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Autore: vanessie    18/12/2020    0 recensioni
Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

 

Capitolo 17

“Ovunque intorno a me”

 

 

POV Kate 

Ero sul taxi con Matthew, diretti a casa sua. Restai con la testa appoggiata alla sua spalla nel tragitto, avevo voglia di sentire il suo odore e il suo calore. Mi guardavo attorno meravigliata. L’America era nettamente diversa dall’Irlanda per ciò che cominciavo a vedere, a iniziare dalla grandezza delle strade e dalle distanze. Lui infatti mi aveva appena detto che il cuore di New York si raggiungeva in un’ora, che a me sembrava un tempo infinito. Alternavamo frasi ad alta voce ad altre mezze sussurrate per non farci sentire dal tassista, intervallate da bacetti frequenti.

 

giphy

 

Mi faceva sentire così ragazzina quella cosa…eppure avevo 26 anni compiuti. Forse il nostro esserci innamorati da adolescenti aveva un peso, forse perché mi sentivo così me stessa che non dovevo contenermi in niente, sentendomi libera di mostrarmi totalmente per ciò che ero. Notai i primi grattacieli, segno che ci stavamo avvicinando alla città. Eravamo a fine novembre e a quell’ora era già sceso il buio. I grattacieli illuminati erano qualcosa di unico, di magico. Interruppi i baci per gustarmi il panorama. Mi sembrava di essere piombata in un qualsiasi film americano, ancora non mi capacitavo di essere lì. “Ricordo che hai detto di abitare a Midtown, vicino a Times Square!” affermai ricordando il nome del suo quartiere “Esatto” “Troveremo traffico?” “A quest’ora forse no, domani è il Ringraziamento e la città si sta svuotando. A Manhattan vivono molti lavoratori e studenti fuori sede, per le festività tornano nelle loro città d’origine” rispose “Incontrerò i tuoi coinquilini?” “Sono partiti, torneranno sabato mattina” spiegò. “Come stai Matt?” “Bene, sono felice che ci sia questo weekend lungo per riposarmi, è da settembre che sono impegnato con i corsi, i laboratori e con il lavoro, ho bisogno di questa pausa e sono felicissimo di trascorrerla con te” “Anch’io” ammisi. Gli feci una carezza, infilando le dita tra i suoi capelli “Mi sei mancato tantissimo” bisbigliai con un sorriso e gli occhi sognanti immersi nei suoi “Anche tu, un casino” rispose. Ricominciammo a baciarci stavolta con più intensità, fregandocene dell’autista.

 

giphy

 

“Emozionata per il nuovo lavoro alla biblioteca?” mi domandò “Sì, comincerò a breve e non vedo l’ora” “Come mai proprio bionda?” “Perché…volevo dare un segnale netto a me stessa. Li ho tinti circa una settimana fa e devo dirti che mi fa strano vedermi così, non mi sono abituata e preferisco il mio colore naturale castano, però per un po’ di tempo mi sono imposta di tenerli biondi” chiarii “Non sono abituato a vederti così” “E ti piacevano di più castani” aggiunsi con ovvietà “Beh…sì. Però capisco la tua scelta, ti serviva un vero e proprio shock per separare la te di prima dalla te di adesso” “Dio perché sei così perspicace! È così” risposi sorridendo. Eravamo arrivati, volle pagare il tassista e scendemmo, prendendo il mio trolley. “Abito qui” affermò indicandomi il grattacielo “Wow” risposi dando uno sguardo intorno. Era una zona molto moderna e accattivante, forse era lo stile della Grande Mela. C’erano grattacieli ovunque e al pian terreno ristoranti di ogni tipo, negozi di souvenir, di abbigliamento, caffetterie e ogni genere di esercizio commerciale. Prendemmo l’ascensore ed entrammo nel suo appartamento. Mi aveva spiegato che lì erano tutti piccoli, ma il loro era di media grandezza per gli standard. Aveva un soggiorno con angolo cottura, tre diverse camere e un bagno. Me lo fece visitare, per poi farmi entrare nella sua stanza. Sistemai il bagaglio mentre lui si occupò di preparare qualcosa di semplice per cena. Ero infatti frastornata dal fuso orario.

