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Autore: ValeKikyo    19/12/2020    1 recensioni
Questa sarà una raccolta di fanfiction Hurt/Comfort, in generale one-shot totalmente a sé stanti, scritte per il gruppo FB "Hurt/Comfort Italia Fanfiction & Fanart", nelle challenge altre persone danno un prompt e lo scrittore deve adattarsi ad esso, quindi tratteranno tutti di temi diversi, unica cose in comune, la dinamica hurt/comfort, spero vi piacciano!
Genere: Guerra, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sfida Scritta per la #nowisyourturnchallenge

Prompt: Personaggio A, nonostante B dica il contrario, sottovaluta un problema di salute che si rivela con il tempo peggio del previsto

Sfida

C’erano poche cose in grado di fare veramente del male a una Nazione.
Le crisi economiche erano la causa principale di dolore, oltre ovviamente alle varie ferite riportate nelle numerose battaglie che una Nazione è costretta a combattere.
Si era immuni alle malattie umane, ma a volte le malattie che colpivano loro erano anche peggio.
America se ne stava accorgendo di giorno in giorno.
Era ormai mesi che soffriva, febbre, tremori e inappetenza, sintomi che per gli umani caratterizzavano il nuovo virus che stava imperversando per il mondo.
Ovviamente nel suo caso non si era preso il patogeno vero e proprio, come per ogni Nazione, soffriva perché il suo popolo soffriva, e manifestava gli stessi sintomi della loro sofferenza.
Ma lui aveva il potere e il dovere di andare avanti, proprio per il suo popolo.
“Essere noi è più una maledizione che una benedizione, ricordalo sempre”
Quando Inghilterra gli aveva detto quelle parole da piccolo, non ci aveva creduto,
ma adesso, dopo più di 150 anni come Nazione autonoma, si era reso conto di quanto avesse ragione.
Era all’ennesimo incontro con quell’idiota del suo capo, stava parlando, ma di fatto Alfred non riusciva a connettere ciò che sentiva con il cervello.
Perché doveva esserci proprio lui in quel momento di crisi?
Era sicuro che con un presidente migliore sarebbe stato molto meglio, perché il suo popolo sarebbe stato meglio.
-America, mi stai ascoltando?-
Poi quell’accento, era una Nazione enorme, aveva imparato ad apprezzare la parlata di tutti i suoi cittadini, ma il suo era arrivato a odiarlo.
-Sì, signor presidente- rispose meccanicamente.
-Quindi cosa ne pensi?-
Alfred aprì la bocca per parlare, ma gli mancò l’aria, un altro sintomo che sporadicamente gli si presentava, guarda caso ogni volta che doveva avere a che fare con il suo capo.
Ma lui era forte, doveva esserlo.
-Io penso che…-
E poi fu il buio.

Sbatté le palpebre, sentendo qualcosa di fresco che gli veniva posato sulla fronte.
-Sei un idiota-
Quello era un accento decisamente diverso, un accento che gli piaceva molto di più sentire.
-Inghilterra…cosa…-
-Avevo un brutto presentimento e sono venuto a trovarti, a quanto pare non mi sbagliavo-
-Il capo…devo andare…-
-Al tuo presidente ci ho pensato io, al contrario di te posso dirgli in faccia come stanno le cose-
America ridacchiò, sospirando.
-Ti ho avvertito più volte di non sottovalutare quando ci sentiamo male, la situazione da te è disastrosa, devi riposare-
-Non posso…è mio dovere lavorare…sono un eroe, e gli eroi fanno ciò che è giusto-
-Gli eroi sono inutili se entrano in coma, e sai che può succedere se sottovalutiamo i segni-
Sospirò di nuovo, affondando la testa nel cuscino.
-Nemmeno tu sei al massimo della forma però, e ti sei fatto un viaggio oltreoceano-
-Sto comunque meglio di te, e di fatto mi riposerò, perché ti terrò compagnia per tutto il tempo-
Alfred sorrise contento.
-Arthur…se io fossi ancora una tua colonia…tu soffriresti di più? Subiresti anche il mio dolore?-
-Non tutto, ma sì, io soffrirei di più e tu soffriresti di meno-
-Bene…un motivo in più per cui ho fatto bene a rendermi indipendente…-
-Stupido-
Lo fece mettere a sedere, cercando di togliergli un po’ di sudore col panno.
-Adesso ti metto uno di quel gel rinfrescanti sul petto, uno dei tuoi agenti mi ha detto che hai avuto anche sintomi respiratori, non avrebbe senso darti farmaci umani ma posso darti un po’ di sollievo-
L’americano annuì, mentre lui gli slacciava il pigiama.
-In genere mi spogli per altri motivi-
Arthur gli diede uno schiaffetto sul braccio, andando a prendere la crema.
Ne prese una piccola quantità e cominciò a spalmargliela con movimenti concentrici.
-Mmm…è fresca…-
-Già, ti aiuterà a respirare meglio, dovrebbe darti un minimo di sollievo-
Chiuse gli occhi, godendosi il tocco delicato ma fermo dell’altro, una vera e propria coccola.
Ne aveva decisamente bisogno.
-Ho anche fatto del tè, con tanto miele e cannella come piace a te-
-Wow…non è che in realtà sto per morire?-
-Mpfh, ci vuole ben altro per ammazzare uno come te-
In realtà il tè si era un po’ freddato, ma era meglio così, almeno era più bevibile.
-Mh…dolce…-
-Troppo?-
-No, va benissimo così…grazie…-
Inghilterra sorrise, gli accarezzò una guancia e lo baciò delicatamente sulle labbra, assaporando anche lui il miele.
-Ricordati, io ci sarò sempre per te-
Alfred annuì, mentre calde lacrime scendevano sulle sue guance.
Era paradossale, aveva raggiunto l’indipendenza, ma aveva bisogno di Inghilterra più di prima.
-Finirà mai?-
L’inglese scosse la testa, appoggiando la fronte alla sua.
-La nostra sola salvezza è la morte, ma possiamo trovare piccoli momenti di gioia anche nella vita-
Alfred lo abbracciò di slancio, godendosi il calore del suo corpo.
Con Inghilterra al suo fianco, sarebbe stato in grado di affrontare qualsiasi cosa.

Buonasera a tutte!
Per questa particolare challenge, la sfida consisteva nell'invertire i ruoli sick/caretaker, almeno teoricamente, ma dato che Alfred e Arthur li ho sempre abbastanza interscambiati, in questo caso non è una h/c UsUk tanto diversa dalle altre.
Spero che questa raccolta continui a piacervi, alla prossima!
  
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