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Autore: LadyOfMischief    12/12/2020    8 recensioni
SEQUEL DI "WHATEVER IT TAKES"
Rey è riuscita a riportare Ben in vita, ma la lotta per libertà della galassia non è ancora finita. Ciò che resta del Primo Ordine, ed i sistemi ancora fedeli ai loro ideali, continua a seminare distruzione e morte minacciando ciò per cui la Resistenza ha lottato.
Per Ben questa è l'occasione per rimediare ai propri errori e dimostrare a tutti quanti che non è più Kylo Ren, ma non sarà un'impresa così facile e nel frattempo lui e Rey impareranno cosa significhi stare realmente insieme.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Poe Dameron, Rey, Rose Tico
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Saving What We Love'
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Quella missione sarebbe stata la prima dopo la battaglia di Exegol, oltre che la prima al fianco di Ben e Rose, eppure Rey non ci aveva pensato due volte ad accettare. Starsene con le mani in mano non era nella sua natura, le uniche attività che svolgeva da quando si erano stabiliti su Oshira era aiutare Rose con vari problemi tecnici e qualche ora di addestramento con Ben.
In quelle due settimane il Consiglio si era concentrato perlopiù sul raccogliere informazioni - oltre a quelle fornite da Ben -, contattare chiunque potesse essere d'aiuto e reclutare più persone possibili. Attualmente erano circa un'ottantina di persone al villaggio, un numero esiguo se paragonato all'esercito che stava mettendo su il Nuovo Impero, che aveva ripreso ad utilizzare cloni modificati. Con questa premessa non potevano permettersi di andare alla cieca in territorio nemico e sferrare attacchi potenzialmente suicidi. Inoltre qualunque missione relativa alle Regioni Ignote era stata messa in secondo piano dal momento che nessuno aveva le coordinate dei pianeti d'interesse - fatta eccezione per Rakata Prime -.
“Allora qual è il piano?” chiese Rey sfregandosi di nuovo le mani per riscaldarle.
“Se seguono ancora i vecchi protocolli ci saranno delle guardie lungo il perimetro esterno, perciò ci occuperemo prima di loro” rispose Ben.

“Una volta fatto questo ci divideremo, uno di noi scorterà Rose fino ai computer per copiare i dati che ci servono e gli altri due piazzeranno le cariche esplosive” proseguì Jacen gesticolando mentre parlava, sembrava il tipo di persona che non riusciva mai a stare ferma.
“La scorterò io” si offrì Rey, era un compito semplice e se qualcosa fosse andato storto avrebbe potuto proteggere entrambe con la sua spada laser o attingendo a quel minimo di Forza che riusciva a sfruttare. Negli ultimi giorni aveva cominciato ad avvertire la propria connessione con la Forza e il suo legame con Ben ristabilirsi, seppur debolmente. Non era ancora in grado di padroneggiare la Forza come un tempo, riusciva soltanto a spostare alcuni oggetti e percepire ciò che la circondava se si concentrava abbastanza.
“Cosa devo cercare?” intervenne Rose.
“Qualunque cosa riguardi le rotte seguite per le consegne di provviste e armi degli ultimi mesi” spiegò Jacen.
“Sarà fatto, ho solo bisogno di una banca dati su cui copiare i dati” annunciò Rose “Ce ne sono alcune nei magazzini, vado a prenderle immediatamente” aggiunse prima di allontanarsi e dirigersi verso la piattaforma di carico.
“Vado con lei per prendere gli esplosivi, voi due preparate una nave” disse Jacen, che raggiunse Rose sulla piattaforma.
Non appena Rey si trovò sola con Ben annullò la distanza che c'era tra loro, gli mise le braccia intorno al collo e si alzò in punta di piedi per baciarlo, anche se neppure quello bastava per compensare del tutto la differenza di altezza tra i due. Ben fece scivolare entrambe le mani sui suoi fianchi e ricambiò il bacio con trepidazione, come se non avesse atteso altro per tutto il giorno. Le labbra di Ben erano calde contro le sue, provò una sensazione di calore diffondersi per tutto il corpo e si abbandonò completamente a quel bacio.
Quando i due si staccarono Rey notò che Ben aveva le guance arrossate, probabilmente come lei, e sapeva che non era dovuto soltanto al freddo. Non era la prima volta che capitava che si lasciassero trasportare dai propri sentimenti e negli ultimi giorni era capitato sempre più di frequente, se non fosse stato per la presenza di Chewbecca in casa Rey era sicura che si sarebbero già spinti oltre. Per questo aveva seguito il consiglio di Rose e con un certo imbarazzo aveva chiesto all'amica di accompagnarla in infermeria per consultare un droide medico per le dovute precauzioni, che alla fine si era rivelata una semplice iniezione. L'effetto sarebbe durato soltanto tre mesi e una volta terminato l'effetto avrebbe dovuto aspettare qualche giorno di prima di rifare l'iniezione.
Rey aveva ancora il volto a pochi centimetri di distanza da quello di Ben, che le sfiorò le labbra con le proprie e teneva ancora le mani sui suoi fianchi.
“Per quanto mi piacerebbe continuare questa conversazione” disse con una nota d'ironia “Credo proprio che ora dovremmo prepararci per la missione” proseguì riportando entrambi alla realtà.
“Credo proprio di sì” concordò Rey, avevano approfittato del fatto che fossero soli per concedersi quel momento, ma adesso dovevano concentrarsi sul compito che gli era stato affidato.

