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Autore: Vedova_Black    21/12/2020    0 recensioni
Ambientata in un sesto anno ad Hogwarts alternativo, in cui Sirius Black non è mai morto ed ora vive alla scuola di magia, dove collabora con gli Auror per la protezione dei ragazzi. Fa il suo ingresso una nuova affascinante insegnante, da me inventata, la cui vita si intreccerà con quella di professori e studenti, oltre che con quella dello stesso Black. Negli ultimi mesi prima della Seconda Guerra Magica, l’intervento di lei sarà vitale nella lotta contro Voldemort e per la salvezza di un Serpeverde da un destino più grande di lui. Ma custodire i segreti di Silente rischia di ostacolare un grande amore.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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CAPITOLO UNO: Un nuovo arrivo ad Hogwarts
 
Mentre viaggiavano sul treno che li portava verso la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, nessuno degli studenti del sesto anno si aspettava che qualcosa avrebbe potuto sconvolgere il loro piccolo mondo scolastico, a parte forse un rinnovato interesse per le lezioni dato dall’imminente orientamento al mondo del lavoro. A sentire Hermione Granger, l’unica cosa intelligente da fare era applicarsi al massimo nello studio, al fine di non pensare in maniera morbosa al ritorno di Colui-che-non-deve-essere-nominato e alle recenti sparizioni di maghi e babbani. La Hogwarts era una delle poche cose che la resurrezione di Voldemort non aveva cambiato.
Di certo, quello che meno si aspettava di appassionarsi in qualche modo alla scuola quell’anno era Draco Malfoy, che mentre svogliatamente si lasciava pettinare i capelli dalla sua compagna di Casa, Pansy Parkinson, non pensava ad altro che al Marchio Nero, ormai inciso sul suo braccio, e a Lord Voldemort, che dopo averlo accolto fra i suoi ranghi gli aveva assegnato un compito molto particolare. Si ricordò con rabbia crescente dell’incarcerazione di suo padre, che in quegli anni, insieme alla madre, era stato la sua roccia e che ora si trovava ad Azkaban.
Si sistemò il completo nero, ripensando alla morte di Sirius Black, che a parere della sua famiglia era stata l’unica nota positiva di quella notte, e a come infine si era rivelata un enorme incomprensione. Tutti l’avevano creduto morto dopo che Bellatrix Lestrange l’aveva colpito, facendolo precipitare nell’ambigua arcata vuota dell’ufficio misteri. Ma lui era semplicemente sbucato qualche istante dopo da tutt’altra parte, ferito ed in stato confusionale, ripresentandosi dai suoi cari giusto una settimana dopo. Ovviamente non aveva la minima intenzione di condividere ciò che provava coi compagni, i quali in quel momento stavano litigando aspramente, portando avanti le loro opinioni a proposito della bellezza di Ginny Weasley, che lui personalmente trovava abbastanza insignificante, non tanto per il suo aspetto, che era da tutti considerato abbastanza gradevole, ma per il carattere: Draco la trovava quasi ridicola nel suo tentativo di sembrare una “tipa tosta”. Anche se era comunque meglio della Granger, tutta libri e Potter, e anche di Pansy, la cui intelligenza si può accomunare a quella della Cooman, pensò Draco quando era ancora sul treno.
I membri della Casa opposta a quella di Draco, Hermione e Ron, avevano iniziato l’anno scolastico nel vagone dei Prefetti, soddisfatti di non vedere più Malfoy prendervi posto, mentre il ragazzo che ormai tutti chiamavano ‘il Prescelto’ si faceva spaccare il naso da quest’ultimo poco dopo l’arrivo a Hogwarts. Harry fu scortato da Ninfadora Tonks fino a scuola, facendo tardi al sontuoso banchetto che ogni anno annunciava allo stomaco degli alunni l’inizio di un nuovo anno scolastico. A causa del suo ritardo, Harry mancò per poco di essere il primo a vedere quella che sarebbe stata la più grande e chiacchierata novità di quell’anno; ma per pochi sventurati secondi, il giovane Harry la vide quando era insieme a tutti gli altri.
Si era appena sistemato al tavolo dei Grifondoro, tra Ron ed Hermione, con di fronte a sé la bella rossa del quinto anno e il suo amico Neville, quando la Sala Grande fu colta da un trambusto che non si udiva da quando il Professor Raptor aveva annunciato la presenza di un troll nei sotterranei, al loro primo anno.
