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Autore: Demy77    12/12/2020    2 recensioni
Ad un anno di distanza dalla messa in onda delle ultime puntate della quinta stagione di Poldark sono stata ispirata proprio da questa parte della storia.
La vita dei Romelza si intreccia con le trame dei rivoluzionari francesi e ne è messa a dura prova…ma ho immaginato un possibile sviluppo alternativo ed un finale diverso da quello visto in tv.
Bugie, inganni, colpi di scena rischieranno di allontanare per sempre i nostri eroi, ma il vero amore, si sa, trionfa sempre!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demelza Carne, Nuovo personaggio, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Tess, accompagnata da due guardie, giunse nel punto in cui si era precedentemente imbattuta in Ross, non trovò né lui, né il vecchio né la fanciulla. I militari perlustrarono la zona circostante pensando che il ricercato non potesse essere andato lontano; Tess raccomandò di fare il suo nome per la ricompensa, nel caso lo avessero trovato, ma di Ross sembrava essere sparita ogni traccia. Conclusero che era inutile affannarsi troppo, perché agli imbarchi erano previsti stringenti controlli: se quell’uomo era a Quimper, non sarebbe andato da nessuna parte senza essere acciuffato.
Intanto la pioggia era terminata e la cittadina francese sembrava aver ripreso vita. I passanti si aggiravano tra le botteghe, i lavoranti del porto vociavano presi dalle loro attività, mentre alcuni soldati inglesi in giubba rossa, con i moschetti sulle spalle, percorrevano avanti e indietro le vie di accesso al porto. Solo un paio di navi stazionavano nella baia ed un altro paio, da poco partite, ancora si intravedevano all’orizzonte.
Tra i passeggeri in attesa dell’imbarco vi erano anche l’avvocato Lorrain e Mireille. L’uomo aveva appena congedato il fidato cocchiere consegnandogli una lettera, raccomandandogli di spedirla al fratello di sua nuora in Spagna. Lorrain conversava amabilmente con la nipote, ma ogni tanto volgeva lo sguardo intorno a sé con circospezione. Per fortuna non avevano più incrociato la sudicia stracciona che aveva inveito contro Poldark.
Finalmente giunse l’ora di salire a bordo; Lorrain lasciò le sue generalità a due ufficiali, come gli veniva richiesto, giustificò le ragioni del loro viaggio ed acquistò il biglietto per sè e sua nipote. Una volta a bordo, chiese al capitano dell’imbarcazione di poter subito prendere posto in cabina poiché la nipote era molto provata dal lungo tragitto. Ottenuta risposta positiva, Lorrain si avvicinò all’orecchio della fanciulla e le sussurrò: “Mi raccomando, Mireille! La rapidità è fondamentale!”.
La ragazza gli strizzò l’occhio. Si diressero alla cabina assegnata; due facchini depositarono i bauli della ragazza al centro della stanza e l’avvocato, elargita loro una generosa mancia, li accompagnò alla porta, dicendo alla nipote che poteva riposare tranquilla mentre lui sgranchiva un po’ le gambe. Appena la porta fu chiusa alle spalle del nonno, Mireille si diresse rapida verso uno dei bauli e ne sollevò il coperchio, guardando al suo interno. “State bene, signor Ross?” – sussurrò.
