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Autore: LadyOfMischief    19/12/2020    7 recensioni
SEQUEL DI "WHATEVER IT TAKES"
Rey è riuscita a riportare Ben in vita, ma la lotta per libertà della galassia non è ancora finita. Ciò che resta del Primo Ordine, ed i sistemi ancora fedeli ai loro ideali, continua a seminare distruzione e morte minacciando ciò per cui la Resistenza ha lottato.
Per Ben questa è l'occasione per rimediare ai propri errori e dimostrare a tutti quanti che non è più Kylo Ren, ma non sarà un'impresa così facile e nel frattempo lui e Rey impareranno cosa significhi stare realmente insieme.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Poe Dameron, Rey, Rose Tico
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Saving What We Love'
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Recuperare i dati era stato facile e Rose ci era riuscita senza porblemi in meno tempo del previsto, Rey era rimasta tutto il tempo sulla soglia a fare da guardia ma non era arrivato nessuno.
Una volta che Rose aveva finito di copiare tutto sulla banca dati erano uscite dalla sala di controllo trasciandosi di peso gli ufficiali ed era stato lì che le cose si erano messe male. Da una porta nel corridoio erano sbucate cinque guardie in armatura rossa con un simbolo nero sulla spalla destra ed erano armate di fucili dall'aria insolita, Rey aveva attivato immediatamente la spada laser e Rose aveva estratto il blaster.
Non appena le guardie avevano cominciato a sparare si erano rese conto che i colpi non erano al plasma bensì dei dardi, Rey era comunque riuscita a disintegrarne qualcuno con la spada e Rose aveva sparato senza sosta alle guardie, anche se ciò non le aveva risparmiato un colpo che l'aveva presa di striscio al braccio sinistro. Quando erano convinte di averle uccise tutte avevano rivolto nuovamente l'attenzione agli ufficiali dando le spalle ai cadaveri ed era stato quello l'errore. Infatti una delle guardie era sopravvissuta e Rey se n'era resa conto soltanto nel momento in cui aveva sentito qualcosa conficcarsi nella spalla destra, aveva provato subito una sensazione di bruciore diversa quella provocata dai tipici colpi al plasma. Rose si era accorta che l'amica era stata colpita e si era occupata di quell'ultima guardia con un colpo alla testa, nello stesso istante Rey aveva cominciato a sentire il braccio destro intorpidirsi.
Con l'aiuto di Rose aveva estratto il dardo, che fortunatamente non si era insidiato troppo in profondità e non superava i due centimetri di lunghezza. Tuttavia aveva un aspetto strano, la parte che le si era conficcata nella carne era un ago in piena regola mentre il resto era un cilindretto metallico e presentava delle specie di alette ai lati. Oltre all'aspetto insolito non le era sfuggito il fatto che emenasse un odore acre, come se fosse stato imbevuto in qualche sostanza o la contenesse.
Rey ne aveva avuta l'assoluta certezza quando nel tentativo di mettersi il dardo in tasca aveva notato il lieve tremore alle mani e la sua vista aveva cominciato ad annebbiarsi, qualunque cosa ci fosse in quel dardo le era entrato in circolo e non poteva essere nulla di innocuo. A Rose non era sfuggito il fatto che non si sentisse bene e per la prima volta in vita sua aveva preso una decisione abbastanza egoista. Aveva mollato la presa su uno degli ufficiali svenuti e aveva detto a Rey che dovevano andarsene subito prima che potessero arrivare dei rinforzi.
