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Autore: ElfaNike    12/12/2020    1 recensioni
Avatar Darje è scomparso da tempo, ma nessuno è mai riuscito a trovare il suo successore, la sua reincarnazione. Finalmente, dopo quindici anni, Monaco Norbu, vecchio amico di Avatar Darje, riceve la notizia del ritrovamento di un candidato... parte così un viaggio alla ricerca del nuovo Avatar e alla scoperta di quattro giovani di grandi speranze e talenti fuori dal normale.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Nuovo personaggio, Rapunzel
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il Tempio dell’Aria del Sud comparve tra le nuvole con la sua altissima torre bianca, e i quattro giovani candidati al ruolo di Avatar di sporsero in avanti per guardarlo con gli occhi spalancati. Neppure Rapunzel era mai stata lì. Accanto a Champa, un altro bisonte volante portava i signori DunBroch e la sacerdotessa Valka.
Il mattino stesso della loro partenza, Monaco Norbu aveva inviato delle missive ai vari Templi dell’Aria, e in risposta aveva trovato, sulla strada per il Tempio, un confratello che li aspettava per permettere ai signori DunBroch di passare da una scomodissima carrozza a un ben più confortevole bisonte volante. In realtà, il signor DunBroch non aveva molto apprezzato l’idea dell’altezza, ma non gli dispiaceva pensare che, almeno, così sarebbero arrivati prima.
Quando atterrarono, i giovani monaci novizi corsero loro incontro e li aiutarono a scendere dai bisonti volanti, mentre il Saggio Sandman, giunto lì dal Tempio dell’Aria del Nord, e le Sagge rappresentanti dei Templi dell’Aria dell’Est e dell’Ovest avanzavano lentamente verso di loro.
Monaco Norbu si inchinò profondamente per salutarli, poi presentò i candidati e gli accompagnatori. I giovani monaci furono incaricati di fare gli onori di casa: Jack Frost, Merida, Hiccup e Rapunzel furono circondati da una folla di teste rasate in tunica gialla e rossa e furono spinti verso delle sale dove furono invitati a prepararsi per il grande evento. I monaci, nel frattempo, avevano invitato i signori DunBroch e la sacerdotessa Valka a seguirli in una sala spoglia dove offrirono loro del tè caldo per l’attesa.
Nella folla di giovani monaci che andavano e venivano, Merida, Hiccup e Jack Frost si scoprirono disorientati e un po’ timorosi, e il Dominatore dell’Aria, dall’alto della sua piattaforma in legno ruvido, si sporse in avanti a toccare la spalla di un monaco accanto a lui: -Dov’è Monaco Norbu?- chiese incerto.
-Si è ritirato a meditare con i Saggi.- rispose quello, e riprese le sue faccende.
Merida, all’angolo opposto della sala, scomodamente seduta su una piattaforma in legno ruvido come quella di Jack Frost, cercava di darsi un contegno da nobile che lì, lontana dal suo mondo di aristocrazia e corte, non le riusciva facile conservare.
Hiccup, nel terzo angolo della sala, seduto su un’altra di quelle piattaforme rialzate, si guardava intorno senza parole, sopraffatto da tutte quelle novità.
Rapunzel era estremamente nervosa: sapeva che quella era l’ora della verità. Sedeva sulla sua piattaforma in atteggiamento meditativo ma non riusciva a trovare pace. Quando era partita aveva abbandonato la sua vita di unica nomade a non essere dominatrice, e il Dominio dell’Acqua le aveva aperto delle possibilità che le avevano fatto capire che non sarebbe mai più tornata alla vita di prima. L’unico problema era che... l’unica alternativa che vedeva in quel momento era il ruolo di Avatar, ruolo che le avrebbe permesso di uscire definitivamente dal mondo dei Templi che oramai le stava così stretto.
