Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Btsuga_D    18/12/2020    3 recensioni
[COMPLETA] Nello slang giovanile, "Hook-up" é il famoso rimorchio senza impegno. L'accordo riguarda la possibilità di fare sesso senza che ci sia un sentimento sottostante. Suga, famoso Idol e rapper del gruppo BTS, è conosciuto per le sue "scappatelle di una notte" con le sue fan. La sua regola numero uno: tutto è concesso, tranne i baci sulla bocca. Per delle sfortunate circostanze, Kang Yorin è costretta a dover andare ad un fan-sign dei BTS al posto della sua migliore amica, venendo subito notata dal bel rapper. Yorin accetterà la sua offerta o resterà fedele alla sua regola numero uno, donarsi solo all'uomo che ama?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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❖ Your Name



⚜⚜⚜


Yoongi’s Pov

Il bip che riecheggiava in quella stanza era più rumoroso di qualsiasi altro suono avessi mai udito nella mia vita. Come avrei dovuto sentirmi? Cosa avrei dovuto provare? Da quando Yorin era distesa in quel letto, intubata e incosciente, la mia vita sembrava essersi arrestata. In pratica vivevo dentro la stanza di quell’ospedale.
 
«Come sta?» Non sollevai nemmeno la testa che stavo tenendo ciondoloni tra le gambe leggermente divaricate. Non avevo la forza di fare niente. A momenti nemmeno di parlare. «Qualche miglioramento?» ci riprovò il ragazzo alle mie spalle.
 
«Di certo non migliorerà con te che continui a venire ogni giorno, Jongin.» Repressi una smorfia infastidita. «Non so neanche perché ti permetto di mettere piede in questa stanza. Dovrei prenderti a calci nel culo e minacciarti di non farti più vedere.»
 
«Sai bene perché non lo hai ancora fatto,» mi rispose lui accomodandosi sulla sedia al mio fianco. «Se non fosse stato per il mio avvertimento, sarebbe potuta finire peggio.»
 
«Perché?» Sollevai lentamente lo sguardo per incontrare i suoi occhi pieni di domande. «Perché hai cercato di scaricare la colpa su di me invece di accusare la vera responsabile dell’omicidio di Yoona? Tu lo sapevi,» lo accusai digrignando i denti. «Eppure hai cercato di mettere Yorin contro di me. Le hai raccontato una marea di cazzate per spingerla a credere che fossi stato io a uccidere sua sorella!» ringhiai cercando di trattenermi per il bene della ragazza distesa nel letto. «Davvero lo hai fatto perché ti stavo sul cazzo?»
 
«L’ho fatto perché ero terrorizzato,» rivelò distogliendo lo sguardo. «Tu non ne hai idea, Yoongi. Non hai idea di quanto fosse pericolosa quella donna. Hai visto anche tu di cos’era capace. Se avessi provato a intralciarla, sarei morto.»
 
«Come l’hai conosciuta?»
 
Sospirò pesantemente mentre accarezzava Yorin con lo sguardo. «Ci sono andato a letto.» Ovvio, non poteva essere altrimenti. «È per questo che mi sono allontanato da Yoona. A quanto pare Soo Jin ha cercato di portarle via tutte le persone di cui si fidava. Compreso me. Voleva che rimanesse sola e depressa, ma quando Yoona le disse di volerti incontrare per confessarti i suoi sentimenti… non ci vide più.»
 
Il mio cuore fremette a causa del dolore. La testa mi ricadde in avanti e dovetti stringere i denti per non scoppiare a piangere di fronte a lui. «Era questo che voleva dirmi quella sera…?» gli domandai in un sussurro. «Yoona voleva dirmi che mi amava?»
 
«Sì.»
 
Inspirai tutto il dolore che stava minacciando di sopraffarmi. Mi coprii il volto con le mani e rimasi in quella posizione per alcuni secondi. Forse minuti. Provavo talmente tanto disgusto per me stesso da non riuscire a guardarmi nemmeno allo specchio. Ogni volta che ripensavo alla sensazione di essere dentro Soo Jin, mi venivano i conati di vomito per il disgusto. Mi odiavo in un modo che non avrei mai potuto spiegare a parole. E ora che conoscevo i veri sentimenti di Yoona, mi detestavo ancora di più.
 
«Soo Jin aveva un piano,» continuò Jongin. «Voleva che t’incolpassi per la morte di Yoona.»
 