Le due ragazze avevano attraversato il corridoio e si erano precipitate all'esterno, anche solo quel breve tragitto aveva sfiancato Rey. Scendere dalla scaletta di metallo non era stato semplice con le mani che le tremavano e un braccio intorpidito, ma con l'aiuto di Rose ci era riuscita. Poco prima di svoltare l'angolo per raggiungere l'ingresso principale aveva cominciato a barcollare e ad avere il fiato corto, la sostanza che era in circolo nel suo corpo stava agendo abbastanza rapidamente. L'amica l'aveva sorretta pur avendo un braccio ferito, stranamente lei sembrava non avere alcun sintomo e perciò Rey aveva scartato l'opzione che i dardi fossero stati imbevuti in qualcosa di tossico.
Una volta giunte all'ingresso si erano imbattute in Ben e Jacen, che avevano chiesto a Rose cosa fosse successo, ma la ragazza non era riuscita a formulare una frase di senso compiuto e aveva farfugliato parole sconnesse.
Il bruciore alla spalla di Rey era aumentato e sentiva che si stava diffondendo per tutto il corpo, si sentiva come se avesse fuoco liquido scorrerle nelle vene e faticava a tenere gli occhi aperti.
“Fa male...” mormorò Rey socchiudendo gli occhi.
“Torniamo subito al Falcon, Rose tu ce la fai a camminare?” chiese Ben a Rose, sebbene all'apparenza sembrasse calmo Rey riusciva a percepire quanto in realtà fosse preoccupato.
“Io sì...ma Rey no” rispose Rose, Rey avrebbe voluto ribattere dicendo che se la sentiva di camminare – anche se non era così – perché non voleva essere letteralmente un peso per l'amica.
“Non ci pensare nemmeno” l'anticipò Ben, che la conosceva bene da sapere a cosa stesse pensando in quel momento “Ci penserò io a te” aggiunse con dolcezza e lei si limitò ad annuire prima di chiudere completamente gli occhi.
Rey era vagamente cosciente del fatto che Ben la stesse trasportando in braccio come aveva fatto la prima volta che si erano incontrati, anche se le circostanze erano completamente diverse. Udì vagamente gli altri parlare tra loro, ma riuscì a cogliere soltanto qualche parola come “fucili”, “magazzino” e “ferita” perché faceva fatica a restare lucida. Ad un certo punto il boato di un'eplosione le arrivò come un suono ovattato alle orecchie e capì che erano ormai lontani dal deposito che avevano appena fatto saltare in aria. La missione era stata portata a termine, avevano recuperato i dati ed eliminato una delle fonti di rifornimento del Nuovo Impero, questo non li avrebbe certamente fermati, ma li avrebbe almeno rallentati. Quello che era successo a Rey non era altro che un effetto collaterale, in missione c'era sempre il rischio di farsi male o peggio, ma lei lo sapeva.
Rey era consapevole del fatto che il suo corpo stesse cedendo, i sintomi che aveva non facevano altro che accentuarsi e si sentiva estremamente debole. Persino respirare le faceva male, ogni respiro le provocava una fitta di dolore al petto, la sostanza che  circolava nel suo organismo la stava uccidendo e questa consapevolezza la terrorizzava. Dopo tutto quello che aveva affrontato era così che sarebbe finita? La parte razionale della sua mente le diceva di no, che appena tornati alla base avrebbero trovato una soluzione e che tutto sarebbe andato bene. Tuttavia la parte più irrazionale – e sopraffatta dalla paura – era convinta che non ci sarebbe neppure arrivata data la velocità con cui si erano manifestati i sintomi.

