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Autore: Suzyyy92    24/12/2020    1 recensioni
Magiche One-Shot a tema Natale con i nostri Exo!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il freddo di dicembre si faceva sempre più sentire. Sulle strade del centro di Seoul la gente correva frenetica alla ricerca del regalo perfetto, chi si metteva in fila per entrare nei gli enormi negozi di brand internazionali, chi si accalcava nelle gioiellerie. Un profumo di dolci canditi e frittelle inebriava le narici di chi aveva invece deciso di fare una semplice passeggiata per assaporare l'atmosfera natalizia che in quel periodo dell'anno creava un'atmosfera quasi da favola. Davanti alla vetrina di un negozio un ragazzo di poco meno di trent'anni rimaneva incantato nel osservare qualcosa esposto, un'enorme giostra carillon con i cavalli che girava a tempo di musica. Dopo essere rimasto alcuni minuti a guardala si era finalmente deciso ad entrare. Una commessa si era avvicinata con tono gentile "Posso aiutarla?" la risposta del ragazza fu quasi imbarazzata "Volevo sapere quanto costa quel carillon esposto". La sua voce era timida e quasi tremante "Il carillon con i cavalli, ottima scelta! Costa 130000 won! Vuole che gliela impacchetto?" lo sguardo del giovani divenne subito triste. "No no, ero solo curioso di sapere quanto costava!" esce dal negozio quasi volesse fuggire.

Si siede su una panchina vicino al negozio e apre il portafoglio guardando quanto gli è rimasto, sicuramente una cifra non abbastanza per poter prendere quel carillon

Si siede su una panchina vicino al negozio e apre il portafoglio guardando quanto gli è rimasto, sicuramente una cifra non abbastanza per poter prendere quel carillon. Estrae dalla tasca un biglietto, scritto con la scrittura insicura e scorretta di una bambina di sei anni "Sogno il carrillon con i cavalli con la canzone che cantava sempre la mia mamma". Nel rileggere quelle parole un velo di tristezza attraversò gli occhi del ragazzo. Ripose il pezzo di carta in tasca quando lo squillo del cellulare lo riportò immediatamente alla realtà "Minseok!!! Si può sapere dove diavolo sei finito???" la voce di un uomo decisamente arrabbiato al di là del telefono lo fece sobbalzare. Guarda l'orologio e si rende conto di essere in ritardo "Signor Park! Oddio mi scusi, sisi sto arrivando... Non passava l'autobus!" il ragazzo iniziò a guardarsi attorno nella speranza di veder arrivare qualche mezzo che avesse potuto portarlo nel quartiere dove lavorava, dall'altra parte della città.

Il bar dove il giovane Kim Minseok lavorava si trovava in una zona piuttosto periferica della città, un luogo principalmente accerchiato da uffici e grandi imprese. Il signor Park aveva assunto il giovane quando era ancora un'adolescente e ormai lo trattava come se fosse suo figlio, peccato che c'era una cosa che non tollerava e questi erano i ritardi. "Eccoti finalmente!" disse l'anziano uomo a Minseok che quasi stava sbattendo contro la porta da quanto correva "Mi scusi signor Park! Giuro che non succederà più..." disse inchinandosi davanti allo sguardo arrabbiato del proprietario e mettendosi velocemente il grembiule per mettersi all'opera dietro il bancone.

Da sempre considerato un ragazzo con la testa sulle spalle, Kim Minseok metteva passione ed impegno in tutto quello che faceva. Non aveva ancora compiuto trent'anni eppure la sua vita era stata da sempre una vera e propria corsa ad ostacoli. Aveva lasciato Guri, la sua città natale quando era poco più che un adolescente con il sogno di raggiungere la capitale per tentare di entrare in qualche agenzia di spettacolo, nonostante la sua famiglia fosse da sempre contraria. Secondo i suoi genitori avrebbe dovuto rimanere in paese per imparare a fare il parrucchiere e continuare a lavorare nel negozio del padre, una volta andato in pensione. Eppure a Minseok quel lavoro proprio non piaceva, amava ballare e cantare e fin da piccolo quello che voleva era diventare un idol. Aveva raggiunto Seoul con pochi soldi in tasca e tanti sogni nel cassetto da realizzare. Peccato che però la vita in città non era cosi facile per un ragazzo che doveva mantenersi da solo, senza l'appoggio dei genitori. Aveva affittato un piccolo appartamento fuori città e faceva diversi lavori pur di riuscire a vivere. La sua era sempre una corsa contro il tempo dove si destreggiava tra un lavoro e l'altro dall'alba fino a notte fonda. Era riuscito nel frattempo a conquistarsi qualche provino in alcune agenzie, peccato che il risultato era sempre lo stesso due di picche.

