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Autore: kuroi_karasu    20/12/2020    0 recensioni
Cosa sarebbe successo se Izuku Midoriya non avesse mai ereditato One For All? E se non fosse stato neanche Mirio il successore chi avrebbe avuto questo potere? E cosa sarebbe successo a Deku.
Questa è la storia proprio delle loro vite così intrecciate senza che neanche loro lo sappiano.
Da una parte una ragazza che si è ritrovata con una responsabilità enorme da gestire mentre dall'altra un ragazzo, stanco di quel sistema di eroi che non faceva altro che far soffrire le persone e, a dividerli, una guerra e tante, troppe complicazioni.
Ideali così simili eppure il modo di perseguirli era completamente diverso e a complicare ulteriormente le cose, le vite che li portano solo ad allontanarsi ulteriormente l'uno dall'altro.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Silenzio. Era quello che si percepiva in tutto il dormitorio. Non una singola mosca volava mentre i componenti della classe mangiavano silenziosamente la colazione prima di dirigersi verso la classe per le solite lezioni. Ormai erano all'ultimo anno eppure la situazione non sembrava intenzionata a cambiare. Solitamente non c'era mai quel silenzio ad accompagnare la mattinata che passava tra le prese in giro, le urla e le risate. Ma quel giorno nessuno osava dire niente: Mineta, che neanche la mattina si risparmiava le sue solite battute pervertite, era in perfetto silenzio, Denki e Eijirou, al posto di scherzare con Katsuki, cercando possibilmente di non farsi uccidere, erano quasi a disagio, lanciando qualche sguardo al lato opposto del tavolo, neanche le ragazze avevano la voglia di aprire la bocca per parlare, soprattutto Hagakure e Mina, solitamente le più rumorose. Tutta l'attenzione della classe era concentrata in un solo punto, o per meglio dire, su una sola persona.
Taiyo Kokai era seduta in modo composto sulla sua sedia, mandando giù lentamente il caffè contenuto nella tazza che le era stata messa davanti appena scesa. Sapeva di essere la causa di quel comportamento ma in quel giorno neanche volendo avrebbe potuto fare diversamente. Dopo tre anni passati praticamente a vivere insieme e diventando uno dei collanti di quel gruppo così variegato era quasi normale che il suo umore influenzasse in quella maniera i ragazzi della terza A. come avrebbe potuto essere diversamente? Quella ragazza era importante per ognuno di loro, anche se in maniera differente per ciascuno. Eppure quella situazione non era nuova, non sapevano cosa la causasse ma ogni anno, alla stessa data, ciò che accadeva era quello. La corvina si chiudeva in sé stessa e non parlava con nessuno, non alzava mai gli occhi se non per copiare la lavagna durante le lezioni, non mangiava e se lo faceva era solo perché qualcuno le metteva davanti il cibo e la corvina si sentiva troppo in colpa a rifiutare, proprio come il caffè di quella mattina.

