17/12/2020
4 recensioniQuesta storia partecipa al "Secret Santa" di Fanwriter.it (Anche se con un po' di anticipo, visto che ci voleva un po' di fluff per addolcire la giornata!)
Iced shower!
[IwaOi]
«IWA-CHAN!».
L’urlo proveniente dal bagno non scosse minimamente l’animo del ragazzo che, intanto, se ne stava ben steso sotto le coperte, alla ricerca del meritato riposo.
Non che non si preoccupasse per Oikawa, sia chiaro, semplicemente sapeva già per certo che quell’urlo fosse correlato ad un’improvvisa scarica di acqua gelata sotto la doccia.
«Non lamentarti, idiota, ti avevo detto di sbrigarti e di evitare di mettere i soliti duecento prodotti per capelli!» Rispose infatti senza scomporsi troppo. Dal bagno uscì un Tooru infreddolito che tentava di stringersi in un accappatoio così aderente da lasciare ben poco spazio all’immaginazione.
«Tutta invidia per la mia folta e morbidissima chioma!».
«Come no, intanto sono io quello al calduccio che si è goduto un’intera doccia d’acqua calda.» Iwaizumi sorrise e scivolò ancora di più sotto lenzuola, con la coda dell’occhio osservò la reazione del suo ragazzo.
Tooru si era rivestito e, al posto della solita maglietta ben stirata che utilizzava come pigiama, infilò direttamente una vecchia felpa nel tentativo di scaldarsi. Per qualche minuto si udì il phon e, poco dopo, l’ex setter della Johsai raggiunse il suo ragazzo.
Si era messo proprio sul bordo del letto, accucciato come un bambino abbandonato, con i ciuffi di capelli spettinati che se ne stavano sparpagliati sul cuscino.
«Che stai facendo, Bakawa?» Hajime aprì un occhio, si sarebbe aspettato di sentire un peso lanciarsi addosso, non di certo di vedere il ragazzo così lontano da lui.
Tooru rispose con un lamento, proprio come avrebbe fatto un bambino.
«Smettila di fare i capricci e vieni qui!».
«No.»
«Non fare l’offeso, io ti avevo detto che quel catorcio di caldaia non avrebbe retto a lungo! Vieni qui.».
«No, non ci vengo vicino a te!».
Se Iwaizumi avesse potuto vedere il viso del compagno, vi avrebbe scorto un sorriso divertito e ben distante dal finto dolore che trapelava dalle sue parole.
Irritato da quel comportamento, Hajime afferrò il cappuccio della felpa dell’altro e lo trascinò fino al suo petto.
Tooru profumava di sapone, quel sapone al legno di sandalo che aveva utilizzato la prima volta che era rimasto a dormire da lui.
Che poi la parola “dormire” mal si accordava con gli eventi accaduti realmente.
«Hai le mani fredde, idiota».
«La tua caldaia andrebbe sistemata, Iwa-chan» Asserì piccato e incrociando le braccia, ignorando il cappuccio tirato sulla gola.
Nonostante la voglia di strangolarlo, Iwaizumi lo avvolse in un abbraccio a cucchiaio e strinse le piccole mani, morbide e curate, dentro il suo pugno, decisamente più grande e dalle dita callose.
«La verità è che non mi vuoi bene, Iwa-chan, per questo mi tratti male.» Sottolineò Tooru mentre si sforzava di metter su il broncio più adorabile di cui fosse capace.
«Come sei credibile, Bakawa, se lo dici mentre ti scaldi i piedi tra le mie gambe». Rispose l’altro stringendolo e causandogli una piccola risata malcelata.
Iwaizumi sorrise, erano veramente troppi mesi che non si vedevano, gli mancava sentire il corpo del ragazzo tra le sue braccia, quel profumo che utilizzava e quelle risate, così tremendamente spontanee e lontane dalla facciata che si era creato con tanto sforzo.
Era semplicemente il suo Tooru e, lo emozionava un po’ realizzarlo, solo lui lo conosceva realmente.
«Ehi, che stai facend-» Ma non riuscì a finire, Oikawa si ritrovò sbalzato sotto il peso del suo ragazzo che, senza ulteriori spiegazioni, gli prese il viso con le mani e lo costrinse a scontrarsi con il suo.
Gli catturò le labbra fredde e le scaldò prendendosi la premura di morderle leggermente e di assaggiarle. Le dita si allontanarono dal volto e salirono tra le ciocche ancora umide e chiare.
Con uno scatto del mento lo costrinse a schiudere le labbra e ad approfondire il bacio, lo sentì sciogliersi sotto di sé, fino a rabbrividire dal desiderio.
Iwaizumi si allontanò solo un momento per godersi quella visione che tanto gli era mancata e per cui aveva l’esclusiva.
Tooru aveva le labbra rosse e gonfie, gli occhi lucidi e le guance porpora. Non aveva affatto tolto quel sorrisetto divertito che gli aveva fatto emergere una fossetta sulle guance.
«L’hai manomessa tu la caldaia, ammettilo».
«Oh, te lo scordi».