Scossi la testa, gli occhi chiusi. «Questo non ha alcun senso.»
 
«Per lei lo aveva eccome. Voleva renderti una persona normale perché la fama e il successo non le permettevano di possederti come voleva. Una volta in galera, tu avresti perso tutto, Yoongi. La tua popolarità, il tuo gruppo. Quindi, cosa ti sarebbe rimasto?»
 
Riempii i polmoni d’aria. «Lei.»
 
«Già. Soo Jin aveva intenzione di farti uscire di galera servendosi dei suoi soldi e delle conoscenze del padre. Poteva farlo. Dopotutto fu lei a posticipare la tua esibizione per non farti andare da Yoona. Ed è stata sempre lei ad annullare la conferenza stampa di Yorin. Poteva fare qualsiasi cosa volesse. E una volta libero, tu le saresti stato grato a vita. L’avresti… amata.»
 
Continuai a scuotere la testa mentre tenevo gli occhi puntati sul pavimento. Come avevo fatto a non capire che quella di Soo Jin era pura e semplice ossessione? Un’ossessione che aveva avuto inizio da quando mi aveva messo gli occhi addosso per la prima volta.
 
«Lei si confidava con me,» continuò Jongin. «Per questo conoscevo il suo piano nei minimi dettagli. Ma quando tu e Yorin avete cominciato ad avvicinarvi… mi sono preoccupato.»
 
Annuii. «Hai cercato di allontanarci perché avevi paura che Soo Jin avrebbe potuto farle del male.»
 
«Sapevo che le avrebbe fatto del male. Ho cercato di attenermi al piano di Soo Jin, ma quando credevo di essere riuscito a convincere Yorin a denunciarti, ecco che lei dichiara il suo amore per te in diretta tv. Per questo ti ho detto di non lasciarla da sola.»
 
Yorin. La mia bellissima, unica e preziosa Yorin. L’uragano che mi aveva sconvolto la vita. Sollevai la testa e i miei occhi si persero a rimirare i lineamenti del suo volto. Dopo quattro mesi e mezzo, i lividi si erano del tutto rimarginati e la costola fratturata era tornata come nuova.
 
Ma lei non aveva ancora aperto gli occhi.
 
La mia vita si era fermata nell’esatto momento in cui le mie mani si erano sporcate del suo sangue. Il tempo si era congelato e non ero più stato in grado di andare avanti, non importa quanto cercassero di tirarmi su di morale i miei membri. Il vuoto mi stava inghiottendo, così come aveva inghiottito Yorin. Pensavo di averla salvata da quella caduta, ma le tenebre erano comunque riuscite a portarmela via.
 
«Tutto ciò che ti ho appena detto, lo ripeterò oggi in Tribunale,» mi avvisò Jongin alzandosi dalla sedia. «Volevo solo fartelo sapere.»
 
«Grazie,» sussurrai senza guardarlo, gli occhi fissi su Yorin. «Significa molto per me.»
 
Se ne andò lasciandomi da solo con i miei pensieri. Soo Jin ovviamente si era rivolta ai migliori avvocati del paese, scelti appositamente dal padre, e il processo per la sua condanna era andato avanti per quattro mesi buoni. Ma ora che Jimin aveva convinto Jongin a testimoniare, per Soo Jin sarebbe stata davvero la fine.
 
Mi alzai in piedi e mi avvicinai alla donna che riposava tranquillamente nel letto. Le accarezzai i capelli stampandole un lieve bacio sulla fronte, staccandomi lentamente dalla sua pelle come se non volessi lasciarla andare. Lei invece lo aveva fatto. Mi aveva lasciato anche se io l’avevo pregata di non farlo, lì, di fronte a quelle telecamere che ci erano piombate addosso come gli avvoltoi sulla carcassa.
 
Le immagini del sangue di Yorin sulle mie mani avevano fatto il giro del mondo, così come le mie suppliche mentre la pregavo di restare con me. Di non lasciarmi. E mai avrei pensato di ricevere messaggi solidali dalla maggior parte delle persone, che dopo aver visto le mie lacrime e la mia disperazione non aspettavano altro che un nostro felice ricongiungimento. Un lieto fine.
 
Ma questa storia avrebbe mai potuto avere un lieto fine?
 
«Oppa,» mi chiamò Ji Woo comparendomi alle spalle. Mi voltai e ricambiai a malapena il suo sorriso. Dietro di lei c’era Jungkook, che era ormai diventato la sua ombra. «Dovresti andare a riposare. Qui ci penso io.»
 