-Rapunzel!- si sentì chiamare sottovoce -Rapunzel!-
Aprì gli occhi e vide Merida guardarla incerta: -Stai bene?-
-Sì.- rispose meccanicamente -Tu?-
-Un po’ a disagio...- ammise lei.
Rapunzel guardò anche i ragazzi e riconobbe nelle loro espressioni lo stesso groppo in gola che avevano lei e Merida.
In quel momento vennero a chiamarli.
Furono fatti alzare, e portati in un cortile circondato da più piani di passerelle in legno. In una delle più in alto furono condotti i signori DunBroch e la sacerdotessa Valka.
I quattro ragazzi furono fatti posizionare ciascuno in un angolo del cortile rettangolare, e furono lasciati soli. Loro rimasero lì, ad aspettare in silenzio, guardandosi l’un l’altro senza sapere bene cosa sarebbe successo poi.
Poi... arrivò Monaco Norbu, seguito in fila indiana dai Saggi. I ragazzi capirono che era giunto il momento, e che adesso avrebbero scoperto chi era davvero l’Avatar.
Il monaco li guardò uno a uno, poi si diresse a passo deciso verso Jack Frost, seguito, sempre in fila indiana, dagli alti Saggi. Arrivò davanti a lui e, alzando le mani, esclamò a gran voce: -Oh mio Maestro, sono così felice di averti ritrovato!- dopodiché si inchinò fino a terra.
Jack Frost rimase paralizzato e senza parole, e non tentò di scappare solo perché non aveva con sé l’aliante e le gambe non gli rispondevano. Con gli occhi sbarrati alzò la testa da Monaco Norbu e fissò gli altri tre ragazzi, per leggere la delusione profonda in Merida, la disperazione in Rapunzel.
Ci fu uno schioccò di frusta, Monaco Norbu si rialzò e si allontanò da lui. Tutti i giovani monaci percorsero il lato del cortile per arrivare davanti a lui e, cantando un sutra, uno dopo l’altro gli fecero un rapido inchino per proseguire nella direzione presa da Monaco Norbu e dai Saggi.
Il monaco si diresse da Hiccup e, stese le mani, esclamò: -Oh mio Maestro, sono così felice di averti ritrovato!- e si inchinò fino a terra anche davanti a lui.
Hiccup ebbe un tuffo al cuore e scambiò un’occhiata confusa con Jack Frost, il cui battito, a quella vista, stava riacquistando un suo ritmo.
Monaco Norbu si rialzò e si diresse verso Merida, mentre i giovani monaci, sempre cantando il loro sutra, si inchinavano a turno, in fila indiana, anche davanti a Hiccup.
Il monaco arrivò davanti a Merida e tese le mani, ed esclamò: -Oh mio Maestro, sono così felice di averti ritrovato!- e si chinò fino a terra anche davanti a lei.
Merida respirò profondamente, guardando quell’uomo che lei aveva imparato ad amare e rispettare come un maestro.
Poi lui si alzò nuovamente e, lasciatala allo sfilare dei giovani monaci che si inchinarono anche davanti a lei, andò finalmente da Rapunzel.
La ragazza lo guardò avanzare con un misto di stupore e speranza e lui tese le mani verso di lei: -Oh mio Maestro, sono così felice d averti ritrovato!- e si inchinò.
Quelle parole ebbero il potere di far sentire Rapunzel improvvisamente leggera, e allo stesso tempo fragile sulle gambe. Senza dire una parola si chinò fino a terra come aveva fatto Monaco Norbu e per qualche istante i due rimasero così, a offrirsi il reciproco rispetto, poi risollevarono il capo e appoggiarono uno la fronte sulla fronte dell’altra. Allora, il monaco mormorò: -E forse un giorno, amico mio, tu ritroverai me...-
Rapunzel gli sorrise, le lacrime agli occhi, e mentre si rialzava fu raggiunta da Merida, Hiccup e Jack Frost. Il monaco si rimise in piedi e li guardò con un sorriso fiero.
