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Autore: Severa Crouch    22/12/2020    4 recensioni
Severus Piton ha iniziato a collaborare con l'Ordine della Fenice. Il suo impegno in prima persona gli ha consentito di riallacciare i rapporti con Lily.
Nell'approssimarsi del Natale, la sua migliore amica gli chiede di badare ad Harry per qualche ora. Severus, pur di dimostrare di essere degno di fiducia da parte sua, si trova costretto a improvvisarsi baby-sitter di un bambino che, scoprirà, ha molto poco dell'adorabile madre e tantissimo del detestabile padre.
Una commedia natalizia con Severus come protagonista.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Merry Christmas, Severus!

 

 

Severus non aveva mai creduto ai miracoli ed era proprio a causa del suo scetticismo che era finito tra i Mangiamorte. Non vedeva la possibilità di una redenzione né l’ipotesi che le cose potessero migliorare. Se qualcosa andava male, allora era perduta per sempre.

Era così che si era approcciato al suo litigio con Lily alla fine del quinto anno. Non aveva considerato minimamente che Lily potesse essere stressata per i G.U.F.O., che quel giorno di giugno le fosse arrivato il ciclo, e che sua sorella Petunia le avesse addirittura mandato una delle sue lettere in cui annunciava che Vernon Dursley (che lui avrebbe scoperto essere il Babbano più detestabile d’Inghilterra) avrebbe trascorso l’estate a Spinner’s End.

No, assolutamente no. Severus non aveva minimamente indagato la presenza di fattori ulteriori che avessero ingigantito l’offesa – di per sé enorme – che aveva rivolto a Lily.

Non aveva nemmeno considerato il fatto che Lily amasse i gesti, più delle parole. Il fatto che quella cosa l’avesse capita prima quel dannato Potter di lui, lo mandava semplicemente in bestia. Come era possibile che lui, che era cresciuto con Lily, era stato il suo migliore amico e confidente per anni, avesse trascurato un dettaglio così importante? Come era possibile che quell’arrogante, presuntuoso, vanesio di James-pavone-Potter l’avesse capito e messo in pratica?

Così, mentre lui aveva trascorso gli ultimi anni di scuola a lacerarsi dal dolore per la perdita della sua migliore amica (di cui era anche profondamente innamorato), assisteva a Potter che giocava a fare il bravo ragazzo e durante l’ultimo anno di scuola iniziava a uscire con Lily.

Quei dannati di Avery e Mulciber non avevano risparmiato battutine su quella notizia e avevano persino provato a presentargli delle Purosangue e delle Mezzosangue che potessero essere considerate più degne di Lily. La verità, però, era che nessuna era più degna di Lily, perché non erano solo gli occhi verdi o la pelle candida, né le lentiggini sul volto, o le fossette che le comparivano quando sorrideva. Non era la gentilezza innata e la capacità di vedere il buono in ogni essere vivente, come quel dannato Lupin aveva pure scoperto. No, Lily era geniale, creativa, intelligente e acuta. Non solo era una creatura angelica, ma era anche una strega enormemente dotata, e chiacchierare con lei era sempre stimolante per il cervello. Non era un caso che le migliori intuizioni in Pozioni fossero nate durante le loro chiacchierate e gli studi in biblioteca.

Così, Severus si era sorpreso nello scoprire la capacità di perdono di Lily quando aveva iniziato a collaborare con l’Ordine della Fenice. La scoperta della profezia che incombeva sul figlio dei Potter lo aveva messo in allarme e costretto a rivolgersi ad Albus Silente implorandolo di proteggere i Potter.

Aveva chiesto a Silente di tenere il segreto, ma quel preside pettegolo aveva ritenuto corretto informare Lily. Così, lei lo aveva perdonato per quell’insulto, proprio nel momento in cui aveva capito che lui avrebbe dimostrato con la sua vita quanto tenesse a lei più che alle idee dei Mangiamorte. C’era da dire che la misteriosa morte di Regulus, un anno prima, aveva gettato tutti i giovani Mangiamorte nell’angoscia e costretto a rivedere le ragioni del proprio giuramento. Severus non aveva avuto dubbi: lui sarebbe rimasto per proteggere Lily e dimostrarle che c’è la possibilità di una redenzione e che lui si sarebbe guadagnato il suo perdono.

