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Autore: LorasWeasley    24/12/2020    4 recensioni
[sakuatsu] MANGA SPOILER
"Lasciò andare il telefono quando decise che era abbastanza, gli occhi lucidi mentre si girava su un fianco e stringeva quasi con disperazione Sakusa.
-Mh?- questo mormorò svegliandosi un po' –Atsumu? Stai bene?- domandò con voce assonnata, il biondo lo teneva stretto in modo che il volto fosse ancora nascosto nel suo petto per impedirgli di notare i suoi occhi lucidi.
-Ti amo- sussurrò Atsumu."
Genere: Hurt/Comfort, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!
Questa fanfic è un regalo natalizio per tutti voi!
Come ogni storia della Sakuatsu presenta MANGA SPOILER dell'ultimo arco di storia.
Composta da solo due capitoli, il primo dal punto di vista di Atsumu e il secondo dal quello di Sakusa.
Spero che possiate apprezzare, tornerò presto con il finale!
Buon Natale a tutti!
Deh
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I can make it right


Capitolo 1

Atsumu non sentiva nulla.
Non sentiva il tifo delle persone, non sentiva le urla dei suoi compagni di squadra che chiamavano l’alzata, non sentiva la telecronaca dei commentatori.
Il biondo era perfettamente concentrato nel suo ruolo, l’unica cosa importante era la palla che stava scendendo perfettamente su di lui dopo la ricezione di Yaku.
Le sue mani si mossero con precisione per alzarla a Sakusa.
Il suo ragazzo aveva davanti un muro di due avversari, ma questo non sembrò minimamente scalfirlo.
Saltò dopo una breve rincorsa e colpì perfettamente la palla con potenza usando l’inclinazione assurda dei suoi polsi.
Sfondò la difesa e segnò l’ultimo punto della partita.
Passò solo un secondo nel quale tutti trattennero il fiato, poi l’arbitro fischiò la fine della partita e la conseguente vittoria del Giappone.
Il palazzetto esplose in urla e boati.
Atsumu aveva gli occhi luminosi, un sorriso accecante in volto, tutto quello che riusciva a fare era fissare Kiyoomi mentre la conversazione che avevano avuto poco prima tornò nella sua mente.
 
-Hai finito di fotterti il cervello? Non hai mai pensato in vita tua e devi farlo adesso?
Sakusa l’aveva avvicinato negli spogliatoi mentre si cambiavano, aveva le braccia incrociate al petto e uno sguardo infastidito.
Atsumu sussultò per essere stato scoperto, ma probabilmente avrebbe dovuto saperlo, Sakusa non faceva altro che ripetergli che non era troppo sottile nel mostrare i suoi pensieri e sentimenti.
-Come faccio a rilassarmi? Se non dovessimo vincere… sarebbe tutta colpa mia.
Sakusa alzò gli occhi al cielo.
Era la prima giornata delle olimpiadi, era ancora la prima partita contro la Francia.
Nella nazionale giapponese avevano sempre giocato con Kageyama come alzatore titolare, ma il moro aveva avuto problemi al piede il giorno prima, prendendo una storta mentre si allenava.
Così Iwaizumi gli aveva suggerito di prendersi una giornata di riposo, facendo leva sul fatto che quando avrebbero giocato contro l’Argentina sarebbe stato pronto a distruggere Oikawa.
Ed era per quel motivo che adesso Atsumu Miya avrebbe giocato da titolare tutta la partita.
Sentiva la pressione su di lui, sentiva di non essersi preparato abbastanza, sentiva…
-Oi!- Sakusa lo riportò alla realtà, il suo sguardo era serio mentre chiedeva –Chi ha vinto il girone A della V.League?
-Noi- rispose meccanicamente Atsumu.
-Esatto, noi. Non sei solo tu, siamo noi, tutta la squadra. Quindi smettila di fare il megalomane e di prenderti responsabilità che non ti appartengono.
Atsumu ormai conosceva Sakusa da tanto tempo, soprattutto aveva imparato a conoscerlo bene da quando avevano iniziato a frequentarsi.
Ma ogni volta che il moro faceva qualcosa per lui, come comprendere il casino che stava avvenendo nella sua testa e aiutarlo a superarlo, si innamorava sempre di più.
Atsumu non ebbe modo di rispondere, perché Kiyoomi aveva allungato una mano per afferrargli con forza il volto stringendogli le guance, il suo volto si era fatto più vicino e la sua voce si era abbassata, non c’era nessuno ad ascoltare la loro conversazione ma non voleva comunque rischiare.
-E se provi a fare dei lanci di merda perché sei troppo preoccupato di non essere allo stesso livello di Kageyama, te ne farò pentire- abbassò ancora di più la voce –e non nel modo in cui ti piace.
Atsumu ebbe solo il tempo di emettere uno squittio sorpreso prima che Sakusa lo baciasse.
Distrattamente sentirono Komori passare li accanto e chiedere a nessuno in particolare –Perché in questa squadra sono tutti così gay?
 
Sakusa aveva ragione, aveva sempre avuto ragione.
Erano stati loro a vincere, tutti insieme.
E se il biondo si era preoccupato di non essersi allenato abbastanza con quei nuovi compagni di squadra, gli erano bastati solo pochi punti degli avversari per fargli capire come impostare il gioco con ognuno di loro.
Non avevano ancora vinto le Olimpiadi, era ancora solo la prima giornata, ma era talmente felice che non pensò a quello che stava facendo fino a quando non si ritrovò effettivamente a farlo.
In pochi passi aveva raggiunto Sakusa, aveva afferrato il suo viso con le mani e l’aveva baciato.
Era un semplice bacio a stampo e durò meno di qualche secondo, poi Sakusa si tirò indietro, gli occhi spalancati per lo shock con un velo di confusione.
Atsumu si rese conto di quello che aveva appena fatto, avrebbe voluto scusarsi, chiedergli se andava tutto bene.
Ma c’era ancora il caos intorno a loro e con la coda dell’occhio notò che la squadra stava correndo verso di loro, quindi decise di raggiungerli in un abbraccio a metà strada, salvando il suo ragazzo dall’intrusione di tutte quelle persone sudate nel suo spazio personale.
 
