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Autore: ArrowVI    22/12/2020    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 10-18: Il Colore del Fuoco





Quella creatura era ben più potente di quanto Vermilion avesse immaginato.


Ogni volta che riusciva ad evitare i tentacoli di Leviathan, notava come lasciassero profondi solchi nel terreno come se fossero gigantesche fruste prima di nascondersi nel polverone che avevano innalzato, pronti per attaccare un'altra volta senza lasciarle neanche un secondo per contrattacare.
Sarebbe bastato un singolo colpo, e non ne sarebbe uscita viva. 


Nonostante i suoi costanti allenamenti e le sue sorprendenti abilità, sembrava che le sue fiamme non fossero in grado di penetrarle le difese del demone. Più tempo sprecava a evitare gli attacchi del mostro, meno erano le energie che poteva usare per lanciare i suoi incantesimi.

Di quel passo, non sarebbe mai riuscita a sconfiggerlo.


< Eppure deve esserci un modo... >
Ringhiò la ragazza, inghiocchiata nel terreno, mentre fissava il demone dall'aspetto mostruoso agitare i suoi tentacoli in distanza, pronto a passare di nuovo all'attacco.

< ...Deve avere un punto debole! >
Sollevò lo sguardo, volto pieno di graffi e terriccio, la sua armatura a malapena si reggeva su di lei. Non poteva continuare a subire, doveva passare all'offensiva o sarebbe stata la fine.



"Ma come?"


Quella domanda la spaventò.
Per un attimo cominciò a tremare... Provò ancora una volta la stessa debolezza che sentì anni prima, quando affrontò Ifrit per la seconda volta in preda alla rabbia.

Quella scena riaffiorò nella sua mente improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno: i suoi occhi terrorizzati nel vedere la creatura calpestare case e strade, bruciare alberi e persone senza neanche preoccuparsi della loro presenza.
L'impotenza davanti a una creatura che, stupidamente, pensava avrebbe potuto ripagare con la sua stessa moneta.
Il suo rammarico quando Ifrit si voltò verso di lei.
La paura che la fece scappare verso casa sua, il suo vecchio orfanotrofio...

... Seguita dalla disperazione quando Ifrit la inseguì anche li, radendo al suolo anche la sua nuova casa.



<< Sta per succedere di nuovo, vero? >>
Si domandò la ragazza. La fiamma coraggiosa e orgogliosa che bruciava nei suoi occhi scomparve in un istante.
Osservò il palazzo, poi le case in distanza. 
Infine, posò il suo sguardo ancora una volta sul demone.


Quella paura la pervase ancora una volta.
Non aveva paura di morire: aveva paura di sopravvivere...


... Ancora una volta.


Il suo sguardo si rivolse verso il terreno, i suoi occhi spenti e terrorizzati, incurante del fatto che Leviathan avesse lanciato il suo attacco.
Ancora una volta troppo debole per proteggere le persone intorno a lei...



< Forse... >
Pensò, in quell'istante.

< ... Forse sono io a portare sfortuna alle persone intorno a me. >


Vermilion sollevò lo sguardo, notando finalmente l'attacco del demone indirizzato verso di lei... Ma non si mosse.
In quell'istante ripensò ai suoi compagni, all'uomo che la salvò il giorno che perse i suoi genitori.

Ai giorni felici e spensierati che trascorse con loro, ridendo, scherzando, soffrendo durante vari allenamenti.
Alle lezioni noiose, alle arrabbiature. Quei momenti in cui, finalmente, credeva che le cose sarebbero andate meglio.

Il momento in cui abbassò la guardia, fu l'esatto momento in cui la crudele realtà le ricordò quanto fosse sciocca.
Le tornarono in mente i volti sorridenti dei suoi compagni... Shiro, Laura, Lucas e il loro maestro Xanders.
Le tornarono in mente anche i loro corpi senza vita, dopo il loro incontro con Amon.


< Se mi arrendessi, questa volta... Forse smetterei finalmente di causare la morte di tutte le persone che mi stanno intorno? >
Quel pensiero non la spaventò. Per tutta la vita si diede le colpe per essere sopravvissuta così tante volte, mentre persone più abili di lei persero la vita per proteggerla.
A che scopo? Per quale motivo doveva soffrire così tanto, perché doveva essere sempre lei a salvarsi e non gli altri?



Prima che potesse arrendersi, però, un nuovo ricordo riaffiorò improvvisamente nella sua mente, nascosto fino a quel momento a causa del trauma.


" Mamma! "
Si trovava nella sua casa, molto prima dell'attacco di Ifrit. Era prima mattina, la luce del sole illuminava il tavolo davanti a sua madre, mentre Vermilion entrò nella stanza correndo, in lacrime.
Sua madre era seduta su una sedia, stava leggendo un libro. Il suo volto era offuscato.