Era stato difficile – enormemente difficile – tornare nella vita di Lily ora che si era sposata con quel dannato pavone di Potter. Sentiva continuamente lui e Black che parlottavano tra loro, a voce alta, come se lui non fosse presente, di quanto James amasse la sua Lily e quanto fosse felice il loro matrimonio.

Severus non diceva nulla e si accontentava di trascorrere del tempo con Lily e il piccolo Harry aiutandola a badare al bambino. Aveva appena iniziato a insegnare Pozioni a Hogwarts e quello sarebbe stato il primo Natale in cui si sarebbe potuto permettere persino dei regali. Era il suo primo giorno di vacanza quando al mattino ricevette un gufo da Lily:

“Caro Severus, come stai?

Spero che tu ti stia godendo le vacanze! Ho un favore da chiederti. Sai che non ti disturberei se non fossi veramente disperata, ma saresti disponibile a guardare Harry per tre ore domani pomeriggio? Gli altri sono impegnati con i turni e so che tu sei libero.

Con affetto, Lily”

Severus non esitò nemmeno un istante a rispondere a una richiesta che sottendeva una gran fiducia nei suoi confronti:

“Cara Lily, non preoccuparti, ci penso io ad Harry. Sarò da te per le tre del pomeriggio, o preferisci un altro orario? Fammi sapere.

Con affetto, Severus.”

Dopo poco, arrivò un altro gufo:

“Caro Severus, non so come ringraziarti! Le tre vanno benissimo.

Un abbraccio, Lily.”

Severus guardò sorridente il messaggio e passò un dito su “un abbraccio”.

Per tutto il giorno rimase di buon umore, come non gli capitava da anni, e chiese persino a sua madre qualche consiglio su come intrattenere un bambino di sei mesi. Segnò meticolosamente tutte le magie (le luci, le figure animate), si fece insegnare il modo in cui prendere in braccio il bambino e dargli il latte, e persino l’incantesimo per cambiare il pannolino.

Sopportò stoicamente gli insulti del padre che lo aveva definito una femminuccia rammollita e sosteneva che un uomo non dovesse prestarsi a simili sciocchezze per compiacere una donna (a maggior ragione se non c’è speranza che te la dia).

Si scambiò un sorriso complice con la mamma, pensando che suo padre non capisse proprio niente, e che quello fosse il primo passo per riavere la fiducia di Lily e che questo andava oltre un banale rapporto sessuale.

L’indomani si presentò in orario a casa di Lily armato di buone intenzioni e tutte le informazioni che aveva raccolto il giorno precedente. Lily gli aprì la porta con un sorriso in grado di allargare il cuore sofferente di Severus.

“Saranno solo tre ore, Severus! Sono sicura che andrà benissimo!” gli disse mentre infilava un cappotto rosso come i suoi capelli.

“Tranquilla, Lily, Harry sarà bravissimo. Sono certo che andremo d’accordo!” le disse cercando di rassicurarla e dimostrarsi padrone della situazione. “Insomma, sono abituato a gestire una classe di adolescenti, non sarà un problema gestire un bambino di sei mesi!”

“Questo è lo spirito giusto! A più tardi, Sev!” Lily chiuse la porta alle sue spalle e Severus sentì il crack della Smaterializzazione. Si voltò per cercare Harry e lo trovò sdraiato sul suo tappetino intento ad allungare le mani verso una giostrina con una scopa e un boccino appeso.

“Che originalità, Potter…” commentò atono tra sé e sé. Harry gli rivolse un sorriso furbetto e poi iniziò a piangere.

“Cosa c’è, Harry?” domandò, in preda all’ansia per quel pianto improvviso e inaspettato. Harry piangeva e Severus iniziò a pensare di essere stato troppo ottimista. Insomma, gestire un bambino era meno semplice degli adolescenti. Gli adolescenti parlano, per esempio, anche se non sempre in modo adeguato e spesso sono incomprensibili, ma sicuramente offrono una comunicazione più adeguata rispetto a quella di un infante di sei mesi.

“Vuoi essere preso in braccio?”

Allungò le mani e prese Harry, provò a cullarlo, ma il bambino continuava a urlare come un’aquila, mentre il visino iniziava a diventare completamente rosso.

“Hai bisogno di essere cambiato?” domandò perplesso.

Harry piangeva e Severus ricordò il consiglio di sua madre: “ricorda che i bisogni dei bambini piccoli sono tre: cacca, pappa, nanna! Parti dalla cacca!”

