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Autore: missriddle98    26/12/2020    1 recensioni
Quante volte nelle Dramioni leggiamo di Pansy, la ragazza facile che passa tutto il tempo a buttarsi addosso a Draco che prima la usa e poi la getta via quando si innamora di Hermione ? Quante ragazze nel mondo vivono storie simili e sono continuamente additate, molto spesso, da altre ragazze che si arrogano il diritto di giudicarle senza conoscerne il vissuto? Quante ragazze sono Pansy e vivono con il peso di un'etichetta che non descrive nulla di ciò che sono ?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Draco/Pansy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Se ne stava seduta sul letto del dormitorio fissando il soffitto, erano passate ore e lei da lì non si era mossa, erano passati Dafne, Blaise, Theodore ma nulla, lei era lì e non voleva fare nulla, non voleva pensare a nulla. L’ aveva visto ancora una volta, abbracciato a lei, avvinghiato, le salì un brivido e una morsa le chiuse lo stomaco, si girò su un fianco sperando di trovare una posizione più comoda ma nulla, quel senso di disagio, di tristezza, di profondo dolore non la abbandonava, la pervadeva completamente. La sua vita era finita, lo sentiva. Lui le aveva rovinato l’esistenza, l’aveva trascinata giù e poi se ne era tirato fuori, l’aveva gettata in mezzo a una tempesta con lui, ne era uscito e ora la accusava per esserci dentro. Sapeva ciò che la gente diceva di lei, sapeva come a scuola tutti la chiamavano, sapeva e stava malissimo. La sua media era crollata vorticosamente, rischiava di perdere l’anno ma soprattutto rischiava di perdere se stessa, anzi era molto vicina a rendere definitivo tutto il processo.

Lei e Draco si conoscevano da tempo, ricordava di averlo visto per la prima volta quando aveva sette anni e la sua famiglia si era recata in visita al Malfoy manor, le era sembrato molto antipatico quel ragazzino vestito di tutto punto, non assomigliava ai bambini che conosceva, sembrava non avesse mai giocato in vita sua. Lei, al contrario, aveva avuto un’infanzia felice, sua madre credeva molto nell’importanza del gioco per l’educazione di una giovane signorina purosangue e l’aveva sempre fatta svagare il più che poteva, almeno in tenera età.  Ricordò i primi momenti passati con Draco, nel giardino del manor, dei tentativi fatti pur di socializzare con quel ragazzino strano e i primi giochi fatti assieme. Gli incontri si fecero più frequenti e passarono molto tempo assieme prima di iniziare la scuola, gli aveva insegnato a saltare la corda e ad arrampicarsi sugli alberi più alti per osservare gli uccelli che vi nidificavano, Draco si era aperto notevolmente e sicuramente sorrideva di più nonostante rimanesse un bimbo timido e scostante. Avevano passato assieme l’ultimo giorno di vacanze prima di partire per Hogwarts per la prima volta, avevano passato la notte nella tenda che avevano piantato nel giardino di casa sua. 

Pansy si girò di nuovo, cambiando fianco, e una lacrima le scese al ricordo di quella notte passata in bianco a parlare e a raccontarsi timori e preoccupazioni, Draco era terrorizzato all’idea di deludere i suoi genitori, sentiva già su di sé la pressione di essere il rampollo dei Malfoy, era cosciente di tutto l’impegno che avrebbe dovuto mettere in atto per distinguersi e portare alto il nome della famiglia. Lei, invece, era abbastanza tranquilla, la sua non era di certo una famiglia blasonata, aveva diversi timori rispetto al compagno, i timori di una undicenne che deve affrontare il distacco dalla famiglia, l’ingresso a scuola, nuove abitudini e amici. 

In quella tenda si promisero di sostenersi a vicenda e così cominciò l’avventura a Hogwarts, la gioia di entrambi per essere assieme a Serpeverde, cosa della quale d’altronde erano sicuri, le prime lezioni e compiti. Quel primo anno passò senza particolari cambiamenti, la loro amicizia era intatta, anzi conobbero altre persone, fecero amicizia con i compagni di casa e costruirono un gruppo solido. Lei, Draco, Dafne, Blaise e  Theodore divennero molto affiatati, passavano giornate intere giù al lago e una volta tentarono anche di piantare una tenda nel prato del castello, cosa che costò dieci punti a testa ma fu un anno felice, salvo per i continui battibecchi con Potter. Harry Potter, lei lo detestava, lo detestava perché Draco era cambiato e lei era convinta fosse anche colpa sua. Draco l’aveva sempre invidiato, sempre, dal primo anno, quando si parlava di Potter l’espressione di Draco mutava, guardava da un’altra parte e assumeva un atteggiamento decisamente irritante. Lei non ne aveva mai compreso il motivo, Potter non aveva nulla che Daco non avesse, lei non gli aveva mai dedicato particolarmente attenzione ma da quando Draco iniziò a scontrarsi con lui decise di osservarlo meglio, certo era famoso, la sua vicenda era famosa ma le sembrava un ragazzo alquanto insignificante. 

