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Autore: pastelwriting    16/12/2020    2 recensioni
[Iwaoi // AU // 1.173 parole]
Non pensava ci avrebbe mai rimesso piede su quel dannatissimo ponte. Ci era andato solo una volta mentre non stavano insieme, dopo il loro primo litigio pesante, era stato sopraffatto dai ricordi e si era maledetto per aver anche solo pensato di tornare in quel posto.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se cinque anni prima qualcuno avesse detto a Iwaizumi che un ponte a chissà quanti metri d’altezza, costruito chissà quanti anni prima nel bel mezzo di un bosco sarebbe diventato il suo posto, non ci avrebbe mai creduto.

Il loro posto.

Iwaizumi si passò una mano nei capelli cercando di dargli una forma, c’era vento e sentiva che glieli aveva spettinati, ma realizzò che era una cosa stupida. Non importava quanto fossero in disordine, non c’era nessuno lì a vederlo. In fondo, era quello il motivo per cui quello era diventato il loro posto: lontano dalla città, dalle persone, dai loro amici. Da qualsiasi tipo di problema. E il fatto che si trovassero così in alto concedeva loro l’illusione di essere più potenti di qualsiasi altra cosa o persona, di essere in controllo, di avere il mondo intero ai loro piedi. Un mondo in cui, in fin dei conti, c’erano soltanto loro e nessun altro. Un’illusione che per due adolescenti bastava e avanzava, era tutto quello di cui avevano bisogno per scappare per un po’ dalla realtà.

Iwaizumi si appoggiò alla spessa ringhiera di cemento del ponte con i gomiti, testa china a guardare il terreno così distante sotto di lui.

Non pensava ci avrebbe mai rimesso piede su quel dannatissimo ponte. Ci era andato solo una volta mentre non stavano insieme, dopo il loro primo litigio pesante, era stato sopraffatto dai ricordi e si era maledetto per aver anche solo pensato di tornare in quel posto. Caso voleva che anche l’altro avesse avuto la stessa idea, si erano rivisti ed erano tornati insieme senza nemmeno pensarci.

Ora non sapeva perché ci fosse tornato, a due anni dalla loro separazione.

Non sapeva perché aveva risposto al messaggio di Oikawa, arrivato dal nulla, in cui gli chiedeva se si trovasse in città in quei giorni. Non sapeva nemmeno come facesse lui a sapere che era tornato, ma immaginava che con la stessa cerchia di amici le voci corressero in fretta. Avrebbe dovuto ignorarlo, invece aveva risposto che sì, era tornato, e al messaggio successivo Iwaizumi si odiò per aver capito subito cosa intendesse Oikawa.


 

Domani al solito posto, solita ora?


 

E Iwaizumi aveva risposto di sì.

La verità era che essersi lasciati per la distanza del college era stata una decisione stupida e dettata dalla rabbia, così come lo era stato pensare di poter avere relazioni con altre persone, di poter andare avanti senza di lui, senza vederlo, senza pensarlo, senza sapere che anche Oikawa stava pensando a lui nello stesso momento; senza avere la certezza che ci sarebbe stato sempre, in qualsiasi momento, che si sarebbero rivisti presto e che avrebbero sempre recuperato il tempo che avevano passato distanti. E la cosa più stupida di tutte era stata non ammettere per tutto quel tempo che lasciarsi era stata la cosa peggiore che potessero fare.

Iwaizumi sbuffò una risata ricordando tutte le volte in cui si erano chiamati durante quei due anni, con la scusa del volere sapere come stava l’altro, come stava andando l’università eccetera eccetera. Dopo aver riattaccato, Iwaizumi si raccontava che non sentiva la sua mancanza e faceva finta di non sentirsi un macigno nel petto.

Avrebbe dovuto ignorare il messaggio, sì, prima o poi sarebbero andati avanti entrambi per davvero, ma il college era finito ormai.