Sistemò Harry sul fasciatoio. Agitava le braccine piangendo come nemmeno le vittime dell’Oscuro Signore sotto le Cruciatus dei Mangiamorte. Scosse la testa cercando di rimuovere quel pensiero e il suo olfatto venne invaso dal motivo del pianto di Harry.

“Per tutti i Draghi, Harry, nemmeno il Fertilizzante per le Mandragole puzza così!”

Agitò la bacchetta e pulì il sederino di Harry, usando anche l’incantesimo rinfrescante che gli aveva insegnato sua mamma. Il bambino smise di piangere e iniziò ad osservarlo attraverso gli occhi che aveva decisamente ereditato da Lily.

Sebbene fosse un mago estremamente dotato e non avesse avuto particolari problemi nell’apprendimento delle Maledizioni senza Perdono, l’incantesimo per inserire correttamente il pannolino era decisamente difficile. Harry lo guardava e sembrava farsi beffe di lui mentre provava la formula “Pannolinus!” Stava per riprovare per la terza volta quando Harry decise di fare la pipì. In faccia a lui.

“Sul serio, Potter… non sei divertente…” commentò atono. Harry scoppiò a ridere e mentre Severus faceva ricorso a tutte le sue scorte di pazienza, il bambino aveva perso ogni somiglianza con Lily ed era diventato la versione in miniatura di James-detestabile-Potter.

“Inutile che ridi,” mormorò tra i denti, “lo faccio solo per tua madre, di te non mi interessa niente.” Harry corrucciò la fronte, emise un broncio e scoppiò a piangere. Di nuovo.

Severus pulì di nuovo Harry e questa volta l’incantesimo per inserire il pannolino gli uscì alla perfezione.

“Praticamente è come la Cruciatus, devi voler intensamente che quel dannato pannolino avvolga il bambino…” commentò tra sé e sé.

Harry pretese di essere preso in braccio e cullato camminando per la casa. Sembrava che si divertisse un mondo ad andare avanti e indietro per il corridoio pieno di foto con Lily e James in compagnia di quegli impiastri di Grifondoro. Sirius Black lo guardava ridendo da una cornice e più camminava, più Severus si innervosiva, e iniziava a domandarsi perché mai nella vita avesse deciso di aiutare Lily con quel marmocchio.

“Ma tuo padre dov’è?” iniziò a domandarsi mentre Harry scopriva quanto potesse essere divertente e interessante giocare con i lunghi capelli di Severus.

“Mi fai male, Potter…”

Si domandò se potesse togliere dei punti a Grifondoro per le angherie che quel bambino gli stava facendo patire in quel pomeriggio. Era indubbio che sarebbe stato un Grifondoro: aveva la stessa arroganza, lo stesso sguardo spavaldo e il sorriso di sfida del padre mentre lo osservava e lo minacciava di piangere. Sì, lo minacciava. Severus non era diventato un Mangiamorte senza conoscere le diverse sfumature che esistono tra una richiesta e l’eventuale reazione a un diniego e la minaccia, poi mantenuta, di una ritorsione.

Il pianto di Potter era una ritorsione per qualsiasi desiderio non venisse immediatamente soddisfatto. “Io non capisco come faccia Lily a sopportarti, lo sai? Sei odioso!” Il bambino scoppiò a ridere e Severus sbuffò. “Allora mi capisci, dannato Potter! Mi capisci e ti fai beffe di me!” Harry scoppiò a piangere e Severus dovette riprenderlo in braccio.

Tornarono in soggiorno e riuscì a metterlo, finalmente, per terra e lasciarlo giocare con il peluche di un lupo. Maledetto, Lupin. Stava tirando il fiato, dopo tre ore estenuanti, quando si aprì la porta e Lily rientrò in casa con James.

“Grazie, Severus! Non so come avrei fatto senza di te! Ti ha dato problemi, Harry?”

Severus arrossì nel sentirsi ringraziare in quel modo. Vide anche lo sguardo infastidito di James e stava per rispondere “No è stato bravissimo” quando Harry scoppiò a piangere e allungò le braccine verso i genitori. Piccolo stronzo, ingrato. Io sto rischiando la vita per proteggerti e tu nemmeno collabori. Dannazione. Sia maledetto il giorno in cui ho chiesto aiuto a Silente… La testa si affollava di pensieri carichi di odio e risentimento verso quel bambino che non era buono e paziente come la madre, ma egocentrico, arrogante e dispettoso come il padre.

