Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: RedelNord    16/12/2020    0 recensioni
La storia riprende gli eventi accaduti in The North Remembers. Si svolge a partire dalla settima stagione della serie. I personaggi sono gli stessi. Ma la storia è destinata a cambiare.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Jon Snow, Nuovo personaggio, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da lontano, non era altro che una piccola macchia marrone, in mezzo ad un paesaggio unicamente bianco, sia sopra che sotto. I guardiani della notte, scrutavano l'orizzonte, per capire cosa stesse venendo loro incontro...

 

Lo capirono quando quella macchia marrone, divenne una slitta, con sopra una persona coricata, e con affianco, una donna che la spingeva.

 

Fu chiamato il lord comandante.

 

Jon rimase sconvolto, non sapeva se credere o meno a quanto avesse di fronte... “Bran...” Fu tutto quello che uscì dalle sue labbra serrate. “Ciao Jon.” Disse il giovane fratello, che ormai aveva poco o niente, del bambino che il lord comandante si era lasciato dietro. I suoi occhi erano come vitrei, per un'istante raccapricciante, a Jon ricordarono gli occhi del Re della Notte...

 

Fu un pensiero che Jon scacciò immediatamente. Bran, e la sua accompagnatrice: Meera Reed, furono sistemati dai guardiani. Jon esprimette più volte la sua gratitudine alla ragazza, per essersi presa cura del fratello. Loro gli raccontarono l'esperienza, oltre la Barriera.

 

Jon non ebbe modo, di fare domande specifiche al fratello, finché non si trovarono insieme di fronte al focolare, nella stanza del lord comandante.

 

Bran rimaneva a fissare le fiamme, senza dire una parola, non aveva praticamente parlato facendo discorsi di più di due frasi, da quanto era arrivato, cosa che aveva allarmato e non poco Jon, il quale ricordava un Bran del tutto diverso.

 

Il lord comandante si sedette vicino al fratello. “Allora, cosa è successo oltre la Barriera?” Chiese Jon, che moriva dalla curiosità, e in qualche modo sentiva, che anche Bran, voleva parlargli...

 

“Il destino si è compiuto Jon.” Fu la risposta di Bran, che sembrava veramente altrove con la testa, continuava a guardare il fuoco. “Non capisco...” Disse Jon, sperando che il fratello sentendo questo, capisse che era meglio essere più chiari.

 

“So che Arya è diventata regina del nord, che tu hai visto il re della notte, che Sansa è tornata a Grande Inverno, e che Rickon è vivo, e presto sarà a casa...”

 

Jon non sapeva cosa provare: da un lato, ancora non si capacitava di come Bran potesse sapere queste cose, dall'altro era sollevato nel sapere che non solo lui era vivo, ma che anche Rickon lo fosse, e fosse sulla via di casa...

 

“Come fai a sapere tutte queste cose...?” La voce di Jon era poco più di un sussurro, certo aveva visto cose assurde, cose che la maggior parte della gente, definiva inesistenti, o leggende, ma quello che aveva sentito da Bran, lo aveva sconvolto più della scoperta degli Estranei...

 

“Sono il corvo con tre occhi adesso...” Si limitò a dire il giovane Stark, che non proseguì oltre, cosa che alimentò ulteriormente la curiosità di Jon.

 

“Cosa significa?” “Significa che ora posso vedere tutto, possiedo la conoscenza, non la padroneggio ancora, ma lo dovrò fare, per quando i morti arriveranno...” Spiegò Bran, che diceva quelle cose, non mettendosi nei panni di Jon, dando per scontato che tutto quello che spiegasse fosse chiaro.

 

“Come hai ottenuto questa capacità?” Insistette Jon, che voleva risposte precise a domande precise. “Sono stato oltre la Barriera, sono stato addestrato, dal precedente corvo con tre occhi... Vedo ciò che è stato, ciò che è, e sarà... E posso dirti che tu Jon, hai un ruolo fondamentale nella battaglia che arriverà...”

