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Autore: loreley90    12/12/2020    0 recensioni
Come la prenderà il Capitano Bishop nel sentire la sua bellissima fidanzata italiana chiamare nel sonno la sua ex? I primi passi della loro convivenza si faranno più difficili o sarà la scusa per affrontare questioni non del tutto risolte?
Crossover Station19
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Arizona Robbins, Carina De Luca
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Carina POV

"I'm sitting here in a boring room

It's just another rainy Sunday afterno.."

Non so come, senza nemmeno aprire gli occhi, riesco a premere con il mio dito sul pulsante di spegnimento della sveglia del telefono.

Tiro subito le coperte di nuovo fin sopra le spalle. Le lenzuola sono così morbide, e il profumo che hanno... il tuo profumo. Potrei stare così, accoccolata ad annusarle per ore. Forse però c'è un modo migliore per sentirlo: direttamente sulla tua pelle. Mi giro, per cercare il calore della mia super sexy fidanzata, con gli occhi ancora chiusi, ma quando il mio braccio trova il vuoto mi decido ad aprirli.

La luce in questa stanza quasi mi acceca, così decido di tornare a chiuderli. Apro timidamente l'occhio sinistro, quasi a voler spiare la situazione prima di far partire dal mio cervello l'input per il suo gemello destro di sforzarsi e fare altrettanto. 

La mattina è sempre dura per me svegliarmi: so che alzarmi dal letto è un'operazione che può richiedere del tempo, così sono diventata una di quelle persone che puntano più di una sveglia... e poi finiscono per dimenticarsi di disattivarne qualcuna la sera prima di un giorno di riposo. Il mio corpo inizia a rendersi conto che un'altra giornata è ormai iniziata, e sento che in casa regna il più totale silenzio. 

Avrei davvero voluto svegliarmi con te: il sesso mattiniero è forse l'unica cosa che il mio corpo riesce ad accettare di fare prima di bere il caffè.

Prendo in mano il telefono per vedere se mi hai mandato un messaggio dicendomi dove sei, ma niente. Se fossi stata chiamata per in emergenza al lavoro sono sicura mi avresti scritto qualcosa, quindi immagino tu sia andata a correre. Era un po' in effetti che non lo facevi. Colpa mia, e capisco tu abbia bisogno di un momento tuo, soprattutto considerando il grosso passo in avanti della nostra convivenza... non dev'esser stato facile vedermi prendere i tuoi spazi tra queste mura e trasformarli nei nostri spazi. Sono felice però che tu mi abbia chiesto di fare questo passo, lo penso davvero e sono convinta che renda felice anche te. A volte credo che questo percorso sia per noi un po' una terapia d'urto: non abbiamo del tutto affrontato quello che è successo tra di noi, la lite per tuo padre... il tuo tradimento con Jack. Ecco questa tra tutte è la cosa che ancora mi fa star male al solo pensiero. Oh, e non dico tanto per il fatto che tu sia a letto con un'altra persona (uomo per giunta), quanto per il modo in cui con naturalezza e crudeltà l'hai usato per ferirmi. 

Mentirei però se non dicessi che nel momento esatto in cui sei tornata da me a chiedermi scusa in cuor mio ti stavo già perdonando. Ti volevo, volevo stare con te... diamine, voglio stare con te! E il modo in cui mi hai detto di amarmi... non avrei mai potuto chiuderti la porta del mio cuore.

Stringo il tuo cuscino, nella speranza di sentire in qualche modo il tuo abbraccio. Gli occhi sembrano essersi fatti di nuovo pesanti. E mi addormento di nuovo... respirando il tuo profumo.

 

La tua totale assenza di dolcezza nel chiudere la porta di casa mi risveglia di soprassalto. Vorrei che il mio corpo fosse più reattivo per non farmi trovare ancora distesa a letto, come una pigrona. Guardo l'orologio dalla tua parte del letto e beh, a quest'ora è ancora accettabile che non mi sia alzata. Del resto è il mio giorno di riposo! 

"Maya?" ti chiamo, senza nessuna intenzione di lasciare il mio accogliente rifugio. 

"Ehi, buongiorno"

Te ne stai lì, mentre mi rispondi, con la mano appoggiata sullo stipite della porta della camera. Sei appena andata a correre e quel leggero strato di sudore sulla tua fronte, sulle tue braccia butta giù dalle brande i miei ormoni.

Mi guardi e ti sorrido, provocando in te la stessa reazione.

"Che c'è?" mi chiedi ridendo.

"Oh, niente"

"Ok, vado a farmi una doccia, ne ho decisamente bisogno visto che oggi ho anche allungato il mio solito giro", dici avvicinandoti alla cassettiera per prendere il necessario per cambiarti. Così, con uno scatto felino, decido di avvicinarti e tirandoti per la canottiera, ti faccio cadere sul letto di fianco a me.

"Oh Carina, sono tutta sudata, faccio schifo"

Mi sporgo appena sopra di te e ti guardo intensamente prima di risponderti.
"Sei bellissima"

"E tu non sei da meno, dolce dormigliona", mi sussurri prima di baciarmi, attirandomi leggermente a te.
"Prometto di fare veloce... tu non ti muovere da qui!", mi dici prima di alzarti e andare verso il bagno. Vorrei seguire i tuoi ordini ma so che c'è una cosa che forse può farti altrettanto felice. Oh, escludendo seguirti nella doccia. 

 

Maya POV

Nonostante la mia doccia non sia stata particolarmente lunga, son riuscita a far comunque appannare quasi del tutto lo specchio sopra il lavabo. Gli do una passata con l'asciugamano e, vedendo il mio riflesso su di esso, noto qualcosa di diverso. È come se i miei muscoli facciali subissero contrazioni naturali mai avvenute prima. Sto spontaneamente sorridendo, senza alcun apparente motivo. E io non sono mai stata una di quelle persone che la gente ricorda con un sorriso stampato in faccia, quanto piuttosto con un espressione seria o concentrata... o incazzata a volte (abbastanza spesso in realtà). Però sembra bastarmi l'idea che tu sia nell'altra stanza per farmi essere felice. 

Mi rendo presentabile, e finalmente esco dal bagno. Quando apro la porta, sento subito profumo di caffè. E il caffè come lo fai tu è semplicemente di un altro pianeta. Mi hai fatto capire che la moka è destinata ad essere un oggetto di cui non potrò più fare a meno. Ti vedo lì in cucina, in attesa di sentire quel brontolio che sancisce che finalmente è pronto, e vengo verso di te. Metto le mani di fianco alle tue sul piano, ai lati opposti dei fornelli, e avvicino il mio corpo alla tua schiena, prima di appoggiare le mie labbra sulla tua spalla, lasciata scoperta dalla maglia che indossi. Il caffè inizia a ribollire, come probabilmente il mio sangue al sentirti così vicina, sfiorarti, toccarti. Mi scanso solo quando ti sposti per toglierlo dal fuoco e versarlo.

"U so café, capitano" mi dici, passandomi la tazzina. Mentre lo bevo, continuo a fissare quei tuoi occhi nocciola. E non posso non pensare che passerei ogni giorno a perdermi nel tuo sguardo.

   
 
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