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Autore: Natsumi92    24/12/2020    3 recensioni
Dean Winchester adorava partecipare alle feste; un po' meno doverle organizzare.
E la cosa più assurda era che il destino beffardo aveva deciso, non solo di appioppargli la croce dell’organizzazione della festa di Natale, ma anche di affiancarlo al collega che detestava di più in assoluto là dentro.
DESTIEL AU
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Charlie Bradbury, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 4


 

24 Dicembre, Campbell&Co - 11:34 am

«Buongiorno, adorabili scimmiette danzanti!» Balthazar spalanca la porta dell’ufficio e saluta tutti col suo solito modo di fare eccentrico. 

Charlie, rendendosi conto di ciò che il responsabile del controllo qualità ha tra le mani, scatta in piedi facendo letteralmente volare la sua sedia all’indietro. «Che diavolo è quella cosa morta?!»

L’uomo, alzando un sopracciglio come se non capisse il motivo di quell’espressione scandalizzata, si ferma davanti al bancone della reception e vi poggia sopra, con noncuranza, l’anatra stecchita. «Me l’ha rimediata mio zio all’alba. È il suo regalo di Natale per l’azienda! La mangeremo durante l’ora di pranzo.»

«Balthe, ha ancora la testa, le piume e tutti gli organi interni. Dove vorresti pulirla?» Charlie si porta una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio, mentre cerca con lo sguardo qualcuno che possa venire in suo soccorso. Jack è l’unico che si alza in piedi e corre verso l’ufficio delle Risorse Umane.

«Lo farà Bobby,» risponde Balthazar, sorridente. «Una volta mi ha raccontato che possiede una casa in campagna. Sicuramente saprà pulire un’anatra! Poi la cucinerò io, usando la ricetta della mia famiglia,» conclude, togliendosi la sciarpa e il cappotto di dosso.

«Non ho assolutamente intenzione di toccare quel cadavere putrido,» commenta, di rimando, Bobby, dalla sua postazione. E prima che Balthazar possa rispondergli, entrano in scena Castiel e Jack.

«Balthazar, lo sai che non puoi portare animali morti al lavoro,» gli dice pazientemente Castiel. «Ne abbiamo già parlato stamattina.»

«Lo so, Cassie, ma non capisci! L’anatra alla francese è un piatto prelibatissimo e raffinato, e voi dovete assolutamente provarla! Ti prometto che non ti deluderà.»

«Non lo metto in dubbio. Tuttavia non puoi pulire un animale nel cucinino della nostra sala relax.»

Nel frattempo, appoggiato contro lo stipite della porta del suo ufficio, Gabriel si gode la scena tra i due con malcelato divertimento, rigirandosi un lecca lecca tra le dita.

Dopo qualche minuto di battibecchi, Balthazar si convince, riluttante, e porta via l’anatra, anche se non è dato sapere dove.

Castiel, come se avesse corso una maratona, porta un gomito sul bancone della reception e scambia uno sguardo d’intesa con Charlie che, fortunatamente, adesso sta ridendo per l’assurdità della situazione.

«Non sono mai stata così felice di essere una segretaria, Cas. Non so con che forza di volontà e pazienza tu riesca a sopportare tutto ciò che accade qua dentro,» sogghigna lei, battendo qualcosa al suo computer.

Il moro annuisce lentamente, dandole ragione: «Ci sono abituato, ormai. Ho a che fare con gente bizzarra da decenni,» mormora, perso nei suoi pensieri.

Gli stessi pensieri lo conducono verso orizzonti sconosciuti, in particolare verso un certo tipo biondo dagli occhi verdi che quella mattina aveva deciso di prendersi il giorno libero. «Hai-- Ehi, Charlie, hai sentito Dean oggi?»

Finge che la domanda sia venuta fuori casualmente, ma l’espressione della segretaria gli fa capire che lei la sa lunga, purtroppo. «Ha chiamato mezz’ora fa per una questione relativa agli appuntamenti della settimana prossima. Ma se vuoi sapere se mi ha lasciato un messaggio per te, la risposta è no.»

