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Autore: Nao Yoshikawa    17/12/2020    8 recensioni
Al contrario di Aziraphale, Crowley non ha mai amato troppo il Natale. Ci tiene però a fare un bel regalo al suo angelo, qualcosa di speciale. Non sapendo su cosa puntare, a causa di un incontro fortuito si ritroverà a chiedere aiuto a Gabriel, il quale a sua volta non sa cosa potrebbe essere di gradimento per Belzebù...
«Ehi, angelo, guarda un po’ lì» il demone gli picchiettò su una spalla.
Aziraphale inarcò le sopracciglia, cercando di non mostrarsi sorpreso.
«Oh. Ciao, Gabriel. Belzebù» fece un leggero cenno con il capo. «Non avrei mai immaginato di trovarvi in un posto come questo.»
«Attento al tuo tono» si lamentò l’Arcangelo. «E invece siamo qui. Splendido, vero?»
«Hai poco di cui lamentarti» disse Belzebù, con una sciarpa avvolta intorno al collo. «Io non volevo neanche venirci qui, lo sai che odio il freddo!»
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Belzebù, Crowley, Gabriele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Present is a gift
 
Crowley non aveva mai amato particolarmente il Natale.
Gli sarebbe anche andata bene come festività, se solo non avesse avuto come compagno Aziraphale, che da bravo angelo qual era, aveva una passione per il Natale e per tutto ciò che riguardava esso.
Una delle cose che Aziraphale amava di più era senza dubbio fare regali per tutti i suoi amici e conoscenti. Oh, quanto adorava andare in giro per quei negozi affollati! Con quelle fastidiose musichette a tema che ad un certo punto facevano impazzire il demone.
Il grande problema di Crowley era la sua impossibilità di negargli qualcosa. Amava troppo Aziraphale per dargli un dispiacere, e se al suo angelo piaceva il Natale, avrebbe fatto uno sforzo.
Era il ventidue dicembre e i due si trovavano in giro per negozi per gli ultimi acquisti. Londra era deliziosamente imbiancata, così come le varie strade e piazze decorate. E ovviamente i negozi strapieni come al solito.
«Ngk… abbiamo finito adesso?» borbottò Crowley con le mani infilate dentro le tasche. Insomma, erano un demone e un angelo, ossibile che non ci fosse un altro modo per fare un regalo a qualcuno?
Dovevano per forza comportarsi come due comuni essere umani?
«Soltanto un momento!» Aziraphale era totalmente immerso tra i vari scaffali di oggettistica antica. «Chissà se qui ci sarà qualcosa che piacerà ad Anathema.»
Già, perché ovviamente Aziraphale aveva fatto regali per tutti, nessuno escluso. Crowley sbuffò, guardando l’orologio che aveva al polso con impazienza. Dopotutto aveva anche lui degli acquisti da fare, ma non poteva in sua presenza, altrimenti addio sorpresa. Arrivato al ventidue Dicembre, non sapeva ancora cosa poter regalare di speciale al suo angelo. Aziraphale possedeva già una collezione invidiabile, cosa gli mancava?
Lo conosceva meglio di chiunque altro, eppure non trovava una soluzione.
Stava di nuovo per lamentarsi, quando  i suoi occhi si posarono su due persone che in assoluto mai si sarebbe aspettato di vedere: il suo capo Belzebù in compagnia di quell’insopportabile Arcangelo Gabriel. A quanto sembrava anche quei due si divertivano a comportarsi come una comune coppia, anche se in realtà Belzebù sembrava imbronciata, che anche lei detestasse quella festività?
«Ehi, angelo, guarda un po’ lì» il demone gli picchiettò su una spalla.
Aziraphale inarcò le sopracciglia, cercando di non mostrarsi sorpreso.
«Oh. Ciao, Gabriel. Belzebù» fece un leggero cenno con il  capo. «Non avrei mai immaginato di trovarvi in un posto come questo.»
«Attento al tuo tono» si lamentò l’Arcangelo. «E invece siamo qui. Splendido, vero?»
«Hai poco di cui lamentarti» disse Belzebù, con una sciarpa avvolta intorno al collo. «Io non volevo neanche venirci qui, lo sai che odio il freddo!»
Crowley alzò gli occhi al cielo. Ci mancava solo questa, adesso. Non solo si trovava lì, senza la più pallida idea di cosa poter regalare ad Aziraphale, ma adesso c’erano anche quei due.
E uno dei due era un arcangelo.
E in effetti ciò a Crowley poteva essere utile.
«Aziraphale, c’è una cosa che devo fare. Tu, Arcangelo, con me» Crowley schioccò le dita, facendogli segno di seguirlo, e ciò offese Gabriel.
«Come osi rivolgerti a me in questo modo? Io obbedisco a un solo demone e quello di certo non sei tu!»
Belzebù sbuffò, guardandolo male.
«Va con lui e basta.»
Aziraphale tremò appena. Non voleva rimanere da solo con lei, che di certo non aveva un carattere più dolce e mansueto come Crowley. Anzi, un pochino la temeva.
«Tu, angelo. Mi servi» disse ad un tratto Belzebù.
 