"Cosa c'è, -----? "

Il nome con cui sua madre la chiamò, in quel momento, Vermilion non riuscì a ricordarlo. 

Non le rispose. Continuò a piangere, singhiozzando.
La donna non disse nulla: la prese in braccio, accarezzandole i capelli e stringendola forte al suo petto. Cominciò a canticchiare una melodia nelle sue orecchie, sorridendo.

Quella melodia... La conosceva. Era la stessa musica del carillon che aveva nella sua stanza: quell'oggetto fu l'unica cosa che i soldati riuscirono a salvare dalla sua casa. E, da sempre, quella melodia era sempre stata in grado di calmare la ragazza, indifferentemente dalla situazione.


<< Non piangere. >>
Le disse sua madre, senza smettere di stringerla.

<< Sei forte, fortissima. Non arrenderti mai: continua a lottare, qualunque sia l'obiettivo a cui ambisci. Noi saremo sempre qui, pronti ad appoggiarti in qualunque situazione. >>



<< Come la principessa Vermilion, mostra con orgoglio a tutti il colore delle tue fiamme. >>



Vermilion tornò finalmente in se. I suoi occhi erano spalancati, le sue lacrime si erano fermate. 
Il tentacolo di Leviathan l'aveva quasi raggiunta.


Scattò di lato, usando una fiammata generata dal suo braccio destro come propulsore, evitando l'attacco del suo nemico che collise con il terreno, facendolo tremare e mandandolo in pezzi.

<< Non morirò qui, bastardo! >>
Esclamò, mentre le fiamme avvolsero ancora una volta il suo corpo. Non poteva lasciarsi prendere ancora una volta dalla disperazione, non poteva farsi uccidere in un modo così pietoso: non era quello il motivo per cui era sopravvissuta a così tante tragedie.


Rapidamente evocò il suo Spirito, richiamando tutte le sue forze e scagliando una gigantesca fiammata con una mano verso il tentacolo del demone.
L'attacco non sembrò aver effetto, ma non era quello il piano di Vermilion.


Con la coda dell'occhio notò un secondo tentacolo viaggiare nella sua direzione, quindi innalzò rapidamente un muro di fiamme tra lei e il tentacolo, impedendo a Leviathan di colpirla.


Durante quel combattimento, Vermilion comprese perfettamente che fossero solamente i tentacoli del demone ad essere coperti da quella sostanza: se fosse riuscita a colpirlo in pieno nel suo corpo, sarebbe sicuramente riuscita a causare danni considerevoli... Ma tra il dire e il fare, c'è di mezzo il mare.

Leviathan aveva troppi tentacoli, e ne teneva sempre circa la metà per proteggersi da eventuali attacchi. Colpirlo in un punto cieco era praticamente impossibile.

Sembrava un nemico invincibile, poi però la ragazza realizzò qualcosa.
Fin dall'inizio dello scontro, il demone non si era spostato neanche di un millimetro. Aveva contato i suoi tentacoli, ne aveva al massimo una ventina... Ed erano tutti rivolti verso di lei.

Era possibile che quel demone... Non fosse in grado di camminare sulla terra ferma?


Era una scommessa ma, se fosse stato come pensava, questa sarebbe potuta essere la sua carta vincente. 
Dopotutto, non si era ancora spostato dal punto in cui era atterrato: invece di evitare i suoi attacchi, usava la gran parte dei suoi tentacoli per proteggersi.
Tutto sembrava far pensare esattamente che quella bestia fosse ancorata al terreno.



<< O la va o la spacca! >>
Esclamò la ragazza, scagliandosi verso la creatura a piena velocità, usando le sue fiamme per andare ancora più veloce, muovendosi a zig zag per rendere più difficile al suo nemico colpirla.
Non poteva permettersi di fallire: le magie classiche non sembravano aver effetto sul demone, doveva dare il tutto per tutto. Ma il suo incantesimo più potente l'avrebbe lasciata senza forze... Se avesse fallito, sarebbe stata la sua fine.

Ignorò le sue preoccupazioni, evitando con destrezza le frustate del suo avversario, usando le sue fiamme per creare un muro di fuoco e fumo per nascondersi dalla creatura.


Era il momento giusto: grazie al muro di fuoco che innalzò davanti al demone
, e al fumo, riuscì a spostarsi alle sue spalle senza farsi notare. Leviathan continuò incessantemente a bersagliare il muro di fuoco davanti a se con i suoi tentacoli, cercando di colpire un avversario che non era li.



