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Autore: Mercurionos    14/12/2020    1 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Capitolo 19 – SVU: Saiyan Victims Unit, Parte 1 – Anno 2, 1/5 Germinale
 
“Io ve l’avevo detto.” Disse Gladyolo.
“Bella scoperta, Sherlock.”
“Chi è Sherlock?”
“Non saprei… Non si dice così?”
“E su che pianeta?”
“…Su Doyle.”
“Sì, certo Vegeta. Adesso conosci anche i modi di dire nell’orlo esterno?”
 
Il gruppo di sei studenti provenienti dalla Capitale era stato appena prelevato da una scintillante navetta della polizia militare, decorata da semplici ma eleganti cromature dorate. Non appena il bolide nero ebbe terminato l’ascesa nei cieli limpidi di Neo Freezer, si lanciò verso l’orizzonte lasciandosi alle spalle le prime luci del giorno.
 
“Sorbet non mi è sembrato tanto felice, quando ci ha assegnato questa missione.” I pensieri di Radish non parvero molto interessanti ai presenti, che rimasero in silenzio. Vegeta tamburellava nevroticamente con le dita sulle proprie ginocchia, gesto che catturò velocemente l’attenzione di Gladyolo: “Non dirmi che sei nervoso.”
“Per la missione, intendi? Risparmiami queste scemenze, vorrei sapere per quale motivo dobbiamo farci scarrozzare per il pianeta quando siamo perfettamente in grado di volare.”
“A questo posso rispondervi io. – Un uomo in veste nera, uniforme nello stile tipico dell’Esercito di Freezer, uscì dalla cabina di comando della navetta e si fermò di fronte alle due squadre. – Devo comunicarvi giusto le informazioni principali di questo caso, in seguito sarete subordinati all’agente responsabile. Chi di voi è a comando di questa squadra?”
 
Gladyolo alzò in aria una mano e fu costretto a contenere in un’elegante quanto abituale smorfia il fastidio provocato dai grugniti infantili di Vegeta. Esaminato il giovane ragazzo, l’agente si preparò a cominciare la propria descrizione e nel mentre consegnò ai presenti una manciata di sottili asticelle di metallo. Radish cominciò a giocherellare con la propria, ma premette inavvertitamente un pulsante sulla sua estremità: il cilindretto metallico emise un suono elettronico, poi proiettò un piccolo schermo quadrato dal proprio lato. Divertito, il saiyan attraversò più volte il monitor incorporeo con le dita. L’agente di polizia interruppe i suoi gesti svagati con un secco colpo di tosse, poi riprese a parlare.
 
“Il comando generale vi assegna questi sei portatili per l’accesso limitato al database della polizia, per la durata di queste indagini. Parliamo però del caso: verso le 8:00 di questa mattina è stato rinvenuto il corpo del magnate Balbis, proprietario della società di trasporto merci Balbis e funzionario del Silver Emblem, la psicopolizia. È stato assassinato nella sua villa nel quartiere più esterno di Kaoka, a trovarlo è stato il maggiordomo di ritorno dalla passeggiata notturna con i trentaquattro animali domestici dell’impresario. Il comando della squadra omicidi di Neo Freezer ha collegato questo caso a due precedenti omicidi, avvenuti il mese scorso in altre città e nei quali è stata utilizzata la stessa arma.”
Bueno alzò una mano: “El hanno disparato?”
“Non posso dirvelo. Nel rapporto che vi ho letto non c’è scritto altro.”
“Allora perché siamo qui noi? Non se ne può occupare la polizia?”
L’agente indietreggiò di qualche passo a causa delle minacciose parole di Vegeta.
“Grazie, da qui in poi ci arrangiamo.” Gladyolo concluse in fretta il dialogo, senza celare nello sguardo il proprio disappunto per il tono di Vegeta.
 
Qualche istante più tardi la navicella atterrò in cima ad un edificio. I motori si spensero, ma il brusio non abbandonò le orecchie degli studenti; i caddetti aprirono incuriositi le porte della nave e un vento incandescente li investì, l’odore del caldo, umido e vivo, riempì i loro polmoni. Guaiti, cinguettii e il metallico frinire di miriadi di insetti riempivano l’aria torrida di Kaoka, città immersa nel profondo verde dei tropici. Le cime delle piante svettavano accanto agli edifici come le vette dei monti facevano nei dintorni della Capitale, inondando la metropoli di mille profumi. Rapito da infinite sensazioni, che tutte assieme avevano assalito il suo corpo, Vegeta esclamò a pieni polmoni: “Che puzza c’è qui?!?”
“Sempre molto poetico.” Ridacchiò Dylia senza farsi sentire dal principe saiyan.
 
Con una rapida frustata del polso, Gladyolo estrasse il monitor azzurrino dal piccolo computer portatile. Dopo qualche altro gesto compiuto delle mani, si fermò a leggere un breve elenco di nomi, poi disse: “Ho l’indirizzo. È a nord-est da qui.” Un altro segno tracciato sulla superficie dell’ologramma quadrato e tutti gli scouter del gruppo emisero un suono. Pump assestò il proprio rilevatore sull’orecchio per poter leggere meglio le indicazioni sullo schermo, ma vide soltanto una freccia. Proprio in quel momento Vegeta spiccò il volo verso il cielo, alzando intense folate di vento che andarono ad investire i suoi compagni.
 
