PETER PAN
Rufus Shinra sbatté forte i pugni sulla scrivania, facendo sobbalzare Elena.
Tseng era di fronte a lui, rigido e serio, quasi imperturbabile, mentre metteva a parte il neo presidente della ShinRa sull'ennesima battaglia vinta da Avalanche.
Avalanche.
Un branco di derelitti, idioti incapaci, inutili come mosche, ora causavano più danni alla Compagnia di quanti se ne fossero registrati negli ultimi anni.
Il colpevole era lui, Cloud Strife, sedicente Soldier di prima classe, capitano di una nave che entro breve sarebbe colata a picco.
E loro, la Shinra, simili a bimbi sperduti, non riuscivano a trovare il modo per schiacciare quell'insulso nemico.
Inammissibile!
Rufus non era avvezzo alla sconfitta, era come se il suo onore fosse stato dilaniato da un uncino; si sarebbe vendicato. Andava bene tutto per abbattere definitivamente quei pirati dei poveri, e al prossimo incontro col biondo, gli avrebbe tagliato la mano con cui reggeva quella enorme, ridicola spada, e l'avrebbe servita su un vassoio d'argento a una bestia qualsiasi, andava bene anche un coccodrillo.
Lasciò la scrivania, preso dai suoi cupi ragionamenti, e si avvicinò alla finestra che mostrava Midgar ai suoi piedi e, in alto, il firmamento stranamente visibile nonostante l'inquinamento atmosferico.
"Dove si sarà nascosto?" si chiese, scrutando il cielo notturno, mentre Reno rivolse lo sguardo nella stessa direzione.
"Provato a controllare dopo la seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino?" chiese, poi, guadagnandosi un'occhiataccia dalla sua collega, Elena.
Un segnale acustico e Tseng alzò il ricevitore del fisso per rispondere a una chiamata di Rude che, con voce pacata, informò dell'avvistamento degli ecoterroristi, comunicandone la posizione. Il Turk dagli occhiali da sole, inoltre, diede conferma dell'ultimazione di una nuova, imbattibile arma appena collaudata in uno dei laboratori della Compagnia.
Il viso del Presidente s'illuminò, con una nuova speranza si voltò verso i suoi sottoposti.
"Li braccheremo a Wutai, lì farò a pezzi quel finto Soldier da strapazzo e quei pagliacci che si sono uniti a lui". E lo disse come se, invece di indicare un territorio vessato da anni di guerre e nemico della Compagnia di cui era capo, fosse un'isola felice dove giocare a fare la guerra contro i pirati e a vincere con un colpo di bacchetta magica.
Il ghigno che gli si disegnò sul viso aristocratico non lasciava dubbi sulle sue intenzioni e a Tseng venne il dubbio che non fosse mosso da mero interesse economico e spinto da brama di potere, ma che ci fosse dell'altro, come una sindrome che non spingesse quell'uomo a crescere.
Gli occhi del platinato scintillarono.
Era la prova vivente che un pensiero felice come quello di strozzare Cloud Strife fosse sufficiente a far volare un uomo.
No, decisamente non sarebbe mai cresciuto...