 

 

Mantenere la calma si stava rivelando più difficile del previsto per Ben, Rey aveva perso conoscenza di nuovo e respirava a fatica. Nonostante scottasse e avesse le guance arrossate Ben poteva percepire la vita scorrere lentamente via da lei, era una sensazione peggiore di quella che aveva provato su Exegol. Quella volta aveva semplicemente smesso di percepirla da un momento all'altro perché l'Imperatore aveva indebolito il loro legame, adesso invece era cosciente del fatto che a Rey restasse poco tempo.
Ben non poteva sopportare l'idea di perderla di nuovo, non dopo ciò che avevano passato, sapeva fin troppo bene cosa si provasse e non voleva rivivere quel dolore. Perdere Rey equivaleva a perdere una parte di sé, anche se non avessero avuto quel legame generato dalla Forza sarebbe stato così. L'amava più di qualunque altra cosa al mondo, forse anche più della sua stessa vita, ed era la cosa più bella che gli fosse mai capitata.
Anche se adesso Ben aveva trovato un nuovo scopo – redimersi combattendo per ciò in cui credeva sua madre - si sarebbe sentito perso senza Rey e non riusciva a immaginarsi una vita senza di lei. Si sentiva impotente nel vederla inerme tra le proprie braccia, gli sembrava così fragile e non poteva fare nulla per aiutarla, almeno non in quel momento mentre attraversavano la foresta per tornare al Falcon.
“Ben...” mormorò Rey ancora con gli occhi chiusi “Mi dispiace...” Ben sapeva a cosa si stesse riferendo la ragazza, strada facendo Rose aveva riassunto cosa fosse successo dopo aver copiato i dati. Se adesso lei si trovava a combattere tra la vita e la morte era soltanto per il suo buon cuore, che l'aveva spinta a tentare di salvare quei due ufficiali. Eppure in quel momento non riusciva a essere arrabbiato con lei per quella decisione, l'unica cosa a cui riusciva a pensare era trovare un modo per garantirle il tempo necessario di tornare su Oshira.
“Non è colpa tua” la rassicurò, né lei né Rose potevano sapere che la guardia che l'aveva ferita fosse sopravvissuta e, perciò, se anche avessero ignorato gli ufficiali avrebbe comunque colpito una delle due.
Rose e Jacen camminavano pochi passi più avanti davanti a lui e stavano parlando, ma Ben non riusciva neppure a prestare attenzione a ciò che stavano dicendo. Rose si teneva il braccio ferito e per un attimo si sentì in colpa per non averle chiesto come si sentisse, anche se non presentava alcun sintomo. Da ciò ne dedusse che la sostanza tossica fosse contenuta soltanto all'interno del dardo, che doveva essere stato sparato da uno di quegli strani fucili che avevano trovato lui e Jacen. Si soffermò a pensare all'etichetta sulla cassa, era più che certo di sapere cosa significasse la parola che vi era scritta e che non fosse nulla di positivo.
Non appena arrivarono al Falcon la prima cosa che Ben si premurò di fare fu portare Rey in una delle cabine e adagiarla su una brandina. Ormai respirava a malapena, aveva le guance arrossate e scottava come se avesse la febbre. Si sedette sul bordo della brandina accanto a lei e delicatamente le prese il polso per controllarle il battito cardiaco, era quasi impercettibile, ma c'era ancora. Non sarebbe stato così a lungo però, doveva somministrarle assolutamente qualcosa per rallentare gli effetti della tossina sul suo organismo.
Prima di farlo avrebbe dovuto dare un'occhiata alla ferita per capire con cosa avesse a che fare, non poteva permettersi di darle qualcosa che avrebbe sortito l'effetto opposto.
“Rey” la chiamò a bassa voce “Riesci a sentirmi?” le chiese.
"Ben?” rispose lei con un filo di voce e aprendo leggermente gli occhi “Non...c'è tempo”
“Non pensare nemmeno una cosa del genere” le disse cercando di infonderle coraggio, ma in realtà era spaventato tanto quanto lei perché non sapeva come agire.