“Non sprechi nemmeno il fiato per fermarlo, ormai?” Chiese Radish al principe di Pyaneta.
“Che senso ha? Se non lo riempio di botte quello non mi ascolta.”
“Sai che prima o poi potresti non essere più in grado di colpirlo, quello…”
“Allora spero che schiatti prima che possa superarmi.”
Non un’espressione, non un risolino, Gladyolo si circondò di ki e si lanciò all’inseguimento di Vegeta, presto seguito da Dylia e Bueno.
Radish sbuffò. La tensione generata dal pensiero di dover affrontare una missione d’indagine simile, unita al ricordo poco piacevole delle discussioni dei giorni precedenti non gli dava certo la carica necessaria a proseguire il proprio lavoro di soldato con grande zelo.
 
“Radish.”
“Mmh?” si voltò verso Pump. Lei scostò subito lo sguardo, volgendolo verso il cielo.
“Andiamo?”
Il ragazzo calò gli occhi verso terra, giù, oltre la fine del palazzo: alcune persone camminavano spensierate nella larga via sottostante, qualche genitore accompagnato dai figli, alcuni solitari uomini d’affari, altri sfrecciavano a qualche metro d’altezza su piccoli veicoli monoposto. Il mondo pareva essere in pace quanto non lo era l’animo del saiyan. Come Radish immaginava nel profondo, anche Pump condivideva le sue preoccupazioni, per quanto non le esternasse chiaramente né volesse ammetterle a sé stessa. Inspirò, chiuse gli occhi. I suoi pensieri erano vuoti, ma vagavano nel nulla senza sosta, incuranti della stanchezza.
 
Radish si fece trascinare dal proprio istinto, quindi infilò una mano nella sacca che, come gli altri membri del gruppo, si era portato appresso. Rovistò tra vestiti e incarti di plastica, poi riuscì ad afferrare qualcosa di soffice. Tirò fuori il morbido oggetto, il quale era ancora leggermente caldo, e lo lanciò in direzione di Pump. La ragazza lo afferrò con movimenti a dir poco goffi, ma una volta riconosciuto il Pan-Paf-Paf che teneva tra le mani sorrise flebilmente.
“L’ho fregato stamattina in cucina, ma non dirlo a Gladyolo.”
Si circondò rapido di aura, con tanta foga che inconsciamente replicò le movenze di Vegeta, quindi si lanciò all’inseguimento dei compagni.
 
Uno dopo l’altro tutti i membri delle squadre 1 e 4 atterrarono nell’ampio giardino di una villa a nord della città, al margine di un ampio spiazzo disboscato. L’appezzamento, cosparso di villette simili a quella, era circondato da ogni lato dalla fitta boscaglia della foresta tropicale, dalla quale continuavano ad uscire versi e suoni su molteplici livelli di musicalità. Radish fu sicuro di sentire un uccello canticchiare “Cacca! Cacca!”, anche se probabilmente si trattava dei costanti bisbigli di una rincuorata Pump, rasserenata dall’inaspettato dono di Radish. La saiyan non prestò più alcuna attenzione a nascondere i propri sorrisi, poiché forse, come il compagno, desiderava soltanto scordarsi dei discorsi pesanti e fin troppo complessi intrapresi con lui qualche giorno addietro. Probabilmente non si erano nemmeno accorti che i loro “discorsi” raramente avevano contenuto vere e proprie parole oltre a numerose occhiate tristi e confuse, tanto meno delle frasi complete dotate di soggetto o predicato.
 
Gladyolo invitò i membri del gruppo ad entrare nella sontuosa casa argentata, già occupata da un contenuto manipolo di agenti, ma, prima di rivolgersi ai poliziotti, schioccò uno sguardo torvo verso Vegeta: “Mi raccomando: non fare casino, non far arrabbiare gli agenti, non uccidere gli agenti, non contaminare le prove, non distruggere la casa, non ammazzare il cane del defunto.”
“Oh, quante pretese! Qualcos’altro, altezza?” Rispose sarcastico il saiyan.
“Per piacere. Hai già rovinato la mia tranquilla quotidianità, inacidito il mio fegato e anche provocato la mia (prima inesistente) perdita di capelli. Dannazione, Vegeta, non devi sbriciolarmi anche la media scolastica.”
“Va bene, va bene, che palle! Fate questa vostra indagine!” Vegeta si dileguò in fretta in direzione del vicino terrazzo, attirato dall’enorme piscina situata nel centro dello spiazzo sfarzosamente piastrellato.
 
Radish si avvicinò di soppiatto a Dylia, incuriosito dalle parole di suo fratello: “Senti, ma Gladyo… Perde davvero i capelli?”
La ragazzina si rintanò tra le proprie spalle, invitando Radish ad avvicinarsi a lei in modo che potesse sentire meglio le sue parole. Stuzzicata dall’insolito comportamento dei compagni, Pump si avvicinò a loro.
“Mio fratello, certe volte, quando gli viene in mente Vegeta… Comincia a grattarsi la testa, parecchio forte. Solo che qualche volta si stacca un po’ di capelli, specie dalla frangia, dove li ha più lunghi…”
Radish fu molto sorpreso della dichiarazione della ragazza: “Sul serio? Non pensavo fosse già in grado di perdere capelli… Deve infastidirlo non poco il modo di fare di Vegeta.”
Nemmeno Pump riuscì a raccapezzarsi di ciò che aveva appena udito: “Credevo che Gladyo fosse un po’ più giovane di noi, ma se perde già dei capelli… Ugh, speriamo che non diventi come il signor Nappa, con un solitario ciuffo in cima alla pelata!”
 
Quanti anni ha Gladyolo? È davvero un’informazione importante o l’autore perde troppo tempo a fare conversioni idiote tra il calendario normale e quello di Neo Freezer? Scoprite l’ovvia risposta a tutte queste domande nella prossima puntata! Non perdetevela assolutamente.
 
Grazie mille per aver letto la prima parte del capitolo 19!
   
 
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