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Autore: vanessie    22/12/2020    0 recensioni
Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

 

Capitolo 18

“Financial District”

 

 

POV Matt

Come richiesto la tenni abbracciata per tutta la notte. Quando aprii gli occhi quel giovedì mattina, la trovai sveglia a osservarmi. Mi sorrise, ancora ero frastornato dal sonno, le sorrisi per automatismo. “Buongiorno” la salutai “Buongiorno e buon Ringraziamento” “Grazie, buon Ringraziamento a te” risposi. “Sono così emozionata per il tour della città di oggi!” esclamò felice “Davvero? Non ti aspettare monumenti stupendi come quelli europei, qua è tutto moderno” la avvisai “Questo lo immagino, ma è elettrizzante pensare di essere in America, penso sia un po’ il sogno di tutti vederla almeno una volta” rispose. “Vestiti comoda, soprattutto le scarpe, i tragitti lunghi li faremo in metropolitana, ma c’è anche da camminare” “Tranquillo” “Bene, facciamo colazione?” proposi, lei annuì. Lasciai che andasse in bagno per prima, quando finì si sdraiò di nuovo al mio fianco, ci scambiammo qualche sguardo, poi ci andai io, concedendole la libertà di restare in camera a cambiarsi per la giornata.

 

giphy

 

Dopo il bagno mi recai in cucina, a preparare il caffè. Misi sul fornello anche la classica colazione americana: uova e pancetta. Avevamo ancora alcuni cookies nel barattolo di vetro, lo poggiai sul tavolo qualora li avesse voluti. Quando mi raggiunse era quasi tutto pronto “Mmmm che buon profumo” disse riferendosi alle uova e al bacon. Le chiesi di mettere in tavola anche il latte, dopo averlo scaldato leggermente. “Ora che la colazione è finita e che per pranzo saremo fuori, direi di fare adesso i nostri propositi di ringraziamento” suggerì. Nella cultura anglofona, infatti, la festa del Ringraziamento prevedeva che quando ci si riuniva intorno alla tavola con famiglia e amici, si esprimessero a voce alta anche dei ringraziamenti a Dio per ciò che ci aveva donato. Funzionava così in Irlanda, nel Regno Unito e anche in America. Annuii, invitandola a iniziare per prima. “Ti ringrazio Signore per avermi donato una vita in salute, ricca d’amore e comodità. Grazie per i miei fantastici genitori, che riescono a capirmi e sostenermi in tutto. Grazie per l’opportunità di lavoro che mi hai offerto poche settimane fa. Grazie per avermi circondata di amici sinceri, penso soprattutto a Liv, lei è un tesoro, pronta a consigliarmi e consolarmi. Penso al mio migliore amico, Matthew. Ti ringrazio per avermelo fatto incontrare di persona di nuovo la scorsa estate, per aver reso la nostra amicizia forte e indissolubile oltre la distanza. Ti ringrazio per averci aiutato ad esprimere i nostri veri sentimenti, per averci dato la possibilità di rivelarci che oltre all’amicizia siamo anche qualcosa in più. Aiutami a fare le scelte migliori per ciò che lui mi ha chiesto ieri sera, dammi il coraggio di seguire il mio cuore” concluse. Le sorrisi, non pensavo che mi avrebbe dedicato uno spazio tanto grande nei suoi propositi.

 

giphy

 