 

 

 

Rey aveva proposto di prendere il Falcon per quella missione, era la nave più veloce di cui disponevano nell'hangar e Ben si era trovato d'accordo. Se qualcosa fosse andato storto avrebbero potuto contare proprio sul fattore velocità per un'eventuale fuga e seminare i TIE.
Ben stava controllando che tutto fosse a posto prima di partire, i livelli del carburante erano al massimo e avevano almeno un kit medico a bordo per emergenza. Rey invece era tornata a casa per recuperare le loro spade laser, che usavano soltanto quando si addestravano poiché a lui non era permesso neppure averla sempre con sé com'era abituato a fare.
Accese il navicomputer per accertarsi che questa volta non desse alcun problema, fortunatamente la mappa comparve all'istante sullo schermo e poté inserire le coordinate. Il navicomputer elaborò quei dati e tracciò una rotta per Rakata Prime, eseguendo un paio di salti nell'iperspazio sarebbero arrivati in poco tempo nel settore indicato. Avrebbero poi dovuto aggirare un'anomalia nota come “Barriera Galattica” [1] che si estendeva per gran parte delle Regioni Ignote e rendeva impossibile raggiungere alcuni pianeti. Era quella la ragione per cui nessuno era mai stato in grado di trovare Exegol, l'unico modo per arrivarci era il puntatore Sith.
Ben aveva una brutta sensazione riguardo quella missione all'apparenza così semplice e aveva il presentimento che qualcosa sarebbe andato storto. La Forza spesso metteva in guardia da potenziali pericoli proprio attraverso quelle sensazioni, che non sempre erano affidabili ma non andavano neppure ignorate. Il suo primo pensiero andò a Rey, che, nonostante sapesse cavarsela da sola, aveva una certa predisposizione nel mettersi nei guai e trovarsi in situazioni pericolose. Tuttavia non poté fare a meno di preoccuparsi anche per Rose, che era la cosa più vicina ad un'amica che avesse e persino per Jacen, che aveva appena conosciuto.
Dal rumore dei passi sul pavimento metallico Ben capì che gli altri l'avevano appena raggiunto a bordo, lasciò la cabina di pilotaggio e s'incamminò verso l'area comune. Rose e Jacen se ne stavano con la schiena poggiata contro una parete, uno zainetto marrone – che conteneva gli esplosivi – giaceva ai loro piedi e si erano entrambi muniti di blaster. Rey invece era seduta all'estremità del divanetto e teneva la sua spada laser tra le mani.
“È tutto pronto per partire” annunciò al trio.
“Hai già impostato una rotta?” chiese Rey alzandosi e lanciadogli la spada, Ben l'afferrò al volo e se l'assicurò alla cintura.
“Sì, e sarà un viaggio movimentato a causa dei salti nell'iperspazio” informò gli altri “Perciò è meglio che troviate un posto sicuro per quegli esplosivi e prendiate i detonatori se non vogliamo saltare in aria” aggiunse indicando lo zaino, se fosse stato sballottato da qualche parte durante un salto la missione sarebbe finita ancor prima di cominciare.
“Ce ne occuperemo subito”disse Jacen.
“Andiamo, ti mostro dove possiamo metterli”disse Rose incamminandosi verso la stiva, Jacen prese lo zaino e la seguì senza battere ciglio. Era chiaro che quella fosse la sua prima missione in assoluto e che fosse abituato a seguire gli ordini piuttosto che a impartirli.
Ben tornò in cabina di pilotaggio seguito da Rey, che però occupò il suo posto da co-pilota, aveva forse preso sul serio la battuta fatta in precedenza?
“Quando ho detto che mi serviva il mio co-pilota non ero serio” le disse.
“Lo so, ma questa missione è tua e di Jacen, perciò sarai tu il pilota per oggi” replicò Rey, Ben prese posto sul sedile del pilota e avviò tutti i sistemi.
Rose e Jacen li raggiunsero poco dopo e si sedettero dietro di loro.
“Ci siamo occupati degli esplosivi” dichiarò Rose. 
Ci vollero tre salti consecutivi e un'ora standard di viaggio per raggiungere Rakata Prime, la prima cosa strana che Ben notò fu l'assenza di navi in orbita nei pressi del pianeta. Quando c'era ancora il Primo Ordine a detenerne il controllo c'erano sempre due Star Destroyer a controllare chi arrivava e chi lasciava il pianeta. Inoltre bisognava comunicare il proprio codice per ottenere il permesso di atterrare, l'assenza di tutto ciò era molto sospetto ma al tempo stesso era impossibile che si trattasse di una trappola. Nessuno poteva prevedere una missione del genere da parte della Resistenza né poteva sapere che fossero in possesso di quelle informazioni.
“Non mi piace tutta questa tranquillità” disse Jacen dal sedile posteriore.
“Neppure a me” concordò Ben.
“Sarà meglio avviare una scansione per essere sicuri che siamo davvero gli unici qui” suggerì Rey, ma non ebbe nemmeno il tempo di farlo che un colpo di turbolaser proveniente dalla superficie del pianeta investì il Falcon in pieno facendolo oscillare violentemente.
Se non fosse stato per gli scudi – adesso completamente fuori uso – la nave sarebbe precipitata ridotta a pezzi. Con una tale potenza di fuoco non serviva avere una flotta né una singola nave comando in orbita a proteggere il pianeta ed evitare intrusioni indesiderate.
