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Autore: Funlove96    19/12/2020    1 recensioni
Arriva il Natale anche per i nostri amici di Fairy Tail ed Edens Zero. E anche per loro è un Natale speciale, passato tra affetti lontani e vite scombussolate in pochi mesi. Come affronteranno queste giornate?
Se vi va, possiamo andare a scoprirlo insieme.
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Raccolta partecipante al Christmas Lockdown indetto dal forum FairyPiece.
Spero vi piaccia, buona lettura.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction partecipante al Christmas Lockdown, indetto dal forum FairyPiece-Fanfiction&Images.

Stanza: Camera da Letto.
Prompt: Boxer.



Il sottile fascio di luce filtrava attraverso le tende color crema, andando a farsi largo nella camera da letto, illuminando una delle pareti dai toni bordeaux, e andando ad adagiarsi, tanto placido quanto spietato, sul piumone verde chiaro, facendo brontolare l'omone, ormai brutalmente strappato dalle braccia di Morfeo.

Un'altra giornata, l'ennesima, era appena iniziata...

"Accidenti!" grugnendo il ragazzone dai capelli neri tirò più su le coperte, nella speranza che quegli strati di stoffa potessero schermarlo dai raggi solari -i quali avevano preso il sopravvento sulla neve già caduta, illuminando le montagnole bianche che si erano adagiate sui davanzali- che non avevano intenzione di farsi frenare dalle palpebre strette con forza e stizza. Erano in pieno inverno ma quel sole che compariva, dopo due interi giorni di neve e freddo, rompeva le scatole pure sotto Natale...

Un Natale dal gusto amaro, come lo erano stati quegli ultimi mesi del resto, che si avvicinava giorno dopo giorno, inarrestabile, come da tempo sembrava esserlo quella situazione, nonostante la speranza, come si suol dire, fosse l'ultima a morire, e si guardasse ad ogni più piccolo passo avanti con gli occhi ricolmi di essa.
"E non prenderti tutte le coperte scimmione!" Lo redarguì la ragazza dai capelli azzurri, svegliata più che dalla luce dalle proteste del proprio compagno. Stavano insieme da ben sette anni, eppure ancora si stupiva della poca creanza di Gajeel, così come lui si stupiva dell'incredibile bellezza della sua compagna, anche di prima mattina, senza trucco -non che si truccasse spesso- mezza addormentata e anche irritata.
Lanciò un'occhiata all'orologio sulla parete di fronte, scrutando i numeri neri tra le palpebre semi aperte, grugnendo ancora qualcosa, forse incomprensibile anche per lui, notando quanto fosse troppo presto per i suoi gusti.
Appena le sette e qualche minuto...

"Dormi gamberetto, sono le sette..." cingendole con un braccio la vita, la strinse a sé, impedendole di alzarsi, come stava provando a fare, e mettendo fine, almeno momentaneamente, alla discussione. Non gli andava di sorbirsi le ramanzine di prima mattina, soprattutto col clima che tirava negli ultimi tempi, che lo rendeva già nervoso di suo. Almeno nell'intimità della loro camera voleva stare tranquillo, e voleva lo stesso anche per lei. Lì tutte le tristezze e i problemi quotidiani dovevano essere spazzati via, gettati in un angolo scuro finché non avessero deciso di tornare a pensarci. Il lavoro, lo studio, i vari crucci, tutti fuori da quella porta...

L'ultimo esame di ingegneria meccanica, tenutosi online a causa della situazione in cui versavano, era andato male, e sebbene non fosse responsabilità di nessuno se non della rete internet -giunti alla fine la linea era saltata, e quei pochi minuti che ci aveva impiegato per rimettersi a posto avevano causato la cancellazione della registrazione di quella sessione- erano stati costretti a decretare un'altra data, che il moro ancora non conosceva, e questo lo rendeva ancora più antipatico di quanto potesse risultare di solito, soprattutto nei confronti dei coinquilini...
Ma non quella mattina!
Le vacanze invernali si avvicinavano, e lui aveva deciso di non appesantire ulteriormente la situazione. D'altra parte, tolta l'università e il lavoro che momentaneamente mancava, non poteva rischiare di perdere anche la pace -sempre se quella che regnava in quell'appartamento abitato da sei persone si poteva definire tale- che aveva almeno in casa, con la sua ragazza e quegli amici che si era fatto anni addietro, proprio grazie a lei.