Lily si chinò a prendere il bambino in braccio e si sorprese nel vedere che il figlio volesse James. Si aggrappò al collo del papà a si tranquillizzò all’istante smettendo di singhiozzare.

James Potter cullava il bambino accarezzandogli la schiena e gli domandò: “Allora vuoi stare di nuovo con Mocciosus?” Harry sembrò capire perfettamente il padre e si aggrappò ancora di più al maglione di Potter.

Severus non rispose, decise di approfittare della situazione e raggiungere Lily in cucina per aiutarla con la preparazione del tè.

“Abbiamo portato dei pasticcini, Severus, fermati per il tè,” gli chiese Lily.

“Volentieri.”

“Ci raggiungeranno anche Sirius e Peter.”

Severus si maledì mentalmente, e si disse che in futuro avrebbe dovuto contare fino a dieci prima di rispondere a Lily, o almeno attendere che terminasse la frase. Era patetico dire sempre di sì come un burattino. Adesso avrebbe dovuto sopportare Black e Minus, come se i due Potter di là non fossero già abbastanza.

“Allora, sei riuscita a fare quello che dovevi fare?” le domandò per cambiare argomento e parlare di qualcosa che fosse solo loro.

Lily annuì. “Sì, grazie, Sev, avevo proprio bisogno di andare a prendere i regali di Natale. Ho un pensiero anche per te, lo troverai sotto l’albero il giorno di Natale!” gli disse sorridente mentre le guance si coloravano di rosso.

Lily non arrossiva di frequente così Severus, sebbene sapesse quanto fosse scorretto, decise di sbirciare nella mente della sua amica. Non era pronto alla scena che avrebbe visto: Lily, Marlene e Mary erano in un negozio di intimo e Lily si provava un completino decisamente sensuale. Severus strinse i pugni nelle tasche della veste per darsi un contegno. La vide esclamare alle amiche: “James lo adorerà! È il suo regalo di Natale!”

Quella stronza della McKinnon commentò: “Mi sa che con questo arriverà il fratellino per Harry!”

“O la sorellina,” la corresse Lily continuando a ridere e ad ammirarsi nello specchio.

Severus sbatté le palpebre e avrebbe voluto obliarsi, ma poi si disse che quel ricordo lo avrebbe conservato per quella notte. L’ennesima notte che avrebbe trascorso da solo. Seguì Lily in soggiorno con il vassoio con il tè e le tazze, mentre Lily portava quello con i pasticcini.

Trovò Black e Minus seduti sul divano, intenti a giocare con quel piccolo dannato mini-Potter che adesso non piangeva e sembrava adorare – nemmeno a farlo apposta – proprio Black.

“Non credevo che aveste un elfo domestico, James!” esclamò Black prima di sghignazzare “ah, no, è solo Mocciosus!”

“Non sei divertente, Sirius!” disse Lily, “Severus è un mio caro amico e ora siamo tutti dalla stessa parte. Dovresti portare un po’ di rispetto, sai?”

“D’accordo, Lily, stai calma, era solo una battuta.”

A Severus non sfuggì l’occhiolino che Black e Potter si scambiarono e nemmeno la risatina nervosa di Minus, ma decise di ignorarli e di essere superiore. Quei due avevano la capacità di farlo passare dalla parte del torto, e lui non aveva nessuna intenzione di rovinare il rapporto con Lily che stava faticosamente (dopo le tre ore con quel marmocchio era l’avverbio più calzante che potesse usare) ricostruendo.

“Allora, Moc… Piton,” disse Black intercettando un’occhiataccia di Lily, “frequenti qualcuna? O pensi ancora alla nostra Lily?”

“Non sono affari tuoi, Black.”

“Era per fare conversazione, Piton, sai, quella cosa che fanno le persone che sono dalla stessa parte…”

Minus continuava a ridere come un idiota e Severus iniziava a perdere la pazienza. Fece un respiro profondo e poi disse: “Mi sono visto un paio di volte con una collega, va bene?”

“Oh, Severus, ma è una notizia meravigliosa!” esclamò Lily, “Non vedo l’ora di conoscerla! Ce la presenterai?”

“Non credo che al momento si opportuno allargare la cerchia di persone che vi possono frequentare,” disse Severus, richiamando i pericoli della guerra. Erano i soliti incoscienti, l’Oscuro Signore li stava cercando, lui stava rischiando la vita per loro e loro parlavano di fidanzate. “Inoltre, vi ricordo che siamo in guerra e che non sarebbe nemmeno sicuro per la mia collega che si sapesse della mia frequentazione. Non credo che approverebbero dall’altra parte.”

