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Autore: pilafchan    14/12/2020    1 recensioni
Dopo essere stato l'animale domestico di Iason per tre anni, Riki è tornato a Ceres, ma non è ancora libero.
I residui di ciò che gli è stato fatto sono vividi in lui, corpo e mente, e gli impediscono di riprendere in mano le redini della propria vita o di fidarsi di qualcuno. Neanche di Guy.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Guy, Riki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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One shot ambientato durante l'anno e mezzo di libertà di Riki a Ceres, dopo aver vissuto per tre anni ad Eos come animale domestico di Iason.

Scritto per l'Advent Calendar del gruppo facebook Hurt/Comfort Italia.

Immagini di riferimento:

Riki e Guy - illustrazione ufficiale romanzo 

Riki e Guy - anime 2012

***

“Riki? Riki svegliati!”

Il giovane uomo dai capelli scuri aprì gli occhi. Era sudato e anche il cuscino su cui aveva appoggiato la testa era fradicio. Il suo cuore batteva più velocemente di quanto non avrebbe dovuto e respirava in modo concitato. Il suo ex partner era chino sopra di lui.

“Guy? Che cazzo! Spostati …” esclamò, allontanandoselo di dosso con una manata.

“Ehi, calmo boss. Guarda che non sono mica venuto per provarci. Me l'hai chiesto tu … dovevamo parlare dei Jeeks, ricordi?”

Riki cercò di coprirsi un po' col lenzuolo per nascondere la propria erezione. Indossava solo un paio di mutande e non voleva farsi vedere da Guy in quello stato.

“Come cazzo hai fatto ad entrare? Perché non hai bussato?” domandò contrariato.

“Ho bussato, pezzo di cretino. Mi si sono insanguinate le nocche a furia di bussare. Alla fine, visto che non rispondevi, ho deciso di usare la mia copia delle chiavi … quelle che mi avevi dato tu …”

Ripensando ai tempi in cui erano una coppia, prima che ogni cosa cambiasse … prima di Iason ... Riki divenne malinconico.

“Devi ridarmele!” affermò dopo alcuni secondi di silenzio.

“Ok, tranquillo. Visto che non me le avevi chieste indietro, avevo pensato che volevi che continuassi a tenerle” si giustificò Guy offeso.

Riki si avvolse nel lenzuolo e si alzò in piedi. Aveva tremendamente bisogno di pisciare e di lavarsi.

“Lascia pure qui il lenzuolo Rik. Non guarderò. Chiuderò gli occhi …”

“Ok … fallo allora! Vado a farmi una doccia.”

Guy annuì, ma anziché chiudere gli occhi andò ad affacciarsi dalla piccola finestra di quello squallido monolocale per dare al suo ex la possibilità di raggiungere il bagno senza sguardi indiscreti. Osservando la parete opposta del vicolo polveroso, in cui si erano accumulati strati e strati di spazzatura, il giovane uomo sospirò malinconico. Come erano arrivati a quel punto?

Andava tutto bene tra loro. C'era stato qualche alto e basso, come in tutte le coppie, ma niente di irrisolvibile. Si amavano. Riki aveva addirittura trovato quel misterioso nuovo lavoro che sembrava rendergli bene.

Poi, all'improvviso, la sparizione. Riki si era volatilizzato senza lasciar detto niente a nessuno, per ricomparire altrettanto improvvisamente solo tre anni dopo.

‘Si può sapere dove sei stato per tutto questo tempo?’ era la domanda che gli avevano più volte posto non solo Guy, ma anche Sid, Norris e tutti gli altri della banda. Riki ogni volta alzava le spalle infastidito, faceva un mezzo giro e si allontanava.

Guy, dopo il ritorno di Riki, aveva sperato che potessero tornare insieme. Essere nuovamente amanti e innamorati ma nessuna delle due cose si era rivelata possibile.

Si sarebbe accontentato anche solo di un po' di sesso, una volta ogni tanto, ma Riki non ne voleva sapere e ogni volta che Guy provava a toccarlo si ritraeva come se fosse stato ricoperto di spine velenose.

***

Riki aprì l'acqua della doccia e aspettò che non fosse più tanto fredda. Avrebbe dovuto sbrigarsi perché l'acqua calda a Ceres durava sì e no pochi minuti, se si era fortunati.

Il suo pene era ancora dolorosamente duro.

Iason … come aveva potuto sognarlo di nuovo? Se avesse potuto, avrebbe estirpato quel ricordo dalla sua mente, ma Iason era ovunque!

Nei suoi sogni e nel fondo delle bottiglie di Stout che beveva fino a intorpidirsi la mente. Soffiava insieme al vento quando correva sulla moto ad altissima velocità e giaceva in mezzo alla polvere che gli sporcava le scarpe.