Un unicorno, al manto candido e scintillante, fece il suo ingresso, annunciato al rumore di zoccoli che rimbombava sul pavimento marmoreo della Sala. Molti degli studenti non avevano mai visto un unicorno in carne ed ossa, nonostante ve ne fossero diversi della vicina Foresta Oscura, ma non era il caso Harry, Neville ed Hermione, né di Draco. Forse per questo furono tra i primi a notare la stranezza dell’evento: l’animale portava in groppa due persone: una sola era cosciente. Si trattava di una giovane donna, di poco più di vent’anni, con indosso un abito nero in stile babbano ed un mantello verde smeraldo. I capelli, mori e particolarmente mossi, ondeggiavano nel vento, mentre l’unicorno si faceva strada tra le tavolate.
“Ė stato aggredito”, disse la giovane, riferendosi a colui che, privo di sensi, se ne stava sdraiato di lato sul dorso del magico animale. “Va curato, immediatamente”.
Madama Chips non se lo fece ripetere due volte, alzandosi di scatto e dirigendosi di corsa verso il ferito, seguita a ruota da Hagrid, il quale mise a disposizione la sua forza al fine di portare in infermeria il leso ragazzino di Tassorosso. Nel frattempo, anche il resto del corpo docenti si era alzato in piedi, chi perché incuriosito dalla scena, chi convinto di dover placare gli studenti di lì a poco, i quali però si erano tutti ammutoliti, come stregati, ad osservare ogni singolo movimento della giovane donna, mentre scendeva dal meraviglioso esemplare di unicorno. Lei gli rivolse qualche parola sottovoce, accarezzandogli il muso, e poi si girò verso Silente. L’unicorno si voltò a sua volta, uscendo dalla stanza con maestosa disinvoltura, seguito dagli sguardi dei più curiosi. Ginny avrebbe giurato che fosse stata la strega a dirgli di uscire, impresa decisamente ammirevole, ma comunque a lei la nuova arrivata non piaceva.
“Oh, grazie infinite Rosamund, e benvenuta, benvenuta”, disse il Preside, rivolto alla giovane, mentre Gazza entrava correndo goffamente nella Sala, provocando le risatine di molti dei Serpeverde.
“Professor Silente, signore! Un unicorno, con in sella una strega, signore! Forse una studentessa, dobbiamo fare qualcosa!”, disse il Magonò, agitato.
“Oh, sì, signor Gazza, ne siamo a conoscenza, la strega era lei”, rispose Silente, indicando la donna di fronte a sé, che si strinse nelle spalle un po’ imbarazzata. “E le posso assicurare che non più è una studentessa da diverso tempo oramai.”
“Oh, certo, certo”, bofonchiò il custode.
 “Suppongo che a questo punto delle presentazioni siano d’obbligo, anche perché non credo che mi ascoltereste se parlassi d’altro”, disse il Preside, rivolto ai suoi studenti, i quali sorrisero. Il Professore si diresse verso il leggio dorato da cui ero solito parlare, mentre la donna misteriosa porgeva con garbo il mantello al signor Gazza, scoprendo un corpo decisamente attraente, enfatizzato dal taglio del vestito che seguiva la moda babbana. Draco si sorprese a pensare che doveva essere decisamente morbida, in senso buono. Un attimo dopo si sentì uno sciocco ad aver pensato una cosa del genere, ringraziando il cielo che nessuno potesse leggere i suoi pensieri, essendo lui un maestro in oclumanzia. Al contrario, la Granger osservo affascinata le gambe snelle della strega, che passo dopo passo si avvicinava di nuovo all’anziano professore. Ginny intanto si chiese per quale motivo portasse tacchi così alti, anche se dovette ammettere, suo malgrado, che le stavano un incanto.
“Ragazzi, quest’anno, alcuni rilevanti cambiamenti nel corpo insegnati”, cominciò Silente. “Mi auguro che vi vogliate unire a me nell’accogliere una faccia ben nota qui ad Hogwarts, il Professor Horace Lumacorno, che ha riavuto la sua vecchia cattedra di pozioni, mentre il Professor Piton insegnerà Difesa contro le Arti Oscure”. Un rantolo disperato provenne da quasi tutti i tavoli, ma l’insegnante in questione non sembrò badarci. “Invece, per il corso di Incantesimi Avanzati, sono lieto di presentarvi la Professoressa Rosamund Bane!”, disse indicando la donna in piedi accanto a lui. Si levò un applauso di routine, mentre le prime domande già si facevano largo tra i cibi abbondanti del banchetto.
