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Autore: Francine    10/12/2020    2 recensioni
Ammesso che la passione umana abbia la virtù d'innalzarsi al di sopra di ogni assurdo, come si può sostenere che non abbia anche quella d'innalzarsi al disopra dei propri assurdi?
(Yukio Mishima, Confessioni di una Maschera, 1949)
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Aquarius Camus, Cancer DeathMask, Capricorn Shura, Pisces Aphrodite, Scorpion Milo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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2.



«Aiolia, ascoltami!»
«Sta' zitto!!»


E Aiolia lo lascia lì, con la stessa espressione di un pesce appena pescato che si chiede che fine abbia fatto tutta l’acqua in cui stava nuotando sino a cinque secondi prima, a guardarlo andar via di schiena, le spalle ampie e il sedere di marmo che sono l’aspirazione di mezzo Santuario e il sogno bagnato dell’altra metà.
Sconfitto, Rodrigo si lascia ricadere di peso sulla sedia, reclinando la testa all’indietro e abbandonando le braccia a peso morto. Avrebbe dovuto parlarne a Milo. Sissignore. Saltare i passaggi intermedi ed andare dritto al sodo. Ché se la weltanschauung di Yngve è scaricare pesi e responsabilità sulle spalle altrui - disciplina praticata a livelli olimpionici - la sua no; lui è uno che mira al nocciolo delle cose senza porre troppo tempo in mezzo. Almeno da quando Athena li ha tirati fuori da quella statua pacchianissima e scomodissima. Se solo l’avesse fatto prima, magari si sarebbero risparmiati tutta una serie di rogne, lui e Aiolia. E anche il resto dei suoi compari. E forse Saga non avrebbe fatto quello che ha fatto. Sì, forse sarebbero crepati sputando l’anima e le viscere – togliamo quel forse – ma almeno avrebbero fatto un tentativo e…

«Non prendertela. Sai anche tu com’è fatto, no?»

Aiolos ha la pazienza dei Santi, quelli veri, quelli che compiono grazie e miracoli e appaiono nei dipinti delle chiese con una bella aureola dorata attorno alla testa.
«Sì, però…» Rodrigo non aggiunge altro. Sarebbe superfluo.
«Dagli tempo», chiosa Aiolos con l’allure del fratello maggiore; anche se, a voler essere del tutto onesti, Rodrigo è più vecchio di lui. Eppure, il Sagittario si ritrova con un corpo adulto, da uomo fatto: spalle larghe, mento solido, presa salda e gambe robuste. Dell’adolescente morto per salvare Athena c’è un ricordo, un accenno nella linea del naso, nel modo di sorridere o di aggrottare appena le sopracciglia, quando si parla del fratello.

«Io di tempo gliene do tutto quello che vuole», ribatte Rodrigo. «Basta che tuo fratello faccia pace col cervello!»

Perché Aiolia avrà anche tutte le ragioni di questo mondo e dell’altro per avercela con lui, Rodrigo non discute; ma quando concedi il perdono a qualcuno, non puoi rimangiartelo l’istante successivo. O perdoni, oppure no. E forse Rodrigo avrebbe apprezzato di più questa seconda opzione, rispetto ad un umore altalenante e mercuriale. Aiolos concorda, visto che si stringe nelle spalle – libere dall’ingombro delle sue ali d’oro – e gli dice: «Tu hai ragione, ma, vedi, mio fratello oggi ha un diavolo per capello e tu l’hai fermato proprio quando aveva preso una decisione, alla buon'ora.».
Rodrigo vorrebbe ribattere due o tre cosette. Tipo che cosa ci stesse facendo Aiolia alla Nona Casa, se aveva una fretta del diavolo. Ma questa domanda gli resta in gola, come tante altre che nel corso degli anni si sono sedimentate sull’anima. Conosce già la risposta. Un classico. Così Rodrigo lascia correre le nuvole e le parole di Aiolos.

«Credo che Aiolia si sia innamorato…», e a momenti Rodrigo si strozza con l’acqua. «Per davvero», aggiunge Aiolos, dandogli delle generose pacche sulle scapole; stavolta non si tratta di un’infatuazione adolescenziale, una vampa che brucia come se volesse portarsi dietro il mondo intero per poi assopirsi il giorno successivo. No, stavolta è una cosa seria, dice la postura del Sagittario. E, annaspando tra un colpo di tosse e l’altro, Rodrigo sa dare un nome e cognome alla fanciulla per cui Aiolia perde il sonno.
«Stava andando a dirglielo. Credo.»
«Credi.»
Aiolos annuisce.
«Non so chi possa essere, però…» Eh, lo so io, chi è…, pensa Rodrigo, nascondendosi dietro al bordo del proprio bicchiere. «Tu ne sai qualcosa?»