Gli occhi dorati si posarono sulla tazza mezza piena, accorgendosi che se avesse preso anche solo un altro sorso avrebbe vomitato il tutto. Si alzò lentamente, posò la tazza nel lavandino per poi dirigersi verso l'ascensore, cliccando sul bottone del secondo piano, dove si trovava la sua stanza. Era l'unica ragazza su quel piano e la sollevava il pensiero di poter fare quanto rumore volesse senza preoccuparsi di svegliare nessuno, visto che sul lato e sotto non c'era nessuno, mentre esattamente sopra la sua stanza si trovava quella di Hagakure, che aveva il sonno parecchio pesante. Uscì dall'ascensore, dirigendosi lentamente verso la sua stanza. Se doveva essere sincera non aveva la minima voglia di andare a lezione ma non era neanche quel tipo di ragazza che saltava la scuola, o meglio, neanche se lo fosse stata l'avrebbe fatto. Entrata nella camera che le era stata assegnata si buttò sul letto da una piazza e mezza, portandosi una mano davanti al viso osservandola. Per lei essere entrata nella UA era un sogno ma ancora di più lo era ciò che era successo prima, conoscere All Might ed essere addirittura scelta per usare il suo potere. Quella era sicuramente una cosa che non si sarebbe aspettata. Ma il solo pensiero la fece venire le lacrime agli occhi, lui sarebbe stato emozionato da quel racconto, ricordava l'emozione che aveva provato il giorno in cui si sarebbero incontrati di nuovo, ricordava i brividi di nervosismo e l'attesa per vedere i suoi occhi illuminarsi alla notizia. Ma non era mai arrivato, quella stanza di ospedale era rimasta vuota per tutta la giornata e anche per i giorni successivi, tranne per le visite dei dottori. Inizialmente aveva pensato fosse arrabbiato ma le era arrivata presto quella notizia sconvolgente, la notizia della sua morte. Ricordava le lacrime versate e il dolore sordo al petto che non era mai andato completamente via nonostante gli anni passati. Quel giorno, però, non era l'anniversario della sua morte, ma bensì l'anniversario dell'ultima volta in cui si erano visti. Il dolore al petto le ricordava ogni giorno quel periodo della sua vita, nel quale il ragazzo era stato l'unico a restarle accanto nonostante tutto. Si risvegliò dai suoi pensieri sentendo la porta aprirsi, sbattendo contro il muro e facendo cadere un po' di intonaco a terra. Ormai il punto in cui la maniglia batteva contro il muro non solo era rimasto senza colore ma sembrava si stesse scavando un buco. Spostò lo sguardo sul ragazzo appena entrato e notando la sua espressione quasi infastidita non poté fare a meno di sorridere, tra tutti era l'unico a comportarsi in modo normale con lei, probabilmente perché era anche quello che la conosceva meglio.

“Oi, Morticia, muoviti, siamo in ritardo”

Le disse solo, con un tono che non ammetteva repliche mettendosi le mani nelle tasche del pantalone, con già indosso la divisa scolastica. Il ragazzo sapeva che non stava bene, sapeva che soffrisse e il fatto che non gli avesse mai detto il motivo lo irritava enormemente, lui era il migliore in ogni cosa e anche consolarla per qualsiasi cosa fosse non sarebbe stato difficile. Era Katsuki Bakugo, doveva considerarsi fortunata che si interessasse a lui. Questo era quello che pensava, e alcune volte diceva anche, il biondo. Ma Taiyo sapeva benissimo che in realtà si preoccupasse per lei. La ragazza annuì distrattamente alzandosi in piedi e spogliandosi dopo essersi accertata che il ragazzo avesse chiuso la porta dopo essere entrato. Il loro rapporto era sicuramente strano, cominciato con Katsuki che le urlava di allontanarsi e la ragazza che insisteva nel stare al suo fianco, poi si era trasformato presto in qualcosa di fisico, ogni volta che stavano insieme da soli non resistevano e si saltavano letteralmente addosso. Pian piano tutto ciò si era trasformata in una strana relazione, senza neanche che i due ne parlassero seriamente. Il ghigno sul volto del ragazzo, in quel momento, lasciava trapelare le sue intenzioni molto chiaramente ma prima che potesse fare qualsiasi cosa la ragazza si vestì completamente.

“L'hai detto tu, siamo in ritardo Katsuki”

Chiarì la ragazza mentre posava lo sguardo su di lui sentendolo sbuffare. Era così abituata ai comportamenti del ragazzo che neanche ci faceva più caso. Prese la tracolla con i libri ed esitò a prendere la collana che indossava tutti i giorni, non era decisamente il caso di portarla, l'avrebbe solamente fatta sentire peggio, ma nonostante ciò la mise al collo uscendo. Rimase completamente in silenzio durante tutto il viaggio verso la classe, entrando poco prima del professore, evitandosi così il ritardo. Si sedette al posto, vicino alla finestra e dietro a Katsuki per poi cominciare a seguire la lezione del professor Ectoplasma, matematica. Fu tutto molto tranquillo, le pause le passò a guardare fuori dalla finestra, non rispondendo neanche quelle poche volte che le parlavano, sapeva di star facendo preoccupare tutti e cercava di rimediare con un piccolo sorriso chiaramente forzato, rigirandosi la collana tra le dita. Suonò presto la campanella della pausa pranzo e la ragazza si ritrovò letteralmente rapita da Denki che la prese a braccetto da un lato, mentre l'altro arto veniva arpionato da Mina, che erano intenzionati a farla distrarre, insieme al resto della classe.