“Ma allora è un’insegnante?”, disse Hermione.
“Splendido!”, esclamò Ron, beccandosi un’occhiataccia dalla sua amica.
“Ma non è troppo giovane?”, chiese Ginny.
“Beh, è questo il bello no?”, le rispose Blaise Zambini, dal tavolo di Serpeverde.
“Oh, finiscila, lo dici soltanto perché la trovi bella”, lo rimbeccò Pansy, mentre i Grifondoro si giravano per ascoltare le opinioni dell’altra tavolata.
“Perché tu no?”, la prese in giro Millicent Bulstrode con malizia. La Parkinson le rispose con una smorfia.
“Il nome l’ho già sentito, Bane, mi è familiare”, disse Seamus.
“Balfour Bane”, rispose prontamente Hermione. “Molti secoli fa stabilì il Comitato per gli Incantesimi Sperimentali. L’ho letto nel libro ‘Storia della Politica Magica’”.
“Come fa a sapere sempre tutto?”, chiese Ron agli altri.
“Insopportabile, in effetti”, farfugliò Pansy, senza farsi sentire. “Magari viene da una famiglia di maghi importanti, una Purosangue, ci scommetto”, commentò poi, a voce più alta. Ci fu un attimo di silenzio.
“Beh, è riuscita a farsi portare fin qui da un unicorno, è notevole!”, intervenne timidamente Neville. Era una delle poche volte che qualcosa attirava così tanto l’attenzione degli studenti da dimenticare la rivalità tra le due cose, mentre Harry evitava di guardare Draco, il quale, in ogni caso, non sembrava molto interessato alla conversazione.
“Ah sì?”, disse Goyle, rispondendo al giovane Paciock.
“Ma certo che lo è, razza di idiota!”, rispose Ron. La pace era già finita. Dopo qualche sguardo al cielo e diverse smorfie, seguite al commento di Weasley, entrambi i gruppi tornarono ad ignorarsi.
“Tu cosa ne pensi, Draco?”, chiese la Parkinson al bel biondo.
“Cosa?”, rispose lui, cadendo dalle nuvole.
“Ma ci sei?”, chiese lei.
“Sì, sì. Tutto buonissimo”, rispose Malfoy, riferendosi al cibo, senza nemmeno preoccuparsi di cosa realmente gli avesse chiesto la sua compagna di Casa. Il giovane Serpeverde, mentre tutti erano intenti ad applaudire e a porsi ogni genere di domande, aveva assistito al una scena assai particolare: aveva visto la giovane Professoressa Bane avvicinarsi al tavolo dei professori e Piton prenderle la mano, in un gesto di galanteria per aiutarla a fare gli ultimi gradini - non che ne avesse bisogno-, per poi farle il baciamano. Si rese conto di non aver mai visto il capo della sua Casa così in confidanza con una donna, anzi, non lo aveva mai visto con una donna e basta. Con tutto il rispetto che portava al suo insegnante preferito, comunque non poté non chiedersi perché mai una donna del genere dovesse rivolgere quegli incantevoli sorrisi ad uno come Severus Piton.
Più tardi, nella sala comune dei Serpeverde, ritrovandosi nuovamente a ripensare all’interessante scena che aveva visto, si alzò di scatto, allontanandosi dalla finestra dalla quale, fino ad un momento prima, stava scrutando il panorama. Si avvicinò a Tiger e d’impulso gli prese la mano e la baciò, nello stesso modo in cui l’aveva visto fare a Piton. “Senti qualcosa per me dopo questo?”, chiese Draco al suo tirapiedi.
“Sì, disgusto”, rispose Tiger, sincero. “Ma che diavolo fai?”
Draco nemmeno lo sentì. “Mah…”, disse, sempre più confuso, e fissando la mano dell’amico con la stessa aria interrogativa con cui anni prima aveva guardato il libro dei mostri fattogli acquistare da Hagrid. Tornò alla finestra, scoprendosi a sorridere, sollevato, quando notò che non aveva pensato al Signore Oscuro o a suo padre nemmeno una volta in quelle ultime due ore.
 
 Nel frattempo, nella Sala Grande, Harry Potter, aveva appena finito di consumare il pasto, rimanendo solo con Ron, Neville e Seamus. I quattro ragazzi si erano appena alzati per dirigersi nella Sala Comune di Grifondoro, quando qualcosa attirò l’attenzione di Harry.