Si sfiorò l'organo con le dita e ogni zona erogena del suo corpo rispose contorcendosi e elettrizzandolo.

‘Hai vinto Iason. Mi hai trasformato in una sporca bambola del sesso che si eccita con niente e reagisce a ogni minimo stimolo. Era quello che volevi, no?’

Riki si sarebbe masturbato se ciò fosse servito a calmarlo, ma sapeva che sarebbe stato uno sforzo inutile e che avrebbe solo peggiorato la situazione, fomentando quel terribile sentimento di impotenza.

Perché Riki avrebbe sì potuto toccarsi, nessuno gliel’avrebbe potuto impedire. Quello che Riki non poteva fare, invece, era venire.

L'anello per animali domestici che aveva indossato per anni alla base del pene e col quale il suo sadico Maestro Blondie lo aveva eccitato, torturato e gli aveva impedito la consumazione, era come se fosse ancora lì.

Invisibile.

Irreale.

Inconsistente.

Eppure non gli permetteva di eiaculare. Come se Iason fosse stato lì davanti a lui e lo stesse osservando coi suoi impietosi occhi di ghiaccio, in attesa che gli implorasse il rilascio.

‘Scusami Guy’ Riki si buttò sotto il getto d'acqua, ormai sufficientemente tiepida ‘Ti amerei ancora se potessi. Ti scoperei … ma quel ragazzo, Riki the Dark, non c'è più. Iason l'ha spogliato di ogni dignità, umiliato e ridotto all'ombra di ciò che era una volta.

Perdonami.

Non stai sbagliando. Sono io che non posso più lasciare che qualcuno si avvicini a me.

Sono una proprietà di Iason, ora lo so. Il mio pene, il mio corpo, il mio piacere, il mio dolore, i miei pensieri, i miei sogni … non mi appartengono più.

Questi quartieri non sono più casa mia e io non so più chi sono. Non sono né un Bison né un abitante di Ceres. Non sono neanche un animale domestico … sarebbe più facile riuscire a identificarmi come tale.

Sono solo un’anima persa incapace di vivere nel presente e di dimenticare il passato.’

L'acqua diventò fredda all'improvviso. Riki la chiuse, si asciugò e si avvolse un asciugamano intorno alla vita per uscire dal bagno.

Scorse Guy con la coda dell'occhio, ancora girato verso la finestra, e aprì l'armadio per cercare qualcosa di pulito da indossare. La sua respirazione si congelò quando percepì due mani calde che gli si posavano sui fianchi.

“Sei un cretino” sussurrò Guy abbracciandolo da dietro e respirandogli sul collo “vuoi fare tutto da solo, ma è chiaro che non ce la fai. Io ti amo Riki, ti prego lascia che ti aiuti.”

L'altro uomo rimase impietrito.

“Basta … ti ho già detto che non torneremo insieme. Perché continui ad insistere?”

“Lo so Riki. Non torneremo insieme, l'ho capito, ma permettimi di starti vicino. Apriti con me! Cosa ti è successo in questi anni? Stai male ed è chiaro che qualcuno o qualcosa ti ha ferito in profondità. Chi è stato? Cosa ti ha fatto?”

“BASTA GUY!!” Riki si girò all'improvviso per togliersi le mani dell'amico di dosso e lo allontanò con uno spintone. Quel movimento gli fece cadere l'asciugamano ma Riki era talmente fuori di sé da non preoccuparsi di raccoglierlo “Vuoi aiutarmi? Allora non chiedermelo più! Non posso dirti dove sono stato! Non capiresti!”

Guy, sfidando l'ira di Riki che sembrava voler colpirlo con un pugno, tornò ad avvicinarsi “Ok … scusami … non te lo chiederò più.”

Si chinò per recuperare l'asciugamano e lo passò al suo ex, che se lo riannodò immediatamente intorno alla vita. Aveva gli occhi rossi e luccicanti, ma non avrebbe pianto. Non a Ceres. Non davanti a Guy. Non poteva permetterselo.

“Non pretendo di essere ricambiato Riki, sappi solo che … sono qua e sono tuo amico. Prova a fidarti di me. Ok?”

Il leader dei Bison annuì. Tremava, ma nonostante la soggezione che lo pervadeva ogni volta che qualcuno provava a toccarlo, lasciò che Guy lo abbracciasse. Quel contatto riuscì poco a poco a calmarlo.

Non poteva amare o lasciarsi amare. Non poteva venire né fare sesso ed era tormentato dal fantasma di Iason e di tutto ciò che gli aveva fatto e in cui l'aveva trasformato … ma forse un amico sì, quello poteva permetterselo, ed era tutto ciò di cui Riki avesse bisogno in quel momento.

   
 
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