Hinata si era lasciato cadere a terra.
La testa girava vorticosamente, fin troppo per i suoi gusti, mentre i muscoli dolevano.
Faceva male
Respira con foga mentre tenta di riprendere fiato, fissando in stato catatonico le dita della mano destra, più rossastre del consueto.
Il dolore e la stanchezza parevano non volerlo abbandonare, rendendolo fastidiosamente debole, come non lo era mai stato.
“Shoyo …”
Lui che non aveva mai preso un raffreddore
“Posso continuare a giocare, Mister.”
“No, Hinata …”
“Mancano solo un paio di punti!”
Il ragazzo dal carattere allegro aveva iniziato a tremare.
“E’ l’ultimo set!”
“No …”
“Ma…!”
“Hai la febbre alta, non posso lasciarti in campo un minuto di più.”
“Per favore …”
Hinata aveva iniziato a piangere dalla disperazione.
“La prego, Mister.”
“Mi dispiace, Shoyo.”
Quelle parole furono dure, una pugnalata al petto, così devastanti da mozzargli il fiato.
“…”
Rilassa le spalle, il piccolo gigante, non appena percepisce qualcosa carezzargli le dita della mano destra.
Anche Yachi è piuttosto pallida.
“Hinata …”
Il ragazzo non risponde, ricambiando quello sguardo tanto serio e angustiato.
Non poteva essere vero.
Aveva la sensazione di trovarsi in un incubo senza sapere come uscirne.
Non poteva finire così, non dopo tutti i sacrifici e le lacrime versate.
Daichi si avvicina, seguito da Suga e Nishinoya.
“Andrà tutto bene, Hinata.”
I ragazzi si stavano sforzando di mostrare una sicurezza non propria, nascondendosi dietro a finti sorrisi e false rassicurazioni.
“Lascia fare a noi, d’accordo?”
“Un po’ di riposo, del cibo caldo e sono sicuro che tornerai la testa vuota di sempre.”
Persino Tsukishima si stava sforzando di fare dell’ironia in una situazione a dir poco disperata.
La domanda che stava tormentando tutti era,
Come avevano fatto a non accorgersene?
Hinata stava male già da tempo eppure aveva continuato a giocare, tenace e caparbio, superando ogni limite.
Fino a collassare
Dopo tanta fatica, impegno e costanza, avevano finalmente vinto gli Aoba Jousai.
Avevano superato gli Shiratorizawa.
Avevano sconfitto gli Inarizaki e schiacciato i Nekoma, tra i rivali di sempre.
Ed ora, ad un passo dalla vittoria contro la famigerata Kamomedai, era bastata una banale febbre per rischiare di mandare tutto all’aria.
“Hinata, dobbiamo andare.”
Yachi aveva le lacrime agli occhi, come tutti del resto, ma fece uno sforzo sovrumano per mostrarsi sorridente.
La partita non era ancora finita ma sapere di non poter più contare su Hinata per le battute finali faceva male.
Nonostante Kageyama fosse un genio della pallavolo, nonostante l’incrollabile difesa di Nishinoya e il grande talento di Tsukishima e Tanaka, sarebbe stata dura portare a casa il match.
L’unico che non aveva ancora fiatato era stato proprio il rivale di sempre, Kageyama.
Si era limitato a osservare la scena in silenzio, apparentemente impassibile.
Non l’avrebbe mai ammesso, tanto meno in presenza di Shoyo, ma senza quella testa vuota non sarebbe stato lo stesso.
Avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per portare la squadra alla vittoria ma sapeva che lo sforzo richiesto sarebbe stato sovrumano.
E’ vero, alla fine aveva vinto sul suo eterno rivale.
Era rimasto in campo fino alla fine.
Il Tobio di qualche messe addietro ne sarebbe stato felice mentre quello attuale no.
Hinata aveva infranto la parola data.
Aveva promesso che ci sarebbe sempre stato e invece …
Stringe i pugni, il genio della pallavolo, nel scorgere il suo eterno rivale allontanarsi in lacrime in compagnia di Yachi quando un urlo squarcia il silenzio.
“Ti aspetterò, Hinata Shoyo!”
Il piccolo gigante bianco, il mostro della pallavolo della Kamomedai - Kourai - alzò la mano in segno di saluto.
“Ti aspetterò!”
“…”
Il ragazzo dalla chioma rossastra soffocò il magone, rivolgendo un inchino a quel rivale tanto forte, che aveva sognato di affrontare da tempo immemore.
“Quindi cerca di non sparire!”
Quando sollevò il mento, Shoyo rivolse a Tobio un’occhiata fuggevole, tanto triste quanto disperatamente arrendevole.
“Comunque vada, vola anche per me.”
Vola,
Kageyama
Si allontana Hinata, lasciandosi alle spalle - in compagnia di Yachi - quella sofferenza.
Perché lo era
Tobio non risponde, limitandosi a stringere il pallone quasi a stritolarlo.
Avevi promesso
Abbassa lo sguardo, il genio della pallavolo.
Avevi promesso che ci saresti stato
Sente che il cuore potrebbe esplodergli in petto da un momento all’altro.
E invece ci hai abbandonati
Lasciandomi solo
Rallenta il respiro, corto e irregolare.
Bugiardo
Mi si è letteralmente mozzato il fiato appena ho letto quel capitolo del manga.
Tanti sacrifici, rinunce e lacrime per arrivare fin lì e poi …
Non mi dilungo oltre, spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!