Iwaizumi tirò fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca interna del giubbotto di pelle e ne accese una; non era nervoso, non lo era per niente, poteva anche essersi odiato per aver accettato di incontrare Oikawa, ma ora che si trovava lì si sentiva nel posto giusto e non si sarebbe voluto trovare da nessun altra parte. Stava aspettando Oikawa e per un attimo si beò di quell’illusione in cui il loro ponte aveva ancora il potere di fargli credere.

Nella sua mente si fece strada il pensiero che, forse, da ora quell’illusione si sarebbe anche potuta trasformare in realtà. E il pensiero si fece ancora più insistente quando, finalmente, sentì un rumore provenire dal bosco e vide Oikawa sbucare da dietro un albero.

Si fermò un attimo quando vide Iwaizumi, osservandolo da lontano. Conoscendo Oikawa, probabilmente non pensava che si sarebbe presentato davvero. Sembrava doversi accertare che Iwaizumi fosse reale, i suoi occhi corsero su e giù per la sua figura finché finalmente non incontrarono il suo sguardo.

Iwaizumi sollevò il capo in un cenno di saluto e fece del suo meglio per apparire distaccato, senza nemmeno sapere perché.

Si sedé a terra, lasciando una gamba a penzoloni tra le colonne della ringhiera, mentre Oikawa riprendeva a camminare verso di lui. Iwaizumi guardava sempre verso il basso, ma riusciva a sentire Oikawa farsi sempre più vicino e il suo cuore si faceva via via più pesante. Gli era mancato, gli era mancata la sensazione che la sua presenza gli faceva provare.

Oikawa si sedette accanto a lui senza dire una parola, con la schiena contro la ringhiera e braccia tese davanti a sé appoggiate alle ginocchia. Le loro spalle non erano così vicine, Iwaizumi dovette fare del suo meglio per non scivolare più vicino a lui, si convinse che erano molto più vicini di quanto fossero stati negli ultimi due anni.

Restarono in silenzio, fermi per qualche minuto, Iwaizumi sapeva che nessuno dei due avrebbe detto nulla all’inizio. Iwaizumi per orgoglio, Oikawa perché aveva già fatto il primo passo chiedendogli di incontrarsi. Eppure, proprio come Iwaizumi, Oikawa sembrava totalmente in pace: non sembrava agitato, teso o a disagio, emanava lo stesso calore che gli trasmetteva quando erano adolescenti e si sentivano invincibili; fece un tiro di sigaretta mentre continuava a osservarlo di sottecchi: sarà anche stato più grande ma era sempre lo stesso Oikawa, e Iwaizumi non aveva nessuna intenzione di lasciarlo andare di nuovo.

Gli tornò in mente la prima volta che avevano trovato quel ponte, a come erano ancora all’inizio della loro relazione e relativamente impacciati, i loro amici ancora non sapevano nulla ed era il loro piccolo segreto - forse non così piccolo, ripensandoci.

Si erano seduti in quella stessa posizione e Oikawa aveva appoggiato la testa sulla spalla di Iwaizumi, in silenzio, beandosi l’uno della semplice presenza dell’altro. Poi Iwaizumi si era acceso una sigaretta, ne aveva fumata metà e aveva passato quella restante a Oikawa, che non fumava così spesso ma che l’aveva accetta comunque.

E lo aveva fatto anche ora.

Cazzo.

Non se n’era nemmeno reso conto, si era girato di più verso di lui e ora stava tendendo il filtro nella sua direzione.

Oikawa aggrottò le sopracciglia, i suoi occhi blu - erano sempre stati così blu? - studiarono quelli di Iwaizumi, solo qualche volta si spostavano velocemente a guardare la sigaretta che gli stava offrendo.

Con Oikawa così vicino che finalmente lo stava guardando, Iwaizumi sapeva solo che non avrebbe più commesso l’errore di allontanarsi da lui. Sperò con tutto se stesso che Oikawa stesse pensando la stessa cosa.

Poi, dopo un’attesa interminabile, Oikawa sorrise e prese la sigaretta dalle mani di Iwaizumi. E per il momento era tutto quello di cui Iwaizumi aveva bisogno.

  
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