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Autore: _Tiki_    20/12/2020    2 recensioni
-No bello… oggi non mi fotti- chiarì il rosso, alzandosi, afferrando di peso Law per un braccio e tirandolo di forza in piedi -Sono stufo di condividere il letto con uno che puzza costantemente di disinfettante! Mi sembra di star abbracciando un fottuto tubo di amuchina! E fidati, ne ho fin sopra le palle di quella roba!- sbraitò e, incurante delle varie proteste e offese che gli furono rivolte, sollevò come un sacco di patate il moro.
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Modern!AU; Kid/Law
Fanfiction partecipante al Christmas Lockdown, indetto dal forum FairyPiece-Fanfiction&Images
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Stanza:
Bagno
Note: Questa storia sarà collegata mooolto indirettamente a quella che pubblicherò il 24, dedicata a Zoro e Sanji!

 
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Law si lasciò andare di peso sulla poltrona del suo appartamento, distrutto. La schiena doleva dopo essere stata per troppo tempo in tenzione, la testa girava insopportabilmente e i piedi gli facevano un male dell’accidente. Sospirò pesantemente, abbandonando la nuca sullo schienale e chiudendo gli occhi. I muscoli si rilassarono dopo quelle che parevano, ed erano, ore, la prima sensazione positiva e di sollievo che provava da quando aveva iniziato il turno. In quel periodo lavorava talmente tanto che ormai l’insonnia non era più un problema e, non appena tornato a casa, gli bastava toccare qualcosa anche di lontanamente comodo per sprofondare nel sonno. E che sonno!

La medicina era la sua passione, ed era stata l’unica per gran parte della sua vita. Avere la vita e la morte letteralmente sul palmo della mano ed essere l’artefice di una di esse, la funzionalità praticamente perfetta del corpo, insieme ai suoi misteri ancora da svelare… era ciò che lo aveva spinto ad intraprendere quella carriera. Oltre ad un trauma psicologico (ma quella, era un’altra storia).

Eppure quella dannata pandemia lo aveva prosciugato di ogni forza, di ogni passione che ci metteva quando afferrava gli strumenti chirurgici e dava inizio all’operazione. Dopo mesi di numerosi straordinari, seguiti da numerose quarantene forzate (dove era completamente solo), i suoi gesti erano diventati meccanici, mandati avanti solo dalla sua forza di volontà, dall’amore per quella professione e da una quantità non indifferente di caffè.

-Ehi… non addormentarti in salotto- la voce profonda del suo ragazzo gli arrivò quasi lontana, un eco distante, anche se percepiva la sua presenza accanto a se. Ed infatti, presto, una mano grande e un po’ ruvida lo raggiunse, dandogli una leggera schicchera sulla guancia.

Law sorrise leggero.

Già… doveva ringraziare pure lui, se ancora non era crollato del tutto. Eustass Kid, il suo fidanzato storico e con cui viveva insieme da qualche anno.

Non era facile stare vicino a Law normalmente (non che Kid fosse tanto meglio), con il suo carattere riservato e che si alternava dal derisorio al freddo, ma nell’ultimo anno quelle caratteristiche si erano ampliate spropositatamente. La stanchezza lo rendeva distaccato e pronto in ogni secondo ad esplodere per ogni cosa, anche se gli veniva chiesto semplicemente cosa volesse per cena.

Tuttavia il rosso non lo aveva ancora mandato a quel paese e sembrava quasi comprensivo, aggettivo assurdo se accostato ad Eustass Kid, ma sicuramente adatto per quella situazione. Sicuramente le ore spese al telefono con Killer, dove si lamentava e basta, avevano aiutato. Law gli era comunque riconoscente, anche se non glielo avrebbe mai detto per nessuna ragione al mondo. Dopotutto anche il rosso, come tutti, aveva risentito di quelle restrizioni e aveva le proprie frustrazioni; i venerdì sera spesi con i suoi amici al bar, a ubriacarsi come ragazzini erano ormai un sogno lontano, per lui, come lo erano i movimentati concerti metal nei parchi. Kid, prima di quell’anno, non si era mai sentito come un uccellino in gabbia. Eppure, allo stesso tempo, non si era mai dimostrato infastidito nello stare nella stessa gabbia di Trafalgar Law.