 

Queste parole, pronunciate, con quel tono privo di emozione, fecero correre un brivido lungo la schiena di Jon. Spettro gli si era accoccolato sui piedi, e il lord comandante lo accarezzava ogni tanto, come per rilassarsi, e rilassarlo...

 

“Ma non è tutto...” Jon fu ridestato, da un mezzo torpore, di riflessioni confuse. Riprecipitò nell'abisso delle rivelazioni. “Che altro c'è?” Chiese, con non poco timore, anche perché i due erano finiti su un argomento, che lo riguardava in prima persona...

 

“Una diade...” Ci fu una lunga pausa, durante la quale, l'unico rumore, era quello della legna che scoppiettava nel caminetto. “Un'altra persona, combatte al tuo fianco nella lunga notte, cavalca con te, e lotta con te...” A Jon tornarono in mente le parole di Melisandre, anche lei, aveva visto una diade nelle fiamme.

Jon, di lei, non si era mai fidato appieno, ma di Bran si fidava...

 

“Chi è questa persona?” Chiese, lui mentre l'ansia gli scavava il petto come una vanga affamata di tesori...

 

“Non lo so... Non è chiaro... Ma so che se questa persona non combatterà al tuo fianco nella lunga notte...” Bran distolse lo sguardo, si voltò molto lentamente, e fissò Jon, con quegli occhi vitrei... “Niente potrà salvarci...”

 

 

 

 

 

 

 

 

Mikarion, si era tolto gli indumenti superiori, lasciando scoperto il torso. Se chiunque si fosse messo a contare quelle cicatrici, si sarebbe arreso dopo pochissimo tempo... Innumerevoli ferite solcavano la pelle dura del giovane Karstark, che tra queste e i suoi muscoli, appariva proprio come un guerriero... Non era un guerriero da favole e leggende: un cavaliere biondo, in scintillante armatura, con una spada d'oro al fianco, e la luna che sorge alle sue spalle.

 

Era l'immagine di un vero guerriero: tumefatto, acciaccato, ferito, ma ancora perfettamente funzionante...

 

 

Due colpi allo stipite della porta... “Scusatemi, forse non è un buon momento sir Karstark...”

 

Mik vide, la lady di Grande Inverno in persona, sulla sua soglia. Vestita come concerne ad una lady, i capelli ramati acconciati a dovere, portamento altero, e sguardo indecifrabile. Bellissima, come Mik la ricordava. Anche se erano passati, parecchi anni, dall'ultimo incontro, niente di veramente intimo, mai, solo ricevimenti, delle due famiglie, e il banchetto in onore di Robert Baratheon, per l'arrivo a Grande Inverno. Sembrava passata un'era...

 

Mikarion si voltò, esponendosi a lady Sansa: “non sono un cavaliere... E potete chiamarmi Mik, mia signora...” Disse, con tono profondo, e sicuro di sé.

 

 

Il giovane Karstark, rimase per qualche istante in attesa di una replica di lady Sansa, ma ella non disse nulla. Così lui si voltò di nuovo, mettendo una mano nella tinozza, per sentire se l'acqua si fosse un po' raffreddata. “Sembri uno che ne ha passate parecchie Mik.” Lui rimase voltato, si alzò e guardò dalla finestra, mentre rapide immagini del suo passato vorticavano davanti ai suoi occhi.

 

“È così in effetti... Ma è possibile che gli eventi siano stati altrettanto spietati con milady...”

 

Disse questo, e si voltò. Sansa incrociò il suo sguardo, i suoi profondi occhi marroni, gli ricordavano gli occhi di Robb, di Jon, di suo padre... Non se lo spiegava, ma era come se quel combattente, mezzo sconosciuto, fosse sempre stato parte della sua famiglia...

