me la ritrovai davanti.

“Che succede?” chiese in tono grave

“Niente!” affermai liberando la bocca di Naimi dalla mia mano.

“Stavi pensando di andare da qualche parte?” chiese ironica.

“No,è che...”balbettai.

“Vieni con me!” disse trascinandomi nella sua stanza.

Mi mollò uno schiaffo e mi spinse per terra, non sapevo che cosa le prendesse, non pensavo si potesse incazzare, se me ne fossi andato via.

Dopotutto ero stato io a voler rimanere con lei, aveva fatto di tutto per farmene andare via, perché adesso si arrabbiava?

“Tu... perché sei arrabbiata? Pensavo che fosse quello che volevi...”

“Sto cercando un modo per salvarti il culo...perciò non è carino da parte tua svignartela mentre io mi scervello tanto per te!”

“Si, ma è per colpa tua che sono nei casini!”

“Se fossi una vera assassina a quest'ora mi sarei già sbarazzata di te!”affermò incollerita.

Naoki si avvicinò pericolosamente a me, io indietreggiai preoccupato, mentre lei continuava ad avvicinarsi incollerita, sembrava volesse uccidermi.

“Io ho sbagliato...perdonami...” balbettai.

“Dici così solo perché hai paura di quello che io possa farti...”

“No, mi dispiace sul serio”

“Bugiardo! Bugiardo!” mi urlò contro piangendo.

“Perchè stai piangendo?” le chiesi sbalordito.

“Tu sei come tutti gli altri uomini...” affermò delusa.

“Non è vero!” affermai stringendola a me.

Naoki si calmò tra le mie braccia, era bella e dolce in quei momenti, mi chiedevo perché non potesse sempre essere così.

“Ti prometto che non proverò mai più a scappare...” affermai intenerito dalla Naoki che stringevo.

“Io non mi posso fidare di te!”mi urlò contro liberandosi dal mio abbraccio.

“Tu mi piaci tantissimo...e questo mi spaventa perché tu sei quella che mi tiene in ostaggio, la tua vita è nelle mie mani”

“E per questo volevi scappare?”

“Si...”

Naoki non disse nulla, si limitò a sorridermi dolcemente,continuava ad essere un mistero per me, tuttavia era davvero un bel mistero.

   
 
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