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Autore: Damaer    14/12/2020    2 recensioni
Cristina Franchi è una di quelle ragazze con mille idee in testa, alla continua ricerca della sua strada. Ha tanta voglia di fare, e le piace pensare che nulla della sua vita sia stato già deciso.
Un giorno decide d'iscriversi ad un corso di ceramica, e lì incontra Riccardo.
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“Come si chiama?”
“Cristina Franchi” rispose lei, scandendo bene le lettere. Non voleva trasmettere e far capire quanto disagio le procurassero tutti quegli occhi addosso.
“E come mai ha deciso di iscriversi?”
“Per il film Ghost”
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Cap. 9 Chi cerca, trova. 

La mattina dopo a svegliare Cristina fu Maria Franca, la madre, che non vedendola comparire in cucina alle 7:30 subito entrò in camera sua a scostare le tende e aprire il balcone. "Sveglia! Chi ha tempo non aspetti tempo!." Cristina si tirò le lenzuola fin sopra la testa. "Mamma... ti prego"
ma Maria Franca era così, allegra e fastidiosa anche a prima mattina. Soltanto che Cristina dopo il gin, quella telefonata maledetta e la notte turbolenta esser svegliata così bruscamente era l'ultima cosa che desiderava;

Fra la colazione, la fretta per prepararsi e il classico giro mattutino sui social, Cristina si trovò a pensare all'accaduto della sera sera prima solo una volta salita in macchina. Forse era la radio che le faceva subito partire i pensieri. 
Cristina aveva chiamato Riccardo e aveva risposto una donna, per lei significava solo una cosa: Riccardo la stava prendendo in giro;

In università anche Alessia non contribuiva molto nel migliorarle l'umore con tutte le sue domande del tipo "E ma chi poteva essere?" "TI ha richiamato?" "Ma niente?" domande a cui lei non sapeva un risposta. E al termine delle lezioni, il solo pensiero di dover stare così fino a giovedì la stava già facendo impazzire. 
Così, decise di fare una cosa che solo in seguito avrebbe potuto definire stupida o geniale. Mise in moto la macchina e andò dritta in Accademia. Non sapeva i suoi orari, i suoi impegni... se aveva lezioni, ma le sembrava la cosa più giusta da fare. In realtà voleva andare a casa sua, ma non si ricordava benissimo la strada. 
Prima di entrare nell'edificio, e mischiarsi alla massa di studenti suoi coetanei per cercare Riccardo, Cristina lesse il messaggio di Flavia: "Non fare stupidaggini..."

L'aula dove di solito facevano lezione loro, con il corso, era vuota. Ed escluso l'unico posto in cui pensava di trovarlo, capì che forse stava cercando l'ago in un pagliaio. 
Ma poi, stranamente, la fortuna girò dalla sua parte...
Riccardo stava uscendo da un'aula poco lontana, con quelli che dovevano esser suoi colleghi. Non indossava gli abiti larghi e sporchi da lavoro a cui era abituata, ma bensì era tutto lucidato dalla testa ai piedi. Indossava giacca e camicia, con un jeans a rendere il tutto un po' meno formale. Lei piano piano iniziò a camminare verso di lui, sperando quasi che lui si accorgesse di lei, che iniziasse a correrle incontro come nei film per prenderla e baciarla. Un secondo dopo rinneggò il tutto, cancellando immediatamente tutta questa scena stucchevole dalla sua testa: Diavolo, dopotutto lei era arrabbiata. 
Possibile che era bastato quel giorno a casa sua, col tornio, a mandarle in pappa il cervello?