“Ragazzi ma cosa fate?”

Chiese confusa la corvina notando come anche tutti gli altri suoi compagni di classe, al posto di uscire, la guardassero con il sorriso sulle labbra alcuni, altri quasi nervosi per una sua possibile reazione, quasi in attesa che qualcuno spiegasse la situazione per primo. A parlare, chiarendo la situazione, fu Ida, il loro rappresentante di classe. Sia lui che Momo erano riusciti a mantenere il ruolo per tutti e tre gli anni e la cosa non aveva sconvolto nessuno, visto l'ottimo lavoro che avevano sempre fatto.

“Visto che tu hai sempre tirato su di morale tutti quando serviva volevamo aiutarti noi questa volta.”

Spiegò il ragazzo con gli occhiali, facendo il solito gesto abituale con la mano, quasi fosse un robot, mentre annuiva convinto alle parole quasi urlate, sostenuto dai sorrisi della classe.

“Abbiamo chiesto il permesso ovviamente e il professore ci ha concesso di uscire fuori scuola per pranzo, nel ristorante qui vicino. Avremo poi il pomeriggio libero e dovremo tornare alle sei.”

Concluse fermando finalmente la sua mano che la ragazza si era messa a seguire con gli occhi e sentendo tutta la spiegazione non aveva potuto fare a meno di sorridere dolcemente e ridere a bassa voce, scuotendo la testa a metà tra il divertito e l'imbarazzato. Sapere che i suoi compagni tenessero così tanto a lei la fece sorridere e annuire alla loro offerta, mentre si spostava i capelli ricaduti sopra i suoi occhi.

“E va bene, menomale che oggi non abbiamo lezioni il pomeriggio”

Disse sospirando leggermente ma mantenendo il sorriso leggermente tirato sulle labbra, non si sentiva particolarmente a suo agio ad uscire con tutto quel turbine di emozioni negativi che le riempiva il petto ma non voleva neanche deludere i compagni, che decidendo che non si sarebbero cambiati, la trascinarono fuori dalla classe e successivamente fuori. Una volta all'aria aperta prese un profondo respiro, mentre il vento le spostava non solo i capelli ma anche la gonna, facendola oscillare leggermente. Era decisamente una bella giornata, quasi quanto quella di tredici anni prima.
 

Cielo limpido e sole che colpiva ogni cosa, rendendo agli occhi della bambina dai lunghi capelli biondi, mischiati a qualche ciocca più scura, tutto ancora più bello e colorato. Il vento soffiava ma non era di quelli fastidiosi e che faceva rabbrividire, era più una brezza che concedeva tregua dal caldo soffocante di quella giornata. Taiyo avrebbe tanto voluto uscire fuori e correre magari a quel parco, non troppo lontano da lì, dove si divertiva ad andare con la sorella. Ma non le era concesso, in realtà non solo quello ma neanche alzarsi da quel letto d'ospedale era consentito. Avrebbe rischiato la vita anche solo facendo una decina di passi, vista la debolezza del suo corpo, aumentata solo con quella malattia che si era manifestata pochi mesi prima. Una malattia che non solo la indeboliva in maniera assurda ma che stava anche cambiando il suo corpo. I capelli, una volta lunghi fili dorati stavano cominciando a scurirsi, ogni giorno molte ciocche sembravano diventare nere, e i suoi grandi occhioni azzurri mostravano alcune pagliuzze dorate. Non solo quello ma la pelle stava diventando visibilmente più pallida e lei sempre più magra, tanto che anche in quel momento era attaccata alle flebo, l'unica cosa che la teneva in vita. Vedendo fuori dalla finestra dell'ospedale alcuni bambini correre ridendo sentì solo una grandissima voglia di piangere e, infatti, i primi lacrimoni scesero sulle guance di Taiyo. Si lasciò sfuggire qualche singhiozzo mentre tra le piccole mani stringeva la coperta che la copriva. Era solo una bambina di cinque anni, come poteva non piangere essendo costretta a letto in quel modo. Ma sentendo il cigolio della porta si girò, osservando il ragazzino che aveva timidamente aperto la porta, puntando gli occhi confusa sulla bionda che piangeva e subito si avvicinò al suo letto, arrampicandocisi sopra.