“Hanno un sistema di difesa automatico! [2]” esclamò Rose, che era seduta dietro Rey.
“Non possiamo restare fermi qui, gli scudi sono fuori uso e il Falcon non può reggere un altro colpo” annunciò Ben cercando di mantenere la calma, aveva affrontato situazioni peggiori di quella in cui si trovavano attualmente e se si fosse lasciato prendere dal panico non sarebbe stato di alcun aiuto. Attraverso la Forza poteva percepire l'agitazione dei suoi compagni, soprattutto quella di Rose, dovevano trovare un modo per atterrare il più vicino possibile al deposito senza farsi rilevare dal sistema di difesa.
“Ho un'idea, me ne ha parlato Chewbe una volta” disse Rey, se era qualcosa fatto da Chewbecca – e sicuramente suggerita da suo padre – non poteva che essere un'idea folle “Avviciniamoci alla superficie a velocità luce, l'arma che ci ha colpiti deve pur aver bisogno di qualche secondo di ricarica prima di far fuoco di nuovo”
“Avvicinarsi a velocità luce? Stai scherzando spero” intervenne Jacen visibilmente preoccupato, stavano perdendo fin troppo tempo che non avevano e le uniche due opzioni erano: tornare indietro o fare come aveva proposto Rey.
Ben e Rey si scambiarono uno sguardo d'intesa e insieme abbassarono la leva per azionare la velocità luce, appena in tempo per evitare un altro colpo proveniente dalla superficie del pianeta. Nel giro di pochi millesimi di secondo il Falcon entrò nell'atmosfera del pianeta quasi come se stesse per schiantarsi al suolo, dovevano rallentare più che potevano o non sarebbero mai atterrati senza subire seri danni. Tirarono la leva una seconda volta e cercarono di stabilizzare la nave più che potevano, per fortuna Rey era una pilota in gamba e sembrava che quello non fosse il suo primo atterraggio difficile.
Pur diminuendo la velocità il Falcon atterrò con qualche scossone e abbattendo un gran numero di alberi della foresta in cui erano atterrati, se prima potevano contare sul fattore sorpresa adesso chiunque fosse lì sapeva della loro presenza. A parte gli scudi completamente andati il computer di bordo non aveva rilevato altri danni, quella nave sembrava pressoché indistruttibile nonostante fosse vecchia.
“State tutti bene?” chiese Ben voltandosi verso Rose e Jacen.
“Sì, ma la prossima volta fareste meglio ad avvisare” rispose Rose, che se ne stava ancora aggrappata con le mani al sedile di Rey.
“Sto bene, questa è stata la cosa più folle che abbia mai visto” disse Jacen perplesso “Sarà meglio sbrigarci, qualcuno presto si accorgerà che abbiamo sfasciato mezza foresta”
I quattro uscirono dal Falcon, la nave aveva scavato un solco nel terreno durante l'atterraggio e sradicato più alberi di quanto Ben avesse immaginato, alcuni erano persino finiti sullo scafo della nave. Su Rakata doveva essere primavera perché faceva abbastanza caldo e soffiava soltanto un vento leggero, il cielo era privo di nubi e a giudicare dalla posizione del sole doveva essere mattina. Dovettero tornare a bordo della nave per lasciarvi le giacche – che erano adatte soltanto a temperature estremamente basse - prima d'incamminarsi verso il loro obiettivo.
La foresta in cui erano atterrati non era troppo lontana dal deposito circondato da mura, situato su una collinetta visibile anche dal punto in cui si trovavano e non sembrava una struttura particolarmente grande, ma a quella distanza era difficile stabilirlo con certezza. A parte i versi degli animali tutto era abbastanza silenzioso intorno a loro, ma per prudenza estrassero comunque le proprie armi prima d'inoltrarsi nella foresta. Ben fece affidamento alla Forza per percepire le forme di vita che lo circondavano come gli aveva insegnato suo zio Luke, la foresta brulicava di vita e, in contrapposizione a essa, anche di morte. La presenza più brillante che Ben percepì fu Rey, nonostante il loro legame fosse ancora debole, era come un raggio di sole che illuminava ogni cosa. Inoltre si rese conto che tra loro anche qualcun altro era sensibile alla Forza, anche se probabilmente non era in grado di usarla, ed era Jacen. Una delle prime cose che Luke aveva insegnato a Ben e agli altri padawan era la differenza tra coloro sensibili alla Forza e coloro che potevano farne uso, i primi potevano soltanto percepirla senza però potersene servire attivamente, a differenza dei secondi. Rose invece era una presenza mite, una persona comune ma da non sottovalutare poiché aveva molte altre qualità.
Il fruscio delle foglie e il rumore di rametti calpestati fecero voltare tutti e quattro alla loro destra, Rey attivò istintivamente la propria spada laser.
“Aspetta” le disse Ben posandole una mano sul braccio che impugnava la spada “È soltanto un animale spaventato” qualunque cosa avesse provocato il rumore poteva percepire chiaramente che fosse innocua e che avesse paura. Rey disattivò la spada nel momento in cui una creaturina a due zampe sbucò da un cespuglio tra gli alberi, era poco più grande di un porg, aveva delle lunghe orecchie a punta e delle zampette minuscole.