Da un mucchio di pizzi e trine emerse il capitano Poldark. “Sto benissimo, grazie, anche se continuo a non capire il piano di vostro nonno. E mi rincresce moltissimo che abbiate dovuto rinunciare a parte dei vostri abiti e al viaggio in Spagna cui tenevate tanto per aiutare me…”
“Non preoccupatevi – rispose dolcemente la fanciulla – ci sarà tempo per rivedere i miei zii. Il nonno ha scritto loro una lettera per avvisare di questo nostro … cambio di programma. Quanto agli abiti, ne avevo portati fin troppi; e avrò una scusa per farmene regalare di nuovi dal nonno, quando saremo arrivati a destinazione! Voi non lo conoscete, ma quando si mette un’idea in testa è difficile farlo ragionare…”
“Penso di averlo intuito – sorrise Ross – per una volta, posso dire di aver trovato qualcuno ancora più testardo di me!”. Poi, tornando serio, aggiunse: “Eppure mi sento in colpa. Sono accusato di crimini molto gravi, e per giunta sto viaggiando da clandestino su questa nave. Dandomi aiuto, state rischiando molto anche voi…”
“Sciocchezze – commentò Mireille – il nonno sa quello che fa. Se ha accettato di assumere la vostra difesa vuol dire che è sicuro di sé. E’ da poco che vi conosciamo, ma mio nonno ha un sesto senso, riesce a capire subito di chi può fidarsi e di chi no, ed in genere la sua prima impressione è sempre quella giusta. E poi io sono contentissima di poter visitare la Cornovaglia! In questa stagione com’è il clima?”
“Credo che sia il periodo dell’anno migliore per scoprire le bellezze della Cornovaglia, Mireille. Anche se in Spagna avreste trovato più caldo, senz’altro… e così sarebbe stato pure in Portogallo…”
“Non vi crucciate, capitano – disse Mireille, vedendo Ross incupirsi – il nonno vi ha spiegato che non c’era altra soluzione. La priorità adesso è farvi scagionare da ogni accusa; tornerete da vostra moglie da uomo libero. Certo che quella donna, quella Tess, è proprio malvagia! Spero che venga arrestata e che sia chiusa in prigione fino all’ultimo dei suoi giorni!”
“Eppure, grazie a Tess sono stato messo sull’avviso ed ho evitato di presentarmi al porto, dove mi avrebbero arrestato”- dovette ammettere Ross.
“Adesso però dovete essere ubbidiente, fare il bravo, stare nascosto per bene finché non saremo arrivati in Inghilterra. Io e il nonno cercheremo di trovare il modo di farvi arrivare da mangiare. Potremmo anche fingere che io o lui stiamo male e farci portare il cibo in camera…”
“Sicuramente vostro nonno avrà pensato anche a questo – osservò Ross – anche se la parte del piano che mi spaventa di più è lo sbarco… le fessure che abbiamo aperto nel baule mi consentono di respirare, ma se qualcosa dovesse andare storto…”
Mireille scosse la testa. “E’ probabile che la polizia inglese vi creda ancora in Cornovaglia, perciò i controlli in entrata saranno più blandi di quelli in uscita. In effetti avete ragione, è piuttosto folle che un potenziale condannato a morte rientri nel paese dal quale è riuscito fortunosamente a scappare! Ma se il nonno vi ha consigliato così, vuol dire che è la cosa più opportuna da fare”.
Lupus in fabula, in quel momento Lorrain bussò alla porta. Ross si nascose dietro una porta che dava in una camera adiacente, mentre Mireille andava ad aprire. L’avvocato fece il suo ingresso nella stanza, visibilmente su di giri.
“Che avventura emozionante! – esclamò – grazie a Poldark, ne avrò da raccontare ai posteri! Dov’è andato? Mireille, fallo venire subito qui.”
Mireille andò a chiamare Ross e l’avvocato lo invitò a sedersi ad un tavolo. Con carta, calamaio e piuma d’oca davanti, iniziò a prendere appunti sulla base di quanto Ross gli riferiva, arricchendo di particolari la breve sintesi che l’inglese gli aveva fatto dopo che era comparsa Tess.
Il vecchio avvocato era rimasto così colpito da quella storia che aveva deciso, su due piedi, di difendere Ross dalle accuse che gravavano sulla sua testa. Per farlo, ovviamente, doveva esaminare i documenti ufficiali in possesso degli inquirenti ed acquisire delle prove a discarico, il che implicava la necessità di andare in Cornovaglia, e Ross con loro; essendo ricercato però avevano dovuto caricarlo a bordo nascosto all’interno di uno dei bauli di Mireille, e per il momento tutto era andato secondo i piani.
