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Autore: Lady_Firiel    23/08/2009    3 recensioni
Fra stringeva la mano della sua bambina mentre, con passo lento e stanco, schivava le tombe nel terreno, alla ricerca di quella del padre. Non che fosse stato un uomo molto presente nelle loro vite, ma aveva sempre fatto il possibile; e li aveva sempre amati.
D’un tratto, però, si sentì tirare e s’arrestò, voltandosi a guardare Cecilia; la bambina fissava curiosa una lapide bianca, il cui epitaffio recitava: “La tua scomparsa ha portato con sé una parte della nostra felicità”. La donna rabbrividì.
« Che c’è scritto? » domandò. Fra, seppure riluttante, lesse, mentre la piccola continuava a fissare la lapide con curiosità.
« Cos’hai visto, Lili? » domandò dolcemente alla figlia, che alzò lo sguardo su di lei e le chiese: « Mamma, cos’è la felicità? »

Dedicata a mia madre, che l'ha letta ed apprezzata dalla prima lettura...
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mamma, cos'è la felicità?
Mamma, cos’è la felicità?

Fra stringeva la mano della sua bambina mentre, con passo lento e stanco, schivava le tombe nel terreno, alla ricerca di quella del padre. Non che fosse stato un uomo molto presente nelle loro vite, ma aveva sempre fatto il possibile; e li aveva sempre amati.
D’un tratto, però, si sentì tirare e s’arrestò, voltandosi a guardare Cecilia; la bambina fissava curiosa una lapide bianca, il cui epitaffio recitava: “La tua scomparsa ha portato con sé una parte della nostra felicità”. La donna rabbrividì.
« Che c’è scritto? » domandò. Fra, seppure riluttante, lesse, mentre la piccola continuava a fissare la lapide con curiosità.
« Cos’hai visto, Lili? » domandò dolcemente alla figlia, che alzò lo sguardo su di lei e le chiese: « Mamma, cos’è la felicità? »
Fra la fissò in silenzio per alcuni istanti, poi fissò la lapide.
« Perché vuoi saperlo? Non sei mai stata felice? »
« Se non so cos’è la felicità, come posso sapere se l’ho mai provata? »
Fra sorrise: sua figlia era geniale…
« Hai ragione, piccolina, scusami… »
« Allora? Cos’è? »
« Beh, è difficile spiegarlo, sai? »
« Perché sono troppo piccola? » s’imbronciò Cecilia. Fra rise dolcemente.
« No, perché è difficile spiegare cosa sia la felicità… Non è questione d’età, Lili, lo sarebbe anche con un adulto… »
« E cosa c’è difficile? »
« Beh, è sempre difficile spiegare qualcosa che i nostri sensi non percepiscono… Per capirci: come racconti a qualcuno di una cosa che non puoi vedere? Ci provi, certo, ma non sempre ci riesci, vero? »
Cecilia annuì.
« Ecco, la felicità, come tante altre cose, è qualcosa che non puoi spiegare a parole… »
« Ma se nessuno ti spiega cos’è, come fai a riconoscerla? Mamma, quando tu ti senti felice, come sai che quella è felicità e non qualcos’altro? »
Fra rimase perplessa: non ci aveva mai pensato, per lei felicità era sempre stata collegata a quei sentimenti, non aveva considerato la possibilità che non fosse così…
« In realtà, gli uomini la chiamano così per convenzione… Cioè, hanno deciso che chiunque provi quelle emozioni le chiami “felicità”… »
« Come hanno fatto a capirsi, se non si può spiegare cos’è? »
Era andata ad incastrasi con le sue stesse mani. Le sue domande erano dannatamente furbe e precise, oltre che mirate. E ora? Cosa doveva dirle?
« Mamma? Ci sei? » la richiamò, tirandole i jeans. Fra scosse la testa, come per scacciare un pensiero e, sorridendo, si chinò all’altezza della bambina.
« Lili, qual è il ricordo che ti piace di più? »
« Il ricordo che mi piace di più? Be’, di quella volta che tu e papà mi avete tenuto le mani mentre muovevo i primi passi nel giardino pieno di neve di casa degli zii Marco e Giulia. Tutti erano felici e anche Sara rideva e batteva le manine. Era tutto così bello… »
Fra si commosse. Quasi, però, perché era pur sempre Fra. Sorrise dolcemente a sua figlia.
« E ti ricordi cosa provavi? O cosa provi quando ci ripensi? »
Cecilia si fece pensierosa.
« Io… Sì, lo ricordo, ma non so spiegarlo… » Fra sorrise incoraggiante.
« Io non sono una mamma come tante, provaci… »
« Be’… sento tutto un calore nella testa e nella pancia, poi nel petto e mi sento bene… tanto, tanto bene… » sorrise. Fra le baciò la fronte.
« Ecco, questa è felicità… ti è capitato altre volte? »
La piccola annuì.
« Sì, anche quando mi abbracciate, o zio Jack mi sorride o Ale mi fa giocare con lei anche se lei è grande e io sono piccola… »
« E ti senti bene in quei momenti? »
« Sì… tanto, tanto bene, vorrei che non finissero più… »
Fra strinse la figlia a sé, tra le sue braccia coperte da una giacchetta di jeans, adatta al clima appena tiepido di metà marzo. Le carezzò dolcemente i capelli e le sussurrò:
« Sai, Lili? Quando ti ho vista per la prima volta, ti ho stretta tra le mie braccia… Mi sono sentita proprio come te in quei momenti di cui mi hai parlato… »
Cecilia alzò lo sguardo su sua madre, fissandola dritta nei suoi occhi color nocciola.
« Davvero? Eri felice, allora? » sorrise, felice, per l’appunto, di aver dato un nome a quelle strane sensazioni. Fra sorrise a sua volta e la liberò, si rialzò e le prese una manina, dirigendosi verso la lapide chiara di suo padre.
« E nemmeno immagini quanto, piccola mia… » sussurrò, la bambina al suo fianco non l’udì, ma andava bene così. Era felice comunque.




Salve, rieccomi qui con una nuova one-shot. Eccezionalmente, questa, prima della pubblicazione, è stata letta da una persona, che l'ha apprezzata molto ed alla quale la voglio dedicare: mia madre.
Grazie mamma!
E grazie anche a tutti coloro che vorranno leggerla e, magari, anche lasciarci un commentino...
Un bacio a tutti!

Vostra, Lady_Firiel
   
 
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