 

Mik le si avvicinò, le prese le mani, e la ragazza si sentì tremare... Era un tocco caldo, ma strano, insomma, lei non lo conosceva nemmeno. Lui la fissò, occhi di un lupo... Occhi spaventosi per chiunque non sia del suo branco, ma Sansa lo era... Lui lo sapeva, e lei lo percepiva...

 

“Sansa... Ho provato a salvare tuo fratello, devi credermi.” Ora le dava del tu? Lei non se lo spiegava, in pochissimi istanti, quest'uomo le stava facendo provare un uragano d'emozioni...

 

“Posso giurarti, che darò sempre la mia vita per il nord... Per la nostra causa... Non sono riuscito a salvare Robb, ma posso giurarti, che vedrò sottoterra ognuno dei nostri nemici... Prima che possano anche solo torcerti un capello, a te, o ad Arya...”

 

Il loro contatto si interruppe, lui le lasciò le mani, e lei, che all'inizio non desiderava quel contatto, ora avrebbe dato la sua parte di Grande Inverno per ripristinarlo...

 

 

“Non la pensavi così quando te ne sei andato...” Le parole di Sansa suonavano pungenti, la ragazza, aveva ripensato al modo incosciente ed egoista, in cui il giovane Karstark aveva abbandonato la sorella, mentre lui era scappato al nord, per fuggire dalle sue responsabilità.

 

“Arya, è ottenebrata dalla rabbia, ho cercato di farle capire il motivo della mia scelta, ma a quanto pare non ci sono riuscito... Mi dispiace, ma non avevo niente da fare qui... Puoi dirglielo?” Mik rimaneva a qualche passo da Sansa, cercando di convincerla...

 

 

“Potrai dirglielo tu, dato che avrete molto tempo da condividere...” Lady Sansa, lasciò Mik con questa premessa, e se ne andò dalla sua stanza, lasciandolo al suo bagno.

 

 

 

 

 

 

Grande Inverno non era molto cambiatadall'ultima volta che Mik c'era stato. Be, c'era molta più neve... Le persone erano quelle, e l'atmosfera di malinconica preoccupazione rimaneva, solo che ora il problema non erano dei ribelli delle Terre dei Fiumi, o un folle bastardo protettore del nord. Ora il problema era un'armata di demoni di ghiaccio, che ogni giorno si faceva più vicina, nessun momento felice a Grande Inverno, durava molto in quei tempi...

 

 

Mik passeggiava per i corridoi, diretto a cena, con la regina del nord, dove avrebbero potuto discutere meglio sul da farsi.

 

Mik sentiva le gambe tremargli, al pensiero di rivedere Arya, sentiva lo stomaco agitarsi, e ogni piccolo momento di gioia, era sempre sovrastato dalla consapevolezza, che Arya, ora, lo aveva in odio, per quanto aveva fatto... Lui si ripeteva che aveva fatto la scelta giusta, ma da quella notte, l'incubo di Ramsay. Gli si era installata una voce in testa, una che invece gli ripeteva l'esatto opposto, che era stato un'egoista, che aveva abbandonato Arya, nel momento di maggior bisogno...

 

Mik era fuori dalla piccola sala da pranzo, la porta era semi aperta, e la luce chiara trapelava dal grande spiraglio.

 

Il giovane Karstark sentì un rumore improvviso, la porta si aperse totalmente e vi uscì...

 

Nymeria!

 

La femmina di meta lupo saltò letteralmente addosso a Mikarion, ricoprendogli la faccia di bava, continuando a leccarlo. Abbaiava festosamente, muoveva la coda ed abbassava le orecchie. Mik, sorrise, e la accarezzò, con energia, lei che non aspettava altro, con la testa seguì i movimenti della mano del ragazzo...

 

“Mi sei mancata amica mia...”

 

La cena iniziò senza troppe cerimonie. Al tavolo vi erano: Arya, Sansa, Mik, lord Glover, lady Mormont, Ditocorto,lord Royce,il maestro Wolkan, i giovani lady Karstark, e lord Umber...