Castiel si rimette dritto, schiarendosi la gola e corrugando la fronte. «No, io-- volevo solo sapere se avesse detto qualcosa per stasera.»

Un sorrisetto malizioso si dipinge sul viso della ragazza, «Certo,» dice semplicemente e prima che lui possa ribattere, qualcuno richiama la loro attenzione dalla sala relax.

Ketch è affacciato alla porta, uno sguardo di pura confusione gli rovina il volto perfettamente proporzionato. «Ragazzi, perché c’è un'anatra morta nel frigorifero?»


 

24 Dicembre, Casa di Dean - 9:05 pm

Nessuno dei due ha più tirato fuori quell’imbarazzante conversazione, per fortuna. Hanno avuto modo di vedersi altri pomeriggi, mettere a punto ogni dettaglio della maledetta festa e, per sua gioia, il tutto era stato organizzato alla perfezione ed in tempo per il 24 Dicembre.

Dean ci aveva ripensato -- alle parole di Castiel -- e l’angoscia e il senso di disagio non avevano minimamente accennato ad andarsene, nemmeno a distanza di giorni. Lui aveva evitato il responsabile delle Risorse Umane il più possibile, sul luogo di lavoro, e Castiel non aveva insistito.

Dita sottili si poggiano sulle sue spalle, distraendolo da quei pensieri: incrocia lo sguardo di Jo allo specchio e sorride ammiccante, mentre lei aggrotta la fronte, valutando il suo abbigliamento.

«Dean Winchester in smoking. Non ci avrei scommesso un dollaro,» dice lei, accarezzando la stoffa ligia della sua giacca nera. 

«So di essere bellissimo, grazie tante,» commenta compiaciuto, sistemandosi meglio il papillon.

«Sono contenta di essere la tua +1 stasera, ma sappi che non finiremo a scopare nel dopo serata,» le labbra colorate di rosso della sua amica d’infanzia si arricciano e un sopracciglio sottile si solleva, accusatorio. 

Dean si volta, regalandole un sorriso mozzafiato e lei alza gli occhi al cielo. «Un uomo può comunque sognare.»
 

 

24 Dicembre, ingresso della sala ricevimenti del The Surrey - 9:33 pm

La sala affittata dalla Campbell&Co è relativamente grande: una volta dentro si viene catapultati in uno spazio contornato da pareti color crema, due grandi vetrate ad ovest che si affacciano su Central Park, illuminato a festa. La neve cade copiosamente sul paesaggio anche se non ha ancora avuto modo di attecchire. Al centro della sala sono stati disposti cinque tavoli rotondi, da sei posti ciascuno, decorati da tovaglie e fiori con colori che vanno dal dorato all’argento -- colori espressamente scelti da Castiel, per evitare i soliti rossi e verdi. Su ogni tavolo sono presenti una serie di candele accese, posate e piatti d’argento e, nel centro esatto, un bouquet di rose bianche. Il pavimento è formato da una morbida moquette scura con ghirigori argentati, che sono più visibili nella zona est della sala, dove vi è il bancone del bar e il piccolo palco per il DJ.

Una donna dai morbidi ricci biondi ed un elegante tubino nero accoglie gli ospiti all’ingresso, verificando i nomi e le presenze sulla lista. Dean è piacevolmente stupito dalla raffinatezza di tutto ciò, talmente tanto che la donna deve chiedere due volte a lui e Jo di presentarsi.

«Uhm, sì, Dean Winchester e Jo Harvelle,» le risponde, finalmente.

La donna, con una targhetta appuntata al petto che recita il nome “Jessica”, fa scorrere il dito smaltato di rosso sulla lista, fermandosi in fondo ad essa: «Trovato. Lei e la signorina Harvelle siete stati disposti al tavolo numero 1, assieme a Sam Winchester, Castiel e Gabriel Novak e signora. Passate una buona serata,» sorride loro, con cortesia, indicando il tavolo in questione.