Lily sbatté gli occhi perplessa: “Perché mai dovrebbero sindacare una relazione?”

“Perché la materia insegnata è Babbanologia,” rispose atono Severus, “e comunque siamo usciti un paio di volte, è molto… prematuro.”

“Ma scusa, non dirmi che è la Burbage? Quella che è uscita con Sirius al sesto anno!” James ridacchiava e si dava gomitate con quell’altro idiota di Black. Severus alzò gli occhi al cielo. Perfetto: una era la moglie di Potter, l’altra era la ex di Black. Perché non ne poteva avere una che non avesse nulla a che fare con loro? Perché tutto doveva sempre ruotare intorno a loro?

“Il fatto che sia uscita con Sirius non vuol dire niente, visto che tu e lui eravate famosi per non concludere mai niente con le ragazze, al contrario di Peter,” li punzecchiò Lily.

“Ehi! Io ero devoto solo a una fanciulla!” protestò Potter. Severus notò il modo patetico in cui Potter cercò di afferrare la mano della moglie, e sorrise nel vederla sfuggire alla presa afferrando un pasticcino. James era limitato nei movimenti dal marmocchio e Severus rise tra sé e sé pensando che i due Potter si neutralizzassero a vicenda. Era una notizia incredibile. Aveva sempre sospettato che lui e Black fossero tutto fumo e niente arrosto, ma addirittura farsi battere da Peter…

Minus gongolava, si stringeva nelle spalle e fingeva modestia dicendo: “Beh, sai Lily, James e Sirius hanno una bella parlantina, sanno un sacco di cose, e hanno molte avventure, io ho molto meno da raccontare e così… beh… mi trovavo a improvvisare.”

“Vedi, Sev? Magari lei ti confermerà che Sirius non ci sa proprio fare con le ragazze, che probabilmente ha passato tutto il pomeriggio ai Tre Manici di Scopa a sentire le prodezze di lui e James contro Gazza.”

Severus sorrise imbarazzato. Non gli piaceva per nulla ricevere consigli sentimentali da Lily, anche se il modo in cui si era rilassata nel sapere che in qualche modo lui fosse andato avanti, gli aveva dato l’impressione che lei lo vedesse in un altro modo e che lo rispettasse di più, al punto da schierarsi con lui e sbeffeggiare quel pallone gonfiato di Black.

“A questo punto, io vado,” disse Severus congedandosi. “Lily, è stato un piacere. Buon Natale.

“Buon Natale, Severus, grazie ancora!” gli fece eco Lily accompagnandolo alla porta.

Il marito e gli amici erano ancora sul divano e non lo perdevano di vista, quasi temessero che potesse baciare Lily. Idioti. Come se lui avesse intenzione di rovinare tutto con un bacio prematuro… Ghignò e rivolse loro un saluto, a dimostrazione che nemmeno lui li perdeva di vista. “Minus, Potter, White…”

“White?” domandò Black.

Severus scrollò le spalle indifferente: “Mi sembra il minimo dopo aver scoperto che vai in bianco.” Chiuse la porta alle sue spalle e si Smaterializzò diretto a casa, non prima di aver visto l’espressione sbigottita sulla faccia di Black e il volto paonazzo di Minus che tratteneva una risatina (questa volta era per lui, Severus, non per Potter né per Black).

Sì, quello sarebbe stato un Natale decisamente indimenticabile.

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!

L’ultima volta che ho scritto qualcosa su Severus era il 2014 e il suo POV era tra quelli dei protagonisti de “L’amore ai tempi della scuola”, mentre l’ultima one-shot che ho scritto su di lui è di giugno 2012. Quindi è veramente tantissimo tempo che non scrivo di lui.

Cosa è successo? Beh, una ragazza mi ha chiesto se avessi mai pensato di scrivere una Harry/Severus e la risposta è no, io non scrivo di Severus, però poi l’idea di Severus nei panni di un babysitter che sclerava ha iniziato a farmi ridere ed è uscita questa cosa.

Non so se tornerò a scrivere di lui, penso di aver perso la connessione con il personaggio, nonostante il mio nome e delle long che amo molto siano profondamente legate a lui. Non escludo niente a priori, eh.

Sev

   
 
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