 

Il silenzio regnò sovrano per alcuni istanti, finché Alys Karstark non lo ruppe: “è bello rivederti cugino.” Disse con un sorriso, alzando gli occhi un solo istante. “Altrettanto Alys” ricambiò Mik, che non mangiava decentemente da ormai troppo tempo...

 

“Chiedo perdono sir Karstark...” Introdusse lord Royce, “non sono un cavaliere, signore.” Precisò Mik. Sansa spostava lo sguardo ora sul primo ora sull'altro. “Allora lord...” “Non sono neanche un lord.” “Ma, voi siete il nipote di Rickard Karstark, legittimo erede di Karhold...” “No! Alys, è la legittima erede di Karhold, la mia vita non può essere legata ad un castello, e non lo sarà...”

 

“Oppure puoi dire che la tua vita non può essere legata ad alcuna responsabilità, saresti più sincero...” Tutti si voltarono verso la regina. Che non solo aveva fatto calare il silenzio, ma si era dichiarata vincitrice di un confronto che comunque non la riguardava direttamente.

 

 

Tornò il silenzio, che stavolta fu rotto dall'abbaiare di Nymeria, che si spostò, dal fianco di Arya, e si mise vicino a Mik, appoggiandogli la testa sulle gambe.

 

Lui sorrise, e quasi si commosse, la lealtà che quella bestia gli dimostrava era veramente qualcosa di sconvolgente, e proprio in quel momento...

 

Sembrava quasi che avesse capito di cosa stavano parlando, e avesse deliberatamente deciso di schierarsi a favore del giovane Karstark, a scapito della sua vera padrona...

 

 

Infatti la cosa, sembrò irritare parecchio Arya, che non toccò più cibo. “Almeno qualcuno è felice di vedermi.” Asserì Mik, accarezzando Nymeria, che chiuse gli occhi, sotto il suo tocco leggero. Piccola frecciatina che Arya incassò senza dire altro.

 

“Be, avete un buon viaggio, Mikarion?” Chiese il maestro Wolkan, che voleva solo stemperare la tensione, giustamente in effetti.

 

“Scomodo... Fa molto freddo sulle nostre strade, e il cavallo mi fa male alla schiena...” Nessuno parlò, il maestro si limitò ad annuire con un mezzo sorriso...

 

 

“Dunque, quando pensavate di partire?” Chiese lord Glover, arrivando al punto della questione. Quel punto, quella questione che tutti volevano affrontare ma che nessuno aveva il coraggio di introdurre.

 

La tensione che si era creata in quella stanza da quando era entrato il giovane Karstark, era talmente alta che nessuno voleva dire parole a sproposito.

 

“Mi sembrava di aver richiesto che fosse Jon ad accompagnarmi a Roccia del Drago...” Il duello era cominciato, e Arya aveva portato a segno la prima stoccata...

 

“Perdonate maestà, ma il lord Comandante è impegnato in questioni improrogabili, sono venuto perché potevo venire, ho ricevuto un'ordine preciso, non sono un guardiano della notte, ma vostro fratello non mi ha fatto mancare niente per quando sono stato sotto il suo tetto, perciò ritenevo opportuno ripagarlo.”

 

Mikarion manteneva uno stato di cortesia, imperturbabile, veramente difficile da attaccare, per contro Arya, sembrava aver perso molto della calma, riflessiva, da regina che sembrava aver acquisito. E fu Sansa la prima a notarlo. Si rese conto, che con quell'uomo nelle vicinanze, la sorella era tutta un'altra persona...

 

 

“Non ha importanza, posso andarci da sola...” Questa nuova affermazione, fece rimanere di stucco quasi tutti. Solo Mikarion annuì piano, non era d'accordo ma comprendeva appieno perché Arya diceva così...

 

 

“Maestà, tuo fratello ha preteso che...” “Adesso basta! Non voglio parlare con te!” Arya, si era alzata in piedi, ed aveva rotto completamente, quel fragile muro di imperturbabilità.

