La vita è meravigliosa!
Qualcuno
( mia cugina che scrive anche lei in questo sito) mi ha detto che sono
antipatico, perché non metto mai un’introduzione…
Volevo
annunciarvi questa nuova storia, sempre angosciante, che tratta dell’abbandono
e della solitudine, di ingiustizia .
Ho
trattato della tristezza e malinconia, destino e morte in precedenti ff, ma ora
mi concentro su una storia che mi coinvolge personalmente, ovvero come una
persona, persa lungo il cammino della vita, possa svegliarsi e ridare speranza
di vivere alla sua esistenza. Questo capitolo è solo triste, sorry… gradire
qualche commentino (lo dico tanto per…)
Avviso:
aggiornerò presto la ff su Hidan e Kakuzu, appena ho l’ispirazione : P
Cap 1: Non piangere, non piango!
Disperatamente mi aggrappo alla
vita, che mai ho conosciuto, e la mordo assaporandone lo sconvolgente sapore…
Mi chiamo
Naruto Uzumaki, o per mettere subito in chiaro le cose, questo è il nome che i
miei hanno scelto, ma per gli altri sono il pezzente, il morto di fame o più
comunemente il figlio di puttana.
Ho 16
anni e vivo in una baracca alla periferia di Konoha con mia madre, quella
povera donna, che piuttosto di mandarmi a lavorare fa immani sacrifici per
darmi la possibilità di studiare in quel maledetto istituto, che mi pare più
una galera che una scuola. Dice sempre che sarà un bene per tutti se io
studiassi cosi da poter cambiare le cose, certo ma la vita è un’altra cosa, non
basta semplicemente chiedere affinché quello che hai sperato accada. Lo so ho
provato per molto tempo. La disfatta della mia famiglia iniziò otto anni fa,
quando un bastardo uccise mio padre sotto gli occhi increduli di mia madre e i
miei, durante il bombardamento della città. Quel fanatico, o meglio quel pazzo
elogiava la propria opera come se fosse arte mentre uno dopo l’altro, centinaia
di vite si sbriciolavano, in brandelli, per l’esplosione. Recentemente si è
venuto a conoscenza che l’attentatore sarebbe un membro dell’Akatsuki, una
potente ed internazionale organizzazione mafiosa, ciononostante i moventi sono
tuttora oscuri.
Mio padre lavorava per quella vecchia,
Tsunade, tanto brava a parole, ma concretamente è un incapace. Ci promise un
aiuto economico, un posto di lavoro a mia madre, ma il mondo gira sempre a
favore di altri e mai per la povera gente. Tirava sempre fuori scuse come “ il
paese ora non è in grado di elargire dei sussidi”; “siamo in guerra non abbiamo
tempo di occuparci di affari interni”. E intanto noi morivamo e moriamo di fame
per la strada.
Ogni
tanto rubo qualcosa a scuola o per le vie del centro cosi da poterle rivendere
e sfamarci o scaldarci, nonostante mia madre sia contraria a questo tipo di
cose. Sono immorali e noi siamo brava gente. Parla, ma la verità è ben diversa,
per mantenerci anche lei ha dovuto darsi da fare e sgobbare, prima come
sguattera in un ristorante, poi a fare la puttana per i ricconi del paese.
Quante volte, tornata a casa, scoppiava in lacrime, affranta dalle continue
sevizie subite “in servizio”. Proprio non riesco a capirlo e a sopportarlo, ma perché
questo mondo ci odia cosi tanto? Perché non siamo degni di assaporare le gioie
della vita? Mi rammarico e piango, anche se mi devo nascondere, non posso
permettermi di essere scoperto, mentre sono triste o depresso, farei soffrire
anche la mamma.
In più ci
mancava quella dannata scuola, ogni giorno è un inferno. Ormai ci ho fatto
l’abitudine, tutti m’ignorano o insultano ed io altrettanto. Non ho nessuno su
cui contare, nemmeno gli insegnanti, che sembrano invece approvare le bravate
di quegli sfigati figli di papà. Io non reagisco, sempre perché me l’ha chiesto
mia madre che non vuole rogne, se solo potessi, spaccherei la faccia a quegli
infami. Voglio solo essere lasciato in pace, ci vuole tanto?
Ma la
gente è troppo ignorante e prepotente, in gruppo. Tutti si dilettano a fare
battute su me o mia madre, tanto per far scappare qualche risata, senza essere
a conoscenza del mio dramma. Non posso
far nulla, le mie parole sarebbero sprecate. E tristemente trascorre un altro
anno, nella più completa solitudine, affogando i miei pensieri e i miei
istinti. Sempre più disperatamente mi aggrappo alla vita e vivo passivamente
quello che il destino mi riserva.
* * *
Per
quest’anno scolastico ho dovuto scegliere un corso di specializzazione e nella
speranza di incontrare il minor numero di vecchi compagni, ho scelto il ramo
scientifico.
Ora non
so bene come sarà questo nuovo piccolo, ma grande cambiamento. Tanto sarà
sempre come gli altri anni, tra risa e
botte. Ecco entrare due che si atteggiano da divi, che avranno in più di
me, a parte essere i più popolari, essere ricchi e belli? Si chiamano Sasuke
Uchiha, membro di un’importante famiglia della città e Sakura Haruno, una raccomandata direttamente da Tsunade.
Già il
moro non mi piace per niente, quegli occhi corvini si atteggiano a sfida nei
miei confronti. Sarò anche ossessionato, ma quest’atmosfera pesante….si
annunciano grandi cose da questi due.