Scossi la testa. «Non posso lasciarla da sola.»
 
«Hyung,» mi chiamò il maknae. «Dovresti davvero prenderti una pausa. Non fai altro che rimanere in questa stanza. Siamo tutti preoccupati per te.»
 
Tornai a sedermi al mio posto, sulla sedia accanto al letto di Yorin. Jungkook aveva ragione. Vivevo in quella stanza e scrivevo in quella stanza. Annotavo i miei pensieri su un piccolo blocchetto di carta, ripercorrendo il passato come se stessi parlando davvero con Yorin. Le rammentavo la nostra storia, passo dopo passo. I miei sentimenti erano messi a nudo per la prima volta.
 
Diedi le spalle a Ji Woo e Jungkook, afferrai il blocchetto e iniziai a scribacchiare.
 

‘Siamo arrivati al capolinea ma io non ho nessuna intenzione di scendere. Non senza di te.’ –Min Yoongi


Yorin’s Pov
 
‘La nostra relazione è iniziata con una bugia. Non sapevi nemmeno il mio nome. Non sapevi niente di me, mentre io pensavo di sapere tutto di te. Ma ora non voglio più mentirti. Voglio solo vivere libera, e ricominciare daccapo.’ –Kang Yorin
 

Yoongi’s Pov
 
Fissavo il mio riflesso nello specchio attaccato alla parete. Le luci bianche mi appensantivano gli occhi, facendomi venire voglia di andare a rifugiarmi di nuovo nell’oscurità. Erano passati due mesi da quando Jongin aveva deciso di testimoniare in mio favore al processo di Soo Jin. La donna che era riuscita a manipolarmi, a farmi diventare un’altra persona, finalmente aveva avuto ciò che si meritava. L’ergastolo.
 
Nell’aula del Tribunale, i nostri occhi si erano incrociati per la frazione di un secondo mentre il mio avvocato forniva le prove della sua colpevolezza. Perché quella stronza aveva avuto il coraggio di puntarmi il dito addosso, accusandomi di aver cercato di uccidere tutte le ragazze con cui avevo avuto un rapporto, compresa Yorin. I suoi avvocati avevano persino tirato in ballo delle prove contraffatte. Ma io avevo dalla mia parte le registrazioni delle telecamere, i Bangtan e In Guk, che avevano assistito con i loro occhi all’accaduto.
 
La testimonianza di Jongin era stata decisiva, e a quel punto Soo Jin si era ritrovata con le spalle al muro. Le nostre strade avevano preso una direzione diversa nel momento in cui il giudice aveva proclamato la sentenza, perché quel giorno giurai a me stesso che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei visto Lee Soo Jin.
 
E ora ero qui, di fronte a uno specchio che metteva in risalto ogni mia più piccola imperfezione. I capelli di colore azzurro acceso mi ricadevano sugli occhi e mi accarezzavano il volto pallido come quello di un fantasma. Forse era anche colpa della camicetta bianca con il collo alla coreana.
 
La porta si spalancò e i miei chiassosi membri s’impadronirono della Sala Trucco.
 
«Allora, Suga-hyung,» mi chiamò Hoseok passandomi un braccio intorno alle spalle. «Pronto a tornare in pista?»
 
«Non stressarlo,» s’intromise Namjoon prima di rivolgersi a me, «Gli Army capiranno se sarai un po’ sottotono. Dopotutto ti inviano centinaia di lettere d’incoraggiamento al giorno. Fai solo ciò che ti senti di fare.»
 
Taehyung mi si avvicinò. «Già, Suga-hyung. Andrà tutto per il meglio,» mi consolò con una pacca sulla spalla. «Posso sentirlo.»
 
«Puoi sentirlo o te l’ha detto qualche tuo amico alieno?» domandò Seokjin mentre si sistemava il ciuffo allo specchio. «Stanotte borbottavi nel sonno. Potrei giurare di averti sentito parlare una lingua straniera.»
 
«Quello era Jimin-hyung,» lo informò Jungkook. «E non stava parlando una lingua straniera. Era semplicemente la sua vera lingua che si attorcigliava su se stessa. Quando parla nel sonno distorce le parole.»
 
Il diretto interessato mise il broncio. «Come se fossi l’unico a farlo. Seokjin-hyung mentre dorme continua a ripetere di essere il Worldwide Handsome.»
 
«Almeno io dico la verità.»
 
