Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |      
Autore: DeaEris    23/08/2009    7 recensioni
Shura è uno dei Gold più tranquilli del Grande Tempio, ma come passa le sue giornate? Essere Gold Saint è difficile, ma per Shura è quasi impossibile!
Genere: Romantico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cancer DeathMask, Capricorn Shura, Pisces Aphrodite
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti!
Avevo deciso di scrivere una storia con Death Mask ed Aphrodite, ma poi ho pensato di rendere protagonista un Saint non sempre descritto: Shura di Capricorn.
Quindi ricapitolando questa mia storia è una Death Mask/Aphrodite vista dal punto di vista di Shura!
Un grazie speciale a chi leggerà e commenterà!

Essere un guerriero al servizio di Athena-Sama era un grande onore, ma poteva rivelarsi terribilmente complicato,
Essere Gold Saint presentava grandi responsabilità ed enormi sacrifici.
Era una vita ricca di sofferenza, dolore ed angoscia.
Era una vita sul filo del rasoio.
La vita di un Gold Saint poteva spegnersi come se niente fosse da un momento all'altro.
Tuttavia, molti tra i Gold ritenevano che questa fosse l'unica vita degna di essere vissuta: vivere intensamente e morire per un ideale di pace e giustizia.
Questo era il premio per guerrieri quali i Gold Saint.
Essere Shura di Capricorn era ancor più complicato.
Il guerriero spagnolo aveva vissuto una breve vita ricca di rimorso e dolore, ancor più dei suoi colleghi: era stato unico superstite della sua famiglia, massacrata davanti ai suoi occhi ingenui da uomini armati di spada; per tragica ironia era divenuto il Gold Saint che combatteva con l'ausilio di una spada nel braccio; era stato crudelmente ingannato da uno dei suoi amici, Saga di Gemini, e costretto ad uccidere l'eroe dei suoi sogni fanciulleschi, Aiolos di Sagipter; era morto a causa di un ragazzino, Shiryu di Dragon, non che sentisse accredine nei suoi confronti per aver protetto la sua Dea, quella Dea che lui non era mai riuscito a proteggere e salvare; era stato additato come traditore in più di un'occasione, quando era tornato a nuova vita ed ora era ancora vivo con l'illusione di vivere ancora a lungo.
Questo poteva essere il riassunto di una vita infernale passata a combattere fin dai primi anni, non che lui sentisse mai il bisogno di lamentarsi in fondo la sua vita era uguale a quella dei suoi compagni e forse anche migliore per certi versi.
Shura doveva, a differenza dei suoi colleghi, affrontare quotidianamente due cicloni, due cataclismi: Aphrodite di Pisces e Death Mask di Cancer, i suoi due migliori amici.
I due baldi giovani non avevan niente di meglio da fare che litigare un giorno sì e l'altro pure da quando avevan stretto amicizia e in particolar modo da quando era diventato lampante l'affetto, il sentimento speciale e potente, che nutrivano l'uno per l'altro.
A volte Shura pensava che i due stessero insieme solo per litigare e movimentare così le loro esistenze, questo suo pensiero non veniva mai rivelato ai due protagonisti poichè troppo permalosi.
Fin qui andava tutto bene, Shura doveva solo sopportare il fatto che i suoi due amici fossero una coppia e questo a volte era una seccatura, ma i due valenti guerrieri si recavano dopo queste liti dal loro taciturno amico.
Shura in quei momenti rimpiangeva di non essere stato misantropo anche da bambino, infatti con il tempo il suo carattere introverso era nettamente peggiorato, facendo sì che egli si rinchiudesse sempre più in sè stesso.
Il povero spagnolo era così costretto a sopportare entrambi senza neppure affettarli con Excalibur.

Torniamo all'inizio di questa storia.

Il bel guerriero moro della Decima Casa era tranquillo all'interno delle sue stanze private ed innocentemente si stava dedicando al suo beneamato silenzio, come sempre durante quegli anni che l'avevan visto abitare in quella Casa, visto che anche il suo vicino di Casa non pretendeva compagnia.
I corti capelli scarmigliati e scuri venivan di quando in quando agitati da un lieve venticello primaverile, che rompeva il caldo torrido e raggiungeva la sua Casa sopraelevata.
Il guerriero spagnolo era ben abituato al clima caldo della Grecia, così simile a quello della sua patria natia e quindi si godeva sia il calore sia il periodo di pace e tranquillità interiore ed esteriore.
Il Mondo era in pace e la guerra contro Hades era un lontano ricordo e ciò significava che i Saint di Athena potevan rilassarsi e dedicarsi alle loro occupazioni predilette.
Shura era tranquillo e deciso a continuare a stare in pace si era rintanato nelle sue Sale Private per leggere un bel libro.