Esattamente come sospettò poco prima, le spalle del demone erano completamente scoperte. Quello era il suo punto cieco.
Quindi allungò le mani davanti a se, puntandole verso quella creatura. Le fiamme diventarono talmente intense da cominciare a fondere persino l'armatura che la ragazza indossava.

Non poteva farsi distrarre dal dolore o dalla fatica: aveva un compito e uno soltando, e non poteva permettersi di fallire.



<< "O' luce che illumina l'oscurità e mi guida nel Giusto Cammino, rispondi alla mia Chiamata..." >>
Cominciò rapidamente a recitare i versi dell'incantesimo, mentre le sue fiamme si riversarono nelle sue mani in una specie di vortice.

<< "...Per combattere questo ingiusto Destino, per vedere ancora una volta quella notte di stelle Costellata..." >>
Le fiamme si fecero ancora più intense, mentre le braccia e le gambe di Vermilion cominciarono a tremare. Era un incantesimo molto potente, ma non poteva lasciarsi sconfiggere dalla stanchezza.

Leviathan si voltò di scatto: il fumo davanti a lui si era ormai diradato.
La copertura era saltata prima del previsto ma non poteva fermarsi ormai: doveva andare fino in fondo.

<< "...Riduci in cenere i nostri Nemici, metti fine a questa terribile Prova: ... " >>
Il terreno ai piedi della ragazza cominciò a tremare, mentre le fiamme si fecero talmente intense da ustionare perfino il suo corpo.


<< ".. Fiamme di Mille Fenici: Blazing Nova! " >>


Una fiammata dalle dimensioni colossali, un incantesimo che Vermilion a malapena riuscì a padroneggiare, si diresse con una velocità assurda verso il demone che, vedendola, non poté fare altro che portare i suoi tentacoli alle sue spalle, usandoli come scudo.

Le fiamme erano talmente intense che persino il ghiaccio innalzato da Sarah qualche minuto prima cominciò lentamente a sciogliersi.


< Deve funzionare... ! >
Pensò la ragazza.

< E' il mio incantesimo più potente! Non posso fallire, non di nuovo! >
Continuò.



<< C'era una storia che mia madre era solita raccontarmi, prima che andassi a letto... Un racconto che adoravo più di qualunque altro. >>
Disse Vermilion ad Ehra, il giorno che divenne un membro delle Quattro Galassie.

<< Quale sarebbe? >>
Le rispose Ehra, incuriosita da quella risposta dopo averle chiesto con quale nome volesse essere conosciuta nella capitale.

<< Raccontava di una principessa di nome Vermilion, una ragazza che nacque con il potere di controllare fiamme di colore diverso da quelle di tutti gli altri e che, per questo, venne emarginata. >>
Continuò la ragazza, sorridendo.

<< Non conosco questo racconto. E' da li che hai preso il tuo nome, allora? >>
Rispose Ehra.

<< Non ricordo come finisse, ma credo fosse una storia inventata da mia madre. Ciò che ricordo è che le chiedevo ogni notte di parlarmi di lei, e mia madre ogni notte aggiungeva nuovi dettagli che mi facevano brillare gli occhi. >>

<< Io voglio essere per le altre persone, la stessa Vermilion che fece brillare gli occhi a me. Questo è ciò che voglio. >>
Concluse la ragazza.



Quelle fiamme si fecero ancora più intense: le braccia di Vermilion si fecero rapidamente nere come la pece.
Il dolore divenne insopportabile, ma il suo sguardo non vacillò. Leviathan usò tutti i suoi tentacoli per difendersi dalla fiammata, ma da quella posizione non era in grado di difendersi nel migliore dei modi.

Bastarono pochi istanti e la difesa del demone venne spezzata e la sua testa avvolta da quelle colossali e infernali fiamme. La creatura cominciò ad agitarsi istericamente, in preda a un dolore indescrivibile, mentre provò inutilmente a sollevare il suo corpo troppo pesante dal terreno per spostarsi dalla traiettoria di quell'attacco.


Quando le fiamme smisero di avvolgere la creatura, i suoi tentacoli caddero al suolo con un boato indescrivibile: la testa di Leviathan era stata completamente carbonizzata.
Vermilion sorrise.

Aveva sconfitto il suo avversario.


<< Ce l'ho fatta... >>
Sussurrò.

<< ... Ho mostrato.. I miei colori... >>
Aggiunse, prima di cadere al suolo, priva di sensi. 


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Fine del capitolo 10-18, grazie di avermi seguito e alla prossima!

Dopo un lunghissimo periodo di iato, sono tornato e spero di riuscire a mantenere di nuovo un capitolo a settimana. In ogni caso, la storia andrà avanti!
Ho ancora tanto da raccontare. 



 

   
 
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