"Ho detto dormi... non vorrai assistere a Salamander che cerca di non farsi ammazzare?" la frenò dall'alzarsi, una cosa positiva di tutto ciò era che potevano restare a letto di più e nessuno gli avrebbe rotto le scatole. "O peggio..." le sussurrò sporgendosi per parlare all'orecchio. "Mentre cerca di farsi perdonare dalla bunny girl a modo suo?" ghignò malandrino, ricordando perfettamente pochi mesi prima, quando erano tornati a casa e li avevano trovati sul divano, distesi abbracciati e sudati, oltre che coperti solo da un lenzuolo beige, in una scena che nulla lasciava all'immaginazione, soprattutto sul confine tra amicizia e amore che, per i due, si era appena sgretolato, lasciandoli attraversare tranquillamente il punto di non ritorno. E doveva averlo ricordato anche Levy, perché si girò accoccolandosi al ragazzo e coprendosi con le mani il volto, ormai arrossato a causa dell'imbarazzo che le provocava il rievocare la scena. Quelle successive erano state le primissime settimane di quella relazione tanto sperata da tutti -le ultime spensierate, prima che il mondo intero venisse scosso- e oltre qualche premura di più, i litigi causati dalla gelosia di entrambi, per lo più per qualche ragazzo che ronzava troppo intorno a Lucy, o qualcuna che non si faceva scrupoli a fare la gatta morta col rosato, erano quasi all'ordine del giorno. Avevano poi trovato poi la pace, ma le scenate capitavano ancora spesso. E beh, anche le riappacificazioni...
Ma non voleva pensarci, non quando aveva il suo compagno vicino e una giornata piena di nessun'altro impegno se non rimanere a letto per ore, alzandosi magari solo per sgranocchiare qualcosa. Si strinse sentendo sulla pelle quanto anche Gajeel preferisse stare tra quelle lenzuola calde di loro, che la sera prima non erano stati dei santi. Ghignò ancora il ragazzone, ricordando come la ragazza aveva provato a trattenere tutti i suoni che potessero uscire dalla propria bocca, fallendo a tratti, riuscendo solo nel trovare, tra le labbra del compagno, la via d'uscita di quelle piccole indecenze che solo lui riusciva a farle dire.

A lui quei piani di quella mattina non dispiacevano, e di certo era meglio quelli che sentir brontolare il rosato per aver ignorato l'avvertimento della sera prima: Domattina la cucina mi serve, che nessuno rompa! aveva scandito bene ai tre mori, e lui non aveva nulla in contrario, non è che avesse da fare chissà cosa in quel periodo se non girovagare per casa inebetito, entrando in stanze a caso solo per non ricordarsi cosa doveva fare, e a tratti fare qualche maratona su Netflix. Avrebbe scoperto più tardi se avrebbe dovuto smaltire la spazzatura oppure un cadavere. Per il momento aveva altri piani: Un certo bisogno mattutino si faceva sentire, i boxer faticavano a contenerlo e non aiutava affatto l'avere il corpo della sua nanetta così stretto al proprio...
Lento e silenzioso come il nero felino che ancora dormicchiava sul davanzale fregandosene altamente del sole, si addentrò al di sotto delle coperte, iniziando a stuzzicare la sua donna, che si irrigidì sentendo già il calore al basso ventre, in una non tanto muta richiesta di togliere finalmente quei dannati vestiti, divenuti ormai di troppo per gli invitanti piani che li attendevano...

"S-Smettila... c-ci... ci sentira-an-no..." parlare era sempre difficile quando il suo uomo iniziava a maneggiare i suoi punti deboli, ormai esperto di ciò che le piaceva, così come lei, che dopo ancora qualche gemito maltrattenuto aveva deciso di non essere da meno. Come si dice, nella botte piccola c'è il vino buono, e Levy era il vino di cui Gajeel si sarebbe ubriacato per il resto della vita, diventata magnifica nel momento in cui aveva realizzato che anche lui, cresciuto con la zia dopo la morte dei genitori -suo padre era un soldato, morto a causa di una mina non rilevata dal metal detector, forse malfunzionante, mentre scandagliava quella che era stata una zona di guerra, durante le operazioni di bonifica dell'area. Sua madre invece, già malata da tempo, aveva raggiunto suo marito nemmeno tre anni dopo, lasciandolo alle cure della sorella- quando aveva appena sette anni, poteva e sapeva amare.

Da bulletto del liceo era divenuto un ragazzo responsabile, per la felicità di Metallicana, che aveva trovando quasi una figlia nel topo da biblioteca, come proprio lui aveva soprannominato Levy al primo anno per farsi grande davanti ai compagni, che aveva saputo far mettere giudizio al nipote.
Il carattere a tratti scontroso era rimasto, eppure restare chiuso nello sgabuzzino delle scope con la bluetta -ancora oggi si domandava perché, alla festa di Shiki, lei ci fosse andata, e avesse addirittura accettato quello strambo gioco della bottiglia, proposto da una Rebecca troppo ubriaca per ragionare- aveva decretato il punto di svolta nel suo stesso modo di fare, cambiandolo drasticamente senza che neanche lui se ne accorgesse. Ma poteva dire per certo che quel cambiamento non gli dispiacesse...