Le cose peggiorarono al secondo anno, l’anno in cui sentì Draco chiamare la Granger “mezzosangue”, lei sapeva benissimo il significato della parola ma in casa sua era pronunciata molto raramente, i suoi genitori erano purosangue, non intrattenevano rapporti con i sangue sporco ma non li detestavano, cercavano di ignorarli ma non li disprezzavano. Quel momento lo ricordava vividamente, la faccia di Draco, i suoi occhi pieni di cattiveria e rancore, quella parola, quel disprezzo, la Granger in lacrime. Fu molto infastidita dal comportamento di Draco, le era stata data una certa educazione ma non le era stato insegnato ad attaccare le persone in quella maniera, quasi le dispiacque per lei. 

Poi vennero le sconfitte a Quidditich, Potter era bravo, davvero bravo e Draco lo era di meno, ma non lo accettava, tornava in sala comune dopo aver perso una partita con la faccia rossa e gli occhi lampeggianti e saliva nel suo dormitorio senza voler parlare con nessuno; faceva entrare solo lei qualche volta e le lasciava accarezzargli i capelli fino a che non si addormentava. A lei erano sempre piaciuti i suoi capelli, avevano una bellissima consistenza, glieli accarezzava per un po' e aspettava che dormisse prima di lasciarlo. Le dispiaceva per lui, per la sua autostima così bassa, per la competizione continua con Potter, lo stava logorando. A casa glielo facevano pesare, il padre non faceva altro che paragonarlo allo sfregiato, al fatto che lui fosse migliore a Quidditch, più famoso, più brillante. Draco, invece, aveva sempre amato la natura, sapeva riconoscere tutte le erbe e i loro usi e fin da piccolo si era appassionato alle pozioni, era un abile pozionista, ma il padre sembrava non accorgersene, solo lei, la sua amica, lo sosteneva sempre. Lei lo adorava, lo adorava e non capiva perché un ragazzo così dovesse stare così male, un ragazzo così dotato, intelligente, che bisogno c’era di arrovellarsi il cervello in quel modo. Poi il disprezzo, l’odio per i mezzosangue, il modo in cui aveva guardato la Granger, le aveva fatto paura, in cuor suo sperava di non essere mai guardata da lui in quel modo.

Alla fine durante il terzo anno avvenne qualcosa, Draco si circondò di due tra i peggiori serpeverde, Tiger e Goyle, provenivano da famiglie che erano state vicine all’Oscuro Signore una volta, a Pansy non piacevano quei due, seguivano Draco come mastini e lui se ne beava palesemente. Il terzo anno fu il più difficile, lui cambiò, il suo rancore prese il sopravvento e prese ad ignorarla. 

Pansy si alzò dal letto e andò alla finestra, la luna era sorta e si perse a guardarla ricordando quel terzo anno, quando cominciò tutto. Lei voleva parlargli, lui non la ascoltava, lui fu ferito dall’ippogrifo, lei al suo capezzale, lui che urlava contro il padre, voleva l’ippogrifo morto. Quando gli disse che era un’idiozia e che lo faceva solo per ferire Hagrid e con lui Potter e compagni lui se ne andò e non le parlò per settimane. Solo dopo qualche giorno fecero pace, una passeggiata nei prati della scuola, qualche parola, ma poi tutto come sempre. Draco stava cambiando, in sala comune non perdeva mai occasione di insultare Potter, poi iniziò a parlare male dei suoi amici, di Weasley e della Granger, la sporca mezzosangue che avrebbe con tanto piacere visto anche morta. Esagerava continuamente, anche a lei non andava a genio quella gente ma non capiva perché non potessero essere solamente ignorati. 

Poi ci fu quella sera, la sera in cui Black fu avvistato nel castello, quella sera passarono la notte nella sala grade e loro misero i sacchi a pelo l’uno accanto all’altra. Era come dormire all’aperto e loro ricordarono le notti passate in tenda quando erano piccoli. Fu una bella serata, nessuno dei due aveva paura di Black né si aspettavano che stesse ancora nel castello, passarono la notte in bianco a chiacchierare, scherzarono un po' e lui la ringraziò, la ringraziò per tutto, per essere una vera amica. Lui non lo seppe mai ma lei quella notte non l’aveva mai dimenticata, avrebbe voluta viverla all’infinito, loro due assieme sotto un cielo stellato, proprio come ai vecchi tempi. 