Discussero a lungo della strategia processuale; l’avvocato strigliò ben bene Ross per il suo comportamento sconsiderato, non tanto per l’aiuto offerto ai francesi ma per la fuga precipitosa dall’Inghilterra, che rischiava di metterlo in cattiva luce con i giudici, suonando quasi come una ammissione di colpevolezza. Per questo aveva insistito molto affinchè Ross tornasse in patria e la smettesse di crogiolarsi nelle sue idee romantiche di inseguimento della moglie, pensando piuttosto a salvare il collo ed il proprio patrimonio: “Altrimenti, come pagherete il mio onorario?” – aveva scherzato Lorrain.
Ross era molto amareggiato per la mancata partenza per Lisbona, ma dopo aver compreso che la sua situazione legale era ancora più complicata di quello che temeva quando aveva lasciato la Cornovaglia aveva deciso di affidarsi ai consigli di quell’eccentrico avvocato. Gli aveva riferito di aver trattato molti processi in cui le accuse erano per crimini di tipo politico e gli sembrava uno che sapeva il fatto suo. Del resto, un avvocato inglese avrebbe potuto essere più prevenuto nei suoi confronti rispetto a quello straniero, che almeno era onesto, non vantava conoscenze negli ambienti che contano e non poteva essere uno strumento nelle mani dei suoi numerosi nemici.
Dopo aver confabulato a lungo, i due Lorrain lasciarono Ross da solo recandosi a cenare, e ritornarono dopo circa un’ora, con un cesto di frutta.
“Per oggi siamo riusciti a procurarci solo questo – si scusò l’uomo, mentre Ross si serviva – ma domani mattina ci faremo consegnare una ricca colazione in camera. Abbiamo trascorso una piacevole serata, sapete? Non ci sono molti altri passeggeri a bordo. In realtà, siamo stati fortunati: abbiamo scoperto che questa nave ha fatto scalo a Quimper per puro caso, per colpa di un’avaria, altrimenti avremmo dovuto attendere domani sera per trovare un’altra nave per Falmouth. In sala abbiamo conosciuto una vostra conterranea veramente deliziosa, una persona garbata e spiritosa, una donna davvero affascinante. Aveva un nome molto strano, vero Mireille? Com’è che si chiamava, la signora? Romilda? Zelda?”
“Demelza, nonno”.
Il cuore di Ross, all’udire quel nome, saltò un battito.
“Come avete detto?” – disse Ross balzando in piedi.
“Demelza” – ripetè Mireille scandendo bene le sillabe.
“Com’è fatta fisicamente quella donna? Ditemelo!” – la incalzò Ross.
“Ha i capelli lunghi più o meno come i miei, mossi, di colore rosso…” – rispose Mireille, e Ross non le diede il tempo di completare la descrizione.
“E’ mia moglie! Santo cielo, mia moglie è su questa nave!” – esclamò Ross pazzo di gioia rivolto all’avvocato– “ma com’è possibile?”
“Siamo a bordo della Esmeralda, capitano, una nave che svolge il servizio postale tra Portogallo e Gran Bretagna. Il capitano è il cugino della signora Demelza, a quanto ho capito. La signora sta tornando in Cornovaglia. Evidentemente vi ha perdonato, non è affatto partita alla volta del Nuovo Mondo come sospettavate!” – replicò Lorrain.
“Ma certo, è la nave di Andrew Blamey, il marito di mia cugina Verity! Vi prego, informatevi e fatemi sapere qual è la cabina in cui alloggia Demelza. Devo vederla, parlare con lei, spiegarle tutto….”
Lorrain scosse la testa. “No, Ross, non fate altre sciocchezze. È pericoloso. Voi ufficialmente non siete su questa nave, ed anche se il comandante è vostro parente non potete mettere a rischio la sua carriera e la sua reputazione per coprire voi, nel caso qualcuno si accorgesse della vostra presenza.”