“È imbarazzante essere qui e sentire” dissi “Penso che sapessi da solo che avrei chiesto questo” rispose “Sta a me. Grazie Signore per essermi accanto ogni giorno durante i miei studi e il mio lavoro. Per darmi la forza di impegnarmi al massimo nel perseguire i miei obiettivi. Anche quest’anno ti ringrazio per la salute che mi dai, per l’affetto degli amici e della mia famiglia. Ti ringrazio per avermi guidato nella scelta di tornare a Dublino per le vacanze estive, dopo lungo tempo. Grazie per aver reso indimenticabili quei due mesi, nei quali ho riscoperto un’amicizia profonda che aveva resistito al tempo, ma che aveva bisogno di una bella spolverata per tornare ad essere splendente e travolgente. Sì, parlo di Katelyn, grazie per aver fatto in modo che lei la smettesse di respingermi a causa della nostra amicizia e di quella delle nostre madri, riuscendo ad esprimere i suoi veri sentimenti. Grazie perché non pensavo che lei provasse per me lo stesso livello di cose che io provo per lei. Fai in modo che possiamo finalmente goderci fino in fondo il nostro amore, indicami la strada migliore per lasciarmi andare del tutto a un sentimento che forse non ho mai provato così impetuosamente” conclusi. Lei venne a darmi un bacio sulla guancia, accarezzandomi il dorso della mano poggiata sul tavolo. Le sorrisi, intrecciai le dita alle sue e quando l’imbarazzo passò, andai a prepararmi per uscire, lasciandola a sistemare le stoviglie della colazione. Iniziammo la visita dalla punta all’estremo sud della penisola di Manhattan. Prendemmo il traghetto per andare a visitare la Statua della Libertà, tornammo poi al punto di partenza, risalendo lentamente verso nord nel Financial District: una visita al memoriale dell’11 settembre, dove si potevano ammirare le due grandi buche nelle quali erano alloggiate le Torri Gemelle, un luogo emozionante in cui riuscivi a empatizzare con quella tragedia di molti anni prima. La nuova One Word Trade Center, il grattacielo costruito a due passi da lì, come simbolo della rinascita e della forza del popolo newyorkese di reagire all’attentato. Una capatina a Wall Street, sede della borsa americana, una passeggiata a Little Italy, dove ci fermammo a pranzo, infine proseguimmo la passeggiata a China Town. Avevamo ancora un’oretta a disposizione, dunque continuammo a risalire verso nord, avvicinandoci mano a mano al mio quartiere, fermandoci a Union Square e in seguito al Flatiron Building, un caratteristico grattacielo dalla pianta a forma triangolare. La informai che il giorno successivo saremo tornati in quel quartiere per approfittare dei grandi sconti del Black Friday, il classico giorno di grandi svendite che seguiva il giorno del Ringraziamento. Lì infatti c’erano dei centri commerciali interessanti, per cui avremo dedicato la mattinata a un po’ di shopping, anche perché lei mi aveva detto che voleva comprare dei ricordini da riportare in Irlanda. Erano le 17, come da programma prendemmo la metropolitana per tornare al mio appartamento.

 

cap-18

 