Gabriel intanto era stato trascinato fuori. In strada nevicava e faceva piuttosto freddo rispetto all’interno dei negozi.
«Amh, insomma, che vuoi da me?» domandò Gabriel.
Crowley si voltò a guardarlo con cipiglio serio, puntandogli un dito contro.
«Devo fare un regalo ad Aziraphale e mi servi» confessò.
Gabriel inarcò le sopracciglia, sorpreso. Era strano il fatto che Crowley si rivolgesse proprio  a lui.
«E perché lo domandi a me? Voi non state insieme? E poi sicuramente lo conosci meglio di me.»
«Già, ma questo è il nostro primo Natale insieme e non vorrei fare brutte figure. Sono un demone, tu sei un angelo, avrai gusti più simili ai suoi… almeno in parte» disse arrossendo e voltando lo sguardo dall’altra parte.
Gabriel non sapeva se potesse essergli d’aiuto, ma una cosa era certa: Crowley poteva essere d’aiuto a lui.
«D’accordo» cominciò l’Arcangelo lentamente. «Potrei aiutarti, a condizione che tu aiuti me.»
Un sorriso dipinse le labbra di Crowley. E così anche Gabriel aveva un cuore tenero in fondo, eh?
«Fammi indovinare, vorresti fare un regalo a Belzebù e non sai che cosa, vero?»
L’Arcangelo annuì impercettibilmente e la sua gote si dipinse di un leggero rosso.
«Conosco i demoni molto meno di quanto tu conosca gli angeli. E non c’è altro a cui possa chiedere, per cui…»
Crowley si lasciò andare ad una risatina divertita. Forse non sarebbe stata poi un’esperienza così terribile.
«Oh, mio caro Gabriel. Accontentare un demone è facile, basta solo un po’ di immaginazione. Puoi fidarti di me.»
Piuttosto che fidarsi di lui, Gabriel si sarebbe fatto volentieri un giretto all’Inferno, ma dopotutto era stata una sua idea.
 