Come mai piangi?”

Le chiese con una vocina curiosa e triste mentre si metteva comodo sul letto, seduto davanti a lei e tenendo tra le mani un pupazzetto con il quale stava giocando. Lei non era intenzionata a smettere di piangere e, anzi, portò i piccoli pugni a strofinarsi gli occhi ormai arrossati da cui continuavano a scendere le copiose lacrime. I genitori della bambina in quel momento erano entrambi a lavoro e lei era costretta a passare il tempo da sola, su quel letto senza nemmeno poter andare alla sala ricreativa per i bambini.

Vo-Voglio tant-tanto uscire e... e giocare. So-no sempre... so-sola.”

Rispose tra le lacrime e i singhiozzi per poi sentire qualcosa contro le sue mani e togliendole dal viso vide che il bambino aveva sorriso spingendole il pupazzo contro, quasi aspettando che lei lo prendesse in mano. Appena lo fece guardò confusa prima uno e poi l'altro mentre al ragazzino si illuminarono gli occhi eccitato, non sapeva se per aver parlato con la biondina oppure per il giocattolo che lei teneva in mano.

Gioco io con te. Possiamo diventare amici, verrò a trovarti ogni volta che potrò!”

Chiarì alla fine lui alzando le braccia al cielo e guardandola con sguardo decisamente emozionato. A quelle parole la ragazzina spalancò gli occhi e con la manica della maglietta che le avevano fatto indossare si pulì il viso dalle lacrime guardandolo come per chiedergli se fosse vero, se lui avrebbe davvero giocato con lei e se avrebbe finalmente potuto avere un amico. Era sempre stata una bambina attiva, di quelle a cui piaceva correre e giocare e per lei tutta quella situazione era stata decisamente difficile, non sapendo come affrontarla. Era piccola e sentirsi dire che non poteva alzarsi l'aveva confusa ma allo stesso tempo quando aveva disobbedito all'ordine del medico qualche settimana prima aveva sforzato il corpo a tal punto di rischiare di finire in coma. Ricordava il fortissimo dolore e da allora aveva avuto paura a fare qualsiasi cosa.

Bene, allora siamo amici. Io sono...”
 

Sussultò sentendo un braccio avvolgerle i fianchi e subito si girò notando che fosse solo Eijirou che l'aveva vista distratta e voleva riportarla alla realtà. Certo Taiyo stava insieme a Katsuki ma lui non si lasciava di certo sfuggire gesti così dolci e protettivi davanti a tutti, anzi, era raro che lo facesse anche quando erano da soli. Mentre Eijirou era probabilmente quello che si avvicinava maggiormente al suo carattere. Erano molto simili e quindi andavano decisamente d'accordo e la cosa irritava il fidanzato, a giorni alterni. Alcune volte sembrava non gli importasse e altre si ingelosiva a tal punto da usare le sue esplosioni sul ragazzo, probabilmente lui sarebbe già morto se non fosse per il suo quirk. In quel momento, per esempio, si limitò a sbuffare, affiancando i due.

“A cosa pensavi?”

Le chiese il piccolo sasso ambulante mentre le lasciava andare i fianchi camminando al suo fianco e piantandosi sul viso un sorriso decisamente appuntito. In un primo momento la ragazza tentennò leggermente, probabilmente avevano notato che la sua espressione si era rabbuiata a quel ricordo e probabilmente anche i suoi si erano fatti lucidi.

“Al passato.”

