LE ALI DELLA FARFALLA
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Capitolo 4 – Volpina
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“Hanno
mai provato ad akumizzarti, Marinette?”
Le aveva chiesto Adrien, mentre intrecciava le dita
della mano con la sua.
Si
trovavano come sempre in camera dell’aspirante stilista, seduti sul letto, il
biondo con la schiena appoggiata alla testiera del letto, mentre la schiena di Marinette, premeva sul suo petto e la testa che ci faceva cullare nell’incavo del suo
collo.
“Si”
Fu la sua risposta “…quella volta che Lila aveva
fatto di tutto per farmi espellere dalla
scuola” Disse stringendo di più le dita per la rabbia.
“Ricordo
l’episodio” Sospirò affranto “…ma non mi ricordo che
Papillon avesse scagliato un’akuma contro di te”. Le
baciò una tempia, dondolava dolcemente il suo contro con quello di lei.
“Era
successo nello spogliatoio…e da quanto mi ha
raccontato Alya, eravamo stati colpiti in tanti, poi
il potere era come sparito”. Fece spallucce
“Il
motivo?”
“Non
lo so…so solo che ho rischiato grosso. Sicuramente
avrei consegnato i miei orecchini a Papillon, se l’akumizzazione
fosse riuscita”.
“Mi
chiedo come abbia fatto a colpire così tante persone contemporaneamente”.
“Sicuramente
è stato aiutato con un potenziamento, non sarebbe la prima volta. Comunque non
dovrà accadere più, a nessuno dei due”. Alzò il viso per baciarlo.
“Non
succederà. Promesso”
“Che
cos’è la cosa ti farebbe andare più in bestia?”
“Sicuramente
perderti” Le sorrise mentre lei si era voltata verso di lui e ricambiava il
gesto “…e poi scoprire che mio padre mi nasconde
qualcosa di molto brutto.”
“Immagino
non sia facile vivere con lui”.
“Ah
guarda, non lo vedo praticamente mai, potrei dire che vivo da solo.”
“Lavora
tanto”. Cercò di giustificarlo, sa che il lavoro di stilista comporta impegno e
sacrificio, come qualsiasi cosa.
“Lo
so, ma due minuti al giorno per stare con me li potrebbe trovare. A volte mi
chiedo se non si butta sul lavoro per sopportare meglio la perdita di mia
madre.”
“Chiediglielo”
“Non
è facile parlare di lei, cerca sempre di cambiare argomento in qualche modo”.
“La
perdita di una persona amata non è facile da sopportare, ci vuole tempo”.
“E’
passato più di due anni, avrebbe già dovuto metterci una pietra sopra, guardare
avanti, magari trovando una persona con cui stare.”
“Forse
non lo fa perché ha paura di farti un torto, si insomma, avrà il timore che
pensi che non abbia amato tua madre abbastanza”.
“Sono
abbastanza grande per capirle certe cose, non mi farebbe nessun dispetto se
decidesse di stare con qualcun'altra.
“Dici
che non si è rassegnato?”
“A
volte lo trovo a fissare il suo quadro, come se stesse aspettando il suo
ritorno da un momento all’altro”.
*
Un altro balzo e un altro lancio di yo-yo sul tetto vicino, e i
due super eroi erano arrivati sul luogo dell’attacco.
Rimasero qualche minuto ad osservare lo
scenario, la Tour Eiffel era stata tagliata a metà, e una parte era caduta
sulla strada, abbattendo un paio di edifici vicini, oltre ad aver rovinato i
giardini pubblici, dove molti parigini amavano passare il tempo.
Notarono anche il carretto dei gelati di
Andrè essere andato distrutto.
“Umpf…mi
andava un gelato adesso” Fece spallucce il biondo.
“Chat Noir, non è il momento per fare
battute”. Lo rimproverò lei mentre agitava lo yo-yo per farsi scudo da un
attacco improvviso.
“Scusa, era per smorzare la tensione,
milady”.
Lady Bug si guardò ancora attorno,
alcune macchine avevano preso fuoco, e molte di esse, avevano fatto la stessa
fine del simbolo di Parigi.
“Fatti vedere” Gli intimò l’eroina “…so che ti sei nascosto”.
“LadyBug” La
chiamò Chat Noir costringendola a voltarsi verso di lui “E’ un’illusione”.