 

 

 

Diversi minuti di cammino dopo il gruppo era lasciato la foresta alle spalle e aveva cominciato a risalire lungo un sentiero naturale che conduceva in cima alla collina. Una volta raggiunta la cima si accostarono al muro che circondava la struttura, a pochi passi da loro c'era un cancello di metallo e un pannello con un tastierino numerico.
Rey si sporse leggermente per dare un'occhiata all'edificio attraverso le sbarre del cancello, era a pianta quadrata, a due piani e una scaletta di metallo all'esterno della struttura conduceva al piano superiore. Non vi era alcuna finestra e c'era soltanto un ingresso, strettamente sorvegliato da sei guardie in armatura rossa e armate di regolari fucili F-11D [3]. Lungo il perimetro c'erano degli assaltatori– che indossavano un'armatura nera – tutti armati di blaster.

“Per essere un semplice deposito questo posto è fin troppo sorvegliato” commentò a bassa voce e ritraendosi dal cancello.
“Quante guardie ci sono?” chiese Ben, che stava accanto a lei.
“Sei all'ingresso e almeno una ventina di assaltatori lungo il perimetro” rispose lei.
“Possiamo gestirle se ci dividiamo” intervenne Jacen.
“Dovresti restare qui, non puoi rischiare di farti colpire con uno zaino pieno di cariche” fece notare Rose, in effetti era un rischio ma non potevano neppure lasciarlo lì fuori da solo.
“Se siete d'accordo possiamo occuparcene io e Rey” propose Ben, per loro due non sarebbe stato un problema l'inferiorità numerica perché potevano deviare i colpi con le spade laser e disarmare le guardie con la Forza.
“Va bene, ma se la situazione si mette male verremo a darvi una mano” replicò Jacen.
Oltre alla spada laser Rey aveva portato con sé il blaster che le aveva regalato Han il giorno in cui si erano conosciuti, le bastò sparare un colpo al pannello di controllo e il cancellò si aprì. Rinfoderò il blaster e attivò la propria spada laser, Ben fece altrettanto e varcarono il cancello. Non appena le guardie all'ingresso notarono la loro presenza cominciarono a sparare, il vantaggio dell'avere una spada a doppia lama era che si potevano respingere più colpi allo stesso tempo. Rey deviò i colpi di due fucili, che colpirono in pieno petto le guardie che avevano sparato e caddero a terra prive di vita all'istante. Non le era mai piaciuta l'idea di dover uccidere, anche se si trattava di difendere se stessa e i suoi amici, ma non aveva altra scelta. Con la coda dell'occhio vide Ben deviare i colpi di una guardia, a cui toccò la stessa sorte delle due colpite da lei, e disarmarne altre due con un semplice gesto della mano usando la Forza.
Gli assaltatori non tardarono ad accorrere in aiuto delle tre rimaste all'ingresso e nel giro di poco si trovarono schiena contro schiena circondati dalle guardie.
Jedi ribelli!” esclamò una guardia “Gettate le armi a terra!” gli ordinò puntando il fucile nella loro direzione, anziché rispondere Ben allungò la mano libera verso il blaster di Rey e lo estrasse dal fodero per sparare contro la guardia che aveva parlato. Rey si concentrò e disarmò la guardia più vicina facendogli volare il blaster dalle mani, avrebbe voluto fare di più ma quello era il minimo che riusciva a fare. Questo non l'avrebbe fermata però, se l'era cavata per anni nel deserto senza mai usare la Forza e aveva tenuto testa agli altri cercarottami, che più volte avevano cercato di sottrarle le parti recuperate in un giorno di lavoro.
Rey deviò quanti più colpi possibile con la propria spada mentre Ben usava la spada per difendersi e il blaster per colpire le guardie, una combinazione abbastanza singolare ma efficace. Nonostante fossero in due riuscirono a eliminare tutte le guardie senza troppe difficoltà e a Rey sembrò di essere tornata al giorno in cui avevano combattuto nella sala del trono di Snoke.