Hiccup lo guardava, il mento in su, e chiese: -Com’è possibile che siamo tutti e quattro l’Avatar?-
-Sono cose che succedono.- rispose pacatamente il monaco -È molto raro, ma è già successo altre volte: una manifestazione separata della stessa entità in più persone diverse. Generalmente si manifesta in tre persone, con la mente, il corpo e la parola. Tuttavia, Avatar Darje era qualcuno con un grande senso dell’umorismo, e suppongo abbia voluto imbrogliare un po’ le cose.- e l’uomo ridacchiò, probabilmente pensando alla sua giovinezza con Darje.
-Quindi chi di noi succederà ad Avatar Darje?- chiese senza fiato Rapunzel.
Lui la guardò sorridendo: -Penso che i monaci decideranno come far procedere la successione in un altro momento. Adesso ci saranno le celebrazioni per il vostro riconoscimento.- poi aggiunse, grave: -Ricordate sempre, amici miei, che voi siete la reincarnazione di Avatar Darje. Non solo uno di voi, non due, ma tutti e quattro. Tenetelo sempre a mente, mi raccomando.-
-Per questo dite che ci attiriamo a vicenda?- chiese ancora Hiccup.
L’uomo annuì, poi fece un passo indietro per lasciare spazio al Saggio Sandman, che li salutò tutti e quattro con rispetto, e con un gesto gentile invitò i novizi a portare i nuovi Avatar a preparare per le cerimonie di festeggiamento.
I quattro giovani furono di nuovo circondati dalle teste rasate e dai mantelli gialli e rossi, e furono trascinati via. Monaco Norbu li lasciò andare e, una volta spariti dentro il tempio, fu sopraffatto dall’emozione e si appoggiò al muro dietro di lui. In quel momento i signori DunBroch e la sacerdotessa Valka lo raggiunsero, nel silenzio del cortile.
-Come vedete, dama Elinor, quello che vi raccontavo aveva ragione di essere preso in considerazione.- le sorrise il monaco.
-Non posso credere che la nostra famiglia abbia un Avatar fra i suoi membri...- esalò la donna.
-Anche il fatto che adesso si debba dire ‘un’ Avatar è alquanto bizzarro.- considerò, dal canto suo, la sacerdotessa Valka -Le implicazioni sono molte, e non tutte chiarissime. Monaco Norbu, occorrerà trovare una spiegazione ancora a molti dettagli...-
Il monaco non si era staccato dal muro: -Adesso preferirei riposare. È stato un viaggio estremamente faticoso per me. Dei dettagli politici se ne dovranno occupare i sacerdoti dei templi dei quattro elementi. Ormai la mia missione è finita... potrei addirittura tornare al Tempio dell’Aria del Nord...- le gambe gli cedettero.
La sacerdotessa Valka ebbe il riflesso di sostenerlo: -Vi sentite bene?-
-Sì, non preoccupatevi per me. È solo l’emozione.- l’uomo si rimise sulle sue gambe e si avviò verso la porta da cui era arrivato, mormorando: -Eh, sì... ormai la mia missione è finita...-
Arrivò in una stanza con un’enorme campana in metallo, che lui fece rintoccare con un solo pesante colpo. Poi andò di fronte alle immagini sacre e si sedette a meditare.
 
Rapunzel, Merida, Jack Frost e Hiccup furono portati a compiere tutta una serie di riti di purificazione dai novizi, e tra un’abluzione e un incenso acceso si guardavano l’un l’altro senza parole.
I riti durarono tutto il pomeriggio e tutta la sera, e i ragazzi furono portati a dormire che la luna era già alta. Completamente frastornati, i quattro giovani si ristorarono con un sonno senza sogni, e si svegliarono ai canti del mattino. Guardando fuori dalla finestra videro due file di ragazze vestite di colori vivaci cantare e battere i piedi a ritmo, e voltarsi tutte insieme e poi voltarsi di nuovo in una danza tutta nastri e ghirigori.