"Non importa se è ancora più sexy..." pensò, per controllare i propri ormoni e darsi una regolata. 
La sua andatura divenne più precisa, a schiena dritta e col mento alto. Autoritaria e decisa, pronta a mandarlo a fanculo se necessario. 
Arrivò alle sue spalle, attirò la sua attenzione picchiettando sulla sua spalla, e quando lui si girò, Riccardo rimase di stucco. 
"Cris... Cristina ciao, ma che ci fai qui?!" 
"Devo parlarti. Hai finito?" 
Riccardo si iniziò a guardare prima un po' attorno, poi, velocemente prese Cristina per il gomito e la portò in un'aula vuota. "Lo so, è eccitante questa storia professore-alunna, ma controllati. Al massimo dieci minuti." e tranquillamente provò a sbottonarsi il primo bottone della camica, e a cercare la bocca di Cristina. 
Lei fermò con le mani le sue. "Ma che fai?! Non sono qui per questo Riccardo. Voglio una spiegazione."
Lui aggrottò le sopracciglia, Cristina non capiva se fosse serio o stesse facendo finta. In entrambi i casi portò le braccia al petto, incrociandole. 
"Non farla lunga, Riccardo. Ti ho chiamato e ha risposto una donna, chi era? Sei fidanzato, sposato... Hai qualche tresca con un'alunna? Dimmi la verità perchè di esser presa in giro e passare per amante io non ho nessuna voglia."
Riccardo scoppiò a ridere, cercava di prenderle le braccia per attirarla a sè. "Cristina..."
Lei scuoteva le braccia per impedire che lui riuscisse a prenderla. Sapeva che una volta catturata, e una volta sentito il suo profumo... una volta fra le sue braccia e i loro corpi così vicini... Beh, avrebbe ceduto e sapeva che in lei avrebbe dominato solo l'eccitazione e la foga di averlo e il desiderio di farsi possedere da lui. 
"Non pensare che è sexy, non pensare che è sexy..."

"Cristina no, non sono sposato e non sono fidanzato. Ma che domande fai?" chiese lui, distraendola dal pensiero di loro due che lo facevano sul banco poco lontano.
"Ma sono sempre stata così anche con Leonardo? O è lui, la ceramica... quest'aula vuota e la mia astinenza a farmi quest'effetto?" pensò Cristina, escludendo immediatamente tutti questi pensieri superflui per concentrarsi alla realtà. 

"E quella donna? Dai Riccardo... hai trentacinque anni, dimmi la verità."
Sul volto di Riccardo si spense quell'aria beffarda, divertita, maliziosa... ma comparì sul volto solo un'espressione investigativa. Si sedette sulla cattedra. 
"Cristina sì, era una donna. Ma non capisco questa gelosia."
Cristina spalancò gli occhi. "Non girare la frittata! E non è gelosia"
"Qual è il problema? Non siamo niente, Cristina." rispose lui, serissimo. "Tutte le tue frasi -no non voglio fidanzarmi, non so cosa voglio...- tutta la conversazione al bar... e ora ti comporti da fidanzata? Guarda che è strano per una che a stento voleva che ci provassi."
"Non è un comportamento da fidanzata, Riccardo. Ma di una persona che se deve far qualcosa con un'altra, almeno vuole sapere se lo fa in vesti di amante."
Riccardo ruotò gli occhi, alzandosi nuovamente. "A questo si racchiude il tutto, è questo il succo della questione? Temi che io stia tradendo la mia fidanzata, e dato che tu sei stata tradita non vuoi far lo stesso? Beh, no. Non era una fidanzata, quella. Quindi quetsa tua galanteria non è necessaria. Era una mia collega con cui scopo, ma saperlo adesso non capisco cosa ti cambia."