Rispose semplicemente accennando quello che doveva essere un sorriso ma che risultava essere una smorfia infastidita. Alle sue parole i suoi compagni la guardarono con la coda dell'occhio, erano preoccupati ma non le avrebbero chiesto niente, tanto sapevano benissimo che non avrebbero ottenuto alcuna risposta e avrebbero solo gettato la compagna in mezzo ad altri ricordi dolorosi. Ad avvicinarsi a lei fu Mezo che le scompigliò i capelli neri riuscendo a farla sorridere leggermente per davvero. Nonostante andasse molto d'accordo con Eijirou la ragazza aveva stretto un rapporto ancora più forte proprio con quel ragazzo che a primo impatto poteva sembrare pericoloso ma che era una persone più gentili che conoscesse. Lo considerava il suo migliore amico, qualcuno che ammirava sicuramente. Aveva una forza assurda, non solo quella fisica: si era sentito insultare per il suo aspetto tantissime volte, aveva visto bambini e non solo piangere dalla paura a causa del suo aspetto tuttavia non nutriva il minimo rancore ed era disposto ad aiutare chiunque si trovasse in pericolo, una cosa che aveva sempre apprezzato. Vedendola finalmente sorridere anche gli altri si rilassarono entrando nel fast food che si trovava non troppo lontano dal centro. Era affollato ma in qualche modo erano riusciti a trovare posto per ben venti persone e subito avevano cominciato a fare casino, tenendo sempre d'occhio una certa ragazzina. Con grande stupore di tutti, nonostante gli occhi stanchi e la pelle pallida, di chi sembrava sul punto di scoppiare a piangere oppure di cadere sul tavolo svenuto, Taiyo sorrideva tenendo il viso appoggiato alla mano.

“Allora visto che siamo tutti riuniti che ne dite se progettassimo anche la prossima uscita?”

Chiese un'eccitata Mina guardando tutti quanti che avevano annuito d'accordo, o almeno la maggior parte: Katsuki si era lasciato andare ad un rumoroso “tch” mentre mangiava il suo panino, Ida aveva ribattuto che non potevano chiedere di uscire così spesso, Momo ricordava che sarebbe stato meglio organizzare un gruppo di studio visto che a breve ci sarebbero stati gli esami mentre Mineta si lasciava andare a qualche commento su come era ovvio che le ragazze lo volessero, seguito da un commento sul seno di Ochaco e dopo ciò niente impedì alla lingua di Tsu di schiaffeggiarlo e l'Earphone jack di Jirou colpirlo in un occhio. Quella scena fece sorridere soddisfatte le ragazze e anche i ragazzi non trattennero una risata divertita, pensando che comunque un po' se lo fosse meritato.

“Ah, ci ho pensato adesso, Kokai. Alla fine l'allenamento come è andato?”

Chiese Sero guardando la ragazza curioso, Taiyo si riprese per l'ennesima volta dai suoi pensieri guardando il ragazzo. Si era dovuta allenare nel migliorare ulteriormente l'utilizzo dei suoi quirk. Perché non possedeva solo One For All, trasmesso da All Might, ma ne aveva uno anche dalla nascita. Non era riuscita a imparare a controllarlo da bambina visto la sua debolezza e, inoltre, i medici erano quasi certi che a causarle quella strana malattia fosse un'incompatibilità tra il suo corpo e il suo potere. Il suo quirk si chiamava Momentum Control, le permetteva di controllare il Momentum di ogni oggetto, cioè controllare la forza che faceva muovere ogni oggetto. Riusciva ad aumentare e diminuire la velocità di qualsiasi cosa o persona che toccava, ma questo suo potere aveva comunque delle limitazione, prima tra tutte il fatto che per accelerare dovesse usare la sua mano destra mentre per rallentare la mano sinistra e, inoltre, l'effetto durava relativamente poco ma le concedeva un enorme vantaggio, soprattutto se combinato al quirk che aveva ricevuto. Gli altri sapevano che avesse ricevuto entrambi i poteri dei genitori ed era stato facile mantenere quella menzogna visto che il padre era a conoscenza di One For All mentre la madre era morta quando era piccola, qualche mese dopo che lei era stata ricoverata.