*Il Problema Della Felicità*
Era immerso nel silenzio e nella concentrazione, quando d'improvviso sentì dei passi risuonare nei Corridoi.
Shura, sentiti i passi, sbiancò e deglutì istintivamente: niente lo terrorizzava come "quel" rumore di passi.
Aveva riconosciuto, difatti, dal rumore il proprietario e ciò significava solo una semplice cosa: guai in arrivo o meglio la sua pace era destinata a finire presto...prestissimo.
Shura, con molta calma e rassegnazione, mise a posto il libro e gli occhiali per la lettura e si preparò ad accogliere il suo amico.
Sapeva che niente e nessuno l'avrebbe salvato da quella situazione, tanto valeva affrontarla prima possibile.
Con un rumore assordante, il bellissimo guerriero della Dodicesima Casa spalancò ed entrò negli appartamenti di Shura.
Shura osservò con un'occhaita superficiale il bel guerriero: i capelli morbidi, ricci, biondissimi lasciati sciolti sulle ampie spalle, la pelle candida del viso con le gote lievemente arrossate, gli occhi azzurri splendidi e lampeggianti d'ira repressa.
Il giovane svedese era in preda ad una rabbia feroce ed intensa.
Shura fissò quegli occhi, solitamente allegri, incupiti dalla rabbia e si chiese come potesse l'italiano irritare il giovane in quel modo senza temere le conseguenze.
Lo spagnolo conosceva bene il biondo e sapeva bene che il suo carattere era opposto a quell'aspetto efebico ed effeminato.
Il carattere del biondo era un misto, infatti, di presunzione, orgoglio, permalosità ed era molto, ma molto vendicativo.
Shura, mentre lo guardava, riflettè che il suo amico prediletto poteva senza alcun dubbio esser paragonato ad uno squalo bianco: bello, sinuoso ed elegante, ma altrettanto pericoloso e letale.
Un altro aspetto del carattere del biondo svedese era l'impulsività e la tenacia, che ancor di più faceva risaltare la sua somiglianza con il feroce abitante degli abissi marini.
La successiva mossa del biondo distrasse Shura da quei pensieri: Aphrodite si era seduto con grazia ed eleganza su di una poltrona, sulla quale si sedeva sempre...era la sua preferita.
Era incredibile come Aphrodite di Pisces riuscisse ad imprimere sempre una certa grazia ed eleganza ai suoi movimenti, una grazia sempre controllata e calcolata, nonostante la palese rabbia intensa.
Shura nuovamente paragonò il suo amico biondo ad uno squalo, in fondo anche quell'animale aveva una eleganza naturale nel movimento.
In tutto quel tempo i due amici eran rimasti in silenzio, quindi Shura decise di parlare e chiedere il motivo di tutta quella rabbia, visto che comunque Aphrodite non avrebbe parlato senza un incentivo per il troppo orgoglio e neppure se ne sarebbe andato prima di aver detto tutto quello che doveva dire, non avrebbe mai ammesso nè cominciato un piccolo discorso per sfogarsi senza un incoraggiamento.
Shura ricordava bene quando, a causa dell'ennesima lite, Aphrodite era entrato nelle sue Stanze.

Shura quella volta si era limitato ad ignorarlo ed Aphrodite era rimasto seduto sulla poltrona che preferiva in silenzio, profondamente irritato e risentito.
Al tramonto era giunto Death Mask ed i due "fidanzatini" avevan cominciato ad urlarsi reciprocamente insulti in greco antico e moderno, svedese ed italiano, creando un poutpourri di lingue fastidioso per le orecchie di chiunque nei paraggi.
Dopo un paio d'ore di puro inquinamento acustico, uno scarmigliato, sudato, spettinato e trafelato Milo era entrato nella Casa dello Spagnolo, chiedendo di dare requie alle orecchie del Grande Tempio e dicendo che quello schiamazzo inumano stava decisamente irritando il silenzioso ed algido Gold Saint dell'Undicesima Casa, Camus, il ragazzo di Milo stesso.
Quella sera il povero moro era andato a letto con un mal di testa feroce, dopo aver ripulito il pavimento dalle sue suppelletili, finite a terra poichè la "tenera coppietta" aveva cominciato a bombardarsi con le sue cose.
La cosa più straordinaria di quella giornata era che alla fine Shura stesso era finito a far da giudice alla contesa.
Gli altri due se l'eran talmente presa con lui per la sua decisione di cercare un compromesso, che per tre settimane non gli avevan neppure parlato, cosa assai gradita alle orecchie dello spagnolo.