Yngve è bravo a bluffare.
Rodrigo, no.
Però, da bravo cattolico, sa di essere un peccatore, e che si pecca in opere ed omissioni, anche quando queste sono alte un metro e sessanta – coi tacchi – e sfoggiano una capigliatura rosso fuoco. Quindi Rodrigo posa il bicchiere e si stringe nelle spalle prima di rispondere: «Con certezza, non saprei dirtelo», assolvendosi all’istante. Dopotutto, lui ha solo il punto di vista di Marin, non la verità oggettiva ed incontrovertibile, no?
Aiolos lo studia, come a volergli sondare l’anima e coglierlo in fallo.

«È che manco dal Santuario da qualche tempo», commenta Aiolos tornando ad osservare le nuvole. «Speravo potessi darmi una dritta tu…»
«Beh, se è successo qualcosa, sarà successo mentre ero morto», ribatte Rodrigo, salvandosi in calcio d’angolo. «Dopo tutto, non è che io e tuo fratello fossimo culo e camicia, prima.» Pausa. «Almeno non dopo che ti ho ammazzato.»
«Beh, tecnicamente non mi hai ammazzato tu...», ribatte Aiolos.
Rodrigo lo fissa incredulo. Sì, non lo avrà decapitato o non gli avrà trafitto il cuore da parte a parte, ma… «Ma ti ho ferito mortalmente. E ti ho lasciato a crepare dissanguato in qualche crepaccio.» Pausa. «È la stessa cosa.»
«Naah», replica Aiolos. «La tua, al massimo, è stata omissione di soccorso.»
E questo dovrebbe essermi di conforto?, pensa Rodrigo. E poi lo dice: «E questo dovrebbe essermi di conforto?».
Aiolos lo fissa come se gli fosse spuntata una seconda testa. «No?»
«No», ché Aiolos è buono e caro e puro e tutto quello che si vuole; ma alle volte Rodrigo vorrebbe spedirlo in vacanza con Yngve, cosicché si svegli un pochettino. Quanto basta. Come nelle ricette di cucina. Ma poi il buonsenso soffia all’orecchio di Capricorn. E gli suggerisce che se Aiolos ha un effettivo bisogno di essere svezzato – metaforicamente parlando – l’ultima creatura a doversene occupare sarebbe proprio Aphrodite. Non è il caso di creare un mostro e lasciarlo a piede libero su questa terra, no? Poi Saori – Athena; o tutt’e due – non la prenderebbe bene. Affatto.

Ignaro del dibattito che si sta svolgendo nella mente di Rodrigo – sono fatti suoi, e il Sagittario è un difensore indefesso della privacy. Propria e altrui. Soprattutto altrui, o avrebbe fatto un certo discorsetto con Saga tanto, tanto tempo fa –, Aiolos si stringe nelle spalle e gli chiede: «Cosa volevi da mio fratello? Posso aiutarti io?».
E Rodrigo si dice che avrebbe dovuto leggere l’oroscopo, appena alzato. Magari glielo avrebbero detto le stelle di marcare visita e starsene sotto le coperte, almeno per quel giorno. Massì, che si ammazzassero tra di loro e che una confezione extralarge di surimi presidii pure la Quarta Casa. La faccenda non lo riguarda. Forse.

«No, tranquillo…», esordisce – vorrebbe esordire – ma poi le parole se ne restano attaccate alla lingua con stoica ed indefessa determinazione. Eppure il piano era semplice: dire ad Aiolos che no, non è niente di serio – clamorosa bugia, ché dietro le sparate di Marco si nasconde sempre la miccia pronta a scatenare la Terza Guerra Mondiale – e chiedere scusa per il disturbo, quindi trottare di gran carriera all’Ottava Casa e parlare a Milo. E che muoia Sansone con tutti i Filistei; ma gli occhi del Sagittario sono smarginati come quelli di un bambino e tristi come quelli di un cane randagio che sta elemosinando un pezzetto di prosciutto. Bava alla bocca inclusa.
Così Rodrigo si sente raccontare per filo e per segno i motivi che l’hanno spinto a cercare Aiolia e l’ultima mattana del Cancro, elenco del bibendum incluso.
Aiolos l’ascolta, come quando lui era ragazzino e a sera gli sottoponeva una raffica di domande ragionate e ponderate, mentre la limonata nei bicchieri si andava scaldando, Aiolia dormiva della grossa e in cielo sorgeva Venere.

«Forse è il caso di andare noi due a parlare con Milo. Non credi?», gli propone. Alzandosi. E Rodrigo non può fare altro che imitarlo e seguirlo lungo la scalinata che porta all’Ottava Casa. Almeno non sarà da solo in questo delirio.

   
 
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