Quando anche l'ultima guardia crollò a terra entrambi disattivarono le spade laser, Rey si voltò in direzione di Ben, a pochi centimetri da lei e con ancora il suo blaster in mano.
“Credo che tu abbia qualcosa di mio” gli disse ironica indicando l'arma.
“Dovrei procurarmene uno anch'io” le disse riponendo il blaster nel fodero che Rey portava sempre assicurato alla gamba “Sarà meglio avvisare Jacen e Rose” aggiunse cambiando discorso.
Non ci fu bisogno di tornare indietro per avvisare i due, che avevano già varcato il cancello e li stavano raggiungendo. Nonostante quella piccola vittoria Rey non riusciva a scrollarsi di dosso una brutta sensazione, aveva cominciato a provarla non appena si erano avvicinati all'edificio e l'aveva attribuita allo scontro imminente.
Una volta riuniti con i propri compagni ripassarono il piano, Ben e Jacen dovevano piazzare le cariche sui pilastri e muri portanti del magazzino, mentre Rey e Rose si infiltravano nella sala di controllo per copiare tutti i dati necessari. Un compito facile a dirsi, tuttavia non c'era da escludere la possibilità che all'interno vi fossero altre guardie e assaltatori.
“Quanto tempo vi serve?” chiese Ben.
“Circa tre minuti, devo prima cercare i dati e poi copiarli” rispose Rose.
“D'accordo, e una volta piazzate le cariche vi raggiungeremo” intervenne Jacen.
“Percepisco circa dodici persone in tutto l'edificio, la sala di controllo è al piano di sopra e lì dovrebbero esserci soltanto due ufficiali” dichiarò Ben.
“Va bene, saliremo dalla scala qui fuori” disse Rey agganciandosi la spada laser alla cintura.
“Ci vediamo tra qualche minuto” aggiunse Rose.
Le due ragazze svoltarono l'angolo e raggiunsero la stretta scaletta che conduceva al piano superiore, Rose salì per prima e Rey la seguì subito dopo. Giunsero davanti a una porta in durasteel, anch'essa dotata di un pannello per l'inserimento del codice, con un colpo di blaster Rose lo distrusse e la porta si aprì con un “click”.
“Vado avanti per prima” disse Rey prendendo il blaster e regolandolo sulla modalità stordimento, se c'erano soltanto due ufficiali bastava stordirli e portarli fuori prima dell'esplosione anziché ucciderli. Spinse la porta ed entrò all'interno, sia il pavimento che le pareti erano di varie sfumature di nero e a intervalli regolari c'erano delle luci soffuse bianche, Rey dovette sbattere più volte le palpebre per adeguarsi a quell'ambiente più scuro rispetto all'esterno illuminato dal sole. Al termine del breve corridoio in cui si trovava c'era un'altra porta – nera e grigia - e non c'era nessun altro in giro, il che era abbastanza strano considerato il numero di assaltatori presenti lungo il perimetro.
“Rose, puoi entrare, è tutto sicuro” commentò senza alzare troppo la voce, la ragazza entrò e si lasciò la porta aperta alle spalle.
“Bene, adesso dobbiamo solo superare quella porta e mettere fuori gioco gli ufficiali” Rey si limitò ad annuire ed entrambe si avvicinarono alla porta, che aprirono come avevano fatto con l'altra.
I due ufficiali - un uomo e una donna con la stessa divisa nera - davano loro le spalle ed erano così concentrati sul proprio lavoro che non ebbero neppure il tempo di accorgersi della loro presenza e dei colpi stordenti. Caddero sul pavimento con un tonfo e battendo la testa, sarebbero rimasti fuori gioco per almeno una decina di minuti, un tempo più che sufficiente.
Rose si inginocchiò accanto a uno di loro ed estrasse il cilindro dei codici [4] dal taschino della giacca, si rialzò e si avvicinò al computer principale.
“Resta di guardia alla porta, io mi occupo del resto” le disse inserendo il cilindro nell'apposita entrata per ottenere l'accesso al computer.