“Se hai bisogno di rinfrescarti, vai pure in bagno” disse facendo capolino nella sua camera “Vado, grazie” “Fai come se fossi a casa tua” concluse tornando ai fornelli. Seguii il suo consiglio, mi lavai, misi abiti comodi da casa e lo raggiunsi. “Come clima oggi ho notato che fa freschino, un po’ come a Dublino” esordii sedendomi alla tavola imbandita “Sì, il vero freddo viene da dicembre, qua nevica spesso” rispose mentre finiva di cucinare “Questo appartamento è molto carino e pulito, non si direbbe che ci abitano tre maschi” scherzai “Siamo molto organizzati con le faccende domestiche, che credi?” rispose ridendo. Cenammo continuando a parlare “Sei stanca?” chiese “No…cioè pensavo che cinque ore di fuso orario procurassero sonno, invece mi sento…come piena di energia, una pila. Non so se riuscirò a dormire” ammisi “Guarda che è esattamente così, il fuso orario ti sballa la routine e il ritmo sonno/veglia. Sei come carico d’adrenalina” spiegò “Nella mia ignoranza pensavo fosse il contrario, questa è la prima volta che viaggio con tanta differenza oraria” dissi. Quant’era carino starcene lì da soli a parlare. La cena fu molto buona, la compagnia ottima. Ero così curiosa di scoprire la città, mi promise che mi avrebbe portata in giro già dalla mattina successiva, per farmi visitare i luoghi simbolo. Gli chiesi di poter guardare fuori dalle finestre, lui mi aveva avvertita che non c’era visuale a Manhattan, solo le facciate dei grattacieli vicini. Girai tutta la casa e constatai che avesse pienamente ragione. “Un po’ deludente questa cosa” affermai “Sì, è vero” rispose. Ci fermammo in camera sua, mise un po’ di musica, aveva un sacco di tecnologia Apple: tablet, smartphone, casse con radio e lettore cd, pc portatile…sapevo che in America tutti avevano quella marca, lì i prezzi erano decisamente più bassi visto che non c’erano costi d’esportazione.

Mi avvicinai ad una parete, dove c’era un quadretto di foto. Alcune lo ritraevano con due ragazzi, riconoscevo i suoi coinquilini visti su facebook, altre da solo, altre ancora erano di noi due da ragazzini e doveva aver aggiunto qualche foto nostra della scorsa estate. “Vedi qualcosa di interessante?” mi chiese “Non pensavo di essere nella tua camera negli Stati Uniti” “Tu sei ovunque intorno a me. Per non parlare di quante volte vieni a distrarmi nella mente” “Così tante?” lo provocai “Molte” confessò sorridendo.

 

cap-17

 

Perché era così bello? Perché aveva quello sguardo attraente? Ci lasciammo andare ad una serie di baci. Le nostre lingue si rincorrevano, le sue mani sui miei fianchi, le mie sulla sua schiena. Mi ero ripromessa di andargli a far visita come un’amica che sente la sua mancanza, ma la verità era che oltre alla sua voce amica, mi mancavano anche quei momenti in cui mi faceva sognare di essere molto di più. Mi fece arretrare verso il letto, buttandomi giù quasi con irruenza. Continuammo a baciarci e ad accarezzarci, ci spogliammo e le carezze si fecero intime. Salii a cavalcioni su di lui, lo lasciai entrare dentro di me, poggiando le mani sui suoi addominali perfettamente scolpiti. Mi afferrò per i fianchi e cominciammo quella danza ritmica che ci fece trasalire di piacere. La musica di sottofondo era talvolta coperta dai nostri respiri affaticati. Alternavamo momenti in cui mi chinavo per baciarlo a momenti in cui rincorrevamo soltanto il desiderio di sentire piacere. Le sue mani si impadronirono dei miei seni, mentre i nostri fianchi si rincorrevano senza sosta. Afferrai le lenzuola sul mio lato sinistro quando tornò con le mani sui miei fianchi, muovendomi il bacino avanti e indietro con più forza, un gemito fece seguito ad un altro e così via, fino alla vetta delle sensazioni. Ci mettemmo sdraiati nel suo letto, sotto alla trapunta.