“Cosa?” Si guardò attorno attonita,
mentre la città riprendeva lentamente vita, e la gente entusiasta urlava i nomi
dei due super eroi apparentemente apparsi dal nulla.
“Ma cosa sta succedendo?” Chiese Lady
Bug “…andiamocene” Guardò il suo partner ed insieme
balzarono nel primo tetto trovato.
*
Lila
Rossi camminava per le strade di Parigi, come al solito da sola, senza i suoi
genitori e senza nessun amico al suo fianco.
Con
il suo carattere da eterna bugiarda, aveva creato un vuoto attorno a lei,
facendosi odiare da tutte le persone che incrociavano il suo cammino.
Perché
si comportasse così, rimaneva un mistero, persino Adrien
le aveva dato il largo, intimandole di star lontano da Marinette
e di non metterla mai più nei guai.
Era
riuscita a farsi notare da un uomo per la sua indole cattiva e vendicatrice:
Papillon, un uomo disperato che avrebbe fatto di tutto per impossessarsi dei miraculous di Lady Bug e Chat Noir, anche chiedere la sua
collaborazione.
Ma
lei era così subdola e meschina, che al primo segno di debolezza dell’uomo,
l’avrebbe sicuramente messo con le spalle al muro.
Meglio
assecondarlo prima, poi, una volta avuto in pugno, si sarebbe vendicata anche
su di lui, magari rubandogli il miraculous della
farfalla.
Sapeva
che Papillon l’avrebbe usata solo per i suoi scopi, non ci sarebbe stata
nessuna ricompensa alla fine della giostra, una donna intelligente, la fortuna
se la crea da sola, e quella volta, le era stata servita su di un piatto
d’argento.
Si
accomodò su una panchina sotto un albero, per ripararsi da quella giornata
calda, prese dalla sua borsa una bottiglia d’acque e bevve un sorso.
Rimise
poi la bottiglietta al suo interno, e fu in quel momento che il suo telefono
squillò, meravigliandosi.
Non
le telefonava mai nessuno, a parte i suoi genitori, nessun coetaneo che potesse
chiamare amico, osava comporre il suo numero.
“Pronto?”
Rispose.
“Ciao
Lila, sono io” L’aveva chiamata con il numero privato e lei aveva subito capito
di chi si poteva trattare.
“In
che cosa posso essere utile?”
“Ho
un lavoro per te, voglio darti una seconda occasione”.
*
Rimasero ad attendere dietro un
comignolo, che qualcuno potesse colpire di nuovo.
“Credi sia opera di Volpina?” Chiese
Chat Noir che giocava con il suo bastone per ingannare l’attesa.
“Può darsi, è l’unica che può creare
illusioni, oltre a Rena Rouge, ma il suo miraculos è custodito nella miracle
box.
“Che sia il caso di interpellarla?”
“E rischiare una battaglia a suon di
illusioni?”
“Chiodo scaccia chiodo” Fece spallucce
“Hai un’idea migliore?”
“No” Lady Bug balzò di tetto in tetto,
fino a raggiungere la sua terrazza.
Si precipitò verso il baule che aprì con
la chiave che custodiva dentro un cassetto.
Schiacciò l’ovale arancione con il
simbolo della volpe e prese la collana.
“Alya ho
bisogno di te” Sussurrò al cielo.
Mise al sicuro la Miracle
Box ed uscì dalla stanza.
Volpina, celata dalla sua stessa
illusione, aveva seguito Lady Bug, fino a casa di Marinette
e si era messa ad osservare la scena dalla terrazza di fronte.
Rimase a bocca aperta quando la vide
scendere con naturalezza dalla botola, ed uscire poco dopo.
Ma non aveva prove a sufficienza per
provare che dietro la maschera di Lady Bug, ci fosse Marinette.
Si è vero, si era calata nella sua
camera, ma le tende pesanti grigie appese alla finestra, impedivano di vedere
all’interno della stanza, cosa stesse realmente facendo.
Chat Noir non l’aveva seguita, ma era
rimasto vicino la Tour Eiffel, a controllare che la situazione rimanesse stabile.
Il bastone di Chat Noir trillò, era la
sua lady che lo stava chiamando.
“Si, milady?”
“Tutto apposto gattino?”
“Qua è tutto tranquillo”.