“Molto bene, riesco a combinare i quirk abbastanza bene anche se è molto stancante”

Rispose soltanto molto brevemente facendo una smorfia quando Koji le spinse davanti al viso delle patatine notando che non avesse toccato ancora cibo, guardandola un poco imbarazzato e quasi nascondendosi dal suo sguardo e la ragazza non poté non intenerirsi di fronte a ciò. La fame non era affatto salita e, anzi, avrebbe solo voluto tornare in camera sua ma si era decisamente accorta che la compagnia della classe le avesse tenuto la mente occupata. Dopo diversi secondi di esitazione allungò la mano per prendere una patatina ma un forte boato distrasse tutti quanti. In pochi attimi a loro fu tutto chiaro, era un attacco in piena regola, un attacco di villain. Il primo pensiero corse verso la lega dei cattivi, d'altronde la lega era stata la principale fonte di guai in quegli anni eppure ormai erano mesi che non si avevano più loro notizie, nessuno sapeva che fine avessero fatto e perché fossero così tanto silenziosi. In pochi attimi erano tutti scattati pronti a combattere e a salvare quante più vite possibili, avevano la loro licenza quindi quella fu la decisione più veloce mai presa in vita loro. Per Taiyo non ci fu esitazione, si alzò in piedi, tra i primi insieme a Katsuki, scavalcando il tavolo e prendendo l'uscita di sicurezza precipitandosi in strada, al suo fianco il biondo puntò gli occhi scarlatti in quelli dorati della ragazza e subito un ghigno si dipinse sul suo volto mentre alcune piccole esplosioni si manifestavano sulle sue mani, cominciò a correre, usando le esplosioni per darsi la spinta. La ragazza intanto attivò il One For All nelle gambe, tecnica che aveva imparato diverso tempo prima e che aumentava notevolmente la sua velocità, facendole reggere il passo di Katsuki. In pochi secondi erano arrivati al luogo dell'esplosione, già pronti a combattere ma la scena che si ritrovarono davanti li lasciò senza parole. C'era già qualcuno a combattere contro quei villains, un ragazzo e una ragazza che dovevano avere la loro età e che probabilmente erano gemelli, vista la loro somiglianza e il modo in cui usavano in quirk. Avevano entrambi dei semplici capelli castana e degli occhi violetti, abbastanza alti e decisamente allenati, visti i loro movimenti. Subito tutta la classe era rimasta imbambolata fissando quelli che dovevano essere dei nuovi eroi muoversi in maniera perfettamente sincronizzata e ben presto i villain furono al tappeto e dalla folla di civili si levarono forti acclamazioni che si trasformarono in urla non appena la ragazza prese un vecchio tubo che apparteneva al palazzo esploso e con un colpo secco oltrepassò da parte a parte il corpo del cattivo. Rimasero tutti senza parole e l'eroe appena arrivato si mise davanti ai due ragazzini guardandoli con gli occhi spalancati e cominciando ad urlare.

“Cosa pensate di fare?! Ditemi subito i vostri nomi e inoltre questi saranno guai seri.”

Urlava l'eroe, un eroe che si stava facendo conoscere nell'ultimo periodo con il nome di Deciever Iron. Era conosciuto più che altro dalle ragazzine soprattutto per il suo bel faccino ma anche per i pettegolezzi che giravano attorno all'eroe. Inizialmente i due si guardarono quasi infastiditi e subito dopo si girarono verso un punto preciso, aldilà delle rovine dell'edificio e, quasi avessero avuto una conferma, scattarono entrambi verso l'eroe, attaccandolo. Subito i futuri Hero cercarono di avvicinarsi senza grande successo vista l'enorme folla che sembrava intenzionata a fermarli. Fu questione di secondi e lui si ritrovò morto, esattamente come quel villain. Ben presto la folla si disperse, scapparono tutti spaventati e ciò permise finalmente alla classe terza A di scattare avanti, si erano divisi in due gruppi, uno che si sarebbe occupato di evacuare i civili, tenerli il più lontano possibile dallo scontro e assicurarsi che nessuno fosse coinvolto. Gli altri, tra cui anche Taiyo si scagliarono verso i due ragazzi ma prima che potessero anche solo sfiorarli altri due ragazzi fecero la loro comparsa e bloccarono i loro colpi con espressioni divertite.

“Cosa pensate di fare piccoletti? Il nostro capo non ha ancora finito.”