Dopo quella serata non ci furono molte occasioni per stare un po' assieme, l’anno si concluse, Black era scappato, Potter l’aveva aiutato, lo sapevano tutti e Draco era stato schiaffeggiato dalla Mezzosangue. In cuor suo era abbastanza compiaciuta, non adorava quella ragazza, la reputava una secchiona arrogante ma doveva ammettere che Draco meritasse appieno quello schiaffo. 

Quella estate fu la più brutta della sua vita. Draco fu completamente assente, era andato in vacanza con certi suoi cugini più grandi e lo vide solo alla Coppa del Mondo di Quidditch, non lo vedeva da mesi e quasi non lo riconobbe. Aveva cambiato pettinatura, sembrava più alto, i capelli all’indietro era tenuti con una sorta di gelatina e i vestiti decisamente troppo attillati mostravano il suo fisico che non era decisamente niente male. Pansy ricordò quel momento, il momento in cui cominciò a guardarlo con occhi diversi, lo guardò e ne fu attratta, era proprio un bel ragazzo ed era cresciuto molto durante l’estate. Era venuto a vedere la Coppa del Mondo con i cugini con i quali era stato in vacanza e un paio di ragazze. Si avvicinò per salutarlo, fu contento di rivederla ma cambiò subito atteggiamento non appena i cugini lo raggiunsero per presentarsi. Erano tutti più grandi di lui e vestiti allo stesso modo, stavano fumando e avevano una voce alquanto strascicata. Draco divenne improvvisamente formale, non la invitò ad unirsi a loro ma la liquidò in fretta. La delusione l’aveva lasciata con un grande vuoto allo stomaco, ricordò che quella sera lo vide. Lei stava andando a salutare una sua amica e nel tragitto vide lui e i suoi cugini assieme a un paio di ragazze. Erano molto belle e decisamente appariscenti, una di loro era seduta in braccio a lui e gli posava dei baci sulla guancia. Lui era rosso in viso, nella mano sinistra aveva una sigaretta accesa, la cenere cadeva pigra sull’erba e la sigaretta, piano piano, si spegneva, non fumata. Lei rimase imbambolata a guardarlo, poi avvenne, lui baciò quella ragazza. Fu un bacio assurdo, non come quelli che si vedono nei film, quasi violento, non sapeva come definirlo. Rimase lì per un po' a fissarlo, aveva le lacrime agli occhi, avrebbe voluto urlare, non tanto per ciò che stava accadendo ma per la consapevolezza che lei non avrebbe mai potuto assomigliare a quella ragazza. Lei era minuta, le forme erano appena accennate e qualche brufolo abitava ancora la sua faccia. In quel momento si sentì malissimo, ma ancor di più per ciò che accadde dopo. Dopo la fine della partita ci fu l’attacco dei mangiamorte, tutti correvano, tutti erano in panico, il guardiano del campo e la famiglia, babbani, erano stati appesi per aria e fatti fluttuare e Draco rideva. Non scordò mai le sue risate alla vista di quella scena indegna, non era più il ragazzo che aveva conosciuto. 

Dopo questo episodio giurò di allontanarsi da lui, aveva capito che razza di persona stava diventando e non poteva sopportarlo, decise che quel quarto anno l’avrebbe passato con la sua amica Dafne, all’insegna di nuove conoscenze e di un forte impegno scolastico. 

Pansy staccò gli occhi dalla finestra e tornò a sedersi sul letto, tolse alcune gonne che aveva lasciato sopra e prese il cuscino per posizionarlo meglio, trovò un boxer e lo gettò nei rifiuti. Tornò a stendersi e a fissare il soffitto. 

Il quarto anno fu per lei abbastanza pesante, aveva cominciato con tanti buoni propositi ma non ne portò a compimento neanche uno, quando tornò a scuola dovette rendersi conto che il cambiamento che aveva fatto Draco era stato in un certo senso “contagioso”, Dafne sembrava decisamente cresciuta, il suo seno era diventato molto più visibile rispetto all’anno prima e le raccontò della sua estate, di aver perso la verginità con un ragazzo cubano. Blaise e Theodore anche ebbero molto da raccontare, a quanto pare avevano passato un’estate in discoteca. Si sentì terribilmente affranta, era felice che i suoi amici avessero fatto nuove esperienze ma non poteva ignorare la loro mancanza pensando a se stessa. Poi c’era Draco che a quanto pare aveva cambiato totalmente il modo di divertirsi. Lei non capiva, tutti i suoi amici erano cresciuti, avevano fatto cose, non poteva rimanere indietro. Le venne in mente il senso di disagio che provava con loro, sembrava non fossero più interessati a piantare tende nel parco della scuola. Iniziarono a organizzare feste in quel periodo, ricordò che la prima alla quale partecipò fu un disastro, si sentiva fortemente fuori luogo e poi Draco era lì, al centro della sala, beveva, ed era in compagnia di una bellissima ragazza riccia. Dopo un po' salirono in camera e il suo cuore si spezzò.