Dean cerca in tutti i modi di non mostrare sconforto dopo aver sentito la lista dei suoi commensali e crede davvero di esserci riuscito, finché Jo non gli tira un pizzico sul braccio al quale è appoggiata. «Dovresti almeno fingere di essere felice di passare la serata con tuo fratello.»

«Oh, Sam è la persona che sopporto più facilmente a quel tavolo,» dice lui, sarcastico, mentre la coppia finalmente raggiunge il tavolo in questione. Sono arrivati per ultimi, proprio come voleva Dean, perciò gli occhi di tutta la sala sono letteralmente su di lui.

«Alla buon ora, capo!» urla Charlie dal tavolo numero 2 e Dean le fa l’occhiolino.

Prima di accomodarsi al suo posto (fortunatamente accanto a Sam e lontano dai due Novak), fa un cenno di saluto ai presenti del suo tavolo, baciando la mano della donna accanto a Gabriel -- la sua ragazza? -- e presentando Jo. È contento, Dean, della disposizione dei posti ma, proprio quando il suo sedere regale tocca la sedia, Gabriel decide di cambiare le carte in tavola.

«Oh, Dean-o! Che ne dici di scambiarci di posto? Gradirei sedermi accanto a Sam, sai, per discutere di lavoro, mentre tu e la signorina potrete sedervi da questa parte, accanto a Cassie,» pronuncia quella sentenza con il sorriso di uno che la sa lunga e con una sicurezza che Dean trova notevolmente irritante. Vorrebbe risponde che, no, ovvio che non gli va bene, ma ciò significherebbe dare troppo nell’occhio e, certamente, non vuole rovinarsi quella serata già troppo inaspettata per i suoi gusti.

Così, decide di acconsentire, notando troppo tardi che Castiel sta lanciando un’occhiata omicida a Gabriel che, a sua volta, lo sta ignorando. Dean prende finalmente posto vicino al suo collega delle Risorse Umane e non può fare a meno di notare la luce diversa che illumina il viso di Castiel. Non riesce, tuttavia, a capire di che si tratta.

All’improvviso, i camerieri iniziano velocemente a muoversi per la sala, mentre il DJ - un uomo alto e di bell’aspetto -- dà il benvenuto a tutti e mette su una playlist natalizia, facendo sì che le note inizino a riscaldare l’atmosfera.

«Dean?» lo richiama Cas, dal suo fianco, e Dean proprio non può sopportare quella vicinanza e quella voce, non finché non ha dell’alcol alla portata di mano, almeno. Dopo quella strana conversazione avuta nel suo ufficio, i due hanno ben deciso di non riprendere più il discorso e di raffreddare ogni tipo di rapporto. Non che prima le cose fossero granché calde, ma adesso il biondo può chiaramente avvertire il gelo che li avvolge ogni volta che si avvicinano troppo. E Dean odia le situazioni imbarazzanti. Non le sa gestire o, forse, non vuole farlo.

Tuttavia, si volta comunque verso di lui e alza un sopracciglio, interrogativo.

«Come stai?» chiede, semplicemente, il moro.

«Me lo chiedi solo perché fai parte delle Risorse Umane,» risponde Dean, piccato. Si rende conto che Jo ha iniziato a parlare animatamente con Kalì, decidendo di lasciarlo completamente solo a gestire quella situazione.

L’altro accenna appena un sorriso, quasi invisibile, «Sì, fa parte del mio lavoro conoscere il benessere dei miei colleghi, però… intendevo, dopo quella conversazione, non abbiamo più avuto modo--»

Una cameriera li interrompe, avvicinando una bottiglia di pregiato vino rosso. Il direttore generale afferra il proprio calice e se lo fa riempire con grande gioia, voltandosi poi a richiamare l’attenzione della sua amica, perché col cavolo che continuerà ad ascoltare ciò che Castiel ha da dire. Con la coda dell'occhio nota che Cas abbassa lo sguardo, quasi deluso. Oh, chissenefrega.