 

Gli occhi di tutti erano su di lei, ma a lei non importava, non aveva ancora finito.

 

“Vuoi aiutarmi adesso!? Sei solo un'ipocrita e io non ho bisogno di te, nessuno qui ha più bisogno di te, perciò perché non te ne vai!”

 

Aveva concluso, si era rimessa dritta. Baelish non si perdeva una sola parola, un solo sguardo, una sola espressione, e Sansa lo aveva notato, infatti non giudicava Arya molto saggia, per essersi esposta così, davanti ad un uomo come lui, ovvio che lei non aveva idea di cosa la sorella stesse passando, in cuor suo, cercava di comprenderla...

 

 

“È quello che sai fare meglio...” Furono le ultime parola della regina del nord.

 

 

 

 

 

 

 

 

“Arya, posso entrare?” “Entra...”

 

Il tono della regina, era spento, privo di emozioni o voglia di discutere. Sansa entrò e richiuse la porta dietro di se. Arya rimaneva seduta, tra le mani, teneva uno dei suoi volti... Sansa ormai si era abituata a quelle stranezze, rimanevano materia sconosciuta per lei, e a tratti inquietante, ma la verità era che la giovane Stark, aveva capito, che il mondo è un posto molto più strano di quanto non si creda, e lo accettava, a fatica, ma lo accettava.

 

Si sedette accanto ad Arya, e non disse nulla. Infatti, fu la regina del nord, a rompere il silenzio: “Quando ero a Braavos, prendevo il volto di chi volevo... E tramite esso, potevo essere chiunque.” Arya teneva lo sguardo fisso su quel lembo di pelle moscia e sottile.

 

“Un giorno puoi essere un uomo, un altro una donna, un ricco, un povero, un soldato, un re... Ma la maschera te le sei messa tu... E te la puoi pur sempre togliere. Ma quando le maschere te le mettono gli altri... Allora non le togli più...”

 

“Non capisco dove vuoi arrivare...” Disse sincera Sansa, che in realtà aveva una mezza idea, di dove la sorella volesse andare a parare.

 

“Non si può fuggire dalla maschera che ti indossano... A Mik hanno indossato quella del re, e lui vi è fuggito... La mia maschera mi è stata messa, non posso più toglierla...”

 

Arya, parlava con la voce carica di rassegnazione, e lo sguardo vacuo, che passava, dalla sorella, al volto che teneva tra le mani, al fuoco nel caminetto...

 

“A Mik è stata indossata anche la maschera del codardo... La merita forse...?” Lady Sansa, stava rimuginando parecchio su quanto doveva essere accaduto a Mikarion. “Lui non ha mai mollato, ha protetto Robb fino a che ne ha avuto le forze, ha radunato i suoi soldati, ha sconfitto i Bolton, ed ha riconquistato Grande Inverno per noi... Io non lo ritengo un codardo...”

 

Sansa sembrava a tratti protettiva nei confronti di Mik, pensava, sì che lui avesse le sue colpe, ma non si voleva unire all'odio generale, gli riconosceva i suoi meriti... E ne aveva, almeno per lei...

 

 

“Arya, io non so cosa sia successo tra di voi, e non ti obbligherò a dirmelo, ti prego di ascoltarmi: questo tuo arrabbiarti non risolverà la nostra crisi, devi mettere da parte il tuo ego, e concentrarti sul bene del nord... Volevi Jon, lui non è arrivato, pazienza, devi guardare avanti. Siamo in una brutta situazione, non abbiamo il tempo di aspettare i comodi di tutti,in questi momenti abbiamo bisogno di fiducia e collaborazione, e il bene della tua gente viene prima di ogni cosa... Devi rendertene conto.”

 

Sansa parlava da vera donna matura, ed Arya se ne accorse, annuì ed aggiunse: “dovresti essere tu regina...”