“Sirius!”, esclamò, correndogli incontro. I due si abbracciarono: da quello spiacevole incidente al Ministero, non perdevano occasione per farlo. Ron salutò il Signor Black, il cui nome era stato ormai del tutto riabilitato, mentre Neville si limitò a fargli un timido cenno con la mano. Seamus dovette presentarsi.
“Allora, è fatta?”, chiese Harry.
“Ė fatta!”, rispose l’altro, entusiasta. Sirius spiegò ai tre Grifondoro di essere arrivato ad Hogwarts con la scorta di Harry, che ormai era diventata un’abitudine nel suo viaggio da casa a scuola. Ma la novità era che Black aveva fatto domanda di rimanere ad Hogwarts, per sorvegliare Harry e la scuola dai malintenzionati in quei tempi oscuri, e pare che Silente avesse accettato la sua richiesta.
“Ė una specie di lavoro”, concluse Sirius.
“Non che a te serva”, scherzò Ron, riferendosi all’enorme patrimonio della famiglia di Sirius.
“Ehi, tu c’eri al banchetto? Hai visto che roba?”, gli chiese Neville cercando di prendere un po’ di confidanza.
“Oh, sì. Vi aspetta un anno interessante, eh ragazzi?”, scherzò Sirius. “Immagino che già non si parli d’altro.”
“Già”, disse Harry. “Hermione dice che probabilmente un suo antenato era un politico famoso o qualcosa del genere.”
“Oh, beh, in tal caso Hermione non conosce la storia moderna”, disse il suo padrino, ridendo. I ragazzi si guardarono a vicenda senza capire. “Davvero non lo sapete?”
“Cosa dovremmo sapere?”, chiese Harry.
“Non sapete chi è Rosamund Bane?”, riprese Black. I quattro scossero il capo.
“Beh, è solo l’unica persona del nostro secolo ad essere riuscita a governare il proprio Obscurus.”
“Il proprio cosa…?”, chiese Harry, mentre gli altri tre avevano gli occhi già fuori dalle orbite.
“Un Obscurus”, disse Seamus. “Ė una sorta di… anomalia. Succede quando un giovane mago non riesce ad incanalare il proprio potere correttamente; si forma questa entità separata, fuori da ogni controllo, di solito finisce per consumarti. Si può provare ad isolarlo ma è difficile.”
“Esatto”, riprese Sirius. “Per questo lei è famosa. Non l’ha isolato, è ancora lì, lei lo controlla. A quanto so ci sono voluti anni.”
“Ma non è pericoloso?”, chiese Neville.
“Una volta lo era. Quando l’Obscurus era fuori dal suo controllo, una volta dallo spavento uccise tre persone. Un ladro entrato in caso sua e i suoi stessi genitori. Lei aveva tre anni”. Un brivido attraversò la schiena di Harry. “Dovete capire che la magia dei un Obscuriale è molto diversa da quella di un mago: è molto più fluida, ha decisamente meno controllo ed è dieci volte più potente. In realtà è più simile alla magia di un unicorno, in effetti. Comunque, quando si seppe dell’omicidio, molti maghi la volevano far giustiziare, non ci sono molte leggi a favore degli Obscuriali, sapete, ed in più la gente li teme. Come se non bastasse Voldemort era al massimo dei suoi poteri, nessuno aveva la pazienza di occuparsi di un caso del genere.”
“Poi cos’è successo?”, chiese Ron.
“Silente la nascose da una famiglia di maghi, amici dei suoi, credo, nessuno lo seppe mai. E quando Lord Voldemort morì, per così dire, Silente prese la bambina sotto la sua ala protettiva, le insegnò ogni cosa, soprattutto a controllare ciò che aveva dentro di sé. Pare che fosse una giovane di talento, ma non fu mai ammessa ad Hogwarts, molti la giudicavano troppo instabile all’epoca, così studiò in casa, passando più tempo coi babbani che con altri maghi. Si diplomò alla velocità della luce e dopo essersi specializzata in incantesimi ha preso l’abilitazione all’insegnamento ed eccola qua. Se la memoria non mi inganna dovrebbe avere poco più di vent’anni”. Ron deglutì.
“Insomma la nostra nuova insegnante fa paura quanto Piton ed è intelligente quanto Hermione. Perfetto, sono rovinato”, disse Neville, nervoso.
   
 
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