 

 

Aprire la porta principale non fu un problema, Jacen fece esattamente ciò che aveva fatto Rey con il cancello e la porta si aprì di scatto. Ben attivò la propria spada laser e fece cenno a Jacen di seguirlo, andare avanti per proteggerlo da eventuali colpi era l'opzione migliore. Il corridoio in cui si trovavano non era così diverso da quelli della Supremacy, l'unica differenza era l'illuminazione, e alla fine c'era un'altra porta. Davanti alla porta c'erano soltanto cinque guardie in armatura rossa e fucile, qualunque cosa ci fosse nel deposito non si trattava di razioni e comuni blaster.
Non appena le guardie li individuarono cominciarono a sparargli contro, fu uno scontro – se così si poteva definire – molto breve poiché Ben deviò ogni colpo rispedendoli al mittente.
“Non avevi detto che percepivi almeno dodici persone? Dove sono le altre guardie?” gli chiese Jacen perplesso.
“Immagino che lo scopriremo una volta varcata quella porta”
“Non mi piace questa faccenda” commentò il pilota.
“C'è qualcosa di insolito” concordò Ben.
I due si avvicinarono alla porta, Ben distrusse il pannello di controllo con la spada laser e questa si aprì dando su un magazzino buio, fortunatamente la spada forniva un minimo d'illuminazione.
A parte lui e Jacen non sembrava esserci nessun altro, probabilmente le altre guardie erano al piano di sopra, ma sapeva che Rey e Rose fossero in grado di occuparsene da sole, soprattutto Rey perché l'aveva vista più volte combattere contro più persone contemporaneamente.
A sostenere il soffitto del magazzino c'erano sei pilastri di metallo e addossate alle pareti c'erano molte casse metalliche impilate una sopra l'altra, ognuna di esse contrassegnata da una scritta, tutte in lingue diverse. Una cassa contrassegnata dalla parola “van'an” catturò l'attenzione di Ben, era più che sicuro di aver già visto altrove quella parola – di cui al momento non rammentava il significato – e si avvicinò tenendo la spada laser sollevata in modo da poter fare più luce.
“Trovato qualcosa di interessante?” gli chiese Jacen alle sue spalle.
“Non ne sono sicuro, voglio dare un'occhiata” rispose.
“Ti aiuto ad aprirla” disse l'altro.
Sollevarono il pesante coperchio della cassa e all'interno vi trovarono delle armi, all'apparenza sembravano gli stessi blaster che usavano gli assaltatori ma, osservendoli meglio, Ben capì subito che non c'era niente di comune in quei blaster. Erano leggermente più grandi e non vi era alcuna unità energetica, senza di essa non si sarebbe generato alcun colpo perciò non era un'arma che funzionava al plasma. Al posto della bocchetta d'emissione avevano una canna larga di media lunghezza, proprio come quella dei regolari F-11D. Le armi che prevedevano proiettili e dardi come munizioni non erano così comuni, inoltre erano principalmente i cacciatori di taglie a farne uso.
Quei fucili erano chiaramente armi sperimentali, l'unico luogo a cui Ben riuscì a collegarle fu il centro di sviluppo armi su Parnassos, esattamente ciò che stavano cercando.