I tamburi presero a suonare poco dopo, e i sutra e i canti si elevarono da ogni angolo del tempio.
I novizi li portarono a vestire delle lunghe tuniche rosse e arancione scuro, poi li precedettero in processione facendo roteare degli ombrelli variopinti dal lungo manico.
Nel frattempo, la sacerdotessa Valka andò a cercare Monaco Norbu per dirgli che le celebrazioni stavano iniziando, ma lo trovò ancora assorto in meditazione dalla sera precedente.
-È ancora lì?- chiese sottovoce a un giovane monaco che stava seduto nella stanza.
Lui rispose: -Uno come Monaco Norbu può restare così per una settimana, anche di più.-
La donna annuì con la testa e lo lasciò alla sua meditazione.
I quattro Avatar furono introdotti in una lunga sala in legno, con i monaci adulti seduti in molte file in mezzo a cui sfilarono uno dietro l’altro fino a raggiungere il palco su cui stava il Saggio Sandman. Lui li accolse con un gesto, li avvolse in una sciarpa bianca. Poi furono fatti sedere su degli scranni decorati in giallo e oro e i monaci continuarono con i loro sutra, mentre i flauti e i tamburi tenevano il ritmo.
Fu in quel momento che entrò un monaco, con passo rapido ma tranquillo, e si diresse al Saggio Sandman. Si sporse verso di lui e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Poi si girò, con un segno fece cessare la musica, si accostò al monaco della platea che gli era più vicino, e si disse con voce sommessa: -Monaco Norbu è passato ad altra vita.-
A quelle parole, il monaco intonò un sutra di tutt’altro tono, seguito a ruota dai confratelli.
Merida, Hiccup e Jack Frost osservarono quel brusco cambiamento e si girarono verso Rapunzel che, con le lacrime che le rigavano le guance, spiegò mestamente: -Monaco Norbu non c’è più.-
 
La cerimonia di addio fu sobria e il corpo di Monaco Norbu fu posto sopra una pira che Merida accese col suo dominio.
Quando del monaco non furono rimaste che le ceneri, i monaci le raccolsero e le diedero ai quattro ragazzi.
Merida si diresse con i suoi genitori all’interno del tempio, arrivò a un focolare acceso nei piani più bassi e vi gettò dentro le ceneri.
Hiccup scese con un bisonte volate nelle foreste che circondavano il tempio, e lì disperse le ceneri nel fitto sottobosco.
Rapunzel e Jack Frost presero Champa e volarono a sud. Il tempio non era troppo distante dal mare. Champa si abbassò sull’acqua e Rapunzel aprì il fazzoletto di lino per lasciar cadere in acqua il contenuto, poi il bisonte prese quota e Jack Frost aprì il suo.
Monaco Norbu si dissolse così sotto i loro occhi tristi, mentre Champa faceva rotta verso il tempio.
-Rapunzel...- chiese a bassa voce Jack Frost -Che ne sarà di noi adesso?-
Lei scosse le spalle: -Non ne ho idea.-
Quando atterrarono Hiccup e Merida corsero loro incontro e i quattro ragazzi si strinsero in un abbraccio, che fu interrotto dall’arrivo dei monaci.
-Sono desolato di interrompervi, Avatar Rapunzel.- disse uno chinandosi lievemente in avanti -Adesso dobbiamo organizzare il vostro viaggio.-
-Il mio viaggio?-
-Esattamente.- rispose quello -I Saggi sono tutti d’accordo che, vista la situazione alquanto... bizzarra, agli occhi del mondo è meglio rispettare il ciclo delle reincarnazioni. Dovrete partire al più presto per il Tempio dell’Aria dell’Est, dove le monache potranno dichiarare al mondo il vostro ritrovamento.-
-E noi?- chiese Merida -Che ne sarà di noi?-
-I vostri genitori vi riporteranno a casa. Anche voi, Jack Frost, sarete riportato a casa vostra alla Tribù dell’Acqua del Nord.-
-Che cosa?! Ma... Monaco Norbu ha detto che siamo tutti e quattro l’Avatar!- protestò Merida -Non potete rimandarci indietro come non fosse successo niente!-
-Adesso come adesso abbiamo bisogno di un messaggio chiaro per i templi degli altri elementi, damigella Merida.- concluse il monaco con tono gentile ma fermo.