E in effetti, la situazione non era cambiata per niente, anzi, sembrava solo esser peggiorata. 
"Infatti... ho sbagliato." e sconvolta, provò ad uscire dall'aula. Riccardo l'afferrò per il polso per riuscire a trattenerla fra quelle quattro mura. 
"No ora fammi capire, sei arrabbiata? Cristina cosa ti aspettavi... ci siamo detti entrambi che nessuno dei due si voleva fidanzare, e cazzo io dal primo momento ti ho fatto capire quanto io sia attratto da te. E tu da me... Ma non abbiamo mai parlato di esser esclusivi l'una per l'altra, Dio non abbiamo parlato di un cazzo."
"Sì ok, hai ragione, contento?! Non abbiamo mai parlato di niente. Sono stata io, la cogliona a pensare che...." Cristina si bloccò, non sapeva se e come terminare la frase. E soprattutto se la voleva continuare.
Riccardo era ancora serio in viso, che aspettava che continuasse. 
"Io ho pensato che eravamo solo noi due, Riccardo. Forse è il mio esser ingenua, romantica... O che ne so, il tornio a casa tua, le battutine... Pensavo tu ti stessi concentrando solo su di me. Come io sto facendo su di te."
Lui si avvicinò a lei, le posò le mani sui fianchi. "Ma io mi sto concentrando solo su di te, Cristina..." 
Lei scosse la testa. "No ora non dire questo, dopo che hai detto della collega..."
Riccardo provò a dividerle le braccia. Cristina le aveva ancora intrecciate al petto e non sembrava demordere, ma quando ci riuscì, le strinse le mani e portò le braccia di Cristina dietro la sua schiena, quasi per farsi abbracciare e lui fece lo stesso. 
"Cosa vuoi, Cristina. Che io non veda altre donne? Cosa volevi quando mi hai chiamato?"
Il suo tono di voce non era aggressivo, non la stava accusando e non erano domande per cercare di scavare più a fondo nella mente contorta di Cristina. 
Ma era un tono caldo, seducente... Il suo nome lo aveva sussurrato appena. 
"Volevo te, Riccardo..."

E a sua volta, nel sentire il suo nome pronunciato leggermente... Riccardo venne percorso da un brivido e si morse il labbro, già in fermento. 
Si abbassò col capo. "Dì ancora il mio nome..."
"Riccardo..."
E a lui non fregò un cazzo di Cristina e le sue paranoie, le afferrò il viso con le mani e la baciò, sbattendola contro il muro. Lei si aggrappò a lui, saltò e con le gambe s'intrecciò a Riccardo come un koala. Le braccia intorno al collo che lo stringevano, e le loro bocche che a stento si staccavano per respirare. 
Le mani di Riccardo erano frenetiche, s'intrufolavano fra di loro per toccare e stringere il seno di Cristina, mentre per lei era sempre e sempre più percepibile sentire fra le sue gambe eccitazione di Riccardo, che premeva contro di lei. 
"Mantieniti..." e Riccardo si staccò col busto quel tanto da permettergli di riuscire a far passare il suo braccio tra loro, avvicinando la sua mano all'intimità di Cristina. 
Le sue dita giocavano col bordo delle mutandine, Cristina sussultò quando entrarono in lei. Chiuse gli occhi, all'orecchio di Riccardo arrivavano gemiti di piacere e sospiri profondi che non facevano altro che aumentare il suo piacere e a incitare a continuarlo per prolungare quello di lei. 
Il ritmo delle sue dita la stava mandando in estasy... Stringeva i capelli di Riccardo, e lo baciava quando le sembrava di non riuscire a trattenersi dai gemiti. 
"Non ti fermare..." mormorò lei, con poca voce, incitandolo ed eccitandolo ancora di più. 
"Così?" e le sue dita esperte, toccavano e premevano proprio le corde giuste di Cristina, che ormai a mantenersi non ce la faceva proprio più. Aveva entrambi i piedi a terra, ma le braccia per mantenersi saldamente a lui. Le gambe iniziarono a tremare e a chiudersi attorno la mano di Riccardo. 
Finendo baciandosi, ad occhi chiusi e il battito tremendamente accellerato.

"Senti, io ho l'ultima lezione e finisco alle 19:00... Tu vai a casa, preparati, io finisco e ti passo a prendere così finiamo di parlare e... continuiamo."
Riccardo portò le dita umide alla bocca, leccandole e assaporandone il sapore. 
Le rubò un ultimo, confuso ed eccitato bacio a fior di labbra per poi lasciarla da sola lì, in un'aula che non l'apparteneva;
   
 
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