La coppia si era così dedicata ad assordare tutti i presenti alle Dodici Case:
-Mu aveva resistito tre giorni alle continue invasioni dei due innamorati, poi era partito per lo Jamir con Kiki;
-Aldebaran era riuscito a resistere una settimana, poi i suoi nervi avevan ceduto ed egli si era rinchiuso nella sua Casa e non era più uscito per un'altra settimana, causa esaurimento nervoso;
-Saga e Kanon avevan provato a prendere le parti dei due litiganti, poi Saga aveva mostrato la sua seconda personalità e Kanon aveva nuovamente manifestato l'insano proposito di conquistare l'Universo, così eran scomparsi per un mese senza lasciare traccia. Si sospettava fossero andati alle Terme;
-Aiolia era quasi riuscito a prendere il posto di Shura in qualità di confidente, ma dopo una litigata aveva discusso con Marin, che non aveva approvato il consiglio del suo amato, quindi il Gold Saint del Leone aveva smesso di far da paciere, preferendo la pace sentimentale della sua relazione;
-Shaka, esattamente come Mu, aveva resistito tre giorni, poi in preda ad attacchi isterici aveva raggiunto il suo amato nello Jamir;
-Dohko si era rifiutato di metter parola tra i due, adducendo il pretesto che non era compito dei vecchi dare consiglio ai giovani e che questi ultimi dovevan risolvere soli i loro crucci, altrimenti non avrebbero fatto esperienza. Aveva, infine, trotterellato fino a Sion, nelle Stanze Del Grande Sacerdote;
-Milo, avendo poca voglia ed ancor meno pazienza per mettersi a far paciere, al primo litigio aveva buttato fuori dalla sua proprietà i due litiganti, scortandoli "gentilmente" alla porta con le Scarlett Needle (inutile dire che i due giovani non si eran più presentati alle porte della sua Casa);
-Aiolos aveva finto di ascoltare i problemi sentimentali dei due una volta sola ed aveva raggiunto Saga, poichè era l'unico a sapere dove si fosse nascosto con il gemello;
-Camus, dopo aver ascoltato con la solita calma ed il solito viso impassibile i problemi e quel frastuono, aveva ottenuto due graziose statue di ghiaccio "a forma" dei litiganti, che si sciolsero una settimana dopo liberando i due giovani decisamente indolenziti.
Fu così che Camus divenne l'eroe del Grande Tempio, ma questa è un'altra storia.

Shura abbandonò quei ricordo e sospirò.
Raccolse il suo coraggio e parlò con voce chiara, decisamente calma.
*Aphro, parla...c'è qualche problema? Io sono tuo amico e non ti giudicherò male, se vorrai parlare con me.*
Aphrodite scrollò le ampie spalle candide ed assunse in viso un'espressione strana: gli occhi lampeggianti, le labbra si strinsero un momento.
*E' quello stronzo di un italiano. Non lo sopporto più...è proprio un pezzo di merda, un vero bastardo...*
Shura non rimase colpito nè in alcun modo sconvolto da quelle espressioni poco fini: Aphrodite aveva un viso dolce e delicato, ma quando si incazzava tirava fuori un vocabolario degno di uno scaricatore di porto, solitamente invece aveva una padronanza di modi degna di un perfetto gentiluomo.
Shura annuì, cercando di non sembrare comprensivo.
Nulla faceva infuriare Aphrodite come la compassione: per lui comprensione o compassione significava pietà e la pietà non era senza alcun dubbio per gli uomini bellissimi com'era lui ed, inoltre, la pietà era solo per i deboli ed Aphrodite di Pisces non era in alcun modo uno smidollato.
Shura, allora, provò a far ragionare il suo testardo amico.
*Aphro, non esagerare...ti pregherei di moderare le parole...lo sai che non dona con la tua bellezza questo modo di parlare sboccato. Inoltre, sai bene che in una coppia la responsabilità non è di uno solo. Il soldato solo non fa la guerra.*
Aphrodite guardò Shura dritto nei suoi occhi d'ebano coi suoi occhi azzurro cielo, come se stesse per infilzarlo con una delle sue Bloody Rose, poi sospirò e decise che almeno un amico doveva tenerlo vivo ed in buona salute.
*Hai ragione, Shura, ma stavolta è davvero colpa di quell'italiano del cazzo. E' troppo geloso: insomma non sono mica una sua proprietà, no?*
Shura ignorò la prima parte del discorso: ogni volta che litigavano i suoi due amici si incolpavano a vicenda.
Decise saggiamente di concentrarsi sulla seconda parte.
*Aph, se non mi spieghi tutto dall'inizio della storia come posso capire?*
Lo svedese accettò la tazza di the che lo spagnolo aveva preparato e bevve tutto d'un fiato.
