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Autore: kiku_san    13/12/2020    3 recensioni
Frammenti di vita, confusi nel tempo breve di incontri rubati, possibili o impossibili.
Perdersi, ritrovarsi e di nuovo perdersi, sapendo che a loro non sarà concesso di fermarsi insieme.
[WinterWidow]
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#1.1 Mosca-
#1.2 Mosca-
#1.3Mosca-
#2.Odessa-
#3 Washington-
#4.Bucarest-
#5.Berlino-
#6.Wakanda-
#7.Birnin-Zana-
#8.New York.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Winterwidow∞Incontri


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#1.2 Москва - 1999 -



(POV Black Widow.)

E’ già buio anche se il pomeriggio non è ancora inoltrato, fuori c’è grigio, neve e un vento freddo che si sente sibilare anche attraverso i vetri; nella “stanza” però le luci non lasciano ombre e il mio corpo accaldato vibra nello sforzo di controbattere all’attacco del Soldato.
Lui non lascia niente al caso, le sue mosse efficaci e letali seguono sempre il principio -fai il maggior danno con la minore fatica- e io mi ritovo a scacciare le gocce di sudore che mi annebbiano la vista e a cercare di tenere sotto controllo il fiato e il battito del cuore, mentre lui appare impassibile e freddo come sempre.
Il Soldato parla poco e solo quando è strettamente necessario, ha l’aria decisa e distante, come se essere lì o da qualche altra parte per lui sia la stessa cosa, i suoi movimenti sono prestanti ed elastici, carichi di sicurezza e d’armonia, i suoi gesti non sono mai eclatanti ma sempre misurati e controllati, quando mi manda al tappeto aspetta in piedi con le braccia conserte che mi rialzi, senza farmi fretta, senza neppure guardarmi.
Sono passati sei mesi da quando lui ha cominciato ad allenare le ragazze più grandi, quelle con qualche possibilità di diventare la Vedova Nera, all’inizio siamo state selezionate in cinque, oggi io sono rimasta l’unica.
Qualcuno bussa alla porta, entra un militare che si avvicina a Bezukhov, sempre testimone oculare dei nostri allenamenti, gli parla a bassa voce, lui abbassa il capo, poi ci lancia un occhiata: “Continua Soldato, la sua perfezione è ancora lontana.”
Parla di me come se io non ci fossi, ma io sto solo pensando che finalmente io e il Soldato saremo soli.
E’ da mesi che aspetto con ansia che lui mi atterri, che mi blocchi con il suo peso, che mi tocchi anche se per farmi male.
E’ da mesi che cerco il suo sguardo, sperando di riuscire a comunicargli quello che provo per lui.
E’ da mesi che nel poligono di tiro, quando mi si avvicina per correggermi, inspiro a fondo il suo odore e cerco ogni scusa per appoggiarmi contro di lui.
E’ da mesi che tutte le notti faccio lo stesso sogno: lui che mi strappa i vestiti e mi penetra senza riguardo... Mi sveglio ansimante e con un desiderio così lancinante che non posso fare altro che soddisfarmi da sola con amarezza.
E’ da mesi che lo desidero più di ogni altra cosa, più di essere la migliore, più di diventare la Vedova Nera.
Ora mi metto in posizione d’attacco e attendo che mi si avvicini, poi arretro e lui con uno sguardo infastidito avanza, arrivo ad avere le spalle contro il muro, nell’unico angolo che riserva un po’ di privacy all’occhio indiscreto delle telecamere sempre in funzione.
Sorrido e abbasso le braccia, allargo le mani, lui mi guarda senza reagire, accosto le mie labbra alle sue e attendo, non so cosa aspettarmi… Una mano a stringere il collo, un colpo allo sterno che mi sbatta contro il muro.
Lui rimane un attimo immobile, le mie labbra sulle sue non hanno neppure la forza di premere.
Sento il suo respiro caldo, sento il suo odore, guardo in fondo ai suoi occhi come non ho mai fatto prima.
Lui alza le mani, le affonda nei miei capelli e schiude le labbra ed è la cosa più bella che mi sia successa, perché il suo bacio è qualcosa che non mi sarei mai aspettata… E' profondo e dolce, appassionato e disperato.
James” gli sussurro tra le labbra.
Lui socchiude gli occhi, come a correre dietro ad un'immagine che si sta perdendo, ma rimane allacciato a me, con le mani che mi stringono la nuca e le labbra calde contro le mie.
“67... E' il numero della mia camera, ala ovest, ti aspetterò” mormoro sulla sua bocca.