Disse uno dei ragazzi, più precisamente quello che era riuscito a bloccare in qualche modo in suo pugno, spostandosi prima che potesse attivare Momentum Control. Un ragazzo dai capelli biondi portati leggermente più lunghi del normale, legati in un codino, e con profondi occhi neri. Inutile dire che lei cominciò a concentrarsi su quel combattimento. I capelli neri ricci davano fastidio finendole davanti al viso e neanche la divisa aiutava particolarmente, rallentando i suoi movimenti. Entrambi i suoi quirk erano perfettamente attivi mentre Taiyo si concentrava, caricò il pugno destro, facendo una finta in modo da trovare un'apertura nella sua difesa e quando questa fu scoperta colpì con quanta più forza potesse ma ciò che ottenne fu lo scontro contro qualcosa di invisibile, una specie di barriera che sembrava essersi attivata in quel momento e subito si girò che non solo il ragazzo contro cui combatteva lei ma anche gli altri erano senza neanche un graffio. Subito la corvina fece un balzo indietro notando anche un'altra cosa. Loro avevano solo giocato in difesa, non una volta li avevano attaccati né lei né gli altri. Si sentiva stanca, complice la notte insonne e l'allenamento duro del giorno primo, oltre ovviamente ai ricordi legati a quel giorno. Loro sembravano estremamente divertiti da quella situazione e proprio in quel momento dei grandi schermi non troppo lontani da loro si illuminarono, come stava accadendo in tutta la città e tutti trasmettevano le stesse cose, mostravano i filmati di ciò che stavano facendo loro in quel momento, come se li stessero riprendendo dal vivo. Subito dopo si sentì una voce arrivare da non troppo lontano da loro.

“Tranquilli, non serve agitarsi. Lasciate che prima ci presenti. Noi siamo coloro che porteranno giustizia in Giappone”

Disse una voce profonda, che si sentiva amplificata, quasi stesse usando un microfono per parlare, mentre dal punto dove prima guardavano gli sconosciuti cominciava ad intravedersi una figura farsi spazio lentamente, non si vedeva molto, si riusciva a sentire solo quella voce che nonostante il timbro sembrava quasi imbarazzata. Il loro capo si stava avvicinando e Taiyo era pronta ad attaccare, senza lasciargli la possibilità di difendersi ma qualcosa non andava. Qualcosa di quella voce, anzi di quel tono imbarazzato e quasi a disagio da tutta quell'attenzione, la faceva rabbrividire di aspettativa e di speranza. Neanche lei sapeva in cosa fosse riposta quella speranza.

“Noi non siamo i cattivi in questa situazione. Perché? Perché entrambi quelli che sono morti lo meritavano. Uno era un villain che ha ucciso più persone e probabilmente si sarebbe beccato solo qualche anno per poi uscire. Ma l'eroe? Coloro che hanno sofferto a causa sua non avrebbero mai avuto giustizia senza di noi.”

E mentre parlava la sua figura si faceva più chiara agli occhi dei presenti e fu allora che la ragazza sentì le gambe tremarle mentre era sul punto di cadere a terra. Quella figura sarebbe stata capace di riconoscerla ovunque senza neanche due secondi di esitazione, nonostante fossero passati diversi anni dall'ultima volta che si erano visti, dall'ultima volta che lei l'aveva visto. I capelli mossi e verde scuro erano come al solito spettinati anche se erano tenuti poco più corti di come li aveva quel giorno all'ospedale, gli occhi di quel verde così chiaro che più volte aveva paragonato a un prato in piena estate, le lentiggini sulle guance erano quasi invisibili da quella distanza e la sua voce in quel momento era molto più arrabbiata e l'imbarazzo di poco prima sembrava completamente sparito. Sentiva gli occhi pizzicarle mentre per la prima volta i loro occhi si incrociarono e la ragazza non seppe cosa dire e cosa fare. Era diverso, e non solo il suo abbigliamento, aveva, infatti, messo da parte le felpe larghe indossando in quel momento un semplice pantalone e una camicia bianca infilata dentro, senza cravatta. Ma l'aura che lo circondava era così strana, mai aveva sentito la sua voce contenere tutta quella rabbia e per un attimo ebbe paura che fosse cambiato troppo. Soprattutto visto quello che era successo.