“Va bene, io ho recuperato il miraculous, ci vediamo a casa di Alya”.
“Sei sicura che sia a casa?”
“Si, stamattina a scuola mi ha detto che
aveva da recuperare dello studio arretrato, e che quindi non si sarebbe mossa”.
“Ok, a tra poco”.
*
Lady Bug sapeva di essere stata seguita
da Volpina, Chat Noir l’aveva captata con il suo sesto senso da gatto, non la
potevano vedere, a causa di una illusione.
Come la prima volta, lei non possedeva
dei poteri, ma era stata akumizzata da Papillon, che
per la seconda volta, le fece dono del potere dell’illusione, sperando di
ingannare i due ragazzi.
Fortunatamente, prima di uscire insieme
a Chat Noir, era stata furba nel lasciare tirate tutte le tende, avrebbe sempre
potuto dire, in caso di accusa, che Lady Bug, era in cerca di lei, per
consegnarle il Miraculous del topo.
*
“Tutto procede secondo i piani, Papillon”
Disse in tono mellifluo Volpina.
“Benissimo, appena puoi, prendi i miraculous e portameli”
“Certo, Papillon”. Glieli avrebbe
portati, ma oltre ad ingannarlo, gli avrebbe sottratto anche la sua spilla.
Stava già pregustando la vittoria e a
cosa fare con il potere assoluto, quando sentì i tre super eroi avvicinarsi e
passarle accanto, non accorgendosi della sua presenza, se non quando invasero l’illusione
e la fecero dissolvere come una bolla di sapone.
“Sapevo che ti eri nascosta” Disse Lady
Bug. “Arrenditi”
“Mai” Tuonò prima di suonare il flauto
intonando una melodia, che avrebbe preceduto l’illusione.
Aveva fatto scatenare uno tsunami su
Parigi, i tre super eroi furono costretti a salvare le vite delle persone che
stavano cercando di mettersi in salvo.
“Rena Rouge,
tocca a te”.
Lady Bug azionò lo yo-yo, agganciando
quattro persone che correvano lungo la strada principale, cercando il primo
posto per infilarsi e salire più in alto che potevano.
Li tirò su giusto un attimo prima che l’acqua
li raggiungesse e gli facesse bagnare i jeans.
Rena Rouge
suonò la melodia e lanciò il suo potere speciale, rendendo nulla l’attacco di
Volpina, che grazie a quel diversivo, era riuscita a scappare, facendo perdere
momentaneamente le sue tracce.
“Dov’è andata” Chiese Chat Noir
guardandosi attorno.
“Non ne ho idea” Rispose Lady Bug.
Intanto il miraculous
dell’amica, iniziò a lampeggiare “Oh, no, ma non l’abbiamo ancora sconfitta, e
io tra un po’ ritornerò normale”.
La super eroina in rossa le si avvicinò
e le mise le mani sulle spalle “Tranquilla, non ti lasceremo andare finchè Volpina non verrà deakumizzata”.
“Ti aiuteremo noi a sfamare Trixx, così potrai ritrasformarti di nuovo” Le disse Chat
Noir sorridendole.
“Grazie ragazzi, mi chiedo se c’è un
modo per avere potere illimitati”.
“Crescendo” Rispose Lady Bug.
Rena Rouge
inarcò un sopraciglio “Dici sul serio?”.
“Si, era stata Bunnix
a dircelo”.
“Bunnix? E chi
è?” Chiese curiosa.
“La portatrice del miraculos
del coniglio. Ha il potere di viaggiare nel tempo”. Spiegò Chat Noir.
“Davvero?” Le si illuminarono gli occhi “…bello! Perché non lo hai dato a me? Non ti fidi abbastanza
delle mie capacità?”
“No, non è facile da spiegare.”
“Provaci”
“Semplicemente ti ho trovato più adatta
a questo tipo di miraculous, sei degna di fiducia,
per questo ti ho affidato Trixx. Lo sai che una volta
ho dato il bracciale del serpente ad Adrien?”
“E come è andata?”
“Beh…non lo ha
saputo portare” Sorrisero tutte e due all’unisono, mentre a Chat Noir ballava
un occhio dalla rabbia.
“Non è vero che non l’ha saputo usare,
era solo emozionato perché Lady Bug aveva scelto lui” Grugnì incrociando le
braccia al petto in segno di offesa.
*
continua