Vorkino! [5]” esclamò Jacen “Non ho mai visto nulla del genere”
“Perché non esiste nulla del genere” mormorò Ben.
“Sbrighiamoci a far saltare questo posto” disse l'altro togliendosi lo zaino dalle spalle e posandolo a terra.
“Dovremmo prendere uno di quei fucili per farlo esaminare, non sappiamo con cosa abbiamo a che fare” suggerì Ben.
“Buona idea, non lasciamoci sfuggire quest'occasione”
Ben e Jacen cominciarono a piazzare le cariche nei punti in cui avrebbero fatti danni maggiori, ne avevano quindici in totale e messe nei punti giusti avrebbero distrutto l'intera struttura. Una volta fatto questo presero uno dei fucili dalla cassa e lo misero nello zaino ormai vuoto, tutto stava procedendo secondo i piani eppure Ben aveva ancora quella brutta sensazione.
“Andiamo, dobbiamo raggiungere Rey e Rose” disse rivolto al pilota.
“E poi faremo saltare in aria tutto” replicò l'altro con un sorrisetto soddisfatto.
Non appena misero piede fuori dal magazzino si scontrarono con Rey e Rose che stavano andando nella loro direzione, Ben si rese conto che qualcosa non andava nel momento in cui notò che Rose aveva un braccio ferito, ancora sanguinante, e stava sostenendo Rey, che aveva le guance arrossate e respirava in maniera irregolare. Non sembrava riportare alcuna ferita, ma era chiaro che stesse male e che si stesse reggendo in piedi a malapena.
“Cosa vi è successo? Cos'ha Rey?” chiese preoccupato a Rose.
“C-c'erano assaltatori...armi...strane” farfugliò la ragazza chiaramente sconvolta.
“Calma, fai un bel respiro e prova a spiegarci cos'è successo” intervenne Jacen, ma Rose scosse la testa.
“Fa male...” mormorò Rey socchiudendo gli occhi.
“Torniamo subito al Falcon, Rose tu ce la fai a camminare?” le chiese Ben con gentilezza cercando di mascherare la propria paura.
“Io sì...ma Rey no”

 

 

 

Spazio Autrice:

L'atterraggio folle proposto da Rey non è altro ciò che fanno Han e Chewbe in The Force Awakens quando raggiungono la base Starkiller, il Falcon riuscirà mai a fare un atterraggio tranquillo? E ovviamente se qualcuno non si fa male non è una missione degna della Resistenza (scusatemi Rey e Rose).
 

Note:

[1] La Barriera Galattica si estende per gran parte della Regioni Ignote ed è descritto come un reticolato di anomalie che rende impossibile raggiungere certi pianeti.
[2] Molti pianeti si servono di un sistema di difesa automatico, che solitamente si serve di turbolaser e cannoni laser per colpire ogni nave rilevata.
[3] Gli F-11D sono i blaster utilizzati dagli assaltatori del Primo Ordine, una versione più moderna degli E-11 utilizzati dall'Impero.
[4] Il cilindro dei codici è quella specie di “penna” che si vede sempre nel taschino degli ufficiali sia Imperiali che del Primo Ordine e serve per aprire porte, garantire l'accesso a terminali e anche ai computer.
[5] È l'equivalente di “accidenti” e “dannazione” in Ryl, la lingua parlata dai Twi'lek.

   
 
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