Lui si allontana impercettibilmente, le labbra si stacccano, le mani scendono sulle mie spalle, mi spinge con forza contro il muro e mi blocca con il suo peso, il braccio a premere sulla mia carotide; lo guardo sorpresa poi la voce di Bezukhov mi arriva dal fondo della sala, mentre rientrando sbatte la porta alle sue spalle.
“Natalia Alianovna pensi che verrà mai il momento in cui finalmente vedrò te riuscire a bloccare il Soldato?” mi apostrofa duramente.
Il Soldato si allontana di un passo, lasciandomi libera di tossire fuori il fiato.
“Diventerò migliore di lui, glielo giuro.”
La notte nel letto trattengo il fiato per percepire meglio ogni più piccolo rumore, ma nonostante ciò il suo sussurro mi coglie di sorpresa.
Mi alzo e lo raggiungo nell’angolo più buio della stanza, dove le luci fredde dei riflettori del cortile non arrivano.
“James” lo abbraccio sperando che lui ricambi.
“Chi è James?” invece lui mi chiede con aria confusa.
“E’ il tuo nome, non è così?”
“Il mio nome? Non ricordo… Forse in un'altra vita.”
“Ho origliato mentre Lukin e Bezukhov parlavano di te, ti hanno tenuto nel ghiaccio per molto tempo, finchè non ti hanno fatto diventare quello che sei.”
“Cosa sono?”
“Il Soldato perfetto, cosi dicono tutti.”
Chiude gli occhi, poi si passa una mano tra i capelli e quando li riapre il suo sguardo è diverso.
“Perché mi hai baciato?”
“Perché sei venuto?”
Scuote la testa incredulo.
“Non lo so... Davvero... E' la cosa più stupida che ho fatto da…” si blocca, “Non so più da quanto.”
Mi alzo in punta di piedi, mi avvicino alla sua bocca, lui si china su di me e mi bacia, poi mi solleva e mi adagia sul letto, mi sfila il maglione che ho indossato per sopportare il freddo della camerata, poi rapido si sveste.
Ci ficchiamo sotto le coperte per non gelare, il suo corpo è caldo e con le dita sfioro le sue cicatrici.
Lui mi bacia nella bocca e poi scompare sotto le coperte, percorrendo le tappe più sensibili del mio corpo.
Non è come nel sogno, lui non mi strappa i vestiti e non mi penetra con forza fino a farmi urlare.
Lui mi bacia dove non pensavo qualcuno potesse baciarmi e mi dà un piacere che mi sommerge e mi riempie tanto è dolce e caldo, poi riemerge e dai suoi occhi è sparito il furore e lo sconcerto di animale braccato e il suo sorriso è quello di qualcuno che non è il Soldato, come se finalmente si fosse tolto una maschera, come se avesse messo da parte il controllo: occhi chiari e impertinenti, un sorriso irriverente ma premuroso.
Mi bacia di nuovo sulla bocca e a mano a mano che approfondisce il bacio sento la sua erezione che si fa strada dentro di me. Non è la prima volta, altri hanno abusato di me spiegandomi che è importante saper usare il sesso come una qualsiasi altra arma: lezioni d’anatomia senza nessun sentimento ne eccitazione, ma nessuno mi ha mai fatto provare quello che sto provando ora.
Non sono preparata a sentirmi in questo modo: così al riparo, così protetta, come se con la sua sola presenza James avesse costruito attorno a noi un rifugio segreto, dove nessuno ci potrà scoprire e nulla ci potrà fare del male; non sono preparata a lasciarmi andare, a rinunciare al controllo, a fidarmi, per questo gli occhi mi si riempiono di lacrime silenziose che non riesco a trattenere.
Lui se ne accorge, si ferma e mi guarda negli occhi: “C’è qualcosa che non va?” mi chiede con sollecitudine.
Scuoto la testa: “Sono solo felice” sussurro, “Non lo sono mai stata.”
Ci stringiamo come se non fosse la prima volta ma l’ultima, come se fosse un addio, come se per noi non ci fosse un domani. Lui viene con un ansito tra i miei capelli, io lo tengo stretto e nel suo calore soffoco i brividi di piacere che mi agitano.
Quando ci stacchiamo sudati e ansanti lui mi guarda e sembra capire tutto quello che ho provato nella mia vita: il dolore, il vuoto, il freddo, la paura; sembra che possa leggermi dentro ma io non mi sento nè analizzata nè giudicata, perché non c’è freddezza ne intrusività in lui mentre scruta la mia anima, solo gentilezza.
“Vorrei tanto stare con te tutta la notte, ma devo andare Natalia.”
Il mio nome! Per la prima volta sento la sua voce bassa e morbida priva d'accento, pronunciare il mio nome ed è come nascere, esistere, diventare reale, essere quella che sono e non quella che gli altri vogliono farmi diventare.
“Ti aspetterò. Tutte le notti aspetterò che tu ritorni.”
  
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