 

giphy

 

Adoravo stare stesa sul suo petto, sentendogli il battito del cuore mentre lo accarezzavo sul torace. Adoravo sentirmi toccare la schiena su e giù. Ero esausta, lo avevamo rifatto per tre volte, nelle quali mi aveva fatto toccare il cielo con un dito con una facilità disarmante. “Domani dove mi porti?” domandai ritrovando la voce “La mattina andiamo nel cuore del Financial District, è la zona da cui possiamo prendere il traghetto per vedere la Statua della Libertà, nonché la zona delle vecchie Torri Gemelle, c’è il memoriale in ricordo adesso. Ed è lì che hanno ricostruito la One World Trade Center. Passiamo poi per una visita veloce a China Town e Little Italy” “Wow” “Direi che per vedere queste cose impiegheremo almeno fino al primo pomeriggio, considerando una tappa per il pranzo. In base all’orario decido dove continuare il giro. Pensavo di star fuori fino alle 17, poi torniamo a riposarci e visto che è il Ringraziamento ceniamo fuori in un locale carino, ho prenotato” spiegò. “Direi che per me va benissimo” “Tranquilla ho progettato di farti vedere diverse cose in questi giorni” mi rassicurò. Restai in silenzio a bearmi del contatto con la sua pelle e del suo profumo. Era stupido che lo pensassi, ma ero innamorata…avrei desiderato star lì ogni sera tra le sue braccia, con o senza sesso, andavano benissimo anche semplici coccole innocenti. Mi sollevai sostenendomi su un gomito, avevo bisogno di guardare i suoi occhi meravigliosi “Sono certa che sarà il Ringraziamento più bello della mia vita” sussurrai quasi timida per averglielo rivelato, lui sorrise, rubandomi un bacio. Mi buttai giù, lui mi avvolse, ma restammo occhi negli occhi “Solitamente come hai trascorso il Ringraziamento qui in America?” gli domandai curiosa “Da solo” “Come da solo?” ripetei “Sì, Daniel e Michael tornano ogni anno dalle loro famiglie, mi hanno sempre invitato ma non mi sento a mio agio, preferisco restare qui” “Sì ma…da solo…Matty non mi piace sapere che sei rimasto solo negli ultimi sette Ringraziamenti della tua vita” risposi lievemente agitata. Ero dispiaciuta di questa scoperta, quella era una festa da passare con le persone care, un’occasione per ringraziare la vita di ciò che ti aveva donato, che si trattasse di famiglia, amicizia, amore, salute. Nei miei pensieri del Ringraziamento avevo sempre incluso anche la nostra amicizia, non potevo immaginare che lui in quei momenti fosse solo. “Tranquilla, me la sono cavata, sono ancora vivo” scherzò “Sì ma…non voglio che tu stia solo, ti voglio bene e avrei preferito non saperla questa cosa, è triste!” esclamai con un misto di emozioni che mi avevano preso allo stomaco. Mi fece una carezza sul capo, scendendo sulla mia guancia “Quest’anno staremo insieme e non mi va che tu sia preoccupata” sussurrò “Lo sono perché sei rimasto sempre nei miei pensieri di Ringraziamento per questa festa, dimmi che non accadrà mai più” risposi “Magari questa sarà la prima di una lunga serie di Ringraziamenti che festeggeremo insieme da adulti” “Che intendi?” chiesi “Che le cose potrebbero cambiare” bisbigliò “Intendi…tra noi?” domandai con ovvietà “Se solo abitassimo nella stessa città a me non basterebbe più tutto ciò” ammise, alludendo al fatto che voleva di più che un semplice rapporto d’amicizia, corredato qua e là da momenti intimi. “Sai che non è possibile, anche se mi piacerebbe” confessai “Trasferisciti qui. L’America è la terra delle opportunità, troveresti lavoro al massimo nel giro di un mese e per l’affitto non devi preoccuparti, puoi stare da me” “Matt” “Non lo vorresti?” mi sfidò “Sì” “Guarda, è come se fossi in camera tua, organizziamo gli spazi e prendiamo qualche altro mobile per i tuoi vestiti” “Mi sentirei in colpa per il fatto che non contribuisco con le spese” “Solo fino a quando non troveresti lavoro, qua è più facile” mi spronò. Gli sorrisi, caspita se non mi sarebbe piaciuto. Lui era la sola cosa che volevo, era perfetto in tutto, era il mio migliore amico per cui adoravo il suo carattere, mi fidavo ciecamente e in più era il massimo anche fisicamente, provavo un’attrazione assurda per lui, amavo i suoi occhi azzurri sinceri e dolci, ero pazza della sua voce, del suo odore, dei suoi baci e mi faceva impazzire il suo modo di fare l’amore. “Questa richiesta mi ha colta alla sprovvista Matt…devo pensarci, non perché abbia dubbi sui miei sentimenti per te, quelli credo tu abbia capito che ci sono. Vorrei riflettere su tutta la questione di un trasferimento in un luogo molto lontano e sull’organizzazione logistica della cosa” spiegai sincera “Riflettici con calma nei prossimi mesi” “Siamo lontani e nel frattempo non mi va che tu viva la quotidianità con l’idea di una relazione già nata che deve sopravvivere a distanza, così come non mi va che accada a me” precisai “Intendi che per adesso siamo solo amici” affermò “Intendo dire che quando io tornerò a casa, se tu hai voglia di uscire con una bella ragazza o di portarla qui, sei libero di farlo, lo stesso deve valere per me” dissi “D’accordo, anche se devo confessarti che non sono uscito con nessuna da dopo l’estate con te. Quando dico con nessuna, voglio anche dire che non sono andato a letto con una donna dal 29 agosto” chiarì, alludendo alla nostra ultima notte d’amore. Restai a fissarlo “Perché?” “Perché non mi va. Con te è stato diverso Kate” “Nessuno mi ha mai detto una cosa così” gli confidai “Perché gli altri non ti amano da quando avevano tredici anni” ribattè.

