Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Duchessa712    20/12/2020    2 recensioni
(Seguito di Spring will come again)
Rickon e Shireen si amano di un amore impossibile, un amore bambino, che è dolce come un sogno e ha i giorni contati.
Amano le storie tragiche e impossibili, quelle d'amore finito in tragedia.
Amano il Principe Drago e la sua Lady Lyanna. Amano i Leoni dell'Ovest.
Si amano per gioco e per necessità e perché lo vogliono davvero, ma quando i sogni si infrangono la realtà fa ancora più male
Genere: Hurt/Comfort, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Past and present and memory'
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Irene si affretta a nascondere il fazzoletto macchiato di sangue. Sta morendo, lo sa, lo sente nelle membra che diventano sempre più pesanti, nelle chiazze rosse che le macchiano le labbra e il viso.
Sta morendo e lascia il suo regno nel caos, nelle mani di un giovane uomo e del suo cuore impetuoso, delle sue scelte istintive e non sempre facile da ricondurre alla ragione.
Ama Rickon, lo ama davvero. Ma è come sua zia, come quella Lyanna di cui i cantori parlano ancora, ha il sangue del lupo nelle vene e l'amore nel cuore. É pieno di buone intenzioni ma la sciocca audacia degli eroi non serve al Nord per continuare a prosperare.
Le sembra il degno erede del primo Re, di quel Robb Stark che voleva vendicare suo padre e liberare le sue sorelle e vinceva tutte le battaglie ed è stato ucciso per aver messo il cuore prima della testa, del suo regno, dei desideri dei vassalli che lo avevano seguito oltre il Tridente e ancora più giù.
Violet non sarà abbastanza, Irene lo sa. Perché Violet è buona e intelligente, una vera signora ma il Nord è abituato a Regine regnanti che non si fanno intimidire, é abituato a Sansa Stark e a sua figlia, a Cersei Lannister che vive nascosta in tutte e due.
Avrà bisogno di Benjen, di una spia fidata su cui contare sempre, dei suoi silenzi, delle sue verità così snervanti e necessarie. E avrà bisogno di Shireen, che lo sproni e lo controlli e lo assecondi. Avrà bisogno di Shireen e la cosa la spaventa per un motivo che nemmeno lei sa indicare. La tormenta come da bambina l'aveva tormentata la morte di Myrcella, la consapevolezza che innocente e colpevole sono aggettivi senza valore.
Chiude gli occhi e stringe il panno bianco intriso di sangue. Non ha tempo. Forse non ne ha mai avuto.
Si abbandona sulla sedia, improvvisamente troppo stanca anche per stare in piedi e si porta le mani alla bocca per soffocare i singhiozzi. Non vuole morire. Non così. Non adesso.
Deve parlare con Rickon. Deve insegnargli ancora qualcosa.
Ma quando la serva che ha fatto chiamare arriva non è suo figlio che dice di aver bisogno di vedere.

Catelyn sa. Lo capisce appena la vede entrare nella sua stanza, dove la aspetta seduta sul letto con la spazzola in mano.
Per un momento tornano entrambe bambine fino a quando un colpo di tosse rompe l'incantesimo.
Irene getta nel fuoco il fazzoletto e morde le labbra per non urlare e stringe gli occhi per non piangere. É ancora una Regina.
Non con Catelyn, però. Perché Catelyn é la sua costante, la sorella che sua madre non le ha dato. Perché lei non la ricorda una vita senza Catelyn ed è solo da lei che si lascia consolare.
Non le dice che andrà tutto bene, che passerà, che non c'è motivo di preoccuparsi. Le passa una mano tra i capelli rossi e cerca il suo sguardo. C'è una promessa nei suoi occhi, quella che si sono scambiate da bambine, prima ancora di incontrare Eddard, sicuramente prima che arrivasse Brandon, quando erano solo loro due, Stark di Grande Inverno, lupe del Nord.
Insieme, si erano promesse. Sorelle per sempre, due facce della stessa medaglia.
-Devi pensare tu ai ragazzi. Li affido a te. Non a Bran e Ned, a te. Perché tu sai cosa vuol dire essere il Nord, forse meglio di me-. Catelyn annuisce perché è vero. Perché è lei che è un tutt'uno con la neve e con il ghiaccio. Tagliente e affilata. Bruciante e gelida.
-Rickon non è pronto... Shireen... Dobbiamo parlare con loro. Hai visto anche tu che è successo qualcosa. Grande Inverno cadrà se non si riappacificheranno-.
-Shh, calmati, però. Respira, tesoro. Respira. Adesso sei stanca.. -
-No... - ed è disperata, Irene mentre lotta per non soccombere al panico e alle preoccupazioni.
-Si invece. Domani parleremo con loro. Adesso devi dormire-.
Le carezza i capelli e le asciuga le lacrime e solo quando è sicura che sia addormentata, quando anche Brandon le si è coricato accanto, solo allora Catelyn fugge. Corre per i corridoi deserti fino a quella torre ridotta in macerie dove Sansa le aveva insegnato a vivere per sé e non per altri e grida il suo dolore perché non è giusto, perché Irene è la sua migliore amica e sua sorella e lei non vuole la corona, non vuole essere Regina, e invece è questo che le viene chiesto di fare e non può tirarsi indietro, perché è una Stark e i lupi non abbandonano il proprio branco. Però non è giusto e il lupo dentro di lei si dibatte per uscire, per ululare la sua rabbia e la sua paura. Perché è di questo che si tratta, di terrore, terrore allo stato puro, perché sua madre le ha insegnato a usare una spada e a infrangere le regole, le ha raccontato della sua infanzia e della Regina Targaryen e le ha anche insegnato a indossare i volti dei suoi nemici, ma non l'ha preparata a regnare, alla politica, nonostante fosse lei la seconda in linea di successione prima della nascita di Rickon.
È Sansa che le ha dato le lezioni più importanti, quindi è a Cersei Lannister e Ditocorto e a mostri del loro genere che si deve la prosperità del Nord e Catelyn non ha niente di loro e non ha niente nemmeno di sua nonna, neanche l'aspetto. I colori dei Tully alla Regina, a Irene delicata e solare, limpida e frizzante.
A lei i lineamenti degli Stark, la sete di avventure di sua madre, la testardaggine di Lyanna. La maledizione dei lupi, che non sanno stare fermi in un posto e anelano il contatto col branco. La maledizione che ha trasmesso anche alla sua bambina.
Irene pretende troppo e deluderla é sempre stato il suo più intimo timore, ma non c'è via d'uscita, non c'è mai.
   
 
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