-Voglio dormire almeno per ventiquattro ore al giorno…- bisbigliò rauco il moro, passandosi una mano sul volto, nella vana speranza di mantenersi sveglio. Non aveva mai avuto occhiaie così profonde e marcate. Come mai aveva desiderato così tanto di infilarsi sotto le coperte.

-Non è tipo… come morire?- chiese divertito il rosso, il sopracciglio alzato scetticamente o forse, meglio, ingenuamente, mezzo seduto sul bracciolo accanto a Law, mentre gli passava, con fare fastidioso, un polpastrello lungo la linea della mascella.

-Esatto…- il moro scacciò senza forze le dita di Kid dal viso -Cristo, non ho nemmeno la forza di alzarmi, spogliarmi e infilarmi sotto il piumino- mormorò a fatica -Vorrei solo fondermi con questo divano e far finta di non esistere, tipo il tizio in Harry Potter…-

-Per me non c’è problema, prima però ti devi fare una doccia…- disse con apparente semplicità il minore. Non sarebbe stata mica la prima sera che Law si addormentava in soggiorno, e che poi Kid si ritrovava a prenderlo in braccio e portarlo in camera…. Ormai era diventata la loro routine e, a volte, non si riconoscevano più, come non riuscivano più a capire quand’è che si erano invertiti i ruoli. Solitamente era il chirurgo ad ammonire il rosso di fare il bucato o non stare a marcire per giorni davanti alla play, non il contrario.

-Col cazzo che me la faccio adesso… magari domattina per svegliarmi…- Law aveva già detto che voleva solo dormire, possibilmente per sempre?

-No bello… oggi non mi fotti- chiarì il rosso, alzandosi, afferrando di peso Law per un braccio e tirandolo di forza in piedi -Sono stufo di condividere il letto con uno che puzza costantemente di disinfettante! Mi sembra di star abbracciando un fottuto tubo di amuchina! E fidati, ne ho fin sopra le palle di quella roba!- sbraitò e, incurante delle varie proteste e offese che gli furono rivolte, sollevò come un sacco di patate il moro.

-Cazzo Kid, mettimi giù! Sai che non lo sopporto!- protestò mollemente Law, stanco anche per iniziare una discussione o insegnare a quell’arrogante chi comandava. Si limitò a fissare con rimpianto la bellissima e invitantissima porta della loro camera, mentre entravano dentro il bagno -Bastardo…-

-Piattola!- gli rispose per ripicca il rosso, appoggiandolo senza grazia e gentilezza sulla tazza del water e chinandosi sulle ginocchia per essere alla sua stessa altezza.
Passarono lunghi istanti in silenzio: Law che lo guardava in cagnesco e con la sua solita aria a stronzo, le borse sotto gli occhi a renderlo solo più inquietante, Kid che si stava sforzando per non prenderlo a pugni. Per una volta che faceva il bravo fidanzato (più o meno), doveva pure rompere il cazzo?!

Dopo circa cinque minuti, i loro vestiti erano stati buttati nell’apposito cesto, la vasca si era riempita fino a metà e paroline acide erano volate, come sottili minacce. Ma, adesso, entrambi i ragazzi si trovavano sommersi nella piacevole acqua calda.  Law tra le gambe del rosso e abbandonato al suo petto ampio e scolpito, la testa rifugiata nell’incavo del collo e gustandosi il forte odore mascolino del profumo del rosso. Finalmente in pace dopo quelli che sembravano secoli; il corpo rilassato, inondato da un gradevole tepore, il dolce battere del cuore di Kid a cullarlo. Le stanchezze della giornata che sembravano terribilmente lontane.

