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Autore: carachiel    24/12/2020    1 recensioni
Cliff Burton era ormai certo di essere morto.
Ricordava. 
Ricordava tutto, ogni dettaglio di quella dannata notte. Il rumore del tour bus che sbandava, lo schianto contro il guardrail e l'orribile sensazione dell'asfalto e delle schegge di vetro contro la pelle nuda, il freddo glaciale che lo investiva e poi, il silenzio, rotto solo dall'ululato del vento e la sensazione della vita che lo abbandonava.
Era morto, per una scommessa stupida di cui non poteva razionalmente incolpare nessuno, né James, né Lars e tantomeno Kirk, che gli aveva proposto di scambiarsi all'ultimo i letti.
Già, i suoi compagni di band... non sapeva come stessero, se ce l'avessero fatta dopo quella notte maledetta, dopo che la sua coscienza l'aveva abbandonato, forse per sempre.

__________________
Cosa sarebbe successo se Cliff fosse sopravvissuto a quell'infame notte del 1986?
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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...And Justice For All

The silence tells us all we need to know – Il silenzio ci dice ciò che abbiamo bisogno di sapere





Una settimana dopo ti viene annunciata da una delle infermiere la visita di James per l'indomani e non puoi fare a meno di sentirti realmente sollevato alla notizia, dato che il suo silenzio radio era parso durare abbastanza - e ben oltre quello che avresti potuto sopportare da una persona come lui.
Anche se alla fine non gliene fai un cruccio, del resto l'indole di James non può essere mutata così tanto nel corso di quei dieci anni, no?
Esattamente come Kirk e Lars nonostante tutto sono ancora fedeli a sé stessi, probabilmente James avrà avuto solo bisogno di più tempo per metabolizzare il tutto, consideri fra te e te.

E, spinto da quell'involontaria idea di ricompensa, ti impegni più del solito nella sessione di fisioterapia, spingendo fisicamente il tuo corpo ai suoi limiti.
E nonostante ti venga detto che sarebbe prudente non farlo – almeno, per evitare che i tuoi muscoli poco abituati allo sforzo prolungato si strappino – non puoi farne a meno, al punto che alla sera i dottori ti somministrano un blando sedativo non appena recepiscono che i tuoi muscoli hanno lavorato più del previsto.
L'idea non ti elettrizza, considerando il fatto che da quando ti sei svegliato dal coma hai un rapporto a dir poco problematico con il sonno, ma alla fine accetti il sedativo e cerchi di non combattere la crescente stanchezza che ti spinge a chiudere gli occhi e a scivolare giù, sempre più giù nel buio e in quel silenzioso oblio.

Ti svegli di soprassalto con l'orrenda sensazione di non avere idea di quanto hai dormito, cercando velocemente l'orologio appeso al muro con lo sguardo, per poi sospirare, improvvisamente grato quando noti che l'ora dedicata ai visitatori è appena all'inizio.
Non avresti mai tollerato che avrebbe potuto venire e trovarti addormentato.
Tuttavia ora sei inequivocabilmente sveglio, quindi non trovi migliore alternativa di metterti ad aspettare, non avendo alcunché con cui occupare il tuo tempo. Ti appunti mentalmente di chiedere a tuo padre o a Lars di portarti delle riviste di musica, se non altro riusciresti ad ammazzare un po' di tempo.
O una canna, pensi con un pizzico di ironia.
Tuttavia, per il momento, decidi che cercare di ripassare ogni brano dei Metallica, a partire dai primi, quantomeno per vedere se oltre ai nomi e ai volti delle persone riesci a ricordare anche la musica.
A conti fatti, ti sarebbe insopportabile non riuscire a ricordare nulla di ciò che hai prodotto con loro: non ricordare un accordo, cosa sia un tempo, persino cosa sia una nota!
Ti renderebbe non più il famoso bassista dei Metallica, ma un semplice idiota incapace persino di ricordare cosa sia una nota, pensi storcendo le labbra in un sorrisetto sarcastico. Quindi cominci il tuo paziente lavoro di riepilogo da Kill 'Em All, cercando di ricordare man mano ogni traccia, gli accordi, la progressione armonica, persino i testi, finendo col perdere di nuovo la concezione del tempo mentre ti rimmergi nella – ormai ben familiare – nebbia sottile che avviluppa i tuoi ricordi precedenti al coma.

A riscuoterti è il rumore della porta della tua stanza che si apre, portandoti a sbarrare gli occhi, colto di soprassalto.
Tuttavia sulla porta non c'è James, noti con delusione, ma Kirk – che, a giudicare dall'atteggiamento, si vorrebbe trovare a kilometri di distanza da lì.
Ma non altro, a differenza dell'ultima volta non sembra sull'orlo di una crisi di nervi, ripensi con un pizzico di sollievo.
Gli fai cenno di avvicinarsi mentre l'infermiera chiude la porta per garantirvi un minimo di privacy.
Tuttavia, a giudicare dalla sua espressione, ciò che reca sono tutto tranne che belle notizie.
"Ecco, so che sarebbe dovuto venire James, ma..."
  "Ma?" domandi, mentre lo guardi aprire la borsa a tracolla che ha con sé, tirandone fuori una busta spiegazzata.
Te la rigiri tra le mani, notando che è chiusa.
"Non l'ho aperta, James me l'ha data già chiusa" spiega timidamente il chitarrista.
"Lo so, non saresti il tipo" rispondi, per poi aprirla e scorrerla rapidamente.

"Cliff, scusami.
So che sarei dovuto venire io, e l'inferno sa che l'ho fatto, mentre ti scrivo questo biglietto sono chiuso in macchina, davanti a questo fottuto ospedale, ma non riesco a trovare il coraggio di alzare il culo e venire da te.
Se potessi, sai che lo farei, amico. Ma ci sono cose che non riesco ad affrontare, non così.
Pensavo di aver solo bisogno di più tempo ma, evidentemente, mi sbagliavo.
Perdonami,
James"

Rivedere quella scrittura così familiare ti conforta, a differenza di ciò che c'è scritto.
Inoltre, noti, il foglio in alcuni punti è bagnato, e l'inchiostro è leggermente sbavato in corrispondenza di essi.
Lacrime, realizzi con una stretta al cuore.
Il mio ritorno deve averlo colpito in maniera persino peggiore di quanto non mi aspettassi.
E, sommando il tutto alla già preesistente paura dell'abbandono, ha senso che abbia reagito così.
Fa male, fottutamente male, ma ha senso.

Senti una mano poggiarsi gentilmente sulla tua spalla e ti rendi conto di star piangendo.
Kirk non dice niente, si limita a carezzarti la spalla per poi sospirare e ti rendi conto che probabilmente non aveva nemmeno bisogno di leggere la lettera per sapere cosa ci fosse scritto. Ci è stato dieci anni in più di te, lo sa.
Lui lo sa, e tu no.
Dieci anni di vuoto e ancora non lo sapevi, limitandoti a sperare che per James ci sarebbe voluto solo un po' più di tempo.
Come se il tempo guarisse davvero le ferite.



Angolo Autrice: Siamo giunti a metà della storia e persino in anticipo rispetto a quando pensavo di pubblicare, consideratelo il mio regalo, buon Natale!
Il titolo del capitolo è una canzone degli AS IT IS, il titolo è Silence (Pretending it's so comfortable).
Come sempre ringrazio Kim WinterNight per il feedback!
   
 
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