«Mi hai sentito bene: mi serve il tuo aiuto, angelo. E non farmelo ripetere un’altra volta.»
Se Belzebù avesse letto i suoi pensieri, avrebbe ucciso Aziraphale.
Quest’ultimo non avrebbe mai creduto che quel demone potesse apparire quasi carino.
Ecco perché aveva scacciato malamente Gabriel: voleva rimanere da sola con lui per chiedergli consiglio.
«Oh, io… non credevo che… sì, insomma» Aziraphale si schiarì la voce. «Ma sì, certo, credo che potrei aiutarti, dopotutto.»
Belzebù serrò le labbra, passandogli davanti.
«E tu invece? Hai idea di cosa regalare a Crowley?»
Aziraphale arrossì. Conosceva benissimo il suo compagno, eppure trovava quell’impresa ardua, forse perché voleva che si trattasse di qualcosa di speciale?
«Ecco, veramente…»
«Sì, immaginavo. E va bene, ti darò una mano. Ma chiariamo che lo faccio soltanto perché non voglio essere in debito con te.»
E così ebbe inizio la folle ricerca del regalo perfetto per le due coppie.
Per quanto riguardava Gabriel, si sentiva fortemente a disagio. Doveva sapere che affidarsi a Crowley non sarebbe stata una buona idea in tutto e per tutto: il demone infatti lo aveva trascinato in un negozio blasfemo. Non avrebbe dovuto pensare a certe cose, dopotutto faceva coppia con un demone, ma certi luoghi continuavano a farlo sentire a disagio, per l’appunto.
«Possiamo uscire da questo posto infernale, per favore?» Gabriel voltò la testa cercando di non guardarsi intorno. Troppa lingerie femminile, anche piuttosto peccaminosa, non era posto per un angelo come lui. Al contrario, Crowley si sentiva perfettamente a suo agio.
«Oh, Gabriel! Guarda un po’ che cosa ho qui? Questo è un regalo sia per te che per lei, sono sicuro che apprezzerà molto!»
Il demone teneva in mano un completino sexy… davvero molto, molto osceno, dall’ampia scollatura e di colore nero. Per un attimo se lo immaginò addosso a Belzebù e ci mancò poco che gli venisse un mancamento.
«T-ti sembra forse adatto?!»
«Beh, perché no? Se provo a immaginarmelo…»
«IMMAGINARTELO?» Gabriel alzò la voce, attirando l’attenzione dei presenti lì, la maggior parte donne. «Anzitutto, non ti permetto di immaginare un bel niente su di lei. Seconda cosa, ti rendi conto che siamo gli unici due uomini qui dentro? Sembriamo dei maniaci! E terzo… non c’è qualcos’altro?» domandò infine, esasperato.
Crowley cercò di non farsi vedere mentre rideva.
«D’accordo, però ti consiglio di tenere l’idea da parte per S. Valentino. Allora, se vogliamo rimanere sull’abbigliamento, forse qualcosa in pelle…»
«Quello piace a te» si lamentò.
Crowley corrugò la fronte.
«Beh, almeno io ti sto aiutando, tu invece non mi dai una mano per niente, non molto angelico da parte tua, eh?»
Gabriel stava quasi per rispondere, quando la commessa si avvicinò a loro. Perché Crowley teneva in mano quel completino sexy e lo agitava, mettendolo in vista.
«Scusate signori, avete forse bisogno di una mano?»
«Eh? No, noi stavamo…» l’Arcangelo cercò di prendere la parola, ma venne di nuovo interrotto da Crowley.
«Sì, in effetti stavamo cercando qualcosa per me. Sa, a me e al mio compagno piace molto sperimentare» Crowley sorrise, cercando di apparire convincente e serio, ma non ridere era davvero difficile.
«Che cosa?! Si può sapere che cav0lo vai dicendo?!« sbottò Gabriel, rosso in viso.
»Ma tesoro, non devi vergognarti, ognuno ha le sue fissazioni a letto…!»
Crowley avrebbe continuato a prendersi gioco di lui per sempre se solo, ad un certo punto, Gabriel non lo avesse afferrato e trascinato fuori da quel negozio. Aveva già messo a dura prova la sua pazienza, fin troppo.
 
Per Aziraphale e Belzebù le cose non andavano tanto meglio. I due, esattamente come Gabriel e Crowley, avevano due caratteri fin troppo diversi per andare d’accordo.
«Gabriel non apprezza i libri, dovresti saperlo, quindi niente del genere» sbottò il demone, camminano a braccia conserte. «E nemmeno a Crowley, quelli piacciono solo a te.»
Aziraphale arrossì, sistemandosi la sciarpa. Insomma, non era mica lì per farsi insultare.
«Allora perché hai voluto il mio aiuto, quando è evidente che non ti serve?»
Belzebù si fermò, arrossendo e stringendo i pugni. Per lei era già abbastanza imbarazzante tutta la situazione in generale: un demone come lei che stava con un damerino come Gabriel.
Adesso Aziraphale si metteva anche a fare domande.
«Voglio fargli un regale speciale, ecco perché! Ma io queste cose non le so, a chi avrei dovuto chiedere?»
Aziraphale si fermò, guardandola. Sì, sicuramente il termine adorabile sarebbe stato adatto a descriverla in quel momento. Oh, l’amore rendeva davvero le persone migliori.
«Sai cosa penso? Che forse ci stiamo pensando troppo. Speciale può essere anche qualcosa di semplice, se fatto col cuore.»
«Questa è proprio la classica frase da angelo» sospirò Belzebù, mentre Aziraphale la prendeva sotto braccio. Possibile che avesse già smesso di temerla?
Oh beh… se poteva aiutarlo, poteva passarci sopra.
 