Kid era dietro di lui, tranquillo, le braccia ai bordi della vasca, beandosi del silenzio caldo che si respirava, e della schiena sinuosa del moro che aderiva perfettamente contro di lui. Il fondoschiena sodo del suo ragazzo in stretto contatto con il suo inguine. Ci si soffermò solo per un attimo; solitamente si sarebbe eccitato, sentendo le natiche marmoree del moro contro la sua intimità, e avrebbero finito per fare sesso. Come era già successo moltissime volte. Il rosso lo avrebbe coccolato un po’, strusciandosi sul moro quasi distratto, solo per fare il ruffiano, per poi voltarlo e fare del sano movimento. Puntualmente, allagando il bagno…

Ma non era il momento, il giorno e, in generale, il periodo. Un Law stanco era impossibile da “rallegrare”, ci aveva provato ovviamente, ma senza alcun risultato. Una volta il moro si era persino addormentato, mentre erano insieme sul letto e mentre Kid gli stava facendo un favoloso pompino! Non aveva rivolto la parola al moro per giorni, dopo quell’affronto e quell’offesa alle sue capacità. Tuttavia, quella volta, non poté far altro che darsi una pacca sulla spalla, quando notò che le sue scene da permaloso avevano risvegliato almeno di un pochino la vena da stronzo caratteristica del proprio ragazzo.

Già… quella dannata pandemia lo stava proprio rammollendo! Stava diventando troppo dolce per i suoi gusti. Persino Killer, con cui ormai si sentiva quasi esclusivamente per telefono, lo aveva notato!

-Sai Eustass-ya…- Law ruppe il silenzio confortevole della stanza, la voce tranquilla, le palpebre chiuse e la nuca ancora appoggiata sulla clavicola del rosso -…oggi a lavoro non facevo altro che pensare ad una cosa…-

Il minore sbuffò divertito, sorpreso da quell’uscita inusuale -A cosa? A quanti giorni resteremo chiusi in camera non appena inizieranno le vacanze natalizie?- disse ovvio, il suo maledetto ghigno ad incrinargli le labbra. Le festività erano sempre una gioia per loro: Law sospendeva le operazioni e quindi, tranne per emergenze e incidenti, se ne poteva bellamente stare a casa. Cosa simile per Kid, essendo un detective della omicidi, in periodi speciali poteva staccare, se non c’erano casi da seguire. E, come ripeteva ogni anno, a Natale le persone perdevano la voglia di uccidersi tra loro. La sua personale reinterpretazione del famoso “a Natale siamo tutti più buoni”.

Il moro roteò gli occhi alla semplicità del cervellino del rosso -No-, ci pensò su un attimo -Anche se forse… non è totalmente distaccata come cosa- ridacchiò vago.

Kid alzò un sopracciglio, sorpreso. Law non ridacchiava praticamente mai in quel modo, con quel tono con cui lasciava intendere che stava riflettendo su qualcosa di… stupido. -Hai presente al tuo compleanno? Quando mi hai trovato ad aspettarti sulla poltrona… con stivali con tacco a spillo neri, mutandine da donna e il frustino? Quando ti ho detto che volevo essere scopato?- spiegò il moro, sempre con quella risatina, giocherellando con la superfice dell’acqua, perso in memorie lontane.

Oh, certo che Kid ricordava, si era infiammato subito, e con la stessa rapidità si era tolto i vestiti; poi, bhe, l’ospedale aveva chiamato il chirurgo e ciao ciao ad una serata piena di scintille… -Mm?...-

-Io intendevo che volevo essere fottuto da te, non… dalla vita- se ne uscì come se avesse detto qualcosa di normale, Law. E non riuscivano nemmeno più a contare quanti nuovi loro aspetti erano venuti alla luce con lo stress e la mancanza di sonno che si accumulavano.

-E poi, adesso, sembrano improvvisamente tutti più felici…- cazzo, Kid amava sentire Trafalgar Law che sproloquiava su argomenti da cervellone, ma sentirlo sparare totali cazzate era ciò che si avvicinava di più al sublime. Se poi ci metteva quel tocco da ragazzo dark che tanto lo aveva affascinato all’inizio… -… oh oh oh…- scimmiottò acido la voce del vecchio in rosso e con la barba bianca, Law -…ok, ma il mio pessimismo c’è ancora…- infine abbandonò le braccia nella vasca, numerosi schizzi fuoriuscirono e piccole ondine incresparono l’acqua, mentre il moro ritornava nello stesso stato semi-svenuto di poco prima.