«Perché? Io no?»
 
Seokjin fece spallucce. «Hai detto di essere alto come Yoongi. Fai un po’ te.» Il più grande riuscì a schivare uno dei tanti asciugamani che minacciarono di prenderlo in faccia. Ovviamente era stato Jimin a lanciarglielo. «Ma come ti permetti?!» s’indignò Seokjin.
 
«È la verità! Stavolta ho le prove!»
 
Repressi uno sbuffo. «Levati le suole rialzate e poi ne riparliamo.»
 
«Non sono basso! Sono adorabile!»
 
«E io non sono bello. Sono bellissimo.»
 
Guardammo tutti Seokjin, che stava aspettando o le nostre risate o la nostra approvazione. Non ottenne niente di tutto ciò. Mi alzai dalla sedia come se non avesse aperto bocca e uscii dalla stanza dirigendomi verso la nostra destinazione. Non l’avrei mai ammesso, ma le battute di Seokjin, insieme a quel disagio che ci aveva sempre contraddisinto, erano riusciti ad allegerire il peso che avevo nel petto.
 
Per un breve attimo, mi sembrò di essere tornato ai bei vecchi tempi.
 
 
Ero lì, ma non ero veramente lì. Il fan meeting era cominciato da un pezzo ma la mia testa era altrove. Guardavo gli innumerevoli volti che si susseguivano senza sosta davanti ai miei occhi, rivolgendogli un sorriso che non era mai propriamente sincero. Mi stavo sforzando di parlare con i miei fan, di accettare le loro parole di conforto e di ringraziarli per il loro sostegno in quel periodo tanto difficile della mia vita.
 
La maggior parte di loro mi chiedeva delle condizioni di Yorin. Non avevo mai il tempo di rispondergli perché i membri dello staff redarguivano il fan di turno dicendogli che quel tipo di domande non erano permesse. Ma che cosa si aspettava la Big Hit, esattamente? Ero lì di fronte a loro. Era ovvio che ne avrebbero approfittato.
 
«Fighting, Suga-ssi,» mi confortò l’ennesima fan sollevando i pugni. La imitai per rispondere al suo gesto d’incoraggiamento, ma il mio sorriso svanì non appena si alzò, per ricomparire di fronte alla ragazza successiva.
 
Ero intrappolato in quel loop da circa un’ora, eppure non avevo alcuna intenzione di alzarmi e lasciare i ragazzi senza un componente. I Bangtan Sonyeondan erano sette e sarebbero rimasti sette fino alla fine.
 
Seokjin afferrò il microfono e si schiarì la voce prima di avvicinarvi le labbra piene.
 
«Questo indovinello è per Jimin, il genio della matematica.» Vidi Hoseok sopprimere un sorrisetto mentre autografava l’album di una fan. «Perché quando il cielo si rannuvola non si può contare oltre il numero sette?»
 
Jimin lo guardò storto, avendo colto in pieno la citazione alla sua presa per il culo. Afferrò anche lui un microfono e lo guardò con il sorrisetto più falso che gli avessi mai visto. «Non lo so, Seokjin-hyung.» Digrignò i denti quando pronunciò il suo nome. «Illuminami.»
 
«Perché altrimenti pioverebbe a dir-otto. Ahahahahhahaah!»
 
La sala scoppiò in una risata fragorosa. Vidi Namjoon sbattere la testa contro il bancone per la disperazione mentre Jimin cercava di allargare le labbra per simulare una risata che gli uscì falsa come il colore azzurro dei miei capelli. Ma chi voleva prendere per il culo? Si vedeva lontano un miglio che lo voleva sgozzare. 
 
«Davvero state ridendo?» domandò Taehyung agli Army che avevano quasi le lacrime agli occhi. Era incredulo. «Non dovete ridere solo perché è Kim Seokjin! Suvvia, un po’ di dignità! Giusto, Suga-hyung?» Annuii. Poi, senza farsi vedere, Tae si sporse verso di me e mi sussurrò, «Se vuoi possiamo fare una pausa. Basta solo che ce lo dici.»
 
Allora capii che stavano facendo quei siparietti comici per cercare di risollevarmi il morale. Gliene fui grato.
 
«Ce la faccio.»
 
In realtà avevo una voglia matta di alzarmi e andare in ospedale per rinchiudermi nella stanza di Yorin. Da un po’ di tempo a questa parte, tutto ciò che facevo nel mondo esterno sembrava non avere senso. La mia vita acquistava significato solo quando ero con lei. Non importa che fosse incosciente.
 