 

 

 

 

 

“Salve.” Una voce nuova, attirò l'attenzione di Mikarion, sulla soglia della sua stanza. Stavolta il giovane Karstark era vestito, e stava solo pensando, e provando a seppellire un po' di dolori nel vino, seduto ad un tavolo, nella sua stanza.

 

Petyr Baelish lo guardava, e sembrava studiarlo.

 

“Salve...” “Sono Baelish, Petyr Baelish, ma forse tu mi conosci come...”

“Ditocorto. Sì.” Completò Mik. Il nuovo arrivato accennò ad un inchino, come per salutare.

 

“Non ho potuto fare a meno di notare, che sembrano esserci attriti tra te e la regina.” Il suo tono, non era invadente, ma era decisamente provocante, il tono di chi non pretende mai risposte, ma proprio per questo, ne riceve sempre...

 

Si sedette accanto a Mik, che gli porse il vino, ma lui scosse la testa, e il giovane Karstark, fece una smorfia come per dire: 'meglio, di più per me.'

 

“Sembra che vi conosciate.” Riprese Baelish, che non aveva intenzione di ubriacarsi, e perdere un'occasione. “A volte si può conoscere qualcuno anche senza averlo mai incontrato, per esempio io ti conosco, e questa è la prima volta che ti vedo. Ma la tua fama ti precede...”

 

Cambiò rotta Mik, che non voleva andare subito al sodo, anzi forse non ci voleva arrivare proprio al sodo.

 

“Non è la prima volta che mi vedi Mikarion. Ci siamo visti ad Approdo del Re, certo non puoi ricordartelo eri troppo piccolo, un giorno che la tua famiglia è stata invitata alla capitale da re Robert.”

 

Questa notizia, risvegliò in Mik ricordi confusi, e attirò ancora di più la sua attenzione sul piccolo uomo che gli era seduto vicino.

 

“Sì, conosco Arya. L'ho aiutata a riconquistare questo castello.” Mik sputò tutto fuori, paradossalmente si sentiva libero di parlare, probabilmente era il vino, nessuno sobrio, si sarebbe confidato con Ditocorto, anche se comunque Mik non aveva rivelato niente di compromettente, almeno fino a quel momento; e comunque a uomini come Ditocorto non servono troppe parole per capire cosa passa nella testa delle persone...

 

“È strano, non sembra riservarti molta gratitudine, sembra piuttosto propensa al rancore anzi...” Baelish, interrompeva sempre le sue frasi, per far sì che fosse Mikarion a continuarle, dissipando i suoi dubbi.

 

Il giovane Karsatrk, continuava a bere, noncurante. “È arrabbiata perché crede che l'abbia tradita, lasciando la mia nomina di re a lei.”

 

“Tu eri stato nominato re del nord?” Incalzò Ditocorto... “Sì” disse svogliatamente Mik, “avevano visto in me, qualcuno che poteva guidarli, ma io non lo sono mai stato, così sono tornato al Castello Nero, dove qualcuno aveva davvero bisogno di me...”

 

Mik fissava un punto fisso della stanza, non assecondando il suo interlocutore con lo sguardo, ma facendolo fin troppo con le parole, parole che scappavano dalla sua bocca, e dalla sua mente, come cavalli durante una tempesta.

 

 

 

“Devi aver stabilito un rapporto speciale con lei, perché si arrabbiasse così, per ciò che hai fatto...”

 

In quel momento, Mik, si rese conto di quanto aveva fatto. Gli tornarono in mente immagini ben definite, una cabina in una nave, lui che raccontava ad Arya di Robb, una baracca nella foresta, una notte, lui ed Arya... Soli...

 

Si voltò e fissò Ditocorto con aria minacciosa. “Scusa, forse non sono affari miei...” Provò a difendersi questi, “no, hai ragione non lo sono.” Tagliò corto Mikarion, che sembrava rinsavito di colpo.