-Oh… basta che aspetti solo un altro pochino e poi te lo scaccio io il pessimismo…- ghignò Kid contro il suo collo e lasciandogli un bacio bagnato, sentendo come il costato di Law si scosse leggermente divertito da quella frase.

Il rosso portò le mani intorno alla vita del moro, percorrendo con le dita gli addominali accennati, il fisico asciutto e sinuoso, arrivando a delineare le linee pece del tatuaggio che Law aveva sul petto. I polpastrelli seguirono il percorso del cuore tribale, la pelle, impercettibilmente rialzata dove c’era l’inchiostro, gli faceva da guida. Piccoli brividi si formavano deliziosi sull’epidermide olivastra a quel contatto, mentre il rosso designava la figura nera del Jolly Roger sorridente, così ricco di significato, proprio sopra il cuore pulsante.

Law sospirava piacevolmente sotto le sue cure, accomodandosi meglio in quella sorta di abbraccio, reclinando un tantino il collo quando Kid posò le labbra proprio su questo, facendogli dono di leggeri baci privi di malizia.

-Sei di buon umore oggi, Eustass-ya?- mormorò sussurrando il maggiore, ormai abbandonato a quel tepore.

-Al contrario… anche oggi mi sono ritrovato a studiare vecchie scartoffie di vecchi casi, una noia mortale…- già, gli omicidi diminuivano vistosamente intorno al periodo di Natale, quell’anno poi! Dove la gente era costretta a restare a casa…. Ma starsene a sedere su una sedia tutto il giorno, sommerso da fogli e foglietti… era preferibile una testata al muro piuttosto. Lui e il suo partner, Zoro, a volte si ritrovavano a girovagare per la città, con la macchina della polizia, senza una meta definita, ma con lo scopo preciso di spaventare qualche ragazzino.

-E per questo che sto cercando di sollevarmi il morale…- continuò il minore, lasciando l’impronta di un bacio sotto l’orecchio di Law, mentre le sue mani erano corse ad accarezzare le cosce sinuose di quest’ultimo. Ricordava come si avvolgessero bene intorno ai suoi fianchi, offendendolo mentre entrava in lui.

“Cazzo” pensò, per quanto avesse una volontà di ferro, l’astinenza lo stava proprio mangiando…

-Ah sì?...- lo provocò un tantino il corvino, mostrandogli un ghigno accennato, lo stesso che faceva impazzire il rosso. Ma il tono era ormai lontano, perso nei meandri della stanchezza.

Kid non rispose, permettendo al silenzio di diffondersi piacevolmente nella stanza. Non smise di riempire di attenzioni il proprio ragazzo, fin quando il suo respiro si fece regolare, la testa riposava in pace sul suo petto, rivolta di lato, i capelli appena bagnati gli ricadevano scompigliati sulla fronte. Le occhiaie marcate risaltavano sul volto un po’ pallido e provato, accarezzate dalle lunghe ciglia nere. Le gambe si distesero molli lungo la vasca, mentre il corpo e la mente di Trafalgar Law venivano ghermiti dalle braccia di Morfeo.

L’acqua era ormai tiepida, ma Kid non stava affatto male in quel modo.
 
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 Eccoci alla fine! Spero che questa mini OS vi sia piaciuta, come spero di essere rimasta IC. Ho un po' azzardato con questi due e non so se sono riuscita a pieno a farli rimanere nel personaggio. Ho cercato di rendere Law il più realisticamente possibile, con tutta la stanchezza e responsabilità che i medici hanno in questo periodo.

Nella spernza che la storia vi sia piciuta,

alla prossima :)

_Tiki_

P.S. Non credo che medici e detective possono prendersi delle ferie come quelle che ho descritto, ma, nel caso, fate finta di niente ;)

 
   
 
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