 

Tre calici di vino e due portate di antipasti dopo, Dean si sente finalmente leggero ed allegro. Non ricorda più il motivo per il quale quella mattina aveva deciso di dare buca al lavoro, non ricorda neanche perché era di cattivo umore ad inizio serata, mentre il DJ ha fatto partire un paio di musiche anni ‘20 che sono, segretamente, la passione di Dean.

Quando le note di “Let’s Misbehave” riempiono la sala, Dean inizia a battere i piedi a ritmo sotto il tavolo, finché qualcuno non decide bene di colpirlo all’altezza dello stinco.

«Ehi!» urla in direzione generica, notando che Sam è l’unico che lo sta guardando di traverso ed anche l’unico che può raggiungerlo con le gambe chilometriche che si ritrova.

«Datti un contegno,» mima con le labbra, anche se Dean capisce “Metti un sostegno”, il che non ha effettivamente senso. «Siamo solo agli antipasti!»

«Hai gli auricolari guasti?!» gli chiede con un tono di voce un po’ troppo alto, guadagnandosi un’occhiata confusa da Castiel accanto a lui. 

Dean ha notato, nonostante tutto, che il moro lo osserva in ogni suo movimento e ciò lo fa sentire letteralmente in trappola e, soprattutto, lo mette terribilmente a disagio.

Quando il ritornello arriva, Dean non può fare a meno di prendere una delle sue forchette d’argento per portarla davanti alla bocca, a mo’ di microfono. Nel farlo, però, non si rende conto di aver urtato qualcosa che si rivela essere il calice di vino del suo vicino. Il liquido rosso impregna la tovaglia e si riversa anche addosso a Castiel, bagnandogli i pantaloni. Dean scatta indietro con la sedia, imprecando qualcosa di indefinito, mentre Castiel rimane paralizzato a fissare la patta dei propri pantaloni.

«Cazzo! Che casino! Non volevo… tieni, pulisciti con questo,» gli porge un tovagliolo, ma Castiel è tutt’altro che collaborativo. «No, hai ragione, la macchia non passerà con questo.»

«Dean, non è successo niente, calmati--»

«Dean!» lo richiama suo fratello, anche se è proprio l’ultima voce che vuole sentire in quel momento.

«Ma che diavolo stai facendo?» interviene anche Jo, dandogli il colpo di grazia.

L’unica cosa sensata, in quel momento, è prendere Castiel per un braccio e trascinarlo via da lì, possibilmente nel bagno più vicino. Ed è esattamente quello che fa nei venti secondi successivi al disastro.

 

Tavolo 2 - ore 10:15 pm

Il tavolo numero 2, formato da Charlie, Stevie, Bobby e sua moglie Karen, Rowena e Ketch, sembra aver trovato molto più appassionante seguire le vicende del tavolo numero 1, piuttosto che interloquire tra di loro. Le due rosse sono le caposquadra, le due dall’udito sopraffino, quelle che riescono a cogliere qualsiasi dettaglio anche a distanza, mentre il resto della banda (ad esclusione di Bobby) preferisce rimanere in attesa delle news carpite dalle due donne.

«Oh mio Dio! Dean ha appena versato del vino addosso a Cas!» esclama Charlie, portandosi una mano alla bocca, mentre Stevie ridacchia. 

«Delle volte il nostro direttore generale si comporta come un cavernicolo,» interviene Arthur, marcando con forza il suo accento inglese. 

Rowena, accanto a lui, annuisce: «È un così bel ragazzo, peccato che abbia le maniere di un camionista.»

«Di un boscaiolo vorrai dire, cara,» la corregge il suo compagno, con uno sguardo d’intesa.