“In questo momento sugli schermi stiamo trasmettendo solo alcune delle cose che ha fatto: stupri, violenza, corruzione. Ed era ancora libero a fare il suo lavoro”

Disse mimando con le dita la parola lavoro, solo allora la ragazza si accorse di una specie di collare al suo collo che probabilmente amplificava la sua voce. Anche le mani avevano cominciato a tremare notando come quello che era stato non solo il suo amico d'infanzia ma anche l'unico amico che mai avesse avuto, continuava a guardarla negli occhi osservando ogni sua reazione, ogni tremore e ogni muscolo che si muoveva. Sentiva i suoi compagni parlare tra loro cercando un modo di fermare quel discorso ma quella barriera che circondava il gruppo era ancora attiva, visto che Eijirou non era riuscito ad avvicinarsi. A lei però quelle voci arrivavano ovattate mentre la sua gli arrivava chiara all'orecchio e non solo a causa di quell'aggeggio. Quanto aveva desiderato sentirlo parlare ancora, vedere come si nascondeva tra le braccia completamente rosso quando lei lo abbracciava oppure guardare qualche video sugli eroi dal computer che lui stesso le aveva regalato dopo aver messo da parte soldi per quasi un anno.

“Noi non tocchiamo gli innocenti ma puniremo i colpevoli ad ogni costo, renderemo questo un mondo migliore.”

Concluse togliendosi finalmente quella specie di collare. Forse per la prima volta dopo diverso tempo tutta Tokyo era caduta in un completo silenzio, ognuno aveva un proprio pensiero riguardo a ciò che era successo, alcuni erano d'accordo ed esultavano per l'arrivo di quegli sconosciuti, altri invece avevano paura, sapevano di aver commesso qualcosa di sbagliato e temevano per la propria vita. La ragazza aveva solo un pensiero in mente in mente, voleva correre da lui e abbracciarlo, ignorando tutto ciò che era successo, in quel momento era così sconvolta che non aveva neanche assimilato ma improvvisamente dietro le spalle del ragazzo si aprì un portale e pian piano tutti quelli contro cui avevano combattuto lo attraversarono lasciando il ragazzo per ultimo. Lui si girò verso la ragazza e sorrise, il sorriso che le mostrava anni prima per calmarla e per farle capire che andava tutto bene.

“Tranquilla Tay, tornerò presto da te”

Disse il ragazzo salutandola con la mano mentre continuava a mantenere quel suo sorriso. Vedere quello fece scattare qualcosa nella ragazza che scattò in avanti, notando come la barriera fosse svanita ma non gliene importò, non voleva sparisse di nuovo, non dopo tutto ciò che era successo.

“Izuku!”

Urlò soltanto mentre il ragazzo entrava nel portale e questo si chiudeva. La corvina cadde a terra in ginocchio, sentendo la pelle sporcarsi del sangue che usciva dal corpo dell'eroe e quello del villain. Non seppe dire se in quel momento qualcosa dentro di lei si fosse spezzato oppure se, finalmente, tutto fosse tornato al proprio posto.

 

 

ANGOLO AUTRICE

Hey,beh sinceramente non so bene cosa dire. Ho scritto questo capitolo di getto, in flusso di idee e in un momento in cui ero particolarmente ispirata. Spero solo che possa piacere perché comunque mi sono impegnata con tutta me stessa. Ho deciso di mettere in ogni capitolo almeno un flashback, non solo della protagonista ma anche di Izuku, Katsuki e altri personaggi, sempre sperando di non risultare OCC. Io mi sono sempre immaginata un villain Deku più simile a Stain e non riuscivo a vederlo con la Lega a ferire i dei civili e a scatenare il panico, lo vedo piuttosto come qualcuno che vuole portare giustizia. Comunque fatemi sapere cosa ne pensate della mia storia, anche le critiche sono ben accette, ovviamente.

Ci sentiamo al prossimo capitolo che massimo entro una settimana dovrebbe essere pubblicato. Grazie mille a tutti quanti.

   
 
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