Durante quel quarto anno,poi, ci fu il Torneo Tremaghi e Potter divenne campione di Hogwarts, tragedia, dramma. Draco era una furia, non lo aveva mai visto così, quella sera in sala comune fu il delirio. Era seduto sulla poltrona, la mano destra sul mento, con la sinistra teneva una birra, la gamba destra vibrava, era scosso. Non si parlavano da un po' ma lei lo osservava di sottecchi, arrivò Blaise e lui cominciò a urlare, non credeva al fatto che uno come Potter potesse essere campione di Hogwarts, era un inganno perché lui era il favorito di Silente, perché lui era privilegiato, perché lui era il preferito. Non riusciva più a sentirlo blaterale in quel modo idiota, decise di uscire dal dormitorio e di fare due passi. Quando tornò la casa comune era disastrata, bottiglie ovunque, magari aveva organizzato qualcosa in sua assenza, incontrò Dafne, le comunicò che sarebbe andata a una festa organizzata nelle cucine, a quanto pare avevano trovato un escamotage per vincolare gli elfi al silenzio. Decise di non andare e salì nel dormitorio, salendo però avvertì dei rumori, provenivano dalla stanza di Draco. Avrebbe dovuto continuare e salire al suo dormitorio ma ovviamente non lo fece, bussò alla porta.

Pansy, ancora stesa sul letto, sorrise. Si sarebbe chiesta per tutta la vita cosa fosse accaduto se lei non avesse bussato quella sera alla sua porta, se avesse continuato per la sua strada. 

Le aprì, aveva una faccia orribile e puzzava di alcool e di sigaretta spenta. Lei entrò e si guardò attorno, era tutto in disordine, Draco aveva provveduto a sparpagliare i suoi avere anche sui letti dei compagni e la stanza era davvero irriconoscibile. Lei lo fissò, lo guardò negli occhi, lui la guardò. Vide nel suo sguardo solo dolore e frustrazione. Lei lo abbracciò. Fu un abbraccio lunghissimo, parve durare secoli, poi lei si staccò. Non voleva parlargli, sapeva che sarebbe stato inutile, aveva tentato già tante volte e lui si sarebbe infuriato ancora di più, lo abbracciò solo per fargli capire che lei ci sarebbe stata sempre per lui. Voltò le spalle per andarsene ma lui l’afferrò, la girò per guardarla negli occhi e la baciò.

Pansy scoppiò in lacrime, andò verso il bagno, entrò in doccia e aprì l’acqua. Era vestita ma non le importava, lo scroscio dell’acqua poteva forse coprire il rumore dei suoi pensieri e di quei ricordi che le facevano solo male. 

Lui la baciò e lei ricambiò, fu un bacio bellissimo, dolce ma al contempo passionale. Le sue mani le cingevano la vita e scendevano sui suoi fianchi, desiderosi di esplorarla e lei non opponeva resistenza. La sua mente era annebbiata, il cuore poteva esploderle nel petto tanto forte batteva. Affondò le mani nei suoi capelli, tanto per controllare fosse tutto vero, senza neanche rendersene conto erano finiti sul letto, lui le sbottonava la camicia, le metteva le mani dentro le mutandine e senza esitazione si cimentò nell’inesplorato.
Ciò che le era ignoto divenne reale, le fantasie divennero carne e i sospiri gemiti.

Quella fu la notte in cui perse la verginità e non l’avrebbe mai dimenticata. Lui fu dolce ma intenso e  alla fine si addormentò di fianco a lei, candidamente. Lei rimase sveglia, non sapeva che fare, era allibita, era successo. Si chiedeva come si sarebbero dovuti considerare, impegnati, fidanzati? Arrossì all’idea. Baciò Draco sulla bocca e si recò nel suo dormitorio, a breve i ragazzi sarebbero tornati dalla festa nelle cucine e non potevano di certo trovarla lì.
Dormì davvero poco, aveva i bisonti nello stomaco e la sua mente viaggiava.

 


 
   
 
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