 

 

“Scusate...” I due si voltarono. Il maestro Wolkan, aveva lo sguardo di chi è davvero preoccupato di aver interrotto qualcosa.

 

“Cosa c'è maestro?” Chiese Mikarion. “Lord Karstark... La regina mi ha detto di comunicarvi che si parte domani... Domani vi recherete a Porto Bianco con una scorta, da lì prenderete una nave che vi condurrà fino a Roccia del Drago.

 

 

Mik annuì: “Grazie Maestro.” Il maestro fece un breve inchino e se ne andò...

 

“A quanto pare ci ha ripensato.” Furono le parole di Baelish, che sembrava essersi lasciato alle spalle, lo sguardo minaccioso del giovane Karstark.

 

 

“Forse un'occasione per ricucire un legame...” Aggiunse spudoratamente.

 

Prima che Mik potesse aggiungere alcunché, Ditocorto si alzò, si voltò e se andò, con andatura calma ma sicura di sé. Il modo di camminare, dice molto di una persona...

 

 

 

Mik si buttò a letto, pensando ad Arya, Arya si addormentò pensando a Mik.

 

Sansa lo fece, pensando ad entrambi...

 

 

 

 

 

 

La donna dei bruti, tolse il furetto dal focolare, e lo porse al ragazzo, seduto accanto a lei.

 

“È prudente accendere fuochi qui?” Chiese lui, mentre addentava la sua cena. Lei non era minimamente preoccupata.

“Ora questa è di nuovo la tua terra ragazzo, nessuno ti farà del male, e poi siamo in mezzo al nulla... Chi vuoi che ci veda qui?”

I due rimasero in silenzio per alcuni istanti. Solo il meta lupo nero, si muoveva inquieto, così il ragazzo gli diede un po' della sua cena per farlo stare buono.

“Cagnaccio è agitato, non credo sia un buon segno.” Riprese il giovane, continuando a guardare l'animale, con occhi preoccupati.


 

“Sente che casa è vicina... Magari il meta lupo di tua sorella è a Grande Inverno con lei...” Disse la donna, stemperando la tensione, tensione immotivata a suo avviso.


 

“Arya... Non la vedo da troppo tempo, e Sansa è con lei!” Il ragazzo era eccitato come un bambino davanti ad un dolce.


 

“Chissà dov'è Bran adesso...” Aggiunse poi, con una nota di malinconia nella voce...


 


 

Nella scura e fredda stanza del Castello Nero, il corvo con tre occhi, aveva aperto il terzo occhio...


 

E ora lo vedeva! L'esercito del re della notte, in continuo avvicinamento... E lui! Il re della notte in persona, non si deve fermare a sfamare i suoi soldati, non si preoccupa di mantenerli sani, deve solo avanzare...


 

Ecco che lo vede! Gli si avvicina... Ma due ombre si frappongono sul suo cammino...

Jon! Uno è Jon, è ben definito e combatte con foga, l'altro non si vede, sta combattendo con lui ma... Poi si volta... Disarma Jon, e lo prende per il collo...


 

I suoi occhi sono di ghiaccio, ma la sua forma resta confusa... Punta la spada al cuore del lord comandante... Non dice nulla, solo spinge... Perforandogli il cuore...


 


 


 


 


 

Bella a tutti amici!!!!!!!! Eccoci tornati, nuovo episodio! Colgo l'occasione per augurarvi un felice Natale, e un magnifico anno nuovo, e credetemi sanno i sette se abbiamo bisogno di un anno magnifico. Ps, vi chiederete come mai, Bran non dice nulla a Jon delle sue origini... Ma ve lo spiego ioooo! Perché nella mia storia Jon, non è figlio di Raeghar!! Cooosaaa? Ebbene sì, sviluppi diversi amici miei...


 

Questo è l'ultimo episodio del 2020, godetevelo. Io ora starò un po' in vacanza a poltrire, ci rivediamo dopo le feste... Ciao Ciao!!


 

   
 
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