“C'è una cosa...che voglio dirti” proseguì lei boccheggiando “Non ti ho...ancora detto...che ti a-” a quel punto Ben la zittì posandole un dito sulle labbra, non doveva neppure sforzarsi di parlare nelle sue condizioni e non era in quella situazione che avrebbe dovuto dirgli ciò che stava per dire.
“Me lo dirai quando ti sarai ripresa, d'accordo?” le disse con dolcezza “Adesso ascoltami, ti aiuterò a sederti e darò un'occhiata alla ferita, così potrò darti qualcosa per farti stare meglio” in risposta Rey mugugnò qualcosa di incomprensibile.
Nella maniera più delicata possibile aiutò Rey a tirarsi su, che collaborò un minimo nonostante la debolezza, le scostò i capelli e il colletto della maglia per scoprirle la spalla. Quello che vide era persino peggio di quanto si immaginasse, la ferita in sé era poco più grande di un puntino e non era quella a preoccupare Ben. A preoccuparlo erano le venature rosso scuro che si erano formate intorno a essa, che ricoprivano quasi del tutto la spalla e si stavano diffondendo anche sulla nuca.
Osservando quello strano sfogo cutaneo gli tornò in mente il significato della parola “van'an”: veleno. Nulla di quanto era presente nel kit medico avrebbe potuto contrastare l'avvelenamento, l'unica cosa che poteva fare era somministrarle una dose di stim [1] per impedire che il suo cuore si fermasse. Sarebbe dovuto bastare il tempo necessario di attraversare la Barriera Galattica e da lì avrebbero potuto effettuare i salti nell'iperspazio per tornare alla base, era un azzardo, ma era l'unica possibilità per salvare Rey. Le sistemò il cuscino in modo che potesse stare seduta mentre andava a prendere una fiala di stim, fece per alzarsi, ma lei lo afferrò debolmente per il braccio.
“N-non andare” lo supplicò, vederla in quello stato gli provocava un dolore quasi fisico e ancora una volta gli ricordava fin troppo di quel giorno su Exegol, quando l'aveva stretta a sé priva di vita.
“Tornerò in fretta con qualcosa che ti aiuterà a sentirti meglio” le disse dandole un bacio alla tempia, ignorando il fatto che scottasse.
Neppure a Ben piaceva l'idea di lasciarla sola, soprattutto perché temeva che avrebbe potuto perderla nei pochi istanti in cui si sarebbe allontanato, ma doveva farlo. Si alzò dalla brandina e attraversò il corridoio che conduceva all'area comune e soltanto allora si rese conto che il Falcon era già in volo, era stato così concentrato su Rey che non si era accorto dei soliti rumori emessi dalla nave. Raggiunta l'area comune recuperò il kit medico che aveva riposto sotto al tavolo da gioco e l'aprì, dentro c'erano quattro fiale contenenti un liquido azzurro, proprio ciò che stava cercando. Lo stim poteva sia essere bevuto che iniettato direttamente endovena, ma Ben non era sicuro di essere in grado di farlo correttamente e non voleva rischiare di aggravare le condizioni di Rey. Ne prese una dose e tornò in cabina, si sedette di nuovo accanto a lei per farle bere il contenuto della fiala. Le avvicinò la fiala alla bocca inclinandola leggermente e a piccoli sorsi Rey riuscì a berla tutta, nel giro di qualche secondo avrebbe fatto effetto.
“Presto starai meglio” disse, ma non sapeva se stesse rassicurando lei o se stesso, forse entrambe le cose.
“Quella roba...era disgustosa” commentò Rey, quel commento lo fece sorridere perché era l'ultima cosa che si aspettava di sentirle dire, ma almeno era un segno che si fosse leggermente ripresa. Le prese nuovamente il polso per controllarle il battito e questa volta era più forte rispetto a prima, lo stim stava facendo effetto e sarebbe durato almeno per qualche ora.