I giornalisti li bloccarono prima ancora che riuscissero a uscire dal campo per prendere un po' d’acqua dalle loro borracce.
Le domande si accavallarono, ma una in particolare colpì Atsumu.
“Quindi voi due avete una relazione?”
Il cuore del biondo iniziò a battere più velocemente, l’ansia che gli attanagliava lo stomaco.
Maledì il suo agire sempre senza pensarci, non solo aveva fatto fare coming out a Sakusa senza prima chiedergli se fosse d’accordo, ma l’aveva fatto in diretta mondiale.
Kiyoomi si sarebbe incazzato e Atsumu non avrebbe potuto dargli torto.
Fu proprio il moro a rispondere alla domanda.
Atsumu lo sentì irrigidirsi al suo fianco, per poi rispondere con voce fredda e infastidita –Si, stiamo insieme. Pensavo che aveste domande più pertinenti alla partita che abbiamo appena giocato. Visto che così non è, andrò a fare la doccia.
Si diresse verso gli spogliatoi, ignorando chiunque altro.
Atsumu lo seguì entrando a sua volta nello spogliatoio che, sapeva, sarebbe rimasto vuoto per parecchio tempo considerando quanto i suoi compagni fossero fan dell’attenzione.
-Omi, mi dispiace- disse subito con lo sguardo basso, la porta si chiuse alle sue spalle attutendo tutto il rumore della palestra.
-Spero che le tue scuse siano solo per avermi toccato con le mani sudate, che per tutto il resto.
Il suo volto si era rilassato, lo sguardo tranquillo mentre gli diceva quella frase.
-Tu…- Atsumu non era ancora convinto che andasse tutto bene –Non sei arrabbiato?
-Dovrei essere arrabbiato perché il mio ragazzo mi ha baciato?
Infine sospirò e lo raggiunse, gli accarezzò una guancia senza preoccuparsi del sudore o del fatto che era stato appena abbracciato da tutta la squadra –Ascolta- disse più serio –Non è un grosso problema. Immagino che avremmo dovuto parlarne prima, ma non sono arrabbiato. L’avrebbero comunque scoperto prima o poi. E mi dispiace di aver reagito in quel modo al bacio, mi hai solo preso alla sprovvista e poi avevo visto tutti gli altri iniziare a correre verso di noi.
Atsumu sorrise, inclinando il volto e baciandogli la mano ancora ferma nella sua guancia.
-Vieni- Sakusa si staccò dal suo volto –Andiamo a fare la doccia prima che arrivano tutti gli altri.
 
Era completamente buio nella stanza che condividevano.
Sakusa dormiva tranquillo al suo fianco, il volto incastrato sul suo collo e un braccio che gli avvolgeva i fianchi nudi.
Era passata la mezzanotte da un po', Atsumu era sfinito fisicamente, ma il sonno non riusciva a farlo cadere nell’oblio.
Qualcosa attanagliava il suo stomaco insieme a una leggera nausea.
Afferrò il cellulare e mise la luminosità al minimo per non disturbare il sonno del suo ragazzo, poi iniziò a scorrere sui social con la speranza che questo avrebbe potuto stancarlo e distrarlo.
E poi iniziò a leggere.
Si rese conto che nel suo inconscio sapeva già che avrebbe trovato tutto quello, ecco perché non riusciva a dormire con l’ansia che gli attanagliava lo stomaco.
Perché tutti quei commenti erano solo dubbi che Atsumu aveva sempre avuto.
“Sakusa Kiyoomi e Miya Atsumu? Cos’è? Uno dei due ha perso una scommessa?”
“Probabilmente Miya voleva solo vedere quanto tempo ci avrebbe messo a conquistare un misofobo.”
“Spero che Omi si renda conto presto della relazione malata in cui si è andato a cacciare.”
“Scommesse su quanto tempo ci metterà quella troia a scopare nuovamente in giro? Povero Omi.”
“Sakusa Kiyoomi merita molto di più.”
“Non augurerei neanche al mio peggior nemico di dover passare la vita con qualcuno come Miya Atsumu. È così egocentrico, come può prendersi cura di qualcuno come Sakusa?”
“Avete visto come Sakusa si è tirato indietro a quel bacio? Totalmente schifato. lol”
In realtà non erano tutti così brutti, c’erano anche commenti di chi li supportava e di chi, felice, affermava che in realtà l’aveva sempre saputo.
Ma Atsumu aveva gli occhi fissi solo su tutto quell’odio.
Lasciò andare il telefono quando decise che era abbastanza, gli occhi lucidi mentre si girava su un fianco e stringeva quasi con disperazione Sakusa.
-Mh?- questo mormorò svegliandosi un po' –Atsumu? Stai bene?- domandò con voce assonnata, il biondo lo teneva stretto in modo che il volto fosse ancora nascosto nel suo petto per impedirgli di notare i suoi occhi lucidi.
-Ti amo- sussurrò Atsumu.
Sakusa si rilassò tra le sue braccia –Anche io ti amo- mormorò poi, prima di addormentarsi nuovamente.
Una lacrima sfuggì al suo controllo, tutti i suoi pensieri che si univano e si focalizzavano solo su una frase: se davvero lo amo, dovrei permettergli di trovare qualcuno che lo merita.
  
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