Di tutto quel teatrino, Bobby è l’unico a non voler mostrare alcun interesse e, anzi, si sta gustando il secondo piatto di ostriche alla Rockfeller. «Che razza di idiota,» commenta.

«Adesso come faremo a sapere che cosa succede nel bagno?!» chiede Charlie, appoggiandosi allo schienale della sua sedia, con fare sconfitto. 

La sua ragazza le prende la mano: «Scommetto che vorresti andare a spiarli.»

«Certo! Se fossi un maschio lo farei! Ehi, Bobby, secondo te che accadrà là dentro?»

«Non me ne frega un accidente,» risponde, lui.

«Secondo me il nostro capo farà qualcosa di piccante,» interviene Rowena, alzando un sopracciglio.

«Oh, sono d’accordo con te! Facciamo una scommessa!» Charlie guarda Bobby, convinta di poterlo trascinare con sé nel baratro. 

Ed, incredibilmente, Bobby mostra un briciolo di interesse. «Scommetto 10 dollari che Dean scapperà con la coda tra le gambe, senza fare un fico secco.»

«Affare fatto!»

Mentre Charlie e Bobby si stringono la mano, un’ombra elegante e raffinata si affaccia al tavolo numero 2, sorprendendo i presenti.

«Carissimi, perché il nostro Cassie aveva una macchia scura sui pantaloni? E perché è scappato in bagno col capo?» chiede Balthazar -- nel suo lungo abito con gonna acquistato a Parigi -- guadagnandosi una risata generica.

La rossa gli dà una pacca amichevole sulla spalla, continuando a ridere: «Oh, sapessi, caro Balthie, sapessi!»

 

Bagno del The Surrey - 10:20 pm

La lucidità lo colpisce come un treno in corsa quando i due varcano la soglia del grande bagno dell’hotel. Castiel si avvicina ad uno dei lavabi e prova pulire la macchia con un tovagliolo bagnato d’acqua. Dean, invece, rimane inerme accanto a lui, fissando ogni suo movimento attraverso lo specchio.

Castiel sorride, sorprendendo il biondo ed incrociando il suo sguardo dal riflesso: «Quindi l’unico modo per rimanere solo con te era quello di rendermi ridicolo davanti a tutti?» chiede e Dean apre la bocca e la richiude subito, sorprendendosi del suo sarcasmo.

«Touché,» risponde, semplicemente, ricambiando il sorriso. «Non credevo che anche tu potessi essere divertente.»

«Che vuoi dire? Non sono una persona divertente?» chiede Castiel, sinceramente curioso.

Dean scoppia a ridere: «Sei la persona meno divertente che conosca, ed è proprio per questo che quelle rare volte in cui fai delle battute, risultano davvero divertenti.»

«Ma non era una battuta, Dean. Dicevo sul serio. Adesso possiamo parlare, no?»

«Cas, non c’è niente di cui parlare!» sbotta, allontanandosi dal lavandino e alzando gli occhi al cielo. Gli gira ancora la testa, ma riesce in qualche modo a mantenere una parvenza di controllo. «Ascolta: volevo prenderti per il culo perché mi fa incazzare prendere ordini da te, non avere voce in capitolo in qualche situazione o quando faccio qualcosa che non ho voglia di fare! Ecco perché ti ho detto quelle cose, provando a metterti a disagio. Chiudiamo questa storia una volta per tutte, vuoi?»

Ha le braccia incrociate al petto ed è in piedi dietro Castiel; non riesce a vedere il suo viso dal riflesso dello specchio, ma può avere un quadro generale della sua schiena. Le spalle, anche se non molto larghe, sono ampie e ben definite. Il completo nero fascia con estrema eleganza il suo corpo, ma è solo quando si volta di nuovo di fronte a lui - col capo chino ed ancora indaffarato con la macchia -- che Dean si accorge di cos’era la luce diversa che aveva notato ad inizio serata.