Per tutta la durata del viaggio di ritorno Ben non aveva lasciato neppure per un istante Rey, che nel frattempo si era addormentata con la testa poggiata sulla sua spalla, e l'aveva controllata costantemente. Sarebbe dovuto andare da Jacen e Rose per avvisarli delle sue condizioni, chiedere come stesse Rose, che era stata ferita in maniera lieve, e invece non era riuscito a fare nulla di tutto ciò. Udì dei passi provenire dal corridoio e sulla soglia apparve Rose, che bussò nonostante la porta fosse aperta.
“Stiamo entrando nell'atmosfera del pianeta e ho informato gli altri della situazione di Rey” lo informò Rose “Come sta?”
“È ancora molto debole... e non ho potuto fare nulla per rallentare gli effetti del veleno, ma le ho fatto guadagnare del tempo” spiegò senza troppi giri di parole “Tu come ti senti?”
“Sto bene, è solo una ferita superficiale” rispose lei indicando la medicazione che aveva sull'avambraccio “Mi dispiace per quello che è successo, è stata colpa mia”
“Come potrebbe esserlo? Non potevi sapere che la guardia fosse ancora viva” replicò lui sperando di attenuare il suo senso di colpa.
“Ti ringrazio per la comprensione” disse, da lontano la voce di Jacen chiamò Rose, probabilmente per farsi assistere nell'atterraggio “Sarà meglio che vada ad aiutarlo se non vogliamo ripetere l'atterraggio di prima” annunciò Rose prima di tornare in cabina di pilotaggio.
Quello che successe una volta atterrati fu abbastanza frenetico, sia Jacen che Ben furono convocati da Poe per fare rapporto sulla missione, mentre Rey fu portata d'urgenza in infermeria accompagnata da Rose, almeno così non sarebbe stata sola. Ben stava camminando qualche passo più indietro rispetto a Jacen e Poe, stava ormai calando la sera su Oshira e aveva smesso di nevicare, tuttavia c'era ancora un forte vento.
Raggiunsero il quartier generale e salirono al piano superiore, ad attenderli seduti attorno a un tavolo c'erano Finn, il Tenente Kaydel Connix, Tinian Connix e persino Chewbecca, che era l'unico in piedi. Poe prese posto accanto a Finn e invitò i due a sedersi.
“Abbiamo ricevuto la comunicazione da parte di Rose, potete spiegarci esattamente cos'è successo?” chiese Finn rivolto a entrambi, anche se cercava di mostrarsi tranquillo la sua espressione diceva il contrario.
“Il Nuovo Impero si sta divertendo a sperimentare armi” disse Jacen andando dritto al punto, quella dichiarazione suscitò confusione nei presenti che si scambiarono occhiate tra loro.
“Vi dispiacerebbe raccontarci tutto dal principio?” li esortò Tinian.
Jacen cominciò a spiegare ogni cosa, a partire dal sistema di difesa automatico e passò la parola a Ben quando arrivò alla parte in cui avevano trovato le armi in magazzino. Per fortuna Jacen aveva portato con sé lo zaino, da cui tirò fuori il fucile recuperato dalle casse per mostrarlo agli altri. Ben spiegò che, anziché rilasciare il classico plasma, quell'arma funzionava con gli stessi dardi con cui erano state ferite Rey e Rose e che erano avvelenati.
A quel punto gli avevano rivolto domande su che tipo di veleno fosse, ma a questo Ben non aveva una risposta e si limitò a descrivere gli effetti che aveva sull'organismo. Alle sue spalle Chewbecca emise un lamento, il wookie voleva davvero bene a Rey e neppure per lui era facile saperla in quelle condizioni. Le reazioni di Finn e Poe non furono tanto diverse, il primo cominciò a tamburellare nervosamente le dita sul tavolo mentre il secondo si passò una mano sul viso.
“Alla luce di quanto ci avete raccontato dobbiamo riflettere su come procedere per colpire i prossimi obiettivi” dichiarò Tinian “Per prima cosa analizzeremo il veleno per capirne le origini, nel frattempo estrarremo i dati che avete copiato” mentre l'uomo parlava sua figlia appuntò tutto sul datapad che teneva tra le mani.
“Mi occuperò dei dati, ma ci vorrà qualche ora perché i computer che abbiamo sono lenti” intervenne Kaydel, che tra tutti era la più competente in quell'ambito – a parte Rose -
“Ottimo, per adesso è tutto e potete andare” concluse il diplomatico.