 

giphy

 

“Dobbiamo smettere di parlarne, mi stai confondendo” ammisi piena di emozioni “Vuoi dormire? Ti è venuto un po’ di sonno con il fuso orario sballato?” “Se mi fai le coccole come prima, sono sicura di addormentarmi” risposi “Vieni qui” disse invitandomi tra le sue braccia. Mi accoccolai sul suo petto ancora nuda, così come lo era lui “Mi tieni così per tutta la notte?” bisbigliai quando spense la lampada sul comodino “Tutto il tempo che vorrai” rispose.

 

NOTE:

Ciao, già dai primi istanti in taxi i due non riescono a stare lontani, si sbaciucchiano in continuazione e si dicono apertamente che hanno provato nostalgia l'uno per l'altra. Katelyn è affascinata dalle poche cose che vede dalla città, New York è veramente qualcosa di unico, che colpisce nel bene e nel male, qualcosa di molto diverso per un'europea. Non serve molto per capire che hanno l'esigenza di fare l'amore dopo i quasi tre mesi di distacco, Kate infatti sa benissimo di essere andata da lui perchè di lui le manca tutto, ogni singola cosa.

Matthew ha la capacità di saper esprimere i suoi sentimenti con facilità, o almeno con lei lo fa, per questo sa dirle che la ama e che non è più riuscito a stare con una ragazza dopo la scorsa estate, per questo decide di chiederle di trasferirsi in America. Katelyn non se lo aspettava, rimane spiazzata, è innamorata ma si tratta di un passo davvero grande per due che hanno oltrepassato l'amicizia solo da poco tempo...Vi aspetto eccezionalmente MARTEDì 22 per un doppio appuntamento settimanale in attesa del Natale <3

Vanessie

P.S: voglio ringraziare le persone che mi hanno lasciato una recensione, mi fa tanto piacere leggere i vostri commenti. Grazie anche a chi mi ha inserita nelle storie seguite, ricordate e preferite! Vi aspetto anche su facebook, se volete: Zac Efron Italy.

   
 
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