Gabriel e Crowley erano decisamente più in crisi. Avevano girato almeno dieci negozi di tipo diverso, senza trovare però nulla che facesse al caso loro. Alla fine dei conti, Gabriel iniziava a chiedersi se non avesse fatto prima con un miracolo.
«Giuro, mai più andrò in giro per negozi con te!» Gabriel era infreddolito e la neve continuava a cadere. «Perché mi sono lasciato trascinare in questa cosa?»
Crowley fece una smorfia.
«Non è giusto. Aziraphale merita qualcosa di speciale.»
Gabriel si lasciò andare ad un borbottio, pensando però a quanto quel demone avesse ragione.
«Accidenti a questo stupido sentimento umano che è l’amore» aggiunse poi l’Arcangelo. «Non può bastare qualcosa di più simbolico? Tipo un abbraccio o una cosa simile?»
Dopo aver udito quelle parole, Crowley ebbe un lampo di genio. Una persona amata andava sempre confortata e scaldata…
«Mi sa che forse ho trovato la soluzione ai nostri problemi!» esclamò e Gabriel non poté fare a meno di preoccuparsi.
 
Venticinque dicembre…
 
«Avanti, angelo. Apri il tuo regalo.»
«Facciamo che l’apriamo insieme, okay?»
Aziraphale era emozionato mentre teneva in mano quel pacchetto. Si era tanto impegnato per fare un regalo a Crowley e sperava che gli piacesse. E inoltre stava fremendo di curiosità.
I due, illuminati dalle lucine dell’albero di Natale, iniziarono a scartare i rispettivi regali. Crowley sgranò gli occhi, meravigliato.
«Ma questo è geniale. Li adoro!» esclamò.
Si trattava di un paio di calzini con su tante piccole stampe che ritraevano delle paperelle. Ed erano state fatte a mano dall’angelo stesso. Aziraphale invece, dal canto suo, si ritrovò tra le mani un morbidissimo cappello bianco, di ottima fattura al tocco. E considerando che si raffreddava quasi sempre alla testa, quello era un regalo apprezzatissimo, oltre che molto utile.
«Ma è… è… così morbido… e candido… paradisiaco» sussurrò Aziraphale.
«Così non ti raffredderai più, testardo di un angelo. Ma vogliamo parlare di questi? Dove li hai trovati?!»
L’angelo si lasciò andare ad un sorriso malizioso.
«Li ho fatti io. Non è stato troppo difficile. Certo, ho dovuto insegnare anche a Belzebù a lavorare a maglia ma… non dire che te l’ho detto, altrimenti mi ucciderà»
Crowley gli andò poi incontro, donandogli un abbraccio caldo e rassicurante.
Sì, senza dubbio ciò di cui chiunque aveva bisogno.
«Li adoro. E il fatto che tu li abbia fatti con le tue stesse mani… li rende ancora più speciali.»
Aziraphale sospirò il suo profumo. Aveva tutto ciò di cui aveva bisogno lì. La persona che amava, un bellissimo regalo e la prospettiva di una festività insieme.
«E il fatto che tu mi abbia regalato questo cappello così che io possa proteggermi dal freddo è… adorabile» arrossì mentre sussurrava. Crowley gli afferrò dolcemente il mento tra le dita, per poi baciarlo. La situazione prometteva essere bollente e quando Crowley lo intuì, si staccò con un sorriso malizioso.
«Prima di fare qualsiasi cosa, vado a mettermi quei calzini. Secondo me renderanno tutto molto più eccitane.»
Aziraphale scoppiò a ridere, quell’idea piaceva molto anche a lui. E mentre si sedeva in attesa che il suo amato Crowley fosse di ritorno, si chiese se a Belzebù fosse andata altrettanto bene.
 