Castiel sta indossando una cravatta rossa! E non una semplice, ma con dei ricami più scuri che sembrano rappresentare degli ideogrammi in una qualche lingua che Dean non conosce. Il rosso brillante fa qualcosa al suo viso, lo rende più aperto, ammorbidisce i lineamenti, addolcisce l’espressione e, Dio, quando Cas alza lo sguardo verso di lui, il blu degli occhi diventa infinito come il cielo, profondo come il mare e terribilmente difficile da sopportare.

La mano di Dean si solleva quasi autonomamente, senza che il cervello gliel’abbia ordinato, e si richiude attorno a quella stramaledetta cravatta; il braccio fa il resto, esercitando la pressione giusta che costringe il moro a ricadere in avanti e a finire addosso a Dean. Le labbra del direttore generale cercano immediatamente quelle del responsabile delle Risorse Umane, posandosi su di esse con naturalezza. Dean sente Cas inspirare con forza dal naso, come se gli mancasse l’ossigeno, e lui fa la stessa cosa, avanzando però di qualche passo per far aderire i loro corpi alla perfezione.

Non riesce a capire bene chi dei due inclina il capo per schiudere le labbra, ma succede che le lingue di entrambi si incontrano, iniziando una danza lenta e sensuale; Castiel porta entrambe le mani ad incorniciare il viso di Dean e sono calde e morbide e Dean è felicissimo che si trovino lì.

Quando il biondo lo spinge all’indietro contro i lavabi, Castiel muove le mani tra i suoi capelli, accarezzandogli lo scalpo con le dita, provocandogli dei piacevoli brividi che costringono Dean ad infervorarsi e gemere nella bocca dell’altro.

Le sensazioni provate in quel momento sono tutto ciò a cui Dean decide di aggrapparsi, come fossero un'ancora di salvezza: si gode il tocco dell’altro, il suo profumo, la morbidezza delle sue labbra e del suo intero corpo, convincendosi che, in fondo, non c’è assolutamente nulla di male in tutto ciò.

 

Pista da ballo - ore 10:52 pm

«Jack, ma come è possibile che tu non abbia una ragazza? Sei bellissimo!» gli urla Jo nell’orecchio, mentre tutti gli invitati si scatenano sulla pista da ballo, di fronte alla postazione del DJ.

Il ragazzo, sorridendo educatamente, scuote la testa: «Non lo so, non credo di aver mai provato attrazione per le ragazze, o per i ragazzi per quanto possa valere. Non ne ho bisogno, forse!»

Jo scoppia a ridere, prendendo il giovane sotto braccio, «Okay, allora sarebbe inutile provarci con te.»

«Te ne sono grato!» risponde Jack, ma prima che possa dire altro, Charlie si precipita con una velocità assurda verso il gruppo al centro della pista, attirando gli sguardi di tutti i presenti. Sventola una banconota da dieci dollari e sta saltando come se ne avesse vinti duecento.

Non c’è bisogno di specificare altro: tutti capiscono quello che è successo quando un Dean completamente spettinato e un Castiel con la cravatta fuori posto tornano ad accomodarsi al loro tavolo, cercando, invano, di atteggiarsi nella maniera più naturale possibile.





 


Nota dell'autrice: BUONGIORNO AMIC* E BUONA VIGILIA DI NATALE! Sono felicissima di aver completato e pubblicato questo capitolo in tempo per Natale. Come sapete, ci tenevo a rispettare la linea temporale reale e grazie all'ENORME aiuto della mia cara beta Juls, ce l'ho fatta. Spero tanto che questo capitolo vi piaccia, volevo scriverlo bene ed infatti è venuto lunghissimo! Beh, sta a voi giudicare, comunque. Il prossimo capitolo (e spero anche quello conclusivo) arriverà in tempo per la fine dell'anno, quindi non temete! Le avventure di questi due stronzetti non sono ancora finite qui.
Intanto vi auguro di passare un sereno Natale - per quanto possibile - con le persone care e noi ci riaggiorniamo la settimana prossima. Un bacio!

 

   
 
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