Avevamo camminato molto, ci stendemmo quindi sul letto a riposare. “Le cose che mi hai mostrato oggi sono state spettacolari” affermò “Cosa hai preferito?” “Beh tutto il clima che si respira in città, il fatto che sia sempre piena a qualsiasi ora, che sia così ben organizzata con piste ciclabili e per andare sui pattini, con piste pedonali, con i servizi di trasporto pubblico. Il luogo preferito di oggi è stato il memoriale dell’11 settembre, mi sono emozionata tantissimo” spiegò “È anche uno dei miei preferiti” ammisi. Le lasciai tutto il tempo di prepararsi, dopo la doccia voleva vestirsi carina per la cena del Ringraziamento. Rientrò in camera in accappatoio, con i capelli asciugati e il trucco. “Ok, vado a lavarmi” affermai, lasciandole dunque libera la camera per vestirsi. Quando vi rientrai la trovai intenta a infilarsi delle scarpe con tacco a spillo. Era molto carina, per me lo era sempre, anche al naturale, ma tutta rivestita lo era ancor di più. Quando fummo pronti uscimmo. La portai in un ristorante chic, non ci ero mai stato prima, ma ne avevo sentito parlare benissimo da alcuni amici del college. L’ambiente era raffinato e ben curato, notai che a Kate piacque molto. Il menù per il Thanksgiving era fisso, prevedeva tre portate, tra le quali il tradizionale arrosto di tacchino, accompagnate da vino rosso, in seguito dolce e due calici di champagne. “La cena è stata buonissima” disse “Ti è piaciuta?” “Sì, così come mi è piaciuto il posto. Non importava che fosse tanto elegante” “È una serata di festa” risposi “Lo so però a me bastava qualcosa di semplice, non so quanto tu abbia speso, ma immagino sia tanto!” esclamò, scrollai le spalle e le diedi un bacio sul dorso della mano. “Non festeggiavo il Ringraziamento da sette anni e poi era il nostro primo Ringraziamento da soli” mi giustificai. Lei sorrise, giocando con le dita delle mie mani. “Sono felicissima di essere venuta a trovarti a New York” ribattè con i suoi occhi dolci “Anch’io” “Non capisco come abbiamo fatto per sette anni a sentirci solo a distanza, senza vederci” “Beh, possiamo recuperare il tempo perso” affermai. Andai a pagare con la carta di credito, aspettandola vicino all’uscita, visto che si era trattenuta al tavolo per indossare il cappotto. A New York ci si muoveva con la metropolitana a qualsiasi ora, ci recammo infatti alla fermata più vicina diretti a casa. Aprii il portafoglio per timbrare il biglietto con l’abbonamento, che aveva l’aspetto di una tessera magnetica. In quel momento mi cadde per terra lo scontrino della transazione effettuata per pagare la cena. Katelyn si chinò un attimo prima di me per raccoglierlo. “Cosa? Duecento dollari?” mi domandò “Quello è un ristorante costoso, inoltre sei a New York, qui la vita è carissima, più che in qualsiasi altra città americana e poi funziona come in tutto il mondo, quando c’è una festività i costi salgono” la rassicurai “Sì ho capito, ma sono pur sempre l’equivalente di centosettanta euro!” esclamò “Sapevo quanto avrei speso, tranquilla, se ti ho portata qui è perché posso permettermelo, almeno per stasera” le spiegai. Giunti a destinazione lasciammo i cappotti all’appendiabiti dell’ingresso e ci spostammo in camera mia. La avvolsi da dietro in un abbraccio, lei girò leggermente la testa e mi sorrise, la baciai, facendola poi voltare per continuare meglio. Sentii le sue mani sotto al maglione, sulla pelle della schiena, le feci un sorriso, avvicinandomi per toccarle la punta del naso con la mia, restando fronte contro fronte. “Non potevo chiedere Ringraziamento migliore” sussurrai “Non devi dire così” bisbigliò poggiando l’indice sulle mie labbra “Perché?” “Non voglio abituarmi a vederti al mio fianco, lunedì me ne vado” “Per cui non posso dirti che ti amo?” “Sai che ti amo anch’io e ti ho promesso ieri che rifletterò sulla tua proposta, ma ho bisogno di tempo” rispose. Ripresi a baciarla, le tolsi i vestiti, levai di mezzo anche i miei, poi la feci sdraiare e restai sopra, trovando il mio spazio quando appoggiò le cosce intorno ai miei fianchi. Cominciammo a fare l’amore, con lei era diverso, non sapevo spiegarmelo: era allo stesso tempo passionale, come se l’avessi appena rimorchiata in un locale colto da una tremenda attrazione fisica, ma anche dolce e complice, come se il mio fosse un sentimento profondo e coltivato da molto tempo. E in effetti era proprio così, ero innamorato da quando avevo tredici anni e in quel momento ne avevo 25! La sua pelle calda e morbida era a contatto con quella della mia pancia e del mio torace. Le nostre lingue si ricercavano con bramosia, accompagnando le sensazioni scaturite da quel rapporto intimo. Le sue mani infilate tra i miei capelli si spostarono lateralmente sulla mia schiena, quando mi distaccai appena, restando sollevato sugli avambracci, per riuscire ad aumentare il ritmo.

 

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Quando cominciai ad avere il respiro corto, notai che anche Kate fosse nella stessa condizione. Continuai in quel modo per un po’, fino a quando i nostri sospiri non ci comunicarono l’esigenza di sentire di più, a quel punto tutto divenne frenetico e annebbiato, le nostre bocche quasi avevano smesso di ricercarsi, impegnate solo a recuperare l’aria per respirare. In quei momenti ero letteralmente poco lucido, ma riuscivo ugualmente a vederle sul viso quelle espressioni di piacere, di spontaneo abbandono, di irrazionalità, che unite ai suoi gemiti sempre più frequenti mi portavano dritto all’orgasmo.

 

NOTE:

Buongiorno, come promesso eccomi di nuovo qua! Matthew inizia a portare in giro Katelyn per mostrarle New York e lei ne rimane affascinata. Ci sono molti discorsi tra loro, partendo dai pensieri del Ringraziamento, ossia le cose belle vissute in quell'anno, per le quali entrambi vogliono ringraziare Dio. Ovviamente si citano a vicenda, poichè è solo in quell'anno che hanno ritrovato la loro vecchia amicizia profonda. Kate continua a pensare a ciò che Matt le ha chiesto la sera prima, la questione del trasferimento. Davvero le piacerebbe tanto, ma non è facile mollare tutto per qualcosa di ignoto, sebbene dall'altro lato sappia che non vuole neppure rinunciare a lui e a quel qualcosa in più che sta nascendo.

Cosa fareste al suo posto? Non credo sia una decisione facile...vi aspetto venerdì 25 DICEMBRE, così ci facciamo anche gli auguri!

Vanessie

   
 
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