A poca distanza, nello stesso momento…
 
Belzebù aveva un concetto tutto suo di cosa fosse carino e cosa no. E anche quando trovava qualcosa che lo era, badava bene a non farlo notare, ma quella volta era stato impossibile: Gabriel le aveva regalato un adorabile peluche-mosca dai grandi occhi rossi, era sofficissimo e caldo.
L’Arcangelo aveva notato immediatamente il cambio d’espressione in Belzebù, divenuto più simile a quello di una bambina. Il demone infatti stringeva il peluche sorpresa e con il viso arrossato.
Sì, quello era senza dubbio carino, Gabriel stesso lo era stato.
«Allora… suppongo che ti piaccia?» tentò Gabriel, anche se immaginava già la risposta. Belzebù fece un cenno con il capo.
«Sì, molto. Ma dove l’hai…?»
«Lascia stare. Ho dovuto girare a lungo per trovare quell’affare» sospirò lui che però, si rese conto, ne era valsa la pena eccome. Belzebù non poté fare a meno di sorridere.
«Adesso dovresti aprire il tuo.»
Gabriel aveva un po’ paura di sapere quale diavoleria avesse potuto regalargli, anche se quel pacchetto colorato sembrava piuttosto innocuo. Con un po’ di imbarazzo lo aprì e ciò che vi ritrovò dentro era ben lontano dai suoi terribili pronostici: era una sciarpa morbidissima, coloratissima e probabilmente fatta a mano.
«Ma questa l’hai… fatta tu?» sussurrò Gabriel, che mai si sarebbe mai immaginato Belzebù a fare certe cose.
«È stato difficile, Aziraphale ha voluto insegnarmi e avevamo solo pochi giorni» borbottò stringendo il peluche. Gabriel apprezzò veramente tanto quel gesto, l’unica cosa a preoccuparlo erano quei colori sgargianti e che tra di loro facevano a botte.
E pensare che amava così tanto vestirsi bene!
«… Quindi devo metterla quando siamo in pubblico? Non sarà un po’ troppo…vivace?»
«Oh sì che la metterai!» Belzebù gli si avvicinò, tirandolo per la cravatta. «Se ti piace davvero allora lo farai!»
Nonostante la sua bassa statura, Gabriel ne fu intimorito.
«S-sì, signora»
Belzebù sorrise soddisfatta, sollevandosi poi per baciarlo. Dopotutto era stato bravo. Anzi, erano stati bravi entrambi.
 
Qualche giorno dopo…
 
«Bella sciarpa, Gabriel. Non sapevo avessi gusti così vivaci.»
«Sì, beh, bei calzini! Io fossi in te non sarei così orgoglioso di indossarli.»
Gabriel e Crowley si stavano punzecchiando come al loro solito, mentre davanti ad una tazza di tè Aziraphale e Belzebù conversavano con tranquillità riguardo il Capodanno. Forse era meglio se i loro rispettivi compagni non sapessero che avevano intenzione di passare quella festa insieme. Dopotutto i due avevano scoperto avere in comune molto più di quanto pensassero.
«L’avevo detto io che sarebbe loro piaciuto. Le cose semplici colpiscono sempre al cuore» disse Aziraphale orgoglioso. Tutto era un dono in quella vita simil-mortale che stava vivendo con il suo amato Crowley e con – magari, chissà – anche degli amici.
 
Nota dell’autrice
Lo scorso hanno non avevo  scritto nulla in questa sezione a tema Natale, quindi questa volta ho voluto rimediare. Itachiforever mi ha suggerito il prompt, mentre Shimba mi ha aiutata con la questione “regali”, visto che io per prima non sapevo cosa potessero regalarti.  Mi sono divertita a scriverla, ogni tanto una commedia è d’obbligo. Vorrei dire che tornerò a pubblicare qui all’anno nuovo, ma in realtà penso che prima della fine del 2020 pubblicherò altro, quindi per adesso vi auguro solo Buon Natale, e ricordatevi: la bellezza sta anche nelle piccole cose, soprattutto se fatte col cuore ^^
   
 
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