 


Quando Rey si risvegliò la prima cosa di cui si rese conto fu che si trovava in infermeria, la stanza in cui si trovava aveva il soffitto azzurro chiaro e le pareti erano di una tonalità di azzurro leggermente più scura. A illuminare la stanza c'erano delle luci bianche poste a intervalli reglari sul soffitto, dalle finestre non entrava neppure uno spiraglio di luce e perciò intuì che dovesse esssere sera o notte. Quanto tempo aveva dormito? Quando erano partiti era appena primo pomeriggio e tra l'andata e il ritorno ci volevano più o meno due ore.
La seconda cosa che Rey notò fu Ben seduto accanto al letto, le stava tenendo la mano mentre dormiva con la testa poggiata sulle candide lenzuola, una ciocca di capelli gli ricadeva sugli occhi e indossava ancora la giacca. Non era la posizione più comoda del mondo per dormire, ma non ebbe il coraggio di svegliarlo. Ricordava vagamente la loro conversazione a bordo del Falcon, aveva faticato a restare cosciente in quel momento e aveva cercato di usare le poche forze rimaste per dirgli che lo amava. Nonostante gliel'avesse dimostrato non gliel'aveva mai detto esplicitamente e non voleva morire con il rimpianto di non averlo fatto. Ricordava anche che Ben le avesse fatto bere qualcosa dal sapore pungente e che subito dopo si fosse addormentata. Il resto era tutto confuso e non ricordava neppure chi l'avesse portata in infermeria.
Adesso riusciva a respirare senza alcun problema e la sensazione di star bruciando dall'interno del suo corpo era svanita quasi completamente. Tuttavia il torpore al braccio destro non era ancora passato del tutto e si sentiva ancora un po' debole, probabilmente ci sarebbe voluta ancora qualche ora prima che si ristabilisse. Lo sguardo di Rey ricadde proprio sul braccio e vide che aveva ancora l'ago della flebo, con lo sguardo seguì il tubicino a cui era attaccato e notò una sacca con del liquido rosa all'interno.
Lentamente, e cercando di non svegliare Ben, si tirò su a sedere per prendere la bottiglietta d'acqua dal tavolino alla sua sinistra. Si sentiva dolorante dappertutto e non era la prima volta che si sentiva in quel modo, forse avrebbe dovuto cominciare a farci l'abitudine.
“Hey...sei sveglia” le disse Ben sollevando la testa dal lettino e rivolgendole un sorriso.
“Soltanto da poco, quanto tempo ho dormito?” gli chiese.
“Circa sette ore, come ti senti?” le chiese lui di rimando.
“Ancora debole, ma almeno non mi sembra più di andare a fuoco” rispose lei, Ben si lasciò scappare una lieve risata e per Rey fu il suono più bello che avesse mai sentito.
“Direi che hai reso bene l'idea” le disse “Oh, hai sete?” aggiunse quando si accorse che si teneva ancora la mano tesa verso la bottiglietta d'acqua.
“Mi sento come se non bevessi da giorni” era una sensazione che Rey conosceva bene, a volte su Jakku restava senza acqua per un giorno o due ed erano sempre i giorni peggiori perché si sentiva sempre sull'orlo di un collasso. Ben si alzò dalla sedia, si avvicinò al tavolino per prenderle l'acqua e si premurò persino di stapparle la bottiglia prima di porgergliela. Nel giro di poco Rey bevve quasi tutta l'acqua, con il risultato che gliene colò anche un po' addosso come se fosse una bambina.
“Grazie” disse porgendo la bottiglia a Ben, che la posò sul tavolino e si sedette sul bordo del letto “Sei rimasto qui per tutto questo tempo?” gli chiese.
“Quasi, appena ti hanno portata qui c'era Rose con te perché io e Jacen dovevamo fare rapporto e ti ho raggiunta appena ho finito”
“Come sta Rose?” Rey si era quasi dimenticata che anche la sua amica fosse stata ferita, anche se di striscio e ricordava che lei non avesse manifestato alcun sintomo.
“Sta bene, anche se si sentiva in colpa per quello che è successo e spero di averla rassicurata dicendole che non è così”
“Sono stata io a insistere di salvare gli ufficiali, è soltanto colpa mia”
“Non dire così” le disse allungando una mano verso di lei e spostandole una ciocca di capelli dal viso “E ciò che conta è che tu adesso stia bene”
“Credevo che non ce l'avrei fatta... avevo paura di lasciarti di nuovo” ammise ricacciando indietro le lacrime, Ben si sporse leggermente in avanti e l'abbracciò stando attento a non farle staccare la flebo dal braccio.
“Anch'io avevo paura di perderti” confessò “Non so cos'avrei fatto se ti avessi persa ancora una volta” Rey avrebbe voluto promettergli che non l'avrebbe mai persa, ma sapeva che sarebbe stata soltanto una bugia e che era una promessa che non avrebbe mai potuto mantenere.
“Ti amo” le parole le uscirono dalla bocca ancor prima che se ne rendesse conto “Sul Falcon... stavo per dirti che ti amo” si affrettò ad aggiungere, era stata troppo diretta? Le parole non erano mai state il suo forte e quelle due semplici parole le sembravano quasi banali per esprimere ciò che provava per lui.
"Ti amo anch'io Rey, più di ogni altra cosa al mondo” le disse Ben stringendola di più e dandole un bacio sui capelli.

 

Spazio Autrice:

Allora, so che avevo detto che ci sarebbero state soltanto due parti, ma ho ritenuto più opportuno segnare questo capitolo come terza e ultima parte della missione.
Forse sono stata un po' cattivella con Rey (scusa mia cara), ma il Nuovo Impero non scherza affatto e gioca sporco.

Note:

[1] Lo stim è presente in tutti i kit medici, è una sostanza liquida e stimolante che può far riprendere conoscenza, in alcuni casi anche trattare certe ferite. Appare in alcuni fumetti e nel videogioco Jedi Fallen Order.

   
 
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