*Ieri sera io e quello scemo abbiamo deciso di uscire in solitario, per questo motivo non ti abbiamo chiesto di venire con noi. Siamo andati in un grazioso locale gay, ovviamente. Il locale era anche discoteca ed io ho ballato un poco, sai quanto mi piace, mentre lui, come sempre asociale, è rimasto a tracannare birra. Dopo aver ballato, uno dei ragazzi lì presenti  mi ha offerto da bere. Io ho accettato volentieri e mi sono seduto al tavolo di quel ragazzo e dei suoi amici, in fondo lui dice sempre che non stiamo insieme. In ogni caso si è incazzato e ha preso a pugni quei ragazzi, che in ogni caso non eran senza dubbio al mio livello estetico e neppure al suo. Siamo andati via e siamo saliti in macchina. Lui lì si è permesso di farmi una scenata di gelosia. Mi ha continuato a dire che dovevo portare rispetto a lui e non far più la figura della puttana che accetta da bere e le cose offerte da altri. Ti rendi conto? Gli ho risposto subito che io non sono di nessuno e tanto meno mi faccio comandare da un imbecille come lui.*
Aphrodite guardò Shura in silenzio, dopo quel lungo monologo.
Lo spagnolo, durante il racconto non mosse un muscolo del viso, bevve il suo the, rimpiangendo la pace nella sua Casa di poco tempo prima.
Appoggiò la tazza sul tavolo e si passò una mano sugli occhi scuri e tra i capelli d'ebano, poi con lentezza disse.
*Dunque...provo ad immedesimarmi in Death Mask. Senza alcun dubbio ha errato nell'insultarti, ma la gelosia è normale in un carattere passionale come il suo. Devi tener conto anche delle sue origini: gli italiani sono gelosi, in particolar modo i siciliani, così almeno ho sentito dire. Sinceramente ritengo che chiunque abbia la fortuna di averti sarebbe geloso. Guardati, insomma, sei bellissimo, forte, simpatico, intelligente, quindi qualunque uomo sarebbe pazzo a non esser geloso di te. Ritengo che tu ti saresti arrabbiato anche nella situazione opposta, ovvero nel caso in cui lui non avesse dimostrato un minimo di rabbia a quell'invito.*
Aphrodite aveva guardato Shura, inizialmente con una certa accredine ed falsamente timido.
In quel momento i due amici sentirono un rumore di passi pesanti: Shura si guardò attorno, cercando con lo sguardo le sue suppellettili e temendo per il loro crudele destino, forse non sarebbero vissuti a lungo nè avrebbero continuato ad abbellire le sue Stanze fino a sera.
Poco dopo, la figura dell'italiano si stagliò potente sulla porta.
Shura guardò l'altro suo migliore amico: il corpo imponente e muscoloso, il petto ampio e virile, il sudore che scendeva copioso dalla fronte, dopo la salita e per il calore, i capelli grigi, corti e scarmigliati eran appicicati alla fronte ed al collo, gli occhi rossi saettarono svelti da Shura ad Aphrodite.
Si vedeva che era ancora furente con il suo uomo ed, infatti, lo sguardo si assotigliò irato, quindi Death Mask si girò e fece per andarsene svelto.
Le braccia candide dello svedese meno robuste di quelle di Death Mask avvolsero il petto muscoloso dell'italiano.
Aphrodite appoggiò la guancia alla schiena ampia dell'uomo e disse.
*Muoviti, Death Scemo. Ti aspetto a casa mia. Hai da farti perdonar la scenata di ieri sera, visto che sai che amo solo te, razza di idiota.*
Sussurrò tra il malizioso e l'ironico, sospirando nell'orecchio di Death Mask.
L'italiano fulminò con lo sguardo lo svedese, che ricambiò l'occhiata irata con una languida, che sciolse l'uomo subito.
Gli occhi rossi si sciolsero e sorrise, annuendo.
I due fidanzati se ne andarono lasciando solo finalmente Shura.
Appena salutati i due amici, Shura sospirò e chiuse le sue Stanze: qualsiasi cosa quei due avrebbero combinato quella sera, lui non sarebbe stato disponibile quel giorno.
Shura sapeva bene che già il mattino dopo avrebbe dovuto affrontare un cataclisma simile.
Lo spagnolo finalmente potè godersi la pace di quel pomeriggio, prima dell'invasione e si rimise a leggere il suo libro.
Il silenzio era di nuovo nella Decima Casa.

Note Dell'Autrice:
Ho già scritto che il motivo che mi ha spinto a scrivere era il mio desiderio di vedere come Shura se la cava con quei due matti di Aphrodite e Death Mask.
Spero che sia venuta bene...personalmente penso di aver rispettato i caratteri di tutti e tre i personaggi, ma siete voi i giudici.
Leggete e commentate per favore...questa è la mia prima storia su questi personaggi, perciò siate sinceri.
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: DeaEris