Fortunatamente, poi, era riuscito a conquistarsi un contratto al bar del signor Park che almeno gli dava la tranquillità di potersi pagare l'affitto.

Il Natale era ormai alle porte e al bar del signor Park c'era più trambusto del solito. Minseok, con il solito sorriso, serviva la clientela mentre il padrone rimaneva fisso in cassa. Eppure quel giorno la mente del ragazzo era distratta al pensiero di quel carillon che aveva visto in vetrina e il desiderio di quella bambina scritto su quel pezzo di carta sgualcito dentro la tasca posteriore dei suoi pantaloni. Yoo- Jung aveva da poco compiuto sei anni ed la cosa più cara che la vita avesse potuto regalare a Minseok. Amava quella bambina più di quanto amasse se stesso e se negli ultimi anni aveva deciso di abbandonare il sogno di diventare famoso era sicuramente per lei. Il giovane aveva conosciuto la mamma della bambina quasi per caso mentre cercava di fare un provino per un'importante agenzia. Lei, la bellissima Ji-Sun, faceva parte di un gruppo femminile di idol di successo ed era considerata una delle ragazze più ambite in quel momento. Avevano iniziato a frequentarsi così, quasi di nascosto dalla stampa e dai vertici dell'agenzia e la giovane era rimasta incinta dopo una loro fugace notte di sesso. Non erano mai stati veramente insieme. Eppure il destino fu tanto crudele che quando la bambina nacque delle complicazioni portarono via la bella Ji-Sun da Minseok per sempre, lasciando il ragazzo a dover crescere Yoo-Jung in completa solitudine.

La piccola non aveva mai chiesto niente a suo papà, era una bambina sempre felice e assomigliava molto alla giovane madre. Un giorno, quasi per caso, passarono alle televisione alcuni video in ricordo di Ji-Sun e fu proprio lì che Yoo – Jung sentì per la prima volta la voce della madre cantare. Era un brano di natale e proprio quel brano venne utilizzato come musica per un carillon con i cavalli. Con la sua scrittura insicura preparò un biglietto e lo nascose nella tasca dei pantaloni del papà che riuscì a ritrovarlo solo qualche giorno dopo. Se quello era il desiderio di Yoo-Jung, non c'era altro da fare che realizzarlo. Peccato che tra l'affitto e le spese, i soldi che Minseok guadagnava al bar non erano abbastanza per compralo. Aveva già diversi debiti con il signor Park e chiedere dei soldi non sarebbe di certo stata l'idea migliore. Eppure voleva far felice la sua bambina. In un modo o nell'altro ce l'avrebbe fatta.

Era ormai ora di chiusura e Minseok stava sistemando gli ultimi bicchieri mentre il signor Park faceva i conti in cassa. Notò l'espressione pensierosa del giovane "C'è qualcosa che ti affligge? E' tutto il giorno che sembri particolarmente giù di morale..." chiese gentilmente. Minseok scosse la testa "E' solo che stavo pensando che anche questo Natale non riuscirò a far nessun regalo a Yoo-Jung, sta crescendo e presto inizierà a sentirsi diversa dalle sue coetanee". Senza quasi guardare in faccia il superiore si mise a continuare il lavoro che stava facendo. L'uomo lo guardò intenerito, sapeva la fatica che faceva il giovane a crescere da solo la bambina. "A te piace cantare vero?" chiese improvvisamente, Minseok lo guardò stupito. Non aveva mai parlato al suo capo del vero motivo per cui aveva raggiunto la città. "Come fa a saperlo?" chiese particolarmente incuriosito. "Tua figlia la sa lunga lo sai? La scorsa settimana, quando hai chiesto a mia moglie di andarla a prendere a scuola ha fatto questo disegno" estrasse dal cassetto un foglio di carta, con un disegno di Yoo-Jung. Nella sua fantasia era rappresentato Minseok, vestito da supereroe con il microfono in mano e con scritto "spero che un giorno il sogno di mio papà di realizzi". Dopo aver guardato più volte il disegno, Minseok alzò lo sguardo verso il signor Park con lo sguardo visibilmente emozionato. Non si sarebbe mai aspettato qualcosa del genere. "Non sapevo di questo disegno, non mi ha detto niente, di solito mi raccontato tutto quello che fa a scuola" sottolinea con lo sguardo dolce. "Vuoi guadagnare qualcosa? Ecco, domani sera ci sarà uno spettacolo di Natale all'associazione dove mia moglie gioca a burraco e cercano un cantante! Ti daranno quasi 140000 won!" il ragazzo sorride stupito, in realtà nonostante il suo sogno era quello di diventare un idol è da tanto tempo che non si esibisce davanti a qualcuno, soprattutto un pubblico raffinato come le persone che solitamente frequenta l'anziana moglie del signor Park. Vorrebbe declinare la proposta, eppure quella cifra di soldi allettante sarebbe perfetta per poter comprare quel carillon a Yoo-Jung. Si gratta la testa pensieroso. "Ok, ci sto!" risponde sorridente nonostante la preoccupazione dentro di lui di far brutta figura è tanta, ma per la sua bambina questo ed altro.