“Però, nonno – obiettò Mireille – se non è prudente che il signor Poldark esca da questa cabina, possiamo sempre con una scusa invitare la signora Poldark a venire qui…”
“Anima innocente! – sbottò l’anziano – se la signora Poldark entrerà in questa stanza, puoi star certa che io e te ci troveremo senza un posto dove andare a dormire!”
Ross, imbarazzato, arrossì fin sopra i capelli.
“Vi scongiuro, avvocato, comprendo le vostre perplessità, ma non potete pretendere che resti tranquillo e beato sapendo che Demelza è a pochi passi da me! Avete detto voi stesso che ci sono pochi passeggeri sulla nave. Vi prometto che non sarò avventato e soprattutto, accada ciò che accada, non farò assolutamente il vostro nome”.
“Caro Ross, non cercate di tenermi fuori perché ormai sono in ballo e continuo a ballare! Se proprio insistete con questa pazzia, cerchiamo almeno di organizzarla per bene! Allora… “ – e così dicendo l’avvocato cominciò a pianificare ruoli e compiti di ciascuno.
Demelza era già in camicia da notte quando sentì bussare alla porta. Si chiese meravigliata cosa potesse volere da lei a quell’ora quella ragazza francese conosciuta poco prima. Mireille si scusò dell’intrusione, e le disse che aveva un messaggio importante da parte di suo nonno, che le raccomandava di non fare parola con nessuno, né con il capitano Blamey, né con i suoi figli, né con la governante, di quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
“Non capisco…”- disse Demelza.
“So che non mi capite, signora Poldark, ma fidatevi di noi.”
“Come mi avete chiamato? Sono certa di non avervi detto il mio cognome prima!”
“Non me lo avete detto voi, ma vostro marito– le sussurrò Mireille all’orecchio – è qui, su questa nave, e basta che voi mi diate un cenno, lo vedrete coi vostri occhi.”
“Ross…- balbettò Demelza – è qui, sta bene…”
“Si, sta bene, ma non ho tempo di spiegarvi altro. Dobbiamo fare presto, prima che arrivi qualcuno nel corridoio. Volete incontrarlo o no?”
“Sì, Giuda, sì!” – esclamò Demelza con le lacrime agli occhi, mentre Mireille agitava un fazzoletto in aria. Dall’altro capo del corridoio Ross si avvicinò rapido, si introdusse nella cabina di Demelza e richiuse la porta alle sue spalle, mentre Mireille si allontanava, soddisfatta di aver portato a termine la sua missione.
Dopo un attimo in cui era rimasto impietrito dall’emozione a fissare sua moglie, Ross l’aveva stretta in un abbraccio da togliere il fiato, e le aveva sussurrato “Demelza, quanto mi sei mancata…”
Anche lei avrebbe voluto confessargli che le era mancato, ma era ancora arrabbiata e troppo orgogliosa per farlo; inoltre tante domande meritavano una risposta: cosa ci faceva Ross a Quimper? Chi erano quei due con cui viaggiava? Cosa era accaduto davvero in Cornovaglia? Cosa intendeva fare adesso?
Ai suoi tentativi di sapere qualcosa di più, il marito replicò: “Ti racconterò tutto, ma non ora. Dopo tutto il tempo che siamo stati lontani e la paura di non rivederti mai più, non ho voglia di parlare. Prima di tutto ho bisogno di sentirti mia” – le bisbigliò, stringendola per la vita.
Ogni resistenza di Demelza crollò a fronte di quel tono di voce implorante e dello sguardo irresistibilmente sensuale con cui suo marito la fissava.
“Oh, Ross…” – mormorò, cingendogli il collo con le braccia e poggiando la testa sul suo petto.
Con quel gesto Ross ebbe la certezza che sua moglie non lo avrebbe respinto. Delicatamente insinuò le sue mani sotto la camicia da notte di Demelza, reclamando ciò che gli apparteneva e di cui da troppo tempo era stato privato.

 
  
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