Il Saggio Sandman attendeva all’ingresso del tempio. Quando vide Rapunzel allargò le braccia e la accolse con un sorriso. Poi la condusse dentro. Lei ebbe solo il tempo di guardarsi indietro e veder sparire dietro l’angolo Hiccup, Merida e uno sconvolto Jack Frost.
 
Quando furono rimasti solo loro tre, comparvero finalmente i signori DunBroch e la sacerdotessa Valka.
Dama Elinor abbracciò la figlia: -Mi dispiace che le cose siano successe così rapidamente, Merida.-
-Quindi... adesso torniamo a casa?- chiese incerta lei.
-Per ora sì. Ricordati che c’è Mulan che ti aspetta, devi tornare per raccontarle tutto.-
Merida annuì, completamente frastornata. Poi chiese: -Quindi loro non li vedrò più?-
Dama Elinor si voltò verso i due ragazzi. La sacerdotessa Valka si era messa dietro di loro e li consolava posando le mani sulle loro spalle.
-Certo che vi rivedrete! Mi sbaglio, sacerdotessa?-
-Il viaggio per il mio popolo è lungo e faticoso, ma sono sicura che troveremo il modo. Vero, Hiccup?-
Il ragazzo annuì, e tese la mano a Merida: -Vado a chiedere di preparare un bisonte volante per noi. A... arrivederci, allora.-
Merida gli strinse rigidamente la mano, per poi saltargli al collo e abbracciarlo con forza: -Grazie per tutto.-
Hiccup le strofinò una mano sulla schiena e se ne andò. La sacerdotessa Valka si rivolse allora a Jack Frost: -Se vuoi ti accompagniamo noi su al polo nord.-
Il ragazzo la guardava con gli occhi spalancati e lei scosse la testa: -Avrai tutto il viaggio per metabolizzare tutti questi avvenimenti. Dai, vai a fare le valigie.-
Jack Frost annuì lentamente e si allontanò catatonico, sotto lo sguardo triste di Merida, che lo salutò con la mano.
Il ragazzo prese a correre nel momento in cui sparì alla loro vista: lui tornare alla Tribù dell’Acqua del Nord? Tornare in quella trappola?!
Aveva sempre voluto fuggire, ed era rimasto perché... perché... non sapeva bene perché. L’immagine del sorriso gentile di Monaco Norbu gli balenò davanti agli occhi. Lui se li strofinò con la manica e corse a prendere il suo aliante. Doveva fuggire. Sì, quello era il momento in cui doveva fuggire. E la sua unica speranza per andarsene senza essere riacciuffato era...
Quando arrivò da Champa, trovò Hiccup intento ad accarezzarlo. Si fermò sulla soglia della stalla, ma il suo passo fu sufficiente perché l’altro ragazzo lo riconoscesse.
-Mentiva.- disse, senza voltarsi -Se torno adesso al Popolo del Sole, non potrò mai più andarmene. Ma sai...- si voltò a guardarlo negli occhi: -Io non voglio tornare alla mia vita di prima.-
Jack Frost vide il suo sguardo, e capì: -Neanch’io voglio tornare alla mia vita di prima.-
Non dovettero aggiungere altro. Issarono la sella sul dorso di Champa e montarono. Poi, con un sommesso ordine Hiccup fece decollare il bisonte volante.