         

E' la vigilia di Natale, e lo spettacolo di Minseok all'associazione di burraco è andato a gonfie vele. E' riuscito addirittura ad ottenere un piccolo lavoro serale al club durante i venerdì sera quando gli associati hanno i tornei di carte. Cantare e ballare davanti a delle persone che lo acclamavano come una star è stato per giovane tornare con la mente per qualche istante a i ricordi di quando era adolescente e sognava una carriera nel mondo dello spettacolo. Non fece in tempo a ricevere la busta con i guadagni della serata che si precipitò ad acquistare il carillon nel negozio in centro città. Quei soldi sarebbero potuti servire per riparare i tanti debiti che aveva ma in quel momento la priorità era quella di rendere la sua Yoo-Jung contenta e poterle far festeggiare un Natale come tutti i suoi coetanei.

Dopo aver lavorato ed essere andato a prendere la piccola al centro dove rimaneva per fare alcune attività pomeridiane era finalmente giunto il momento di tornare nel suo piccolo appartamento. Nascose con cura il regalo per poterlo mettere sotto il piccolo albero di Natale che aveva preparato per l'occasione e farlo trovare alla bambina l'indomani. "Papà che bello, hai fatto l'albero di Natale!" sorrise felice Yoo-Jung mentre ammirava il piccolo albero decorato con luci e palline colorate. "Hai visto, chissà se quest'anno Babbo Natale passerà anche a casa nostra!" rispose dando un piccolo bacio sulla testa della bambina. Passarono tutta la sera a giocare insieme ed a guardare cartoni animati, cercando di far stancare sempre di più Yoo-Jung per farla addormentare.

La mattina seguente la neve aveva imbiancato i tetti dei palazzi circostanti e le strade erano tutte bianche. Minseok, come al solito, si era alzato presto ed aveva svegliato dolcemente la figlia. Nel raggiungere il salotto Yoo-Jun si rese conto che c'era un enorme pacco sotto l'albero. "Papà è arrivato Babbo Natale!!! Vuol dire che siamo stati buoni quest'anno!" urlò tutta emozionata precipitandosi ad aprire il pacchetto. "Fai piano Yoo-Jung" cercò di calmarla Minseok ma la piccola aveva già aperto il grande pacco e lo guardava incredula. Improvvisamente si alzò ed abbraccio il padre sussurrando "Questo regalo l'ha detto la mamma lassù a Babbo Natale di portarlo..." le dolci parole fecero commuovere il ragazzo. Strinse forte la bambina che si alzò di scatto e corse a prendere qualcosa nel suo zaino. Porse un disegno a Minseok "Ecco questo è per te invece". Il disegno rappresentava lui e la piccola con tanti cuori tutti attorno. "Che bello Yoo-Jung" disse il ragazzo sorridendo. La bambina lo strinse forse in un abbraccio "Ti voglio bene papà, grazie di fare così tanto per me!" quelle parole emozionarono il ragazzo, era la prima volta che la bambina gliele diceva. Prese in braccio la figlia e la portò alla finestre stringendola forte a se in quell'atmosfera magica che si era creata attorno a loro, grazie alla neve e alla sensazione di famiglia che finalmente si riusciva a sentire.        

   

 

 

   
 
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