Mi mancava il tocco delle sue mani, la dolcezza e l’irruenza dei suoi baci. Mi mancava la sua voce che mi chiamava con quel tono incazzato o sensuale che mi faceva uscire di testa. Bramavo il contatto con il suo corpo. Anelavo la sua anima in un modo che non avrei saputo spiegare a parole. Volevo litigare con lei, mandarla al diavolo e baciarla subito dopo per fare pace.
 
Rivolevo lei. Semplicemente lei. E la rivolevo accanto a me.
 
Mi ridestai dai miei pensieri quando sentii la fan fissarmi. Mi ricomposi e le chiesi il nome, scribacchiando il mio pensiero per lei su una pagina dell’album che mi aveva portato. Come da copione, anche lei mi domandò se stavo bene.
 
«Starò bene,» le risposi guardandola negli occhi. Avevano tutte lo stesso sguardo. Provavano pietà per me. «Il tempo guarirà ogni ferita.»
 
Mentre attendevo di parlare con la prossima persona, decisi di concentrarmi sulle conversazioni degli altri membri per impedirmi di pensare a Yorin. Qualcuno aveva chiesto a Jungkook chi fosse il suo artista preferito e lui aveva risposto con orgoglio, «IU. Sono il suo fan numero uno!»
 
Un piccolo sorrisetto mi storse le labbra e riuscì a cancellare quell’espressione seria dalla mia faccia. Ero felice per Jungkook. Lui almeno si stava godendo il suo amore, all’ombra di tutto e tutti, proprio come aveva detto che avrebbe fatto.
 
Il tempo passò lento e inesorabile. Cominciai a pensare alla reazione di Yorin nell’udire la battuta di Seokjin e non potei fare a meno di pensare che sarebbe stata identica alla mia. Perché lei era come me. Eravamo due fuochi pronti a esplodere alla minima cazzata.
 
Cristo, la sua assenza stava diventando giorno dopo giorno sempre più insopportabile.
 
Ero talmente perso nei miei pensieri che non mi resi conto che eravamo quasi arrivati alla fine di quella tortura. Non riuscivo più a sostenere quegli sguardi carichi di pietà, o le domande sul mio stato di salute o su quello di Yorin. Volevo andare in ospedale. Volevo andare da lei. Quella era l’unica cosa che m’importava.
 
Preparai il mio finto sorriso e sollevai lo sguardo per fronteggiare l’ultima fatica di quella giornata. Peccato che il sangue mi si ghiacciò nelle vene non appena incontrai quegli occhi che avevano continuato a tormentare i miei sogni. O forse i miei incubi. Quegli occhi che non si erano più riaperti da quando lei aveva perso conoscenza tra le mie braccia.
 
Non riuscivo a muovermi, al contrario delle mie pupille che le percorrevano il viso per catturarne la familiarità dei lineamenti, gli stessi che avevo accarezzato e vissuto fino allo sfinimento. Che avevo amato come ogni altra parte di lei. Lei che era lì, in ginocchio di fronte a me, e che mi guardava con quegli occhi pieni di sentimenti repressi.
 
Sbattei le palpebre un paio di volte per assicurarmi che non fossi uscito di senno. Perché in quel momento lo pensavo davvero. Credevo di aver perso una volta per tutte il lume della ragione. Sentii gli occhi inumidirsi a causa delle lacrime che stavo cercando in tutti i modi di trattenere e rilasciai un lungo sospiro.
 
Yorin allungò le braccia sul tavolo che ci separava e vi posò il nostro ultimo album. Indossava una felpa nera con il cappuccio calato sulla fronte. Solo io potevo vederle il viso. Solo io potevo rimirare i suoi profondi occhi nocciola.
 
Afferrai l’album senza staccarle gli occhi di dosso, cercando di trattenere l’impulso di scavalcare il tavolo e stringerla tra le mie braccia. Questo momento doveva essere soltanto nostro. Non sarebbe diventato l’ennesimo pettegolezzo da prima pagina. Ecco perché feci finta di niente.
 
«Il tuo nome?» le chiesi con voce rotta. Quella non riuscivo proprio a controllarla.
 
Lei mi sorrise, e il mio cuore si sciolse. «Kang Yorin.»
 