Lui obbedì e presero quota. Hiccup gli fece fare un giro del tempio e guardò giù, e la vide: sua madre, la sacerdotessa Valka, ormai sola, aveva alzato lo sguardo e lo aveva visto. I loro sguardi si incontrarono e lei non fece fatica a capire che oramai suo figlio era cambiato, e non poteva più tornare a fare il fabbro. Lui le fece cenno con la mano, lei rispose annuendo. Poi abbassò la testa e si coprì gli occhi, per nascondere una lacrima. Con il cuore spezzato, Hiccup diresse Champa verso l’orizzonte.
 
Merida arrivò a casa dopo pochi giorni di viaggio, accompagnata dai monaci sui loro bisonti volanti, e si diresse subito nelle stanze di Mulan. La ragazza la vide arrivare che era sull’orlo del pianto, e corse ad abbracciarla: -Raccontami tutto.- le disse solo.
Allora Merida tirò su col naso e le disse tutto: le disse di essere l’Avatar, ma che lo erano anche gli altri. Le disse della cerimonia di riconoscimento e di quella di cremazione. Le raccontò della separazione da Monaco Norbu, dell’ultimo sguardo fiero che aveva rivolto loro, e della separazione da Rapunzel, Jack Frost e Hiccup, e dei loro sguardi persi.
Mulan ascoltò tutto in silenzio, poi la consolò dicendole che sicuramente avrebbe rivisto i suoi amici.
-I miei amici?- singhiozzò Merida.
-A me era proprio sembrato così...- mormorò l’altra ragazza.
Merida ebbe allora un’altra crisi di pianto e Mulan la consolò finché non si fu calmata.
Allora lei buttò fuori la cosa che più le faceva paura: -Come farò a tornare alla vita di prima, adesso?-
-Secondo me non tornerai alla vita di prima.- considerò a mente fredda Mulan -Dai, siete ben quattro Avatar! Sono sicura che farete grandi cose, e che diventerete quattro grandi Avatar.-
-Tu credi?-
-Ne sono sicura!- Mulan le sorrise -E magari scriveranno leggende su di voi...-
-La leggenda di quattro grandi Avatar?- mormorò Merida.
-Perché no?-
Merida non disse niente, ma masticò quelle parole ancora qualche minuto. La leggenda dei grandi quattro... Avatar?
Perché no?
...Magari, sì...

 

 
Angolino dell’autrice:
Quando mi invento queste storie, parto sempre da una scena particolare, che mi fa venire in mente tutto il resto della trama. Per questa storia, il seme di tutta l’idea era l’immagine di Monaco Norbu che riconosceva nei grandi quattro le quattro reincarnazioni dell’Avatar. Era dal capitolo 1 che non vedevo l’ora di arrivare a questo punto.
Quindi, come già anticipato dopo il salvataggio di Hiccup e Merida da parte del monaco, i quattro si attirano a vicenda, e questa ne è la ragione. E, come già anticipato, tutto questo concetto è ispirato al film ‘Piccolo Buddha’ di Bertolucci, nonostante le differenze di numeri, di ricchezza e di messaggio: i domini sono quattro, e i protagonisti sono quattro, e quindi le reincarnazioni multiple non potevano essere né più né meno che quattro; nel film, la ricchezza culturale, visiva e musicale è mille volte più profonda della mia, mentre il messaggio che passa alla morte del Monaco Norbu è totalmente diverso. Nel film si tratta delle scene finali, che devono portare a una conclusione, mentre nella mia storia questo è solo un passaggio, che ho voluto nel lutto per poter rilanciare la storia dal prossimo capitolo in poi.
A questo punto, nonostante lo spoiler che la mia storia costituisce, non posso che raccomandarvi di guardarvi il film, e di godervelo: la sua poesia ha un gusto tutto particolare, e siccome le premesse e le tematiche sono differenti potete gustarvelo senza soffrire troppo delle mie rivelazioni. (E poi c’è Keanu Reeves nei panni di Siddartha, capite cosa vuol dire? <3 <3 <3 <3)
Con ciò, abbiamo ora i grandi quattro separati e senza guida. Che succederà?
A presto
Nike
  
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