Disclaimer: Questi fanciulli purtroppo non sono miei. Titolo @ Silver Bells, canzone natalizia coverata da chiunque.
Avvertimenti: fluff, future!fic
Note: Buone feste a tutt! ♥ Questa fic è scritta per il Calendario dell'Avvento di Fanwriter.it, e non è niente di che ma ho passato gli ultimi due mesi ad arrugginirmi e dovevo sbloccarmi in qualche modo.
Per dare un po' di contesto, è ambientata un annetto dopo gli eventi dell'anime (shhh non mi dite niente del manga, non sono in pari) in un magico futuro in cui Kuroo e Bokuto condividono un appartamento e Kei può fuggire per giorni interi dal suo ragazzo. Also, Natale in Giappone è considerata una festa da fidanzati, per questo lo strabordio di fluff. (E un piatto natalizio tipico è davvero il pollo fritto XD)

a feeling of christmas

Fuori sta nevicando.

Kei si stiracchia sul futon sfatto e resta a guardare i fiocchi che cadono grassi e lenti oltre la finestra, stagliati come coriandoli bianchi sullo sfondo del cielo nero. Deve aver cominciato a nevicare nello stesso momento in cui si è fatta notte - mentre lui e Kuroo erano distratti, troppo presi a ritrovarsi dopo tanto tempo per accorgersi di qualsiasi altra cosa.

C’è sempre una squisita dissonanza nel guardare la neve cadere dal caldo di una stanza accogliente. La notte fuori dalla finestra è limpida, cristallina, come può essere solo quando l’aria è gelida, e Kei sospira contento mentre allunga le gambe nude sotto il piumone di Kuroo, mentre si stringe meglio la felpa che ha addosso. Anche quella è di Kuroo, ma solo perché aveva pescato a caso tra i vestiti sparsi sul pavimento.

(O forse non tanto a caso.)

Kei guarda fuori dalla finestra e quasi prova un po’ pena per i pazzi romantici che pretendono di uscire a Natale anche con la neve annunciata, come Bokuto e Akaashi. Anche Kuroo gli aveva proposto di uscire, prima che salisse a trovarlo, ma poi era bastato trovarselo davanti e sentire il gelo fuori dalla porta per fargli cambiare immediatamente idea. Ci sono sempre i prossimi giorni, per le passeggiate romantiche, quando le temperature saranno più clementi e Tokyo meno invasa dalle coppiette.

E poi bisognava approfittare della casa vuota, per una volta.

Kuroo torna dalla cucina con passi leggeri, annunciato solo dal fruscio della porta scorrevole. Non ha né le scarpe né una maglietta (“Qualcuno mi ha fregato la felpa.” “Non so di che parli...”) e i pantaloni della tuta gli ricadono morbidi attorno al bacino, scivolando lentamente sempre più in basso man mano che Kuroo si avvicina con due tazze fumanti.

Kei potrebbe alzarsi a dargli una mano. D’altra parte, è un ospite e ha fatto un lungo viaggio e deve recuperare le energie.

“Piaciuto lo spettacolo?” chiede Kuroo, con un piccolo sorriso a mezza bocca.

“Stavo aspettando che inciampassi,” dice Kei, ma si alza a sedere per fargli spazio sul letto e prende subito la tazza che gli viene offerta. Il profumo di cioccolata calda invade l’aria, accompagnato dalle note zuccherose dei piccoli marshmallow che ci galleggiano dentro.

(Sua madre gli preparava sempre la cioccolata così, da piccolo, finché Kei non le aveva chiesto di smettere perché i marshmallow erano da mocciosi. L’ha raccontato a Kuroo durante un appuntamento, un ricordo distratto, ma da quella volta Kuroo ha iniziato a preparargli sempre la cioccolata in quel modo.

Ora, quando Kei si porta la tazza al petto, non è solo per evitare di versare qualcosa sul letto.)

“Oh, uomo di poca fede,” dice, entrando nel letto con lui. “E sprecare così della cioccolata?” Sorride sornione, riuscendo con qualche manovra a sistemarsi contro i cuscini appoggiati al muro senza far cadere neanche una goccia.

Kei fa un lungo sorso di cioccolata, guardandolo da sopra l’orlo della tazza con un sopracciglio alzato, e Kuroo ridacchia e alza la propria tazza a mo’ di brindisi, senza aggiungere altro.

Certe volte possono andare avanti per ore a punzecchiarsi con una sciocchezza dietro l’altra, ma in questo momento non ce n’è bisogno.

Anche il silenzio tra di loro è caldo, accogliente, familiare come il profumo dolce della cioccolata, e Kei lascia che lo culli insieme al tepore delle coperte e al ritmo regolare dei respiri di Kuroo al suo fianco. Davvero, solo un pazzo uscirebbe nella neve rinunciando a questo.

La mano di Kuroo che gli scorre leggera lungo la schiena lo riscuote dai suoi pensieri.

“Ehi,” mormora, appena Kei si volta. La sua tazza è appoggiata per terra accanto al futon e Kuroo lo sta semplicemente guardando, con uno sguardo che gli scalda il petto più della cioccolata. “A cosa stai pensando?”

Kei abbassa la sua tazza, la posa dal proprio lato del letto, e poi si mette comodo contro il petto di Kuroo, che già lo aspettava a braccia aperte. La sua pelle è piacevolmente fresca, dopo tutto quel calduccio, e sa di cioccolato e di loro. Kei chiude gli occhi per un secondo e inspira piano.

“Quei due si ricorderanno di portare la cena?”

“Bokuto assolutamente no,” dice Kuroo, giocando distrattamente con i suoi capelli. “Akaashi probabilmente sì.”

“A meno che Bokuto non lo rincretinisca di spirito natalizio.”

“In quel caso c’è un KFC qui all’angolo.”

“Sai sempre cosa dire per conquistarmi,” dice Kei, nel tono più asciutto che gli riesca, e Kuroo ride e gli scompiglia i capelli per vendicarsi.

Anche se Kei, sotto sotto, non stava scherzando affatto.