Tutte le menzogne che ci eravamo detti in passato scomparvero come neve al sole. Ora eravamo in grado di dirci tutta la verità. Lei non era più Ji Woo, la migliore amica di una nostra fan, venuta al fan meeting per ottenere il nostro autografo. Era Kang Yorin, la donna che mi aveva fatto ridere, incazzare e versare lacrime. Era la donna che avevo desiderato, perso e infine ritrovato. Colei a cui avevo consegnato il mio cuore.
 
Distolsi lo sguardo da lei per gettare una veloce occhiata ai miei membri. Avevano tutti il sorriso stampato sulle labbra. Tranne Jimin, che stava cercando in tutti i modi di non scoppiare a piangere. Aveva gli occhi rossi. Poi mi concentrai su Taehyung che era seduto al mio fianco. Le sue iridi castane brillavano di felicità e di consapevolezza. E allora capii. Taehyung era l’unico a sapere che Yorin si fosse svegliata. Le sue parole di prima me ne diedero la conferma.
 
Andrà tutto per il meglio. Posso sentirlo.
 
Una lacrima traditrice mi rotolò lungo la guancia, ma la scacciai prima che qualcuno potesse accorgersene. Afferrai la penna e aprii una pagina a caso dell’album, poggiai la punta su uno spazio vuoto e all’improvviso mi bloccai.
 
Dovevo fare una dedica a Kang Yorin. Alla mia Yorin che era appena ritornata dal mondo dei morti. Cosa avrei dovuto scriverle? Già lo sapevo, perché mi ero ripromesso di dirglielo non appena avesse aperto gli occhi. Lo avevo giurato a me stesso.
 
Cominciai a muovere la penna sul foglio e scribacchiai quella piccola, semplice frase. Poi vi appuntai la mia firma sotto, come a sugellare ciò che avevo appena scritto. Feci scivolare l’album verso di lei.
 
La studiai con attenzione, alla ricerca di ogni suo più piccolo cambio d’espressione. I suoi occhi accarezzarono quelle lettere d’inchiostro nero, più e più volte, finché le lacrime non le offuscarono la vista, impedendole di continuare a leggere.
 
Mi si bloccò il fiato nei polmoni quando mi guardò finalmente negli occhi. Nelle sue iridi c’erano il ciocciolato e l’oro fusi insieme. Mi sorrise, e credetti di spiccare il volo quando la vidi fare un cenno d’assenso. Ricambiai il sorriso e gli occhi mi pizzicarono ancora di più. Lo sguardo che le riservai era carico di tutto il mio amore per lei.
 
Sulla pagina dell’album c’era scritto: “Kang Yorin, vuoi sposarmi?”
 
E lei aveva risposto di sì.

Angolo.Autore


So cosa state pensando. Il capitolo è già finito? In realtà avrebbe dovuto essere più lungo, ma vi è mai capitato di scrivere e pensare: "No, devo terminarlo qui." Volevo tenermi il meglio per l'epilogo, e lì infatti troverete quasi 5000 parole ad aspettarvi. Spero che lo aspetterete con impazienza perché io mi sono divertita tantissimo a scriverlo, e spero che leggendolo proverete lo stesso anche a voi.

Passando al capitolo, non sono stata poi così cattiva, visto? 👀 Non potevo far morire Yorin. Yoongi sarebbe uscito dalla fan fiction per strangolarmi 😂 L'unico che sapeva del risveglio di Yorin era Taehyung, e il nostro idol-attore è riuscito a non farsi sfuggire più parole del dovuto. Se fosse stato Namjoon sarebbe corso a dirlo ai quattro venti, dopotutto sappiamo quanto gli piaccia fare spoiler ahahah

Alla fine ognuno ha trovato il suo giusto posto. Lee Soo Jin è in galera e ci marcirà a vita (ho esultato anch'io!), Jongin ha testimoniato alleggerendosi un po' la coscienza, Ji Woo ha debuttato come solista col nome di IU (👀) e sta insieme a Jungkook, e Yorin e Yoongi si sposeranno. Contenti? 😂

Ci risentiamo la prossima settimana con l'epilogo di questa storia (dirlo fa stranissimo 😭) Vi avviso che sarà un epilogo all'insegna del disagio. Dopotutto ho scritto questa storia per farvi ridere, quindi spero di chiuderla in bellezza!

Un bacione, e se il capitolo vi è piaciuto non dimenticatevi di lasciarmi un commentino. Sono curiosissima di sapere le vostre opinioni. Un bacio 😘

Instagram: btsuga_d



   
 
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