"Dimmi un po''..." ridacchiò maliziosa. "Quali sarebbero i tuoi piani per passare il tempo?" guardò in basso lui, dove proveniva la voce della sua adorabile nanetta, e laddove trovò il volto della ragazza... posizionato proprio accanto all'inguine...
Si era fermata dallo spogliarlo del pigiama grigio, iniziando a tirare l'elastico dell'intimo con pollice e indice, pizzicando la stoffa scura, che poco più tardi scivolò a terra -mentre gli occhi scuri erano incastrati in quelli blu, troppo vicini a quelle labbra invitanti, ma troppo belli per ignorarli, pure con quei pensieri indecenti su dove le avrebbe posate- raggiungendo vestaglia e slip azzurri di lei, e no, Gajeel lo sapeva bene, non si sarebbe certo fermata.
Poteva sembrare piccola e innocente, e si, era stata la prima impressione -giusta tra l'altro- che aveva avuto di lei la prima volta che l'aveva vista, eppure a letto sapeva accendersi e accendere lui di una passione inimmaginabile. L'orgoglio maschile innalzava la coppa dell'essere l'artefice del cambiamento del suo gamberetto, il creatore della Levy sexy e maliziosa, pronta a passare dal dolce agnellino all'indomabile tigre che ora si rispecchiava negli suoi occhi scuri.
Ghignò il moro, e Levy sentì l'ennesimo scompenso -al cuore e al ventre- nel vedere la fila di denti bianchissimi, ambasciatori di un risveglio certamente piacevole per entrambi...

Mai si era sentita a quel modo, non aveva avuto chissà quante storie, ma nemmeno era impreparata. Lo sapeva cosa succedeva tra due persone che si amano, ma mai aveva pensato che sarebbe stata travolta così tanto da quel sentimento che sua madre le aveva tanto decantato. Non era un'appassionata di romanzi d'amore, e aveva preso a leggerli solo da quando aveva conosciuto, appena cinque anni prima, Lucy, venuta a cercare lavoro nella biblioteca del campus, dove già lavorava lei, e anche se non erano le sue storie preferite -impazziva per il fantasy, se c'erano draghi, ninfe, magia e avventura allora Levy McGarden lo aveva di sicuro letto, ricordando ogni frase che ci fosse scritta- aveva imparato ad apprezzarle molto, comprendendo meglio anche la cura che la bionda, appassionata di lettura come lei, importava per maneggiare i tomi.
Certo, il più bel romanzo, il suo preferito, non lo aveva letto, lo stava vivendo, e per quello che la riguardava, l'autore migliore del mondo era quello che le stava marchiando la pelle a suon di baci e carezze, con lei che si mordeva le labbra per non fare troppi rumori...

In quei momenti non esistevano quegli altri rompiscatole dei loro coinquilini, tanto rumorosi -nei limiti, la padrona di casa era stata chiara su feste e rumori che potevano disturbare gli altri condomini- quanto impossibili da non amare. Esistevano solo loro due, una relazione su cui nessuno avrebbe scommesso nulla, troppo diversi, eppure perfetti l'uno per l'altra. Lei il giorno, il suo sole. Quello che sa essere afoso. Lui la notte, la sua, non quella fredda e scura, quella calda, piacevole. Quella che passi tra le coperte con una bevanda calda a scaldarti la pancia appena la ingerisci, sentendo i muscoli rilassarsi al dolce tepore. Non esisteva, per quei pochi momenti di intimità, il mondo scombussolato di quegli ultimi mesi.
Dopo... si sarebbero preoccupati dopo di tutto.
Dell'iniziare la giornata, dei loro coinquilini, degli affetti lontani e il senso di solitudine -strano come ci si possa sentire soli anche con tutte le persone che ci circondano- delle videochiamate a parenti e amici per gli auguri di una festività, mai come quell'anno, diversa dal solito...
Dopo...

Avrebbero pensato a tutto dopo...



[1949 parole]



Angolo autrice.
Ed eccoci al secondo capitolo! E si, avevo dimenticato di mettere il banner ieri😅 ma per fortuna ho rimediato.
Una bella GaLe stavolta, che ha deciso di passare una mattinata movimentata... a letto😏
Chissà chi vedremo domani. Ovviamente solo se volete